Cronaca
Scuola, la digitalizzazione della didattica tra rischi e opportunità
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2 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Dal mobile learning alle piattaforme di apprendimento online: la digitalizzazione della didattica è un processo già in atto, che coinvolge milioni di studenti e docenti ogni giorno. uno sviluppo che porta con sè numerose opportunità, ma anche rischi che se non adeguatamente affrontati potrebbero solo acuire le disuguaglianze sociale e territoriali.
Sono questi i punti al centro di uno studio realizzato da Fondazione Cariplo, WeSchool e Politecnico di Milano e presentato oggi nell’ambito dell’evento “Dati alla mano: scuola, disuguaglianze e tecnologia”.
I dati alla base della ricerca si riferiscono al periodo tra marzo 2019 e agosto 2021 e raccontano l’esperienza di didattica digitale di 1 milione 730 mila utenti attivi sulla piattaforma WeSchool, di cui l’88% studenti e il 10% insegnanti (2% appartenenti ad altri gruppi, ad esempio genitori). L’analisi ha riguardato circa 16mila scuole di tutta Italia, più di 172mila insegnanti e oltre un milione e mezzo di studenti.
Quelle che emerge in merito al cosiddetto “abbandono scolastico digitale” è che gli studenti che abbandonano il corso rimangono attivi solo il 25% del tempo rispetto ai loro compagni; oltre la metà delle classi analizzate presenta almeno uno studente che ha abbandonato il corso; in una classe su quattro più del 15% degli studenti ha abbandonato il corso.
Le forti disuguaglianze di accesso alla didattica integrata digitalmente registrate nel 2020 sembrano associate alle disuguaglianze territoriali che caratterizzano i diversi contesti scolastici analizzati.
Per quanto riguarda le prospettive future, lo studio ha evidenziato il potenziale delle nuove tecnologie e tecniche di analisi dati per valutare l’andamento dei percorsi scolastici degli alunni. Per esempio, l’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata per individuare studenti a rischio abbandono, dando ai docenti gli strumenti per intervenire in tempo.
La ricerca ha dimostrato inoltre quanto contenuti didattici e interazioni peer-to-peer in piattaforma siano essenziali nella scuola del ventunesimo secolo.
Infatti, dai dati raccolti emerge che la partecipazione attiva degli studenti è direttamente correlata alla quantità e alla qualità dei contenuti didattici proposti. Inoltre, anche le interazioni informali tra gli studenti, come i commenti lasciati sulla piattaforma, hanno un impatto diretto sulle performance scolastiche: le classi che hanno generato più commenti hanno ottenuto risultati migliori nei test ed esercizi, mentre le classi con una comunicazione più unidirezionale (dal docente agli alunni) hanno registrato prestazioni inferiori in tutti gli ordini scolastici.
Da questo studio sulla didattica digitale si può intravedere un futuro con grandi potenzialità e rischi. Per fare in modo che il digitale possa supportare l’apprendimento, facilitare l’intercettazione di situazioni di difficoltà ed evitare che il processo tecnologico faccia aumentare le disuguaglianze, anzichè ridurle, è opportuno rilanciare l’analisi estendendola ad altri database e coinvolgendo anche Invalsi e Ministero dell’Istruzione e del Merito.
“Il fenomeno dell’inclusione digitale deve essere studiato. L’obiettivo di Fondazione Cariplo è anche sviluppare conoscenza grazie allo sviluppo della quale noi possiamo intervenire sulle disuguaglianze. La tecnologia è qualcosa che può intervenire per colmare le disuguaglianze ma può anche crearle perchè l’accesso alla tecnologia non è lo stesso per tutti. Capire il fenomeno ci aiuta a costruire politiche che rendono la formazione davvero uno strumento di inclusione sociale”, ha affermato il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Azzone.
“La tecnologia e l’intelligenza artificiale possono essere validi alleate, ma occorre un pensiero e una strategia a monte. Il rischio, altrimenti, è che i più fragili restino indietro, e chi non ha accesso a strumenti ed opportunità si trovi di fronte ad un solco profondo scavato nei confronti dei coetanei, dall’accelerazione prodotta dal rapido cambiamento in atto – ha sottolineato – A livello di Unione Europea che a livello globale, c’è una tendenza a riflettere su quali siano gli aspetti etici connessi all’intelligenza artificiale. Credo sia importante riuscire a capire cosa si può fare per migliorare la qualità della vita delle persone con questi strumenti e non lasciare uno sviluppo incontrollato che può avere anche degli effetti controintuitivi”.
Per la rettrice del Politecnico di Milano Donatella Sciuto, “il nostro obiettivo come università è avere tutti che partono dallo stesso punto perchè se il punto di partenza non è lo stesso le diseguaglianze ci sono”. “Abbiamo incominciato a lavorare per cercare di individuare quei fattori deboli per trovare soluzioni ai ragazzi che potrebbero essere in difficoltà all’inizio della loro carriera ed evitare il drop-out: se tu riesci ad aiutarli prima che i problemi siano conclamati, riesci anche a dargli quei supporti personalizzati per aiutarli. Non sono necessariamente sulla materia perchè alle volte sono problemi psicologici o di metodo”, ha spiegato la rettrice sottolineando come il grande obiettivo sia rendere l’università “un posto dove aiutiamo i ragazzi a formarsi non solo dal punto di vista dei contenuti ma proprio come persone. Questo lavoro ci ha consentito di dimezzare il drop out degli studenti al primo anno: infatti il numero degli studenti che abbandonano ingegneria dopo il primo anno si è ridotto al 10% (prima era al 20%, ndr)”.
“Il digitale ha introdotto grandi cambiamenti nelle modalità di apprendimento e di interazione, molti dei quali irreversibili. Ecco perchè questi cambiamenti devono essere giusti e sostenibili, nel senso più ampio del termine: economico, sociale e culturale. La tecnologia è un fattore abilitante, inclusivo e non esclusivo”, ha concluso.
“Esiste una correlazione tra un utilizzo maturo di metodologie didattiche partecipative e avanzate, che superano il tradizionale modello frontale, e la performance scolastica. Questo è secondo me il principale finding della ricerca” – ha dichiarato Marco De Rossi, AD di WeSchool – “Per questo mai come oggi, per combattere le disuguaglianze, è fondamentale investire nell’aggiornamento professionale dei docenti e incentivarli a innovare la didattica”
– Foto: xh7/Italpress –
(ITALPRESS).
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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vince la quarta Coppa Davis della sua storia, la terza consecutiva. Sul cemento indoor di Bologna è Flavio Cobolli a regalare la prima Insalatiera in casa agli azzurri, che si impongono in finale sulla Spagna col punteggio di 2-0. Dopo il successo di Matteo Berrettini per 6-3 6-4 su Pablo Carreno-Busta nel primo singolare, Cobolli chiude la contesa battendo Jaume Munar per 1-6 7-6(5) 7-5. L’Italia diventa così la prima nazione a trionfare per tre anni di fila dal 1971, dopo l’eliminazione del Challenge Round, ovvero la regola per cui i campioni in carica giocavano solo la finale l’anno successivo.
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– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Pubblicato
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23 Novembre 2025di
Redazione
JOHANNESBURG (SUDAFRICA) (XINHUA/ITALPRESS) – Il premier cinese Li Qiang ha promesso sabato un accesso maggiore al mercato cinese per le aziende italiane attraverso esposizioni e altre piattaforme.
La Cina incoraggia più aziende italiane a entrare nel mercato cinese tramite piattaforme come la China International Import Expo, la China International Fair for Trade in Services, la China International Consumer Products Expo e la China International Supply Chain Expo, ha dichiarato Li durante un incontro con la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni a margine del 20esimo Vertice del G20.
La Cina si aspetta inoltre che l’Italia offra un ambiente imprenditoriale equo, trasparente e non discriminatorio per le imprese cinesi che intendono investire in Italia, ha aggiunto Li.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-
Cronaca
Ucraina, Meloni “Lunga telefonata con Trump, ho trovato disponibilità”
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3 ore fa-
23 Novembre 2025di
Redazione
JOHANNESBURG (SUDAFRICA) (ITALPRESS) – “Ho trovato una disponibilità da parte del presidente degli Stati Uniti, abbiamo fatto una telefonata abbastanza lunga anche con il presidente della Finlandia Stubb. Penso che il lavoro che i nostri sherpa stanno facendo oggi a Ginevra segua questo intendimento”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa a Johannesburg. “Chiaramente noi abbiamo sempre tutti lavorato per la pace abbiamo dall’inizio di questo conflitto, lo abbiamo fatto sostenendo l’Ucraina nella sua capacità di resistere rispetto a un conflitto il cui esito in molti consideravano scontato, ma così scontato non era. Abbiamo costruito sul campo quella deterrenza che oggi consente di parlare di pace: penso che lo dobbiamo rivendicare perchè è un lavoro che abbiamo fatto tutti quanti insieme”, sottolinea.
“Chiunque lavori” per accelerare e “arrivare a una pace giusta e duratura fa un lavoro prezioso: penso che la proposta americana vada letta con questa lente. Ovviamente il piano americano è una base di discussione per arrivare a una pace giusta e duratura, serve appunto una discussione che è quella che stiamo intavolando con i nostri partner europei, con la Nato, con gli americani e con gli ucraini”. aggiunge la presidente del Consiglio. “Nel piano americano ci sono alcuni punti che sicuramente devono essere oggetto di discussione: la questione dei territori, la questione del finanziamento per la ricostruzione, la questione dell’esercito ucraino”, ma “ci sono anche molti punti che considero particolarmente positivi, in tema soprattutto di garanzie di sicurezza dove c’è messo nero su bianco il coinvolgimento diretto anche degli Stati Uniti in una proposta di garanzia di sicurezza che riprende un’idea che all’inizio fu italiana ,cioè di garanzia di sicurezza basate sul modello dell’articolo 5”, sottolinea. “Penso che si possa fare un lavoro positivo, siamo sicuramente tutti impegnati per arrivare a una proposta che possa essere più possibile vicina a quello che serve per avere un’Ucraina indipendente e sovrana e per avere una sicurezza anche per l’Europa”. “Non credo che il tema sia lavorare su una totale controproposta: ci sono molti punti che sono condivisibili nel piano che noi stiamo leggendo. Anche per un fatto di tempo e di energia, penso che abbia più senso lavorare sulla proposta che c’è e concentrarci sulle questioni che sono davvero dirimenti” ha concluso la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
foto: screenshot video Palazzo Chigi
(ITALPRESS)

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