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Economia

Occupazione femminile, nella farmaceutica imprese sempre più rosa

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ROMA (ITALPRESS) – Le donne nelle imprese farmaceutiche rappresentano il 44% del totale – il 47% tra gli under 35 – delle persone impiegate, spesso come dirigenti o quadri in ruoli importanti. La parità di genere è quindi una realtà consolidata e che continua a crescere sempre più velocemente come dimostra l’aumento dell’occupazione femminile del 15% dal 2016 al 2022. Nella R&S sono il 53% del totale, il 40% del fatturato del settore farmaceutico è prodotto da aziende guidate da donne. Questi alcuni dati che emergono dall’evento di Farmindustria dedicato alle donne “Per una primavera demografica. Quali politiche per la natalità”. L’incontro, giunto alla sesta edizione, ha visto la presenza del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente CEI e di Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. “Le imprese farmaceutiche sono amiche della maternità. Valorizzano le persone e le loro capacità, creano risultati economici e un clima aziendale migliore. Rappresentano una best practice, grazie a relazioni industriali moderne e un welfare di avanguardia. Un esempio per arginare l’emergenza demografica in Italia e rilanciare la natalità, senza la quale non c’è futuro per la Nazione. E non è un caso quindi che nel settore, dove ci sono sempre più imprese che si stanno certificando per la parità di genere, si registra un numero di figli superiore del 45% rispetto alla media nazionale”, afferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria.
“Oggi presentiamo il codice deontologico per le imprese – annuncia la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella – si tratta di un codice di autodisciplina più semplice rispetto alla certificazione di genere, proprio perché quello che vogliamo sollecitare è la responsabilità di aziende, no profit e sindacati. Se non c’è una volontà collettiva per venir fuori dall’inverno demografico non riusciremo a invertire il trend. Sulla natalità abbiamo iniziato a lavorare e “lo abbiamo già fatto in finanziaria, con tutti i limiti e le ristrettezze in cui ci siamo trovati, questo è il primo punto del nostro programma e sarà un obbiettivo da raggiungere con il contributo di tutti. Per invertire la tendenza e avere una primavera demografica – ribadisce Roccella – c’è bisogno della collaborazione di tutto il governo ma anche di imprese e aziende”. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente CEI, evidenzia come “il nostro mondo del lavoro è precario ed è chiaro che c’è il problema di certe sicurezze. Il problema della natalità lo conosciamo da 40 anni, sono dati, credo che però il vero problema sono le scelte, darci un obiettivo e darci la speranza.in genere quando tocchiamo il fondo poi decidiamo di rialzarci e la pandemia insieme a tutto ciò che stiamo vivendo deve farci rialzare e decidere cosa fare, cosa essere”.
Le aziende farmaceutiche si contraddistinguono per un modello di welfare all’avanguardia che guarda al miglioramento del benessere lavorativo e prevede misure per la genitorialità e la conciliazione vita-lavoro, soprattutto per le donne, principali caregiver della famiglia. A partire da quelle su previdenza e sanità integrativa, diffuse per il 100% dei dipendenti. Per il 73% esistono forme di flessibilità oraria, come part-time e smart working, servizi di mensa, carrello della spesa e trasporto. In molti casi sono presenti asili nido o convenzioni con gli stessi e altri servizi di forte impatto cosiddetti save time quali lavanderie, take away, calzolerie. Il 43% può contare su servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti. I congedi retribuiti sono poi del 36% superiori alla media dell’industria per le donne e del 31% per gli uomini. E grazie alla qualità del lavoro c’è maggiore fidelizzazione delle risorse umane e minore turnover (-32% rispetto alla media dell’industria). Inoltre, la farmaceutica è il primo settore per erogazione di formazione continua, aggiuntiva a quella obbligatoria.
Nell’industria farmaceutica in Italia il numero di under 35% è cresciuto del 16% dal 2016 a oggi e l’80% di essi è assunto con contratto a tempo indeterminato che dimostra l’impegno del settore nell’investire sulle competenze e sui giovani. E le imprese assicurano, anche dopo l’assunzione, un processo di formazione e di sviluppo professionale continuo, all’insegna di multidisciplinarità e soft skills. Da anni Farmindustria è impegnata nella formazione, sia per l’attività di ricerca, sia per i profili tecnici, per formare le nuove figure professionali, trasmettendo la passione per le Life Sciences. Gli investimenti in Ricerca a livello globale da parte delle imprese del farmaco raggiungeranno i 1.600 miliardi di dollari, di cui l’80% in open innovation, tra il 2023 e il 2028. Per un’innovazione che rafforzi la medicina di precisione e consenta di continuare lo sviluppo di oltre 600 farmaci per le patologie neonatali. Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria, evidenzia come la presenza di donne nel settore farmaceutico “ha dei numeri straordinari ma siamo tornati su questo tema. L’anno scorso ci fu un po’ di disinteresse sia nell’ambito della politica che dei media nonostante il grido d’allarme dell’Istat sul calo delle nascite, quest’anno è tornato prepotentemente all’attenzione. Siamo convinti che sia necessaria una partnership pubblico- privata, un cambio culturale da parte di tutti”.

– foto xb1/Italpress –

(ITALPRESS).

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Enav, Piano industriale da 570 mln. Monti “Darà grandi soddisfazioni”

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MILANO (ITALPRESS) – Un piano di investimenti da 570 milioni di euro basato su tre principali linee guida strategiche: evoluzione del mercato regolato con potenziamento di infrastrutture e implementazione di tecnologie avanzate per il controllo del traffico aereo; innovazione e sostenibilità; espansione del mercato terzo con ampliamento dell’offerta di prodotti e servizi digitali, nuovi mercati e sviluppo nuovo business. Sono questi i punti principali del piano industriale 2025-2029 di ENAV presentato oggi a Milano nell’ambito del Capital Markets Day con gli analisti e gli investitori.

Nelle parole dell’Amministratore Delegato di ENAV Pasqualino Monti, “si tratta di un piano importante che darà grandi soddisfazioni al nostro gruppo”. Come illustrato in conferenza stampa, gli investimenti programmati al 2029 prevedono la modernizzazione delle infrastrutture di controllo del traffico aereo, nuove piattaforme digitali per la gestione del traffico aereo, ICT e sistemi operativi con soluzioni orientate al cloud e all’intelligenza artificiale.

IL VIDEO CON LE PAROLE DI MONTI

Il piano industriale arriva al termine di un anno positivo per il gruppo. Come testimonianti dal bilancio consolidato del gruppo presentato nella stessa occasione, nel 2024 ENAV ha gestito nello spazio aereo italiano oltre 2,2 milioni di voli con un aumento delle unità di servizio del 10,5% rispetto al 2023. Sempre nel 2024 l’utile netto consolidato è stato pari a 125,7 milioni di euro, un dividendo di 0,27 euro per azione, un EBITDA consolidato a 310,9 milioni di euro e ricavi consolidati a 1,037 miliardi di euro.

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Sul fronte del mercato terzo, il piano industriale prevede l’espansione geografica con l’apertura entro il 2026 di tre sedi in India, Brasile e Arabia Saudita; l’avviamento di una “Energy Service Company” per offrire servizi di efficientemento energetico, lo sviluppo di un ecosistema di servizi avanzati mediante droni e la creazione di una digital academy.

E proprio sul settore dei droni, l’AD ha dichiarato di prevedere ricavi da “10 milioni al 2029. Siamo però convinti che sia un numero sottostimato rispetto a quelli che saranno i risultati della nostra azienda. Noi crediamo molto nelle potenzialità di questo settore: abbiamo lavorato per essere i primi ad essere certificati io come regolatore sia come gestore di servizi nello spazio droni e siamo convinti che da questo settore arriveranno tante soddisfazioni”.

Per quanto riguarda invece le operazioni di M&A, Monti ha affermato che “le potenziali operazioni saranno interamente finanziate con nuovo debito, sempre nel rispetto del nostro obiettivo di preservare la solidità e la sostenibilità finanziaria. Attualmente siamo in una fase avanzata di negoziazione su alcune operazioni e credo che avrete nostre notizie a breve”.

Alla domanda sull’espansione internazionale con particolare riferimento alle tre nuove sedi, Monti ha affermato che “sul mercato estero puntiamo tanto perchè l’azienda ha un livello di maturazione sulla sua tecnologia, i suoi prodotti e il suo core business davvero straordinario”. Con lo scopo finale di “immettere nell’organizzazione aziendale la capacità mentale di chi lavora che non si vive solo di mercato regolato”.

– foto xh7/Italpress –

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Economia

Istat, a febbraio +47mila occupati e la disoccupazione cala al 5,9%

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ROMA (ITALPRESS) – A febbraio, rispetto al mese precedente, la crescita degli occupati e degli inattivi si associa alla diminuzione dei disoccupati. Il numero di occupati, secondo i dati Istat, è salito a 24 milioni 332mila. La crescita rispetto al mese precedente coinvolge gli autonomi, che salgono a 5 milioni 170mila, e i dipendenti a termine (2 milioni 710mila), mentre sono sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti (16 milioni 451mila). L’aumento dell’occupazione (+0,2%, pari a +47mila unità) riguarda le donne, i dipendenti a termine, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni per i quali, come avviene per gli uomini, il numero di occupati diminuisce.

Il tasso di occupazione sale al 63,0% (+0,1 punti). Il calo delle persone in cerca di lavoro (-4,9%, pari a -79mila unità) interessa gli uomini, le donne e tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,3 punti), quello giovanile al 16,9% (-1,4 punti). La crescita degli inattivi (+0,3%, pari a +33mila unità) coinvolge gli uomini e i 25-34enni a fronte di un calo tra le donne e nelle altre classi d’età ad eccezione dei 15-24enni, per i quali si registra una sostanziale stabilità.

Il tasso di inattività sale al 32,9% (+0,1 punti). Confrontando il trimestre dicembre 2024-febbraio 2025 con quello precedente (settembre-novembre 2024), si registra un aumento di 199mila occupati (+0,8%). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa all’aumento delle persone in cerca di lavoro (+2,0%, pari a +32mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (-1,7%, pari a -208mila unità).

A febbraio il numero di occupati supera quello dello stesso mese del 2024 del 2,4% (+567mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 15-24enni e chi ha almeno 50 anni d’età, mentre per i 25-49enni si osserva una diminuzione. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 1,1 punti percentuali. Rispetto a febbraio 2024, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-18,4%, pari a -342mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,5%, pari a -60mila).

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– Foto IPA Agency –

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Economia

Dati Istat, a marzo l’inflazione accelera al 2% su base annua

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ROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di marzo 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e del 2% su marzo 2024, dal +1,6% del mese precedente.

La dinamica dell’indice generale riflette principalmente la risalita del tasso di variazione tendenziale dei prezzi degli Energetici non regolamentati, tornato positivo (da -1,9% a +1,3%) e, in misura minore, l’accelerazione dei prezzi dei Tabacchi (da +4,1% a +4,6%) e degli Alimentari non lavorati (da +2,9% a +3,3%). Un sostegno all’inflazione si deve anche ai Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,5% a +0,8%), ai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%) e infine ai Beni durevoli (la cui flessione si attenua da -1,5% a -1,2%).

All’opposto, decelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +31,4% a+27,3%) e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,9% a +1,6%). Nel mese di marzo l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile (a +1,7%), mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera lievemente (da +1,7% a +1,8%).

La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si accentua sensibilmente (da +1,1% a +1,7%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +2,4%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +0,7 punti percentuali contro i +1,3 di febbraio 2025.

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I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona risultano a marzo del 2,1% più elevati rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre la crescita tendenziale dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto resta ferma a +1,9%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi degli Energetici non regolamentati e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2% entrambi), dei Tabacchi e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% entrambi) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (+0,3%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-2,4%) e degli Alimentati non lavorati (-0,4%).

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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