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Abete “Valorizzare i giovani per avere club più competitivi”

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ROMA (ITALPRESS) – “La missione a breve termine è lavorare sull’impiantistica, sui costi e sul livello dei formatori”. Ha le idee chiare Giancarlo Abete, presidente della Lega Nazionale Dilettanti con un passato da numero uno di Figc e Serie C, oltre che di membro Coni e di commissario straordinario della Lega di Serie A. “La missione della Lnd è collegata alla dimensione sociale, al volontariato e alla realtà del territorio – sottolinea Abete in un’intervista a Claudio Brachino per la rubrica ‘Primo Pianò dell’agenzia Italpress – Abbiamo poco meno di un milione di tesserati, più di 600 mila giovani, 44mila squadre per 12mila società. Siamo presenti in tutti i comuni d’Italia, cosa che richiede un progetto che contemperi una logica di metodo e una di specificità, perchè ogni territorio ha la propria peculiarità”. Il suo arrivo tra i Dilettanti è stato salutato con soddisfazione dal presidente della Figc Gabriele Gravina (“Si era creata una dialettica di contrapposizione, noi siamo gli azionisti di riferimento della federazione, è importante avere un rapporto”) e anche da chi crede che bisogna finalmente investire con sempre più determinazione sui giovani. “E’ un mondo da rivitalizzare ma il problema non riguarda solo il calcio bensì il sistema Paese. L’Italia è restia ad una logica del ricambio, su questo versante non ha fatto a sufficienza per garantire ai giovani le stesse opportunità che ha avuto la nostra generazione. Se andiamo a vedere i minuti giocati dai giovani in A e quanta esperienza internazionale hanno, insieme alla Premier League siamo agli ultimi posti. Altri paesi valorizzano i giovani tecnicamente, per questo dobbiamo fare un atto di contrizione”.
Difficile, se non impossibile, fissare regole che pongano dei vincoli: “Siamo in una realtà comunitaria, se una squadra di C volesse giocare con undici belgi, potrebbe farlo tranquillamente. Possiamo fare invece un’opera di incentivazione per i giovani, il problema si risolve nell’individuazione di politiche che raggiungono il risultato. Le nostre società fatto bene a investire poco sui giovani e tanto sugli stranieri? E’ da 12 anni non vinciamo più niente con i nostri club…”. Anche la Nazionale ne ha risentito, tanto da non qualificarsi per la seconda volta di fila ai Mondiali: “C’è qualcosa che non va. Mancini ha poco più di cento giocatori tra cui individuare gli azzurri per la Nazionale, però è altrettanto vero che noi sottovalutiamo la partecipazione ai Mondiali, dove avevamo sempre fatto meglio rispetto agli Europei. Negli ultimi 15 anni è avvenuto l’esatto contrario, tenendo conto che all’Europeo si qualificano in 23 più la squadra ospitante e il Mondiale è diventata una strettoia, con la qualificazione affidata a poche partite. Questo è il vero problema della Nazionale: in un campionato, alla fine delle 38 giornate è difficile che esca fuori il risultato che non deve uscire, in un Europeo o in un Mondiale ci sono partite secche”.

Anche la Serie A paga dazio ad una visione che non ha dato particolari frutti: “Il nostro campionato è molto emozionante e interessante, ma che ci sia un problema di competitività delle nostre squadre è dato dai risultati internazionali. Non è che gli stranieri, sostituendo gli italiani, hanno reso competitive le squadre”. Per fortuna, almeno l’aspetto agonistico, con il testa a testa tra le due milanesi per lo scudetto, è stato preservato: “Visto il numero limitato di giornate dalla fine, è sempre favorito chi ha più punti in classifica perchè gli altri devono rincorrere. Prima che l’Inter perdesse a Bologna eravamo tutti convinti che fosse la favorita, oggi la situazione è diversa. In questo momento è favorito il Milan”. Che poi grandi gruppi stranieri vogliano investire nel calcio italiano “è importante e ci deve far piacere, ma altrettanto importante è capire che l’imprenditoria italiana non è in grado di reggere l’urto di questi grandi investitori internazionali perchè piano piano stiamo retrocedendo. Un Inter-Milan con Moratti e Berlusconi è diverso da quello di oggi, ma dobbiamo accettarlo. Però stiamo indietreggiando e il Sud paga pegno: è sempre più difficile trovare imprenditori del Sud. La Sicilia, ad esempio, è una grande regione e non ha nemmeno una squadra in B, oltre ad aver perso il Catania per fallimento”. Le regole che cambiano non spaventano certo Abete: “Il calcio non è un gioco conservatore, ci sono state tante innovazioni a testimoniare che il sistema delle regole si muove. Il calcio si evolve, ma quello che succede con la Var fa capire che le novità devono essere sedimentate”. Infine, una riflessione sulla scelta di isolare russi e bielorussi anche nello sport a seguito del conflitto in Ucraina: “C’è un’indicazione di riferimento data dal Cio, e pur accettando l’idea che lo sport debba unire, bisogna mantenere una linea omogenea. Anche perchè un conto sono le crisi internazionali, un altro è una guerra”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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Poche chance per Sinner di tornare numero 1 a fine 2025, Musetti “vede” le Finals: il ranking Atp aggiornato

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ROMA (ITALPRESS) – La semifinale all’ATP 500 di Vienna mantiene Lorenzo Musetti in una posizione favorevole per raggiungere la prima qualificazione alle Nitto ATP Finals. Ottavo nella PIF ATP Live Race To Turin, l’azzurro ha aumentato a 440 punti il suo vantaggio su Felix Auger-Aliassime a due settimane dall’appuntamento di fine stagione, alla Inalpi Arena di Torino dal 9 al 16 novembre. Quattro i posti già assegnati in singolare – a Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Zverev e Novak Djokovic -, quattro i partecipanti ancora da definire. Taylor Fritz, Ben Shelton, Alex de Minaur e Musetti occupano attualmente queste posizioni, mentre Auger-Aliassime, Casper Ruud e Daniil Medvedev guidano il gruppo degli inseguitori. Restano da disputare l’ultimo Masters 1000, a Parigi, e i due ATP 250 ad Atene e Metz della prossima settimana. Musetti potrebbe anche entrare nella storia del tennis italiano: infatti, mai prima d’ora due tennisti azzurri si sono qualificati per le Finals nello stesso anno in singolare. Nel 2021 Matteo Berrettini si ritirò dopo il primo set del primo incontro per infortunio agli addominali, e venne poi sostituito da Sinner come riserva.

Anche Shelton punta a debuttare a Torino mentre Fritz, semifinalista a Torino nel 2022 e finalista nel 2024, punta alla sua terza partecipazione alle Nitto ATP Finals. Se entrambi dovessero farcela, la prossima sarebbe la prima edizione delle Nitto ATP Finals dal 2006 con due statunitensi al via (gli ultimi furono Andy Roddick e James Blake). De Minaur spera di tornare a Torino per la seconda stagione consecutiva e potrebbe affrontare Fritz in un quarto di finale cruciale a Parigi. Nonostante la vittoria a Vienna, restano davvero poche le chances di Jannik Sinner di chiudere il 2025 al primo posto del ranking mondiale, come ha ammesso l’azzurro. “Finire l’anno da numero 1? Quasi impossibile, ma resta una grande stagione”, ha detto a Vienna. Vincendo a Parigi l’ultimo Masters 1000 della stagione e a Torino le Nitto ATP Finals da imbattuto, arriverebbe al massimo a quota 11.500 punti. Alcaraz parte da una base sicura di 11.050 punti, ovvero 450 in meno di Sinner. Se lo spagnolo dovesse arrivare in finale, chiuderebbe già il discorso e si garantirebbe la certezza di essere il numero 1 a fine 2025.

Questa la top ten della nuova classifica Atp:

1. Carlos Alcaraz (Esp) 11.340 (–)
2. Jannik Sinner (Ita) 10.500 (–)
3. Alexander Zverev (Ger) 6.160 (–)
4. Taylor Fritz (Usa) 4.685 (–)
5. Novak Djokovic (Srb) 4.580 (–)
6. Alex De Minaur (Aus) 3.935 (+1)
7. Ben Shelton (Usa) 3.820 (-1)
8. Lorenzo Musetti (Ita) 3.685 (–)
9. Casper Ruud (Nor) 3.235 (+2)
10. Felix Auger-Aliassime (Can) 3.195 (+2)

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Così gli altri italiani:

23. Flavio Cobolli 1.975 (-1)
27. Luciano Darderi 1.624 (-1)
45. Lorenzo Sonego 1.130 (–)
61. Matteo Berrettini 905 (-2)
66. Matteo Arnaldi 883 (+2)
76. Mattia Bellucci 783 (+1)
81. Luca Nardi 747 (+2)
132. Francesco Passaro 480 (+7)
140. Andrea Pellegrino 446 (+3)
150. Matteo Gigante 407 (–)

PAOLINI SCENDE ALL’OTTAVO POSTO

Diverse variazioni in chiave tricolore nella classifica mondiale femminile pubblicata stamane dalla Wta dopo la conclusione del WTA 500 di Tokyo e del WTA 250 di Guangzhou. Anche questa settimana sono due le azzurre tra le prime cento. Leader tricolore è ancora Jasmine Paolini: la 29enne di Bagni di Lucca perde però due posizioni e scende all’ottavo posto. Alle sue spalle, grazie ai quarti a Guangzhou, risale sei gradini Elisabetta Cocciaretto, ora 89esima. Perde invece 14 posti invece Lucia Bronzetti, alla quale la mancata conferma della semifinale sul cemento cinese raggiunta lo scorso anno costa l’uscita dalla top cento: la romagnola è ora 105esima. La finale nel WTA 125 di Rovereto regala invece un balzo di dodici posizioni a Lucrezia Stefanini, 140esima. Fa un passo avanti Nuria Brancaccio, che sale al numero 150 e sigla un nuovo “best”: la 25enne di Torre del Greco precede un’altra giocatrice che firma il primato personale questa settimana grazie agli ottavi a Rovereto, Silvia Ambrosio, 203esima. Sempre gli ottavi sul veloce indoor regalano nove posizioni alla giovanissima Tyra Caterina Grant: la 17enne romana è 209esima.

Al comando del ranking mondiale c’è sempre Aryna Sabalenka, per la 54esima settimana consecutiva (la 62esima complessiva: lo era stata già dall’11 settembre al 5 novembre 2023): la 27enne di Minsk, regina bis a New York, mantiene più o meno invariato – 1.675 punti – il vantaggio sulla campionessa di Wimbledon, Iga Swiatek. La 24enne di Varsavia, ex numero uno del mondo, aveva perso la leadership un anno fa dopo 125 settimane complessive (le ultime 50 consecutive). Sul terzo gradino del podio c’è la vincitrice del Roland Garros, la statunitense Coco Gauff, staccata ora di 1.632 punti dalla polacca. La 21enne di Atlanta precede le due connazionali Amanda Anisimova, quarta, e Jessica Pegula, stabile al quinto posto. Alle spalle della 31enne di Buffalo risale Elena Ribakina, che grazie alla semifinale a Tokyo si riprende la sesta poltrona. Fa un passo avanti anche Madison Keys, trionfatrice in Australia, ferma però da diverse settimane, ora settima, subito davanti a Jasmine Paolini, che perde due posizioni ed è ottava. Stabile al nono posto la 18enne russa Mirra Andreeva davanti alla connazionale Ekaterina Alexandrova, decima, chE chiude l’elite mondiale.

Questa la top ten della nuova classifica Wta:

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1. Aryna Sabalenka (Blr) 9.870 (–)
2. Iga Swiatek (Pol) 8.195 (–)
3. Coco Gauff (Usa) 6.563 (–)
4. Amanda Anisimova (Usa) 5.887 (–)
5. Jessica Pegula (Usa) 5.183 (–)
6. Elena Rybakina (Kaz) 4.350 (+1)
7. Madison Keys (Usa) 4.335 (+1)
8. Jasmine Paolini (Ita) 4.325 (-2)
9. Mirra Andreeva (Rus) 4.319 (–)
10. Ekaterina Alexandrova (Rus) 3.375 (–)

Così le altre italiane:

89. Elisabetta Cocciaretto 822 (+6)
105. Lucia Bronzetti 731 (-14)
140. Lucrezia Stefanini 544 (+12)
150. Nuria Brancaccio 491 (+1)
203. Silvia Ambrosio 356 (+9)
209. Tyra Caterina Grant 350 (+9)
212. Camilla Rosatello 348 (-2)
239. Jessica Pieri 304 (+15)
295. Nicole Fossa Huergo 226 (-26)

– foto IPA Agency –

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Reaves trascina i Lakers a Sacramento nella notte Nba, 14 punti per Fontecchio nel successo dei Miami Heat

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ROMA (ITALPRESS) – Miami a segno nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Di fronte ai quasi 20mila spettatori del Kaseya Center, gli Heat superano i New York Knicks per 115-107 nonostante i 37 punti, per il quintetto della ‘Big Apple’, di Brunson, top-scorer dell’incontro. Tra i padroni di casa i più prolifici sono Powell (29 punti) e Adebayo (19), ma anche Simone Fontecchio contribuisce alla causa con un’ottima prestazione: la 29enne ala piccola pescarese chiude con un bottino di 14 punti, 4 rimbalzi e 1 assist in 19 minuti di impiego complessivi.

Nonostante le assenze pesanti di James e Doncic, i Los Angeles Lakers violano il parquet dei Sacramento Kings per 127-120 con una grande performance di Reaves, autore di 51 punti, il suo miglior score in carriera, e decisivo nei momenti più delicati della sfida.

Non delude le attese nemmeno Wembanyama, che si sta rivelando l’arma in più di San Antonio: gli Spurs conquistano infatti il loro terzo successo su altrettante partite per 118-107 contro i Brooklyn Nets, che si arrendono di fronte alla ‘mano calda’ dell’ala grande francese, a referto con 31 punti. Affermazioni interne anche per i Detroit Pistons e i Cleveland Cavaliers, che hanno la meglio rispettivamente sui Boston Celtics (119-113), ai quali non bastano i 41 punti timbrati da Brown, e i Milwaukee Bucks (118-113), messi al tappeto nonostante i 40 punti del solito Antetokounmpo. Charlotte Hornets in versione corsara sul campo dei Washington Wizards (139-113 al suono dell’ultima sirena), mentre fanno valore il fattore casalingo i Minnesota Timberwolves (114-110 su Indiana Pacers), i Dallas Mavericks (139-129 sui Toronto Raptors) e i Los Angeles Clippers (114-107 sui Portland Trail Blazers).

– foto IPA Agency –

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La Fiorentina rimonta con due rigori: è 2-2 contro il Bologna

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FIRENZE (ITALPRESS) – Il Bologna getta al vento la grande occasione di espugnare lo stadio Franchi e di regalarsi per una sera il terzo posto in Serie A facendosi rimontare due reti quando ormai la Fiorentina sembrava ormai annichilita. Per i viola il punto finale, 2-2 il risultato, è un mezzo miracolo al termine di una gara confusa, piena di errori, che viene rimediata con la complicità determinante degli ospiti e con due rigori, quando ormai la tifoseria toscana stava contestando e con i moduli di gioco del tutto saltati. Alla fine la classifica dei toscani rimane complicata, quella dei rossoblù molto buona ma rimane per il Bologna l’amaro in bocca. Gli ospiti erano avanti 2-0 e si sono visti annullare dall’arbitro il colpo del 3-0. Poi i viola hanno pareggiato con due penalty e nel finale, con gli emiliani in dieci, hanno addirittura sfiorato la rete del successo.
Ci si aspetta una squadra di casa vogliosa di dare seguito alle buone sensazioni di Conference League ma tranne che un contropiede sprecato da Kean, in fuorigioco comunque al momento dell’assist di testa di Gudmundsson, i gigliati non si fanno mai vedere dalle parti di Skorupski. E così gli ospiti piano piano mettono la testa fuori. Al 17′ serve un intervento prodigioso di De Gea per dire no a Fabbian, ma al 25′ Castro non perdona, scaricando in porta un assist dell’avversario Pablo Mari. I viola soffrono in ogni parte del campo, anche in quelle dove ipoteticamente sarebbero in superiorità numerica, con il Bologna che ha il solo difetto di non affondare sugli esterni, dove Dodò e Gosens sono in difficoltà. L’unica vera chance nitida del primo tempo per la Fiorentina capita al 30′ quando Ranieri mette incredibilmente sopra la traversa a un metro dalla porta su calcio d’angolo.
Pioli attende a fare le sue mosse e al 53′ i felsinei raddoppiano con Cambiaghi, servito da un cross di Holm. A quel punto entrano in campo Ndour, Fortini e Dzeko, coi viola che passano a uno spregiudicato 3-4-1-2. Il cambio vincente lo piazzerebbe invece il vice tecnico del Bologna, oggi allenatore in prima, Niccolini, che inserisce Dallinga, il quale fa tris ma l’arbitro annulla per fuorigioco di Orsolini ad inizio azione. Il rigore a 17 minuti dalla fine per tocco di braccio di Ferguson riapre tutto con Gudmundsson che realizza dal dischetto. Il finale è incandescente, il Bologna rimane in dieci per espulsione di Holm, con Pioli che si gioca anche la carta Piccoli e dunque finisce con tre punte e un trequartista. La Fiorentina pareggia al 96′ con Kean che spiazza Skorupski ancora su rigore, stavolta assegnato tramite Var per fallo di mano dell’ex fischiatissimo Bernardeschi. A tempo scaduto Dodò a porta vuota fallisce il clamoroso 3-2 e nessuno può rimanere felice al triplice fischio finale.
– foto Ipa Agency –
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