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Cronaca

Export, Confindustria Brescia e Università Cattolica lanciano Bfocus

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BRESCIA (ITALPRESS) – Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore lanciano un nuovo strumento di analisi, intitolato BFocus e dedicato ad approfondire le dinamiche economiche globali lette attraverso la prospettiva bresciana. Immagine che contiene testo, schermata, diagramma, schermo Descrizione generata automaticamente
In poche pagine, lo strumento – a cadenza periodica – mira a semplificare temi economici complessi e a diventare una guida essenziale per gli imprenditori del territorio. Il primo focus si concentra, in particolare, sull’export bresciano: dall’analisi sul tema, emerge una significativa differenza tra le dinamiche registrate, a seconda che il calcolo sia effettuato a valori correnti e a valori costanti.
In base alle elaborazioni del gruppo di lavoro su dati ISTAT, infatti, nel periodo tra il 2019 (ultimo anno di relativa “normalità” prima della pandemia e della successiva oscillazione dei prezzi) e il 2023 le esportazioni bresciane a valori correnti sono cresciute, complessivamente, del 25%, mentre le vendite all’estero calcolate a prezzi costanti hanno registrato una contrazione del 5%.
La dinamica declinante dell’export a prezzi costanti nel 2023, in questo caso generata dalla sola riduzione delle quantità non va però interpretata necessariamente in modo negativo. Infatti, le imprese locali hanno verosimilmente sacrificato parte dei volumi di vendita in funzione di un upgrading qualitativo, che ha permesso loro, grazie alle innovazioni di prodotto e di processo realizzate in questi anni, di giustificare maggiori prezzi alla clientela.
Proprio per le diverse criticità che contraddistinguono sia l’export a valori correnti che l’export a valori costanti, il gruppo di lavoro ha quindi calcolato una terza modalità di rappresentazione delle esportazioni, che considera solo l’inflazione “buona” (dovuta all’aumento della qualità dei beni esportati), ovvero l’export parzialmente deflazionato (barra verde della figura).
Rispetto al 2019, nel 2023 queste esportazioni registrano una crescita del 5%, risultato che permette di misurare quanto l’incremento dei prezzi sia stato generato non tanto dai costi subiti dalle imprese nella fase di approvvigionamento, quanto da politiche aziendali, dettate anche e soprattutto dall’upgrading qualitativo implementato nel quinquennio, che va a inserirsi in un più ampio processo di evoluzione dei beni prodotti ed esportati dall’industria nazionale (e locale), avviato ben prima del 2019 e proseguito anche negli anni più recenti.
La segmentazione delle evoluzioni complessive per tipologia di beni esportati mostra una diffusa diminuzione delle quantità esportate, a eccezione del settore “Alimentari e bevande”, che, nell’arco del periodo 2019-2023, è stato in grado di aumentare la qualità dei prodotti venduti all’estero, senza ridurne i quantitativi. I rimanenti comparti si caratterizzano invece per una dinamica in linea con l’andamento generale.
In tale contesto va inoltre sottolineato come la flessione dei volumi esportati da parte dei settori trainanti della manifattura locale sia nel complesso modesta e che, per la maggior parte dei comparti analizzati, l’aumento riscontrato nella qualità è risultato più che proporzionale rispetto alla diminuzione delle quantità vendute. “Grazie alla collaborazione tra il Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer dell’Università Cattolica, siamo riusciti ad avere una visione più profonda del complesso tema dell’export, contenuta nel primo numero di BFocus – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione -. In particolare, la scomposizione dell’indicatore ci ha consentito di ragionare in modo più consapevole sull’andamento reale delle esportazioni bresciane tra 2019 e 2023, periodo su cui ha inciso in modo evidente la pandemia, con tutte sue conseguenze, insieme alle ormai note variabili geopolitiche mondiali. Ne esce l’istantanea di un Made in Brescia che, pur segnando un -5% a valori costanti, è riuscito a compensare la diminuzione della quantità aumentando la qualità dei suoi prodotti. Di fatto, ciò ha consentito di giustificare alla clientela eventuali rialzi dei prezzi, mitigando le ormai note difficoltà vissute negli ultimi anni: su tutte i rincari delle materie prime e l’impennata dei costi energetici. Avevamo già una percezione del fenomeno, ma questa analisi ha consentito di quantificarlo in modo più puntuale. In generale, il nostro sistema produttivo si conferma solido e propenso all’internazionalizzazione: questi dati devono fornirci un’ulteriore spinta verso un’apertura a mercati meno battuti di quello europeo. Penso, ad esempio, ad aree come quella statunitense, che rimane particolarmente dinamica, così come quelli asiatica, che presenta però dei rischi geopolitici da tenere sotto osservazione. Sotto questo ultimo aspetto, torneremo come Associazione nel prossimo autunno con un incontro ad hoc”.”L’iniziativa BFocus, ultimo frutto della consolidata collaborazione tra l’Università Cattolica e Confindustria Brescia, è un progetto unico nel suo genere, realizzato per fornire alle imprese, alle associazioni e a tutti gli stakeholder del territorio della provincia di Brescia un’analisi periodica delle principali dinamiche economiche globali, interpretate attraverso una prospettiva bresciana e inserite nel contesto attuale di transizioni multiple, quali quella economico-sociale, quella ambientale, quella digitale e, non ultima per importanza, quella geopolitica – aggiunge Giovanni Marseguerra, Direttore di OpTer Università Cattolica del Sacro Cuore – Lo scopo è quello di dotare gli imprenditori di strumenti e di informazioni essenziali per prendere decisioni complesse orientate al futuro, contribuendo così alla crescita e al successo delle imprese locali. In questo senso, il primo numero di BFocus affronta un tema chiave per comprendere le dinamiche competitive in atto e mostra chiaramente, con un’analisi accurata e documentata, come le nostre imprese, grazie a investimenti e a innovazione continua, siano riuscite ad aumentare significativamente la qualità dei loro prodotti e a differenziarsi dai principali concorrenti. Un risultato per certi versi straordinario in un contesto economico globale caratterizzato da un susseguirsi continuo di crisi”.

– Foto: Grafico da ufficio stampa Confindustria Brescia –
(ITALPRESS).

Cronaca

E’ morta Ornella Vanoni, leggenda della musica italiana

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni. “Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore” si legge sul profilo X di “Che tempo che fa”, programma in cui era stata spesso ospite.
Nata a Milano, considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana, è stata una delle artiste italiane dalla carriera più longeva. Inizia a lavorare nel 1956 (come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello dopo avere studiato all’Accademia di arte drammatica” del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler del quale è diventata allieva prediletta e compagna). Nel 1957 il debutto canoro con le “canzoni della mala”, brani che traggono spunto da antiche ballate dialettali e raccontano storie di poliziotti e malfattori. Dopo gli esordi, il suo stile interpretativo unico e sofisticato le consente di attraversare un repertorio che comprende il pop d’autore, la bossa nova (da ricordare l’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” realizzato con Toquinho e Vinicius de Moraes) e il jazz che la porta a collaborare con musicisti del calibro di George Benson, Michael Brecker e Randy Brecker, solo per citarne alcuni. E a vendere oltre 55 milioni di dischi con i suoi 112 lavori pubblicati, tra album, EP e raccolte, con autori che portano il nome di Dario Fo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Califano, Mogol, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nel 1960 Vanoni incontra Gino Paoli con il quale nasce un’intensa stria d’amore che va di pari passo con la collaborazione artistica: basti citare l’indimenticabile “Senza fine”. Nonostante l’amore per Paoli, la cantante sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi da cui si separa ancor prima che nasca il figlio Cristiano. Non a caso, il suo primo 45 giri di grande successo commerciali è “Cercami” dedicata proprio a Paoli. Mentre prosegue anche l’impegno teatrale (tra gli altri, è Rosetta in “Rugantino” di Garinei e Giovannini), arriva la prima (di otto) partecipazione al Festival di Sanremo: nel 1965, con “Abbracciami forte”. Seguono quelle nel 1966 (“Io ti darò di più”), nel 1967 (“La musica è finita”), nel 1968 (“Casa bianca”), nel 1970 (“Eternità”), nel 1989 (“Io come farò”), nel 1999 (“Alberi”, con Enzo Gragnaniello) e nel 2018 (“Imparare ad amarsi”, con Bungaro e Pacifico). Nonostante tutti i Festival, i suoi maggiori successi discografici sono altri: “Una ragione di più” (1969), “L’appuntamento” (1970), “Domani è un altro giorno” (1971), “Più” (1976, con Gepy).
Poi c’è la televisione, che vede la Vanoni impegnata negli anni come conduttrice, prima donna o ospite fissa: da “Giardino d’inverno” a “Studio Uno”, da “Senza rete” a “Serata d’onore”, da Fatti e fattacci” a “Risatissima”. E’ anche giudice in “Star Academy” e “Amici Celebrities”. Nella carriera sessantennale non manca nemmeno il cinema dal primo “Romolo e Remo” di Sergio Corbucci del 1961 all’ultimo “7 donne e un mistero” di Alessandro Genovesi del 2021. L’abbiamo vista anche nello sceneggiato “Il mulino del Po” di Sandro Bolchi e, in un cameo, nella fiction di Rai1 “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. Tra i premi assegnati a Ornella Vanoni ce ne sono tre del Club Tenco (due Premi e una Targa) e due volte il Premio Lunezia.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

L’Italia di Davis batte il Belgio 2-0 e vola in finale

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, think tank evidenzia progressi nella protezione e governance di fiumi

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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