Cronaca
Milano, I calchi storici delle “Pietà” di Michelangelo a Palazzo Reale
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2 anni fa-
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RedazioneMILANO (ITALPRESS) – Una corrispondenza di “amorosi sensi”, formalizzata in un protocollo d’intesa, quella tra Milano e Firenze, che oggi si rinnova con l’inaugurazione della mostra dedicata alle “Pietà’ di Michelangelo. Per la prima volta nella storia di Milano, i tre calchi storici dell’opera del Buonarroti – la Pietà Bandini di Santa Maria del Fiore a Firenze, la Pietà Rondanini del Castello Sforzesco di Milano e la Pietà Vaticana di San Pietro – sono in mostra da domani e fino all’8 gennaio nella prestigiosa Sala della Cariatidi di Palazzo Reale. Un evento speciale e inedito reso possibile dalla collaborazione tra il capoluogo lombardo, il Comune di Firenze e i Musei Vaticani. La mostra, gratuita, è promossa dalla direzione Cultura di Palazzo Marino e organizzata da Palazzo Reale insieme a Castello Sforzesco. Le tre Pietà, nelle loro repliche di gesso, tornano così a ricongiungersi dopo una prima esposizione nel Duomo di Firenze. “Vorrei sottolineare il piacere di un lavoro comune tra le due città – ha esordito il sindaco di Milano Giuseppe Sala durante la conferenza stampa a Palazzo Reale – non è il primo passo che abbiamo fatto. Io sono stato recentemente a Firenze e gli scambi continueranno. Continueremo in questo percorso che vuole dimostrare che si può fare di più in termini di condivisione del patrimonio. Noi in Italia siamo spesso restii, forse per egoismo, a muovere le opere ma ne vale la pena. Questa mostra è un evento speciale e un grande contributo che vogliamo dare al nostro paese”. “Milano e Firenze – prosegue – sono città che vanno tanto d’accordo e hanno molto in comune, pensate alla moda, da indurre a fare di più. Quello che noi milanesi abbiamo capito è che il turismo si è settato su livelli e modalità che non ci fanno più dire che è la spinta di Expo. Noi dobbiamo considerare di essere ormai diventati una città turistica. L’offerta culturale è la base, poi può venire tuto il resto, i ristoranti, la moda. Continueremo a farlo per i milanesi, ma, in una situazione di ristrettezza economica, collaborando si riescono a afre cose migliori. Grazie Dario Nardella, perchè continui a guardare Milano con occhi amorevoli”. Parola quindi al sindaco di Firenze, collegato da Palazzo Vecchio: “Sono molto dispiaciuto di non poter essere in presenza a causa dello sciopero dei treni. Ecco, a proposito di turismo, occorre che i treni funzionino meglio”, chiosa, per poi parlare della mostra che definisce “un evento di straordinaria importanza”. Nardella sottolinea, come l’omologo milanese, ‘la collaborazione tra le città, che con Sala sindaco si è intensificata moltissimo. Grazie a un protocollo storico e inedito tra sindaci, siamo stati molto operativi e io ringrazio ancora molto il Comune di Milano per l’esposizione, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, del “Quarto Statò di Pellizza da Volpedo”. Quella di oggi, prosegue ‘è una ulteriore tappa di una collaborazione che crescerà ancora di più nei prossimi mesi, siamo già al lavoro per altri eventi che riguarderanno Milano in collaborazione con Firenze”. Non solo: per Nardella si tratta di ‘costruire un modello di fruizione turistica diverso, più sostenibile e fondato sulla qualità. I grandi eventi, per primi, sono la via maestra per costruire una offerta turistica di qualità” dove ‘la cultura è fondamentale”. Peraltro ‘possiamo puntare sull’alta velocità” dato che ‘grandi città come Milano, Firenze Roma e Napoli sono ben collegate da un’arteria che favorisce molto la mobilità”. Milano e Firenze, conclude, ‘sono ora le città più dinamiche d’Europa dal punto di vista dell’attrazione turistica e della creatività, diverse ma complementari, e questo è un punto di forzà. L’allestimento della mostra, spettacolare ed emozionante, è firmato da Massimo Chimenti. Tre lunghi teli, dispiegati per tutta l’altezza della sala e dal grande impatto visivo, fanno da sfondo alle Pietà amplificandone la forte valenza estetica e il senso religioso evocato dallo scultore in tre diverse fasi della sua vita. Il calco della Pietà di San Pietro della Città del Vaticano fu realizzato nel 1975 all’interno del Laboratorio Calchi e Gessi dei Musei Vaticani da Ulderico Grispigni; l’occasione della sua realizzazione giunse in un momento drammatico per la Pietà, ovvero l’atto vandalico del 1972 ai danni della scultura, che resero necessaria la preparazione di un nuovo calco. Il calco della Pietà di Santa Maria del Fiore a Firenze, detta Pietà Bandini, conservato nella collezione della Gipsoteca fiorentina dell’Istituto d’Arte di Porta Romana, risale al 1882 circa e si deve al formatore fiorentino Oronzo Lelli. Il calco della Pietà Rondanini fu commissionato nel 1953 al formatore milanese Cesare Gariboldi, allo scopo di determinare al meglio e in totale sicurezza, durante le prove di allestimento della statua in marmo, l’ubicazione ideale per la scultura, conservata dal 1952 nel Castello Sforzesco. Oggi esposto in mostra dopo una accurata pulitura, è conservato nei depositi del Museo d’Arte Antica. In occasione dell’esposizione è stata promossa un’attenta ricerca documentaria e iconografica sulle tre Pietà, finalizzata a creare un racconto visivo in grado di presentare episodi della storia recente che hanno avuto per protagoniste le sculture michelangiolesche: restauri, allestimenti e trasferimenti immortalati da vive testimonianze come scatti e filmati d’epoca, provenienti da importanti archivi e fototeche italiane che hanno collaborato al progetto. “Grazie ai tre preziosi calchi, questa mostra spettacolare, allestita in una delle più belle sale della città, potrà raccontare ai visitatori l’evoluzione della sensibilità di Michelangelo lungo tutto l’arco della sua vita – dichiara Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano – Sarà una grande emozione poter abbracciare con un solo sguardo tutte le tre Pietà, e il confronto, a Milano, potrà essere integrato dalla visita al Museo della Pietà Rondanini al Castello Sforzesco”. Da giovane Michelangelo realizzò la Pietà Vaticana, scolpendo in tarda maturità la Bandini e la Rondanini. Esempi che raccontano la sensibilità raggiunta dal genio toscano nel corso della sua lunga vita: dal grandioso lavoro giovanile di impronta classicista fino alla scultura non finita degli ultimi suoi giorni. Oltre sessant’anni separano la prima Pietà, la Vaticana, dall’ultima, la Rondanini. A quella Vaticana Michelangelo mise mano nel 1498, appena ventenne. Il contratto richiedeva esplicitamente “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio”. Alla produzione giovanile si affianca quella dell’età matura, che vede Michelangelo molto cambiato come uomo e come artista, in crisi al punto di voler abbandonare la scultura, sua ragione di vita fino ad allora. Il sentimento che domina questi lavori è totalmente differente e lo stile diventa meno ridondante. Quando scolpì la Pietà Bandini, tra il 1547 ed il 1555, Michelangelo Buonarroti era già un uomo anziano che meditava spesso sulla fede, sulla passione di Cristo e sulla sua prossima morte. La storia di questa Pietà è lunga e tormentata. Il marmo, pieno di impurità e troppo duro, non permetteva a Michelangelo di completare l’opera tanto che l’artista arrivò a distruggere un arto del Cristo e poi a prendere a martellate la statua rompendola in più punti. L’ultima Pietà è la Rondanini, un’incompiuta, a cui Michelangelo lavorò fino a poco prima di morire. Il percorso espositivo vuole focalizzare agli occhi dei visitatori tutto questo, ossia il maturare dei sentimenti di uno dei più grandi geni della storia dell’arte, mostrando come un medesimo dramma possa raggiungere esiti così diversi nelle mani di un artista immerso nel tempo e nel divenire dell’ispirazione. Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, si avvale dei testi del Comitato Scientifico e dei curatori e presenta importanti saggi e schede relativi alle tre Pietà di Michelangelo.(ITALPRESS).
Photo Credits: Mauro Ranzani.
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RedazioneROMA (ITALPRESS) – Luigi Mazzone è il nuovo presidente della Federazione italiana scherma. Nella XXXIV Assemblea Nazionale Ordinaria, riunita al Salone d’Onore del Coni, il presidente eletto ha raccolto 245 voti pari al 55,43% delle preferenze, superando il presidente uscente Paolo Azzi che si è fermato a 197 voti, pari al 45,57% delle preferenze. Per il 51enne dirigente siciliano si tratta del primo mandato. “Sono onorato ed emozionato. Ma anche molto responsabilizzato. Grazie all’Assemblea che mi ha accordato la fiducia. Grazie a Paolo Azzi per questo confronto. Proverò a mettere energia e passione al servizio della nostra Federazione. E’ l’impegno che prendo davanti a tutti voi. Perchè tutti insieme siamo la Federazione Italiana Scherma” le prime parole di Mazzone. Successivamente, l’Assemblea ha visto anche l’elezione dei Consiglieri per il Quadriennio 2025-2028: Daniele Garozzo, Daria Marchetti, Elisa Albini, Paolo Menis, Andrea Sirena, Marcello Antonio Scisciolo e Francesco Montini in quota affiliati; Federico Vismara e Beatrice Vio Grandis in quota atleti e Cristiana Cascioli in quota Tecnici. Infine, Gianfranco Picco è stato eletto Presidente del Collegio Revisori. I lavori, presieduti da Luca Magni con Vicepresidente Aldo Cuomo, sono stati aperti da un minuto di silenzio in memoria del maestro Gianni Augugliaro e di tutti i componenti della famiglia della scherma italiana scomparsi in questi quattro anni. Al termine dell’ultima votazione, il Presidente eletto Luigi Mazzone ha esposto le linee programmatiche per il nuovo mandato, la cui approvazione da parte dell’Assemblea ha dato ufficialmente inizio al Quadriennio 2025-2028.
– foto ufficio stampa Federscherma –
(ITALPRESS).
Cronaca
Vittoria netta del Cagliari, poker al Lecce in rimonta
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2 ore fa-
19 Gennaio 2025di
RedazioneCAGLIARI (ITALPRESS) – Vittoria netta del Cagliari, che batte 4-1 il Lecce e porta a casa tre punti pesanti in ottica salvezza. Dopo l’iniziale vantaggio del Lecce firmato da Pierotti nel primo tempo, sono le reti di Gaetano, Luperto, Zortea e Obert nella ripresa a suggellare il successo per la squadra rossoblu.
Prima fase di studio da parte delle due squadre, entrambe ordinate e attente nei rispettivi schieramenti difensivi. Al 19′ è il Cagliari a farsi vedere, sulla transizione che porta alla conclusione dentro l’area piccola di Adopo, sulla quale Falcone non ha difficoltà nella respinta. Lecce che prova così a rispondere, con Krstovic che protegge un pallone sporco su Mina e lo gira verso la porta da buona posizione, con Caprile che però è attento e para. Gara equilibrata e con chance da una parte e dall’altra, come accadrà nel finale di primo tempo in cui prima sarà il Cagliari a trovare la rete del potenziale 1-0 con Viola, annullata per posizione di offside; poi il Lecce, al 42′, sul cambio di campo successivo è letale nella fuga di Morente che serve il pallone per Pierotti, lasciato libero nel battere a rete da una difesa del Cagliari troppo passiva.
Vantaggio salentino e squadre negli spogliatoi, con Nicola che a dieci minuti dal rientro in campo cambia qualcosa nel suo Cagliari e tra le variazioni c’è l’ingresso di Gaetano, il quale al 60′ troverà la rete del pari: scambio vincente con Deiola, che di tacco restituisce proprio all’ex Napoli, lucido nel battere Falcone. Gol che dà ai sardi la spinta per attaccare ancora e, al 65′, passare in vantaggio, sul corner battuto da Marin e deviato in rete da Luperto. Cinque minuti che consentono così al Cagliari di ribaltare il parziale a proprio favore, con i salentini in balia dello svantaggio e dell’episodio che al 73′ li lascerà in dieci uomini: resta a terra Mina dopo un contatto con Rebic che pesta il braccio del colombiano e, in seguito alla chiamata del Var, viene espulso da Sacchi. Inferiorità numerica che sbilancia il Lecce e porterà così al terzo gol del Cagliari, a dieci minuti dal 90′, con il cross dalla sinistra di Augello e il colpo di testa vincente di Zortea. Vantaggio doppio che diventerà addirittura triplo all’84’, sul suggerimento di Marin per il sinistro a giro di Obert, è ancora incolpevole Falcone, che subisce il gol che chiude di fatto la pratica per il Cagliari, ipotecando il suo secondo successo nelle ultime tre gare.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Dagnoni rieletto presidente della Federciclismo
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4 ore fa-
19 Gennaio 2025di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – Cordiano Dagnoni è stato rieletto presidente della Federazione Ciclistica Italiana con il 59,74% dei voti espressi nel corso dell’assemblea che si è svolta presso l’hotel Hilton Rome Airport di Fiumicino e che ha visto la partecipazione del 99,1% degli aventi diritto (231 delegati su 233). Battuta al ballottaggio la concorrenza di Silvio Martinello (39,83%). “Sono emozionato, ringrazio tutti, sono contento perchè questa campagna elettorale, che a molti è sembrata molto accesa, l’ho trovata molto più leale di quattro anni fa – le prime parole del presidente rieletto -. Ringrazio Silvio Martinello e Daniela Isetti (gli altri due candidati alla Presidenza, ndr), a entrambi ho detto che la federazione è la casa del ciclismo, per cui se vorranno dare un contributo non ci sono rancori nè tensioni, saranno i benvenuti. Auspico di avere un quadriennio più sereno rispetto a quello precedente”. Il ballottaggio si era reso necessario dopo che alla prima votazione Dagnoni si era fermato al 47,83%, seguito da Martinello col 33,48% e Isetti con il 18,7%.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
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