Una cena insolita quella che da Domenica 6 Marzo alle 22.30 sul canale 63 del digitale terrestre, la nuova emittente “Go TV” , terrà compagnia ai telespettatori di tutta Italia. “Cena a casa mia) ” infatti, è il titolo del nuovo format diviso in 8 puntate che ogni settimana vedrà molti ospiti del mondo dello spettacolo ricordare la grande Mia Martini. Enzo Adriani e Dario Gay sono i padroni di casa di questo show, mentre la casa invece, è l’associazione “Minuetto Mimì Sarà”, che da anni si occupa di valorizzare il nome e la memoria di Mia attraverso manifestazioni ed eventi, su tutti il notissimo concerto annuale “Buon compleanno Mimì” con protagonisti i massimi esponenti della musica italiana. Enzo Adriani, Presidente dell’associazione, che poi è anche un piccolo museo che racchiude molti cimeli di Mimì, non è nuovo a questo tipo di trasmissioni, mentre per Dario Gay di tratta d un vero e proprio esordio come conduttore. Non potevano mancare a far da spalla saltuariamente ai padroni di casa le sorelle Bertè, Leda e Olivia, che a puntate alterne raccontano anedotti e curiosità di Mia. Grande spazio per la musica dal vivo con la band “Mimì Sarà” formata da quattro giovani talenti italiani. Nel corso di ogni puntata gli ospiti ricorderanno la grande cantante intervenendo con delle canzoni simbolo della loro carriera e della carriera di Mia. Si inizia con due grandi della canzone italiana, Giovanna, cantante e regista nonché musa di Paolo Limiti, attualmente in tournée con lo spettacolo “Giovanna Omaggio a Milva” e Pierdavide Carone, cantautore ex concorrente di Amici ed ultimo artista ad aver lavorato con Lucio Dalla prima della sua scomparsa. Spazio anche per il vincitore di Amici 11 Virginio e la speaker radiofonica Vanessa Grey. Nel corso di questa prima stagione, le cui riprese si stanno per concludere, sono stati tanti i grandi nomi intervenuti: Franco Simone, Marco Ferradini, Tony Vandoni e Manuela Savini Bertè.
LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.
LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…
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