Cronaca
ASM VOGHERA, “BLITZ DI FERRAGOSTO” DELLA POLITICA: CDA AZZERATO. SI TEMONO PESANTI RIPERCUSSIONI POLITICHE E GESTIONALI. GLI ADDETTI AI LAVORI: “E’ QUESTA LA NUOVA POLITICA?”
Pubblicato
2 anni fa-
di
Redazione
Terremoto a Voghera dove finisce ancor prima di cominciare l’era del rinnovamento in casa Asm Voghera Spa costata paginate di giornali, polemiche, risposte nei fatti a inchieste dirompenti, una “due diligence” (verifica della correttezza delle procedure interne Ndr) richiesta dalla politica sulla precedente gestione e limitatamente a un periodo specifico, ma anche denunce e prese di posizione forti per la dichiarata volontà di segnare un cambiamento, ovvero un “prima” e un “dopo” nella gestione. Un prima e un dopo che non ci sono stati almeno a sentire alcuni addetti ai lavori che conoscono bene la storia della holding del Comune.
Secondo gli addetti ai lavori che hanno scritto alla redazione di Pavia Uno TV questa sfiducia è un fallimento della politica e anche della maggioranza di centrodestra dell’amministrazione di Paola Garlaschelli, sindaca e commercialista, per tanti anni revisore dei conti del gruppo Asm (compresi quelli su cui vertono le inchieste giudiziarie aperte rispetto alle quali Garlaschelli non è al momento indagata). Proprio la sindaca di Voghera in campagna elettorale aveva più volte dichiarato: “Giù le mani da Asm, che non è questione di famiglia ma un valore per la città”. Alla fine, 7 anni dopo, Garlaschelli si ritrova ad assistere allo stesso blitz all’epoca ordito dalla vecchia classe politica allora mossa da questioni di leadership, calcolo, potere e poltrone. Resta da capire cosa sapessero dell’operazione i consiglieri comunali della maggioranza, sebbene la sensazione sia che tutto sia stato deciso sopra le loro teste.
Sta di fatto che finisce la presidenza di Sergio Bariani, brillante manager vogherese che si era messo a disposizione di un cambiamento che non c’è stato del tutto perché il consiglio d’amministrazione è stato fatto decadere dai giochi della politica prima della scadenza naturale del mandato (tra circa 8 mesi), cioè prima del tempo che occorreva per raggiungere tutti gli obiettivi che erano stati fissati. Questo epilogo sorprende molti nel mondo politico cittadino, anche in considerazione del fatto che Asm Voghera e le sue partecipate sono le realtà che, dati alla mano, hanno retto meglio (nella loro autonomia e indipendenza da altri gruppi e fino ad oggi al riparo da fusioni) prima al post Covid e poi agli effetti nefasti della guerra Russia-Ucraina, con costi energetici schizzati alle stelle. Asm Voghera si è trovata anche a salvare, rilanciare e riaprire la piscina comunale dopo il fallimento della società privata che gestiva l’impianto. Sono solo alcuni dei gol della governance uscente, ma molto altro si stava facendo in linea con il piano industriale e le linee d’indirizzo approvate dal consiglio comunale nel suo insieme. Soltanto un mese fa durante una seduta consiliare il capogruppo di Alleanza Civica, Pier Ezio Ghezzi, aveva chiesto alla sindaca delucidazioni sullo stato di salute di Asm ottenendo dalla prima cittadina ampie rassicurazioni sullo stato di salute della governance.
La politica, per calcoli forse diversi da quelli funzionali alla salute dell’azienda, oggi ha scelto di spegnere la luce in un insolito momento estivo, tradizionalmente un frangente di pausa da ogni attività di rilievo. E’ stato di fatto un gavettone d’agosto sulle teste del presidente Sergio Bariani e del direttore generale Maurizio Cuzzoli, secondo i beninformati da tempo non gradito ad alcuni esponenti della politica locale. In questo contesto ieri i consiglieri Davide Cagnoni, Alessandra Grassi e Antonella Clavenzani hanno rassegnato le dimissioni su indicazione politica loro pervenuta, a poca distanza dall’approvazione di un bilancio che aveva visto crescere notevolmente l’utile dell’impresa. Sono rimasti solo il presidente Bariani e il consigliere Massimo Maiola. Ora si azzererà tutto, si andrà in standby proseguendo solo con la gestione ordinaria. Si aprirà una fase d’incertezza? A quanto trapela i nomi dei sostituti sarebbero già sui tavoli della politica, dunque l’attesa per la nuova governance non sarà lunghissima. Resta da capire quali saranno gli obiettivi…
Tra gli addetti ai lavori serpeggiano dubbi e domande: non è chiaro dove finirà Asm, cosa se ne voglia fare, se l’intenzione sia cedere l’azienda a qualche grossa società oppure farne un centro di potere in vista delle prossime elezioni europee e comunali. Al momento nessuna certezza di fronte al ribattezzato “blitz di Ferragosto”. Un blitz politico che pare abbia poco a che vedere con i risultati di gestione che paiono a tutti più che positivi e degni di nota in un contesto generale di crisi, recessioni, casse integrazioni e licenziamenti.
GLI SPOT ELETTORALI DI PAOLA GARLASCHELLI




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Cronaca
Consorzi Cobat, riciclate 154 mila tonnellate di prodotti a fine vita
Pubblicato
2 ore fa-
7 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Tre filiere integrate, una base sociale in crescita e un contributo concreto all’economia circolare. Questi i risultati presentati a Roma nell’evento a Palazzo Grazioli, organizzato con il supporto di Globe Italia.
“I Consorzi Cobat sono un sistema virtuoso e i sistemi consortili sono strutture fondamentali per lo sviluppo dell’economia circolare”, ha affermato Laura D’Aprile Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE.
Un modello, quello dei consorzi, che contribuisce in modo significativo ai risultati raggiunti dall’Italia che è tra i Paesi leader in Europa per il recupero e il riciclo dei rifiuti. Secondo i dati Eurostat, registra un tasso di uso circolare dei materiali – cioè la quota di materiali riciclati reinseriti nei cicli produttivi – pari al 20,8%, quasi il doppio della media europea. A questo si aggiunge il dato evidenziato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, secondo cui l’Italia guida la classifica UE con l’85,6% di rifiuti riciclati sul totale dei rifiuti trattati. Numeri che testimoniano l’eccellenza del settore, ma che non esauriscono le sfide: allinearsi alle direttive europee, incrementare la raccolta, rafforzare la tracciabilità delle filiere e ridurre la dipendenza dalle materie prime vergini.
In questo contesto, si inserisce l’azione dei Consorzi Cobat, che oggi hanno presentato a Roma, presso la Sala della Stampa Estera di Palazzo Grazioli, i Bilanci di Sostenibilità 2024. L’evento ha offerto per la prima volta una lettura integrata delle tre filiere Cobat: RIPA (pile e accumulatori), RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e TYRE (pneumatici fuori uso).
L’evento, organizzato insieme a Globe Italia – Associazione Nazionale per il clima, ha visto la partecipazione di Michele Zilla, Presidente di Consorzi Cobat, Michele Priori, Direttore Generale di Consorzi Cobat, Camilla Colucci, CEO di Circularity – Sustainability Partner che ha supportato la redazione dei report, David Viva, Direttore Generale di Cobat RIPA, Valentina Negri, Direttore Generale di Cobat RAEE e Francesco Massaro, Direttore Generale di Cobat TYRE.
Inoltre, sul tema “Sostenibilità come volano di sviluppo: il valore dei consorzi”, sono intervenuti Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di missione per il PNRR del MASE; Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE e il Senatore Luca De Carlo, Presidente della 9 a Commissione permanente del Senato.
I risultati raccontano di un sistema in crescita: nel 2024 sono state raccolte e avviate a trattamento oltre 154 mila tonnellate di prodotti giunti a fine vita, mentre i soci dei tre consorzi sono aumentati significativamente negli ultimi tre anni: +22% RIPA, +21% RAEE, +33% TYRE.
“Il nostro primo Bilancio di Sostenibilità integrato non è solo un esercizio di trasparenza, ma il punto di partenza di un percorso condiviso”, spiega Michele Priori, Direttore Generale di Consorzi Cobat. “Per la prima volta Consorzi Cobat racconta la propria identità e la propria visione all’interno di una narrazione unica e integrata. E’ il segno di un sistema consortile che cresce, che affronta le sfide come stimolo al cambiamento e che guarda al futuro con l’ambizione di guidare la transizione verso un’economia circolare più giusta, innovativa e inclusiva. Ogni risultato raggiunto è il frutto di un impegno collettivo: dei nostri soci, delle istituzioni, dei partner e di tutte le persone che insieme a noi credono che la sostenibilità sia una responsabilità concreta e quotidiana” ha sottolineato Michele Priori.
“Il bilancio di sostenibilità è uno strumento importante, perchè ci consente di delineare l’attività’ dei consorzi come strutture fondamentali per lo sviluppo delle filiere circolari, attraverso numeri e dati. I sistemi consortili sono la prima forma di partnership tra pubblico e privato nel settore dell’economia circolare, in cui crediamo molto e che abbiamo scelto di vigilare sempre più attentamente, attraverso l’istituzione di un organismo di vigilanza e controllo dei consorzi e dei sistemi autonomi che nel tempo monitora le attività e applica misure correttive, ove necessario, per garantire un sistema sano e competitivo. I Consorzi Cobat sono un esempio di sistema virtuoso” ha dichiarato Laura D’Aprile Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE.
Fra i dati del 2024, spiccano i principali risultati raggiunti: – Cobat RIPA ha raccolto 88.627 tonnellate di pile e accumulatori esausti, con una crescita del +35% rispetto al 2023. La raccolta ha riguardato in particolare 51.379 tonnellate di batterie per veicoli e 33.075 tonnellate di batterie industriali, cui si aggiungono 4.174 tonnellate di batterie portatili. Parallelamente, i soci del Consorzio hanno immesso sul mercato 236.853 tonnellate di pile e accumulatori, un dato leggermente inferiore rispetto al 2023, ma superiore al 2022.
“Questi risultati confermano la centralità della filiera RIPA per il recupero di materie critiche e per la sicurezza ambientale”, ha commentato David Viva, Direttore Generale di Cobat RIPA.
– Cobat RAEE ha raccolto 27.591 tonnellate di rifiuti elettronici, a fronte di una crescita dell’immesso al consumo, passato da 149.218 t nel 2022 a 195.935,55 t nel 2024. La raccolta dei RAEE domestici è aumentata di oltre 2.500 tonnellate rispetto al 2023, con i raggruppamenti “freddo e clima” (R1) ed “elettronica di consumo” (R4) protagonisti: più di 7.000 tonnellate ciascuno.
“La sfida dei RAEE è accompagnare l’innovazione tecnologica riducendo l’impatto ambientale e valorizzando metalli preziosi da reimmettere nei cicli produttivi”, ha osservato Valentina Negri, Direttore Generale di Cobat RAEE.
Cobat TYRE ha raccolto 38.377 tonnellate di pneumatici fuori uso, corrispondente al 111,36% rispetto al target. La Lombardia si conferma la regione con il maggior volume (4.266,40 tonnellate), ma ottime performance sono arrivate anche dal Sud, a dimostrazione di una rete logistica solida e capillare.
“Abbiamo superato i target ministeriali e dimostrato che la filiera PFU può diventare un motore di innovazione e sostenibilità, anche grazie a nuove applicazioni industriali della gomma riciclata”, ha dichiarato Francesco Massaro, Direttore Generale di Cobat TYRE.
“Questo Bilancio di Sostenibilità è la prova che i Consorzi Cobat sanno trasformare responsabilità in opportunità, unendo imprese e istituzioni in un progetto comune di futuro circolare per il Paese. Le nuove normative europee, l’evoluzione dei mercati, la necessità di rafforzare la tracciabilità e il recupero delle materie prime critiche sono solo alcuni dei fronti su cui siamo chiamati a misurarci. Siamo convinti che proprio in queste sfide risieda la possibilità di costruire un sistema più avanzato e più giusto, capace di generare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Il nostro obiettivo, oggi più che mai, è guidare la transizione verso un modello sostenibile di sviluppo, mettendo al centro l’interesse collettivo e il futuro del Paese” ha concluso Michele Zilla, Presidente di Consorzi Cobat.
-foto ufficio stampa Consorzi Cobat –
(ITALPRESS).
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