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Economia

Per il 64% dei lavoratori stipendi non adeguati al costo della vita

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ROMA (ITALPRESS) – L’allentarsi del rapporto soggettivo con il lavoro ne ha agevolato la svalorizzazione. Tuttavia, oggi è possibile immaginare una nuova stagione che superi le crescenti disuguaglianze, sperimentando anche modalità originali di coinvolgimento dei lavoratori nel destino delle aziende. È quanto emerge dal Rapporto Censis-Ugl “Tra nuove disuguaglianze e lavoro che cambia: quel che attende i lavoratori”. Dallo studio emergono alcune delle contraddizioni più evidenti del lavoro nel nostro tempo, dalle retribuzioni alle tutele, e quel che potrebbe attendere i lavoratori nel prossimo futuro. Il mercato del lavoro è sempre più ostico per giovani, donne, migranti e lavoratori meno qualificati. Nella percezione collettiva sono aumentate le disparità e il lavoro è diventato epicentro di contraddizioni. Da un lato le nuove opportunità legate al remote working e al digitale, dall’altro la precarietà che diventa condizione strutturale di lungo periodo. Per il 93,3% degli occupati serve più attenzione per le condizioni dei lavoratori, mentre per il 64,9% dei giovani il lavoro è solo un mezzo per avere reddito da spendere in attività diverse. Per il 64,3% dei lavoratori (68,8% tra operai ed esecutivi) la propria retribuzione non è adeguata al costo della vita. Del resto, nel 2010-2020 le retribuzioni lorde dei lavoratori italiani sono diminuite dell’8,3% reale e peggio dell’Italia hanno fatto solo Grecia (-16,1% reale) e Spagna (-8,6% reale).

I giovani fino a 29 anni guadagnano il 40% in meno dei lavoratori over 55, mentre le donne il 37% in meno dei maschi. Chi ha un contratto a tempo determinato il 32% in meno di chi è a tempo indeterminato. Chi lavora nel Mezzogiorno guadagna il 28% in meno di chi risiede nel Nord-Ovest. Il 10,4% dei lavoratori dipendenti, poi, è sottopagato, cioè può contare su una retribuzione mensile inferiore ai valori soglia di 953 euro per il full-time, di 533 euro per il part-time. Negli anni c’è stato un boom del part-time, che interessa il 19,8% dei lavoratori (era il 15,8% nel 2010). Sono in part-time involontario, cioè non desiderato, il 74,2% degli uomini (era il 59,3% nel 2010), il 61,1% delle donne (46,1% nel 2010). Lavora in remote il 52% degli occupati. Nella web economy, con la crescita del delivery tra i consumatori, oltre 570mila persone tra il 2020 ed il 2021 hanno ottenuto reddito tramite piattaforme, ad esempio consegnando beni a domicilio. La formazione è considerata essenziale dai lavoratori per fronteggiare le disparità crescenti: il 67,8% degli occupati teme nuove e più ampie disuguaglianze a causa della diversità di competenze digitali. Inoltre, l’84% dei lavoratori vuole supporto su aspetti specifici del proprio lavoro, dalle competenze alle tecnologie utilizzate. Infine, il 65,9% richiede formazione per la sicurezza informatica.

“Credo ci sia troppo opinionismo generico sul lavoro e il suo futuro, e invece una riflessione adeguata ha bisogno della serietà e del rigore di ricerche come questa. Il lavoro sta cambiando velocemente, tra smart working e nuove modalità di erogazione, ma solo nel medio lungo periodo si capirà cosa resterà, perché funziona ed è realmente apprezzato da lavoratori e aziende – spiega Giuseppe De Rita, presidente del Censis -. Tecnologie, relazioni, aspettative soggettive stanno disegnando il lavoro del futuro, imposizioni dall’alto, per editto sono ininfluenti o, peggio, dannose”. Secondo Paolo Capone, segretario Generale dell’Ugl “il mondo del lavoro, negli ultimi anni, è cambiato molto, spesso acuendo disuguaglianze e criticità, anche a livello sociale. Dalla politica sono giunte risposte finora poco incisive e lungimiranti, penalizzate anche da un biennio di crisi e di emergenza continua dovuta alla pandemia, che ha accentuato precarietà e polarizzazione del mercato del lavoro. Queste tematiche emergono con chiarezza dal Rapporto Censis-Ugl, con il quale abbiamo voluto sottolineare non solo le trasformazioni in atto, ma soprattutto le condizioni dei lavoratori, in molti casi sottopagati, bisognosi di più formazione professionale, con scarse tutele. Occorre, quindi, invertire al più presto la rotta. Il lavoro deve tornare a svolgere il suo ruolo di realizzazione personale e sociale e, soprattutto nei momenti di crisi, sostenuto con un welfare dignitoso”.

(ITALPRESS).

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Economia

Banca CF+, De Francisco “Cresciamo su tutte le linee di prodotto”

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MILANO (ITALPRESS) – “Anno su anno cresciamo del 30%, con un grande riscontro da parte della clientela: tutte e tre linee di prodotto (i finanziamenti garantiti, il factoring e l’acquisto di crediti fiscali Iva e Ires) funzionano. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla Pmi che richiede credito”. Lo afferma Iacopo De Francisco, Ceo di Banca CF+, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Il Credito Fondiario, una banca che ha 126 anni di storia, dal 2022 “ha cambiato pelle e scelto questa nuova missione”, crescendo “operazione dopo operazione: in tre anni abbiamo finanziato più di 3 miliardi di euro sui 3 prodotti, l’attivo arriverà a 2 miliardi. La banca ha 200 persone, una sede a Milano e una a Roma, e molta presenza digitale. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla PMI che richiede credito”, spiega De Francisco.
“Una banca specializzata nel dare credito ha bisogno di capitale per farlo, oltre che di liquidità, perchè lo richiedono i requisiti regolamentari. Abbiamo come azionista il fondo Elliot, che ci sostiene in questo percorso di crescita. In particolare, l’aumento di capitale di circa 27 milioni con Elliot che ormai è al 90% dell’azionariato della banca ha l’obiettivo di sostenere il percorso di crescita del nostro prodotto di punta, quello più nuovo e più innovativo che è il Digital Lending”.
Si tratta di “una piattaforma tecnologica” che, grazie al digitale, “in tre giorni ci permette di dare una risposta sull’erogazione”. Quest’ultima in caso di esito positivo arriverà “in meno di un mese. Siamo partiti con le società di capitali, entro il primo trimestre 2025 andremo su ditte individuali e società di persone”.
In futuro, grazie all’intelligenza artificiale “avremo dei super analisti”. Il parametro fondamentale per la decisione “è la capacità di restituire il Debt Service Coverage Ratio (DSCR), poi guardiamo molto soprattutto al passato e allo stato di salute dell’azienda in questo momento, alla capacità di usare la cassa generata per pagare il debito”.
L’unico prodotto che Banca CF+ offre alla clientela privati “sono i depositi vincolati online”, una soluzione “molto flessibile perchè il vincolo è di 32 giorni. Non è un conto corrente su cui c’è la transazionalità, ma è una soluzione di investimento della propria liquidità” che “sta avendo un grandissimo successo in Italia e in altri paesi, come Olanda e Spagna”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Piazza Affari avvio in rialzo, Ftse Mib +0,64%

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MILANO (ITALPRESS) – Avvio di seduta in rialzo questa mattina a
Piazza Affari dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib, alla prima
rilevazione, segna un +0,64% a quota 33.509 punti, anche l’Ftse All Share guadagna +0,60% a 35.650 punti. In salita anche
l’Ftse Star che segna +0,25% a 4.748,09 punti.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Economia

Buoni pasto, Ancd “Positivo il tetto massimo del 5% alle commissioni”

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Associazione Nazionale Cooperative Dettaglianti (ANCD), che rappresenta le cooperative del mondo Conad, esprime soddisfazione per l’introduzione di un tetto massimo del 5% alle commissioni applicate ai buoni pasto. “Accogliamo con soddisfazione l’introduzione nel DDL Concorrenza di un tetto massimo del 5% alle commissioni delle società emettitrici sul valore dei buoni pasto, così come già avvenuto per quelli usati dai dipendenti degli enti pubblici – ha dichiarato Alessandro Beretta, Segretario Generale di ANCD – I commercianti associati alle cooperative Conad potranno così avere le stesse condizioni per ogni buono pasto, mettendo i loro oltre 3.500 punti vendita a disposizione delle persone che utilizzano questo importante strumento di welfare aziendale”, ha concluso Beretta.
“L’introduzione del tetto alle commissioni non avrà alcun impatto per i dipendenti delle società che li ricevono – spiega ANCD – e darà un nuovo impulso all’impiego di questo strumento perchè amplia il numero degli esercizi che li riceveranno, consentendo ai commercianti e agli operatori della ristorazione di non vedere compromessa la sostenibilità economica delle loro attività., consentendo ai commercianti e agli operatori della ristorazione di non vedere compromessa la sostenibilità economica delle loro attività”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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