Economia
Italgas, nel Piano Strategico 2023-2029 investimenti per 7,8 miliardi
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2 anni fa-
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Redazione
LONDRA (REGNO UNITO) (ITALPRESS) – L’Amministratore Delegato di Italgas, Paolo Gallo, presenta ad analisti e investitori il Piano Strategico del Gruppo per il periodo 2023-2029, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società presieduto da Benedetta Navarra.
Il nuovo Piano prevede investimenti complessivi per 7,8 miliardi di euro principalmente dedicati agli interventi per lo sviluppo di asset e attività di distribuzione del gas in Italia e in Grecia, alle attività di efficienza energetica e allo sviluppo nel settore idrico. In questo settore , dopo gli accordi di acquisizione degli asset di Veolia recentemente annunciati, il Gruppo si aspetta di cogliere ulteriori opportunità di crescita.
Il Piano 2023-2029 conferma, inoltre, il forte commitment per la creazione di un network interamente digitalizzato, pronto alla distribuzione di gas rinnovabili e dunque al servizio della transizione ecologica.
In linea con le scelte strategiche compiute negli ultimi anni dal Gruppo, il Piano mira a favorire la transizione ecologica garantendo al contempo la sicurezza energetica e la competitività dei costi dell’energia, a beneficio di imprese e famiglie.
“Il Gruppo può contare su una struttura finanziaria solida ed efficiente – costruita negli anni scorsi – nonostante uno scenario macroeconomico più volatile – si legge in una nota -. Grazie a questa struttura finanziaria la nuova politica dei dividendi, estesa al 2026, continua a garantire agli azionisti la possibilità di beneficiare della crescita, attraverso il payout del 65%, fornendo allo stesso tempo protezione con la garanzia di crescita minima del 4% annuo”.
Il Piano fa perno sui principi ESG e risponde alle sfide della sostenibilità confermando per l’intero Gruppo, inclusa quindi anche Depa Infrastructure, obiettivi di riduzione dei consumi energetici netti e di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 al 2028 e al 2030, in linea con il target di neutralità carbonica al 2050; per favorire l’ulteriore cambiamento, introduce inoltre nuovi target riferiti ad un’equità retributiva di genere e allo sviluppo di competenze e valorizzazione delle risorse.
Ecco le cifre principali del Piano Strategico: Investimenti totali pari a 7,8 miliardi di euro; 4,6 miliardi di euro per lo sviluppo, la digitalizzazione e il repurposing del network italiano di distribuzione del gas; 0,9 miliardi di euro per lo sviluppo del network di distribuzione in Grecia a sostegno degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese; 0,8 miliardi di euro per accelerare la crescita nei settori dell’idrico e dell’efficienza energetica; 1,5 miliardi di euro per le gare Atem; Ottimizzazione della struttura finanziaria, con mantenimento dei ratio in ambito solid investment grade; Dividendo: estesa al 2026 la politica del dividendo, confermato 65% di payout e floor del 4% di crescita del DPS, ora portato su base 2022; Obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra Scope 1 e 2 del 34% al 2028 e del 42% al 2030, Scope 3 (supply chain) del 30% al 2028 e del 33% al 2030, del consumo energetico del 27% al 2028 e del 33% al 2030 (baseline 20202 ); “Obiettivo Net Zero” al 2050; Forte attenzione alle persone protagoniste della transizione ecologica, con focus sulla formazione e su diversità, pari opportunità e inclusione.
“Dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’Ue è alle prese con la soluzione di una difficile equazione che vede nella transizione ecologica un traguardo sempre fondamentale ma non più da raggiungere ad ogni costo; occorre, infatti, garantire al contempo sicurezza energetica e un adeguato livello dei costi dell’energia per famiglie e imprese”, afferma l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo.
“La visione e le scelte strategiche realizzate in questi anni pongono Italgas nelle condizioni di contribuire significativamente alla sua soluzione grazie alle reti digitalizzate, flessibili e intelligenti, in grado di accogliere gas rinnovabili che abilitano diversificazione delle fonti, decarbonizzazione dei consumi e maggiore efficienza ed economicità – prosegue -. Con 7,8 miliardi di euro il Gruppo si conferma tra le principali realtà industriali in grado di mettere le proprie capacità progettuali, di investimento e di creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile dei Paesi in cui opera”.
“La quota più rilevante degli investimenti è ancora una volta destinata a sviluppo, trasformazione digitale e repurposing del network di distribuzione del gas. Un network che oggi, dopo vent’anni, si estende anche alla Grecia dove l’applicazione delle tecnologie di Italgas, le più avanzate del settore, miglioreranno l’efficienza e la qualità del servizio di distribuzione del gas e il lavoro delle persone del Gruppo Depa Infrastructure – sottolinea l’Ad -. Distribuzione dell’acqua ed efficienza energetica rappresentano due importanti settori di diversificazione e di sviluppo del Gruppo. Con 800 milioni di euro puntiamo a diventare un player di riferimento nei due settori mutuando in essi le tecnologie sviluppate per il gas. La trasformazione digitale delle reti idriche e l’efficienza energetica sono driver in grado di garantire servizi più efficienti, ridurre le perdite e restituire ricchezza a comunità e territori. Digitalizzazione, decarbonizzazione, economia circolare, formazione, diversità e inclusione si confermano fattori strategici per il raggiungimento dei nostri obiettivi di crescita. Risultati che dipenderanno dalla nostra capacità di continuare a scommettere sull’innovazione per metterla a valore attraverso le nostre persone”, conclude Gallo.
– foto Agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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Economia
80 anni Federmanager, Quercioli “Serve piano da 10 mld e fiscalità più equa”
Pubblicato
35 minuti fa-
29 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Chiediamo al Governo un Piano straordinario per managerializzare 20mila Pmi nei prossimi dieci anni, così da raddoppiare il numero di imprese italiane capaci di competere con successo nel mondo e di trainare tutte le filiere nazionali. Per farlo, serve un programma di politica industriale di 10 miliardi, 1 miliardo all’anno”. Figure manageriali innovative e qualificate potranno rappresentare infatti quegli agenti del cambiamento necessari per mantenere il nostro sistema industriale competitivo sui mercati internazionali. Questo l’appello di Valter Quercioli, presidente di Federmanager – la Federazione che rappresenta 180mila manager italiani delle aziende produttrici di beni e servizi – presentato durante l’Assemblea nazionale federale dal titolo “Orizzonti industriali – l’Italia che produce il futuro” tenutasi oggi a Roma presso l’Auditorium Conciliazione di Roma e dedicata alla celebrazione degli 80 anni di Federmanager.
All’evento sono intervenuti Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy; Marina Calderone, Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali; Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento; Maurizio Leo, Viceministro dell’Economia e delle Finanze; Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione Tecnologica; Luigi Sbarra, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle Politiche per il Sud e il Cardinale Fabio Baggio, Direttore Generale del Centro di Alta Formazione Borgo Laudato Sì.
Al centro della Assemblea un qualificato dibattito sulla politica industriale del Paese, sul ruolo strategico del Mezzogiorno, sulla valorizzazione del dialogo tra generazioni e del merito, sulla inclusione sociale.
“Oggi – ha osservato Quercioli – è un 5% di imprese a mantenere l’Italia sui vertici mondiali d’eccellenza, a farsi conoscere in Europa e nel mondo, in tutte le principali filiere dell’economia globale. Se questo 5% è così forte, è chiara la direzione da seguire: investire nel prossimo 5%, cioè nelle prossime 20mila imprese da managerializzare”.
Per raggiungere questo obiettivo, spiega il presidente, serve un programma pluriennale di politica industriale, con orizzonti di crescita definiti e numeri concreti: “Il Paese deve porsi l’ambizione di uno sviluppo economicamente e socialmente sostenibile, puntando sul rafforzamento del suo motore industriale. E’ indispensabile garantire stabilità di investimenti, così da restituire fiducia al sistema produttivo in una fase segnata da incertezze e profondi mutamenti”.
Ma la precondizione per potenziare il Paese, e questa è una delle principali richieste che Federmanager avanza al Governo, è una fiscalità più equa, che valorizzi il merito e non penalizzi chi crea valore. La progressività fiscale è un principio giusto, lo afferma la nostra Costituzione e, prima ancora, l’etica sociale, ma non può trasformarsi in esponenzialità irragionevole. Quando una sparuta minoranza di contribuenti paga il 43% dell’Irpef, non siamo più in un sistema progressivo, ma in un sistema fortemente sbilanciato.
“Comprendiamo che la “coperta sia corta” – spiega Quercioli – ma non possono restare scoperti sempre gli stessi. Serve una lotta seria all’evasione e all’elusione, e serve anche premiare la fedeltà fiscale. Chi lavora, chi produce, chi paga le tasse non chiede privilegi: chiede rispetto. Il Ddl Bilancio 2026 mostra i primi tenui passi nella direzione da noi auspicata. Lo riconosciamo al Governo e di questo lo ringraziamo, ma è necessario fare molto di più”.
“Celebriamo oggi 80 anni di storia, che hanno creato una delle industrie migliori della nostra economia e che ci consente di essere la seconda potenza europea a livello manifatturiero. Siamo un’industria rinnovata, moderna e magazziniera. Abbiamo una quota di imprese troppo bassa: attualmente siamo al 5%. Investendo 10 miliardi di dieci anni e raggiungendo una quota di imprese pari al 10% sarebbe una visione di politica industriale ed economica che potrebbe dare svolta al futuro paese”, sottolinea Mario Cardoni, Direttore generale di Federmanager.
Alla luce del quadro attuale, Federmanager chiede inoltre al Governo di agire su tre aree prioritarie, a partire dalla prossima Legge di Bilancio 2026: rafforzare i pilastri della previdenza complementare e sanità integrativa innalzando i limiti di deducibilità fiscale dei contributi previdenziali e sanitari; misure fiscali per il welfare aziendale; restituzione del prelievo forzoso ai Fondi interprofessionali di formazione continua. E ancora, in tema di pensioni e previdenza, Federmanager chiede che sia riconosciuta una perequazione equa senza penalizzazioni per il management in pensione e una chiara separazione contabile tra previdenza e assistenza.
L’evento organizzato per gli 80 anni di Federmanager non ha rappresentato solo l’occasione per fare il punto del settore ma anche per celebrare le eccellenze industriali che rendono grande il Made in Italy nel mondo. E’ stata inaugurata una mostra tematica, realizzata con il contributo di 25 tra le principali aziende italiane, proprio per valorizzare il ruolo della managerialità e dell’industria nello sviluppo del Paese. Protagoniste della mostra, oltre alla storia di Federmanager, sono Ansaldo Energia, Argotec, Autostrade per l’Italia, Baker Hughes, Cellnex, Chiesi Farmaceutici, Dallara, De Cecco, Enel, Eni, Ferrari Trento, Ferrari, Ferrero, Fincantieri, illycaffè, Lazzaroni, Leonardo, MAIRE, Menarini Group, Piquadro, Pirelli, Rai, Stellantis, Thales Alenia Space e TIM. L’esposizione vuole valorizzare il contributo congiunto della dirigenza e delle imprese allo sviluppo del Made in Italy, alla competitività internazionale e alla trasformazione del sistema produttivo nazionale.
– foto ufficio stampa Federmanager –
(ITALPRESS).
Economia
A settembre i prezzi della produzione dell’industria crescono dello 0,2%
Pubblicato
3 ore fa-
29 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A settembre, i prezzi alla produzione dell’industria registrano un lieve incremento congiunturale e un’accelerazione della crescita tendenziale. Quest’ultima si deve principalmente all’andamento dei prezzi dei prodotti energetici, in accelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con settembre 2024, quando si registrano ampie riduzioni dei prezzi del comparto. Sul mercato interno, i prezzi dei beni intermedi tornano a crescere su base annua (+0,3%; era -0,1% ad agosto) mentre rallenta, con diversa intensità, la crescita tendenziale dei prezzi dei beni strumentali (+1,0%, da +1,1% di agosto) e dei beni di consumo (+1,4%, da +2,0% di agosto).
Riguardo alle costruzioni, i prezzi registrano un calo congiunturale modesto per edifici e sono stabili per strade; l’accelerazione della crescita tendenziale è un effetto base derivante dal confronto con settembre 2024, quando si rilevò una diminuzione dei prezzi sia per edifici, più ampia, sia per strade. E’quanto emerge dall’indagine Istat sui prezzi alla produzione dell’industria e delle costruzioni.
A settembre 2025, i prezzi alla produzione dell’industria aumentano dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua (era +0,2% ad agosto). Sul mercato interno i prezzi crescono dello 0,2% rispetto ad agosto e dell’1,5% su base annua (da +0,5% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi sono stabili in termini congiunturali e mostrano una crescita tendenziale in lieve attenuazione (+0,8%, da +0,9% di agosto).
Sul mercato estero i prezzi crescono dello 0,2% su base mensile (+0,2% area euro, +0,1% area non euro) e dello 0,4% su base annua (+0,6% area euro, +0,3% area non euro). Nel terzo trimestre 2025, rispetto al precedente, i prezzi alla produzione dell’industria aumentano dello 0,9% (+1,4% mercato interno, -0,3% mercato estero). A settembre 2025, fra le attività manifatturiere, gli incrementi tendenziali maggiori si rilevano per prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,0%) sul mercato interno, per industrie alimentari, bevande e tabacco (+6,1%) e mezzi di trasporto (+4,4%) sul mercato estero area euro e per altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (+5,3%) sul mercato estero area non euro. Le flessioni tendenziali più ampie riguardano coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,5% area euro), industria del legno, della carta e stampa e prodotti chimici (rispettivamente -2,4% e -2,3% area non euro).
Sul mercato interno, la crescita su base annua dei prezzi della fornitura di energia elettrica e gas accelera (+2,8%, da +0,4%, del mese precedente). A settembre 2025, i prezzi alla produzione delle costruzioni per Edifici residenziali e non residenziali diminuiscono dello 0,1% su base mensile mentre crescono dell’1,9% su base annua (da +1,4% di agosto); quelli di Strade e ferrovie non variano in termini congiunturali mentre aumentano dello 0,6% in termini tendenziali (era +0,1% a luglio).
Nel terzo trimestre 2025, rispetto al precedente, i prezzi di Edifici residenziali e non residenziali sono stazionari, quelli di Strade e ferrovie in modesto calo (-0,1%).
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Unicredit e Csv, con “Semi di bene” 4 progetti sociali per l’area di Napoli
Pubblicato
5 ore fa-
29 Ottobre 2025di
Redazione
NAPOLI (ITALPRESS) – Con il bando “Semi di Bene”, UniCredit e Csv Napoli Ets rafforzano il legame tra finanza, solidarietà e sviluppo territoriale, investendo oltre 50mila euro in quattro progetti che incarnano l’anima più vitale del Terzo Settore partenopeo. L’iniziativa, che entra ora nella fase operativa, apre una nuova stagione di programmazione sociale e civica nell’area metropolitana di Napoli, con l’obiettivo di generare impatto, sostenibilità e reti di comunità durature. A ricevere il sostegno sono quattro realtà che raccontano, in modi diversi, il desiderio di riscatto e innovazione civile del territorio. Sulle pendici del Vesuvio, l’associazione Let’s Do It! Italy Aps avvia il progetto “Sentinelle del Vesuvio – Cantieri Civici di Sostenibilità” (fascia 5.000-8.999 Ç), un laboratorio permanente per formare cittadini e giovani volontari nella tutela ambientale e nella gestione partecipata degli spazi naturali. A Napoli, la Cooperativa Sociale Tam Onlus con “Baraonda on the Road” (fascia 9.000-11.999 Ç), promuove una cultura inclusiva e valorizza le capacità delle persone con autismo e disabilità attraverso catering itinerante, attività di formazione professionale e inserimento lavorativo.
Nei quartiere Sanità, la Casa dei Cristallini Aps sviluppa “GIO.V.E. – Giovani fra Volontariato ed Empowerment Sociale” (fascia 12.000-15.999 Ç), un percorso di crescita per ragazzi e ragazze che si mettono in gioco come protagonisti del cambiamento, riscoprendo il valore del volontariato urbano come strumento di crescita personale e coesione comunitaria. Infine, Alts Italia Ets Odv promuove “Benessere Donna in Movimento” (fascia oltre 16.000 Ç), un programma itinerante di prevenzione e salute femminile che porta consulenze e screening gratuiti nei comuni della provincia, favorendo l’empowerment e la prevenzione primaria con i corretti stili di vita. I quattro progetti, ora avviati, si preparano a lanciare campagne di crowdfunding sulla piattaforma IlMioDono tra il 31 ottobre e il 30 novembre 2025, con la possibilità di ottenere un contributo bonus da parte di UniCredit al raggiungimento di specifiche soglie di donazione.
CSV Napoli attiverà un percorso di accompagnamento e monitoraggio volto a misurare l’efficacia delle iniziative e a fornire supporto per la promozione e la valorizzazione delle attività, attraverso gli strumenti della comunicazione sociale. “Un modello concreto di finanza solidale e di partecipazione. Queste esperienze dimostrano che il Terzo Settore campano può essere un vero motore di rigenerazione civile, capace di creare occupazione, fiducia e senso di comunità. Il nostro obiettivo per il 2026 è ampliare questa rete e favorire l’incontro tra imprese, cittadini e organizzazioni sociali” dichiara Ferdinando Natali, Regional Manager Sud UniCredit.
“Come CSV Napoli abbiamo apprezzato l’attenzione e la cura di UniCredit verso il bene comune e il volontariato dell’area metropolitana di Napoli. Ci auguriamo di proseguire insieme questo percorso di collaborazione: consideriamo UniCredit un partner strategico con cui condividere competenze, strategie e visioni per generare valore condiviso nei territori e promuovere un modello di economia civile capace di coniugare sviluppo e solidarietà”, dichiara Giovanna De Rosa, direttrice del Csv Napoli. Il bando “Semi di Bene” si conferma così una palestra di innovazione sociale, dove le competenze del mondo finanziario incontrano l’energia delle reti civiche, generando nuove opportunità di crescita e sviluppo sostenibile per l’intera area metropolitana di Napoli.
– foto ufficio stampa Unicredit –
(ITALPRESS).

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