Cronaca
Gender Pay Gap, la parità di genere stimolo per la crescita economica
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11 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Il raggiungimento della parità di genere garantisce una maggior crescita economica e competitività per le aziende. A confermarlo è il nuovo studio “Oltre il divario salariale: la parità di genere per la crescita economica e la competitività delle imprese” realizzato da Arel in collaborazione con JTI Italia e con il supporto dell’Ufficio Studi PwC Italia, e presentato ieri alla Torre PwC di Milano.
Lo studio fa una disamina della disparità salariale di genere a livello globale e locale. Anche nel nostro Paese, infatti, il Gender Pay Gap rappresenta una realtà penalizzante nel mondo del lavoro, come emerge dagli ultimi dati: dopo cinque anni dalla laurea, il divario salariale medio mensile a sfavore delle donne nelle discipline STEM è di oltre 200 euro mensili.
Ma non solo, la disparità negli anni continua ad aumentare, fino a determinare una differenza salariale del 14.5% – a parità di livello fra uomini e donne – nella fascia tra i 45 e i 54 anni: un dato derivante da una pluralità di fattori, dove alle minori opportunità di carriera e formazione e a scatti salariali meno frequenti, si somma un maggior impegno sul fronte familiare.
Inoltre la ricerca sottolinea un ulteriore elemento significativo che si aggiunge alla disparità retributiva, ovvero il tema dell’abbandono del lavoro, con il tasso di occupazione femminile che nel 2023 è stato inferiore di quasi 20 punti percentuali rispetto a quello maschile.
Accanto alle medie e alle percentuali degli indicatori rilevanti, quindi, l’analisi evidenzia le cause profonde e talvolta sommerse che alimentano il divario retributivo di genere, come ad esempio la motherhood e caregiver penalty, alla radice del problema dell’inattività femminile in Italia.
Alla luce di questi dati, la ricerca indica come le aziende che adottano politiche di inclusione, registrino significativi miglioramenti negli ambiti di produttività e innovazione, identificando la parità di genere come un fattore chiave per la crescita economica e la competitività.
La scarsa partecipazione femminile al lavoro rappresenta infatti un ostacolo alla crescita, riducendo la dimensione delle forze produttive di un Paese.
Questo emerge anche da una recente analisi dei benefici economici della parità occupazionale, realizzata dallo European Institute for Gender Equality, che evidenzia come la differenza tra tasso di attività maschile e femminile nell’Unione europea abbia portato ad una perdita economica stimata a quasi il 3% del PIL.
Guardando al contesto italiano, poi, l’uscita delle donne dal mercato del lavoro è fra le cause principali del disallineamento fra domanda e offerta, con oltre 300mila posti di lavoro rimasti vacanti solo nel 2023 in molteplici aree produttive del nostro Paese.
Citata come esempio virtuoso all’interno dello studio, JTI Italia. L’azienda, infatti, ha da sempre la Gender Equality al centro della propria strategia e negli anni ha implementato una pluralità di iniziative finalizzate a garantire l’equità di genere e il superamento del gender pay gap.
Tra queste, il congedo parentale paritario per tutti i dipendenti della società, che garantisce il 100% della retribuzione salariale durante l’intero periodo di paternità o maternità e l’attuazione di svariati programmi mirati all’empowerment femminile e alla crescita professionale delle donne.
Politiche che hanno portato l’azienda, negli anni, a ottenere una piena parità retributiva tra uomini e donne: in JTI Italia le donne rappresentano il 51% degli impiegati, con la percentuale di donne in ruoli dirigenziali pari al 43%, circa il doppio della media italiana nel settore del commercio all’ingrosso.
Inoltre accanto ad una partecipazione femminile nella forza lavoro complessivamente più elevata rispetto alla media di settore, si riscontra anche una forte riduzione della segregazione verticale, che come si è visto caratterizza pesantemente la distribuzione dei ruoli nel commercio all’ ingrosso.
All’evento di presentazione dello studio sono intervenuti la Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Maria Roccella (con un videomessaggio di saluto), il Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia Andrea Toselli, il Presidente dell’Istituto Jacques Delors Enrico Letta, il General Manager di JTI Italia Didier Ellena e la Responsabile Comunicazione di PwC Italia Chiara Carotenuto.
Protagonisti della seguente tavola rotonda, in cui si sono approfondite le tematiche più rilevanti emerse dal rapporto, invece, l’Onorevole Elena Bonetti, la Professoressa di Commercio Internazionale dell’Università Sciences Po di Parigi Alessia Mosca e il Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia Lorenzo Fronteddu.
“Per troppo tempo e troppo spesso per le donne la vita privata, e in particolare la maternità, e la realizzazione professionale hanno rappresentato due opzioni alternative, e questa è una delle priorità che il nostro governo si è dato” ha dichiarato Eugenia Maria Roccella, Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. “La quantità e la qualità della partecipazione delle donne al mondo del lavoro è un fattore di ricchezza per tutti e una dimensione concreta delle pari opportunità, che abbiamo sostenuto con misure di conciliazione come il potenziamento dei congedi parentali, con interventi di incentivo come la decontribuzione per le mamme lavoratrici, e con strumenti di moral suasion come il codice di autodisciplina per le imprese. Un mondo del lavoro a misura anche di donna è infatti un fattore di sviluppo sociale, economico e demografico. E’ una questione di giustizia ma anche di crescita per tutti”.
Enrico Letta, Presidente dell’Istituto Jacques Delors, già Presidente del Consiglio, ha commentato: “Aver messo nel PNRR una norma trasversale sulla parità uomo-donna ha rappresentato uno strumento di grande stimolo al superamento del gender gap. Ma la situazione, come spiega il rapporto, è preoccupante. L’Italia è fanalino di coda UE sul superamento del gender gap e del divario salariale”.
“In PwC abbiamo un approccio data-driven per monitorare l’equilibrio di genere a tutti i livelli e individuare tempestivamente le aree di intervento, sia nei confronti del mercato sia del contesto in cui operiamo, ha commentato Chiara Carotenuto, Responsabile Comunicazione, PwC Italia. “Supportiamo le aziende nel condurre maturity assessment su Inclusion & Diversity e nel percorso per ottenere la Equal Salary Certification, oltre a sostenere importanti realtà che promuovono l’equilibrio di genere e la leadership femminile. L’implementazione di azioni di inclusione e welfare aziendale, in particolare quelle a sostegno della genitorialità e delle attività di caregiver, è fondamentale per promuovere l’equilibrio di genere”.
“In JTI Italia affrontiamo seriamente la questione della disparità di genere, consapevoli che i cambiamenti significativi richiedono impegno e azioni concrete”, ha dichiarato Didier Ellena, General Manager di JTI Italia. “Siamo orgogliosi di aver raggiunto una piena parità retributiva tra uomini e donne e di avere una rappresentanza femminile significativa nei nostri ruoli dirigenziali. Questo non è un punto di arrivo, ma uno stimolo per continuare a promuovere l’equità in ogni aspetto della nostra azienda, con la convinzione che le imprese possano e debbano essere protagoniste di un cambiamento positivo nella società’.
“Oggi si riscontra una fatica sui temi della diversity che si è trasformata in alcuni casi in attacco diretto a conquiste che davamo per acquisite” ha commentato Alessia Mosca, Professoressa di Commercio Internazionale dell’Università Sciences Po di Parigi. “La popolazione mondiale crescerà fino alla fine del secolo per raggiungere il picco di 11 miliardi di persone per poi comprimersi, visti i tassi di natalità attuali, e raggiungere un numero di ultra 65enni sproporzionatamente più alto dei bambini sotto i 5 anni . La cura quindi non può più essere solo intesa come accudimento dell’infanzia, ma si allarga ormai alla terza età e alle situazioni, sempre più comuni, di malattia cronica e non autosufficienza. Devono quindi essere adottate politiche che tengano conto di queste nuove necessità, individuali e collettive.
Questo rapporto vuole presentare la disparità di genere per come effettivamente è, ovvero un’interconnessione di innumerevoli aspetti mutualmente influenzabili”.
– foto ufficio stampa Spencer & Lewis –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Dazi, Foti “Scongiurata guerra temuta da consumatori e categorie”
Pubblicato
2 ore fa-
28 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il dato di fondo è l’aver raggiunto un accordo che scongiura l’avvio di una guerra che sia le categorie produttive che i consumatori hanno sempre giudicato in termini estremamente negativi per gli effetti disastrosi che avrebbe determinato”. Lo afferma il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, in un’intervista al Corriere della Sera, in merito all’intesa Usa-Ue sui dazi.
“Sul piano strettamente politico è significativo, dopo l’accordo raggiunto in ambito Nato, avere di fatto stabilizzato le relazioni transatlantiche”. “E’ un dato di fatto che l’aumento dei dazi doganali – prosegue – si riflette negativamente, in ogni caso, sia sui consumatori sia sui produttori, ma non dimentichiamoci che Trump aveva preannunciato dal primo agosto dazi al 30%. Siamo scesi al 10% se consideriamo che oltre il 4% già si pagava”.
Per Foti “è comunque importante, sotto il profilo commerciale, esserci assicurati un accesso continuo al mercato statunitense, che come ci dicono i dati delle esportazioni è ampio e importante per l’Unione europea”.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Gen Z e bici: abitudine diffusa, ma servono più piste ciclabili
Pubblicato
2 ore fa-
28 Luglio 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – In Europa, i giovani considerano la bicicletta parte del loro stile di vita, con il 75% dei partecipanti (il 77% in Italia) al sondaggio che afferma di usarla abitualmente per muoversi e il 58% di usarla almeno una volta a settimana (il 58% nel nostro paese). Montare in sella è un’abitudine settimanale in Germania (66%) e Polonia (62%), mentre la Francia è in coda a questa classifica (52%). In Italia, il 54% degli intervistati usa la bici almeno una volta alla settimana. I giovani lavoratori sono i ciclisti più regolari (66%), a differenza degli studenti (39%). Sono questi i risultati del sondaggio Decathlon che svela come la Gen Z si muove in città e quali barriere incontra.
Il Sondaggio Europeo sulla Mobilità Urbana ha coinvolto più di 4.000 persone di età compresa tra 18 e 28 anni in sei paesi europei (Francia, Regno Unito, Germania, Italia, Polonia e Spagna). I risultati delineano un quadro promettente di una Gen Z già in sella e con la voglia di andare più lontano, se le città e le comunità danno il loro piccolo contributo.
I principali motivi che spingono a usare la bici sono chiari. I giovani europei vogliono: Rimanere in forma e in salute (79%);
gustarsi la libertà e il piacere che la bici offre (68%); risparmiare tempo ed evitare il traffico (68%); risparmiare denaro rispetto ad altre opzioni di trasporto (67%).
I giovani in Italia scelgono la bicicletta prevalentemente per restare in forma e in salute (77%), risparmiare tempo nel traffico (73%), per il senso di libertà dato dall’uso della bici
(70%), ma anche per ridurre l’impronta carbonica (69%) e risparmiare denaro (68%).
A ogni modo, la bicicletta rimane un mezzo preferito per il tempo libero (60%) e lo sport (45%), ma non per andare a scuola, al lavoro o sbrigare commissioni; e ciò mostra che il
passaggio a una piena mobilità ciclistica ha ancora bisogno di supporto. Solo il 16% dei giovani europei prende la bici tutti i giorni. Quando, invece, si parla di come i giovani europei usano la bici, le differenze culturali si fanno sentire. In Francia e Germania, pedalare è strettamente considerato uno sport o un
mezzo per allenarsi. In Italia e Polonia, è più comunemente associato allo svago e al tempo libero, un modo per rilassarsi, stare all’aperto o girare in lungo e in largo la città con più
calma.
Il 50% dei partecipanti al sondaggio descrive la loro città vivibile in bicicletta, con le aree urbane in testa alla classifica. Ma nonostante il senso di sicurezza generale (87%), le preoccupazioni rimangono, con il 61% dei giovani che afferma di non sentirsi completamente sicuro in bici.
Polonia e Spagna registrano una percezione della sicurezza maggiore, mentre in Francia e Italia, una persona su cinque non si sente al sicuro in sella. Per i ciclisti italiani le cause di
questa insicurezza si trovano nel comportamento rischioso di automobilisti o altri utenti della strada (64%), nella mancanza di piste ciclabili dedicate (63%) e nel traffico eccessivo
(42%). I giovani ciclisti europei cercano soluzioni pratiche e hanno indicato delle misure concrete per sentirsi più motivati a usare la bici: Più piste ciclabili protette e separate (54%) – percentuale che sale al 63% nel nostro paese; Parcheggi sicuri per bici (43%) – 43% in Italia; Segnaletica e mappe migliori per le biciclette (36%) – 37% in Italia.
Queste richieste provengono da tutte le città, grandi o piccole, di tutti i paesi coinvolti, a dimostrazione del forte consenso riguardo a quel che serve per eliminare le barriere e
normalizzare la mobilità ciclistica.
– foto col/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Ranking Atp: Sinner al comando, Musetti è 10° e Darderi 35°
Pubblicato
2 ore fa-
28 Luglio 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Jannik Sinner comanda sempre la classifica Atp. L’azzurro oggi è in testa nel nuovo ranking mondiale con 12.030 punti all’attivo, seguito dallo spagnolo Carlos Alcaraz a quota 8.600. A chiudere il podio il tedesco Alexander Zverev, con 6.030 punti.
Poche le novità in top ten: stabile al quarto posto Taylor Fritz, seguito sempre da Jack Draper e da Novak Djokovic. Scende invece di tre posizioni Lorenzo Musetti, che ora è numero 10. Sale quindi di un posto Ben Shelton, adesso settimo, seguito da Alex De Minaur, fresco vincitore a Washington, ottavo, e da Holger Rune, che si attesta in nona piazza. Esce dalla top ten mondiale il russo Andrey Rublev.
Bene gli altri italiani. Flavio Cobolli sale al 17° posto, più uno, migliorando ancora il proprio best ranking. Guadagna undici posti poi Luciano Darderi, vincitore pure a Umago, dopo il successo di Bastad della settimana prima.
Lorenzo Sonego adesso è numero 38, seguito da Matteo Arnaldi, 41esimo. Meno 15 per Matteo Berrettini, ora 57esimo, seguito da Mattia Bellucci, numero 72, e Luca Nardi, numero 97.
Questa la top ten della nuova classifica Atp:
1. Jannik Sinner (Ita) 12.030 (–)
2. Carlos Alcaraz (Esp) 8.600 (–)
3. Alexander Zverev (Ger) 6.030 (–)
4. Taylor Fritz (Usa) 5.135 (–)
5. Jack Draper (Gbr) 4.650 (–)
6. Novak Djokovic (Srb) 4.130 (–)
7. Ben Shelton (Usa) 3.520 (+1)
8. Alex De Minaur (Aus) 3.335 (+5)
9. Holger Rune (Dnk) 3.250 (–)
10. Lorenzo Musetti (Ita) 3.195 (-3)
Così gli altri italiani:
17. Flavio Cobolli 2.385 (+1)
35. Luciano Darderi 1.414 (+11)
37. Lorenzo Sonego 1.281 (-1)
41. Matteo Arnaldi 1.265 (+3)
57. Matteo Berrettini 975 (-15)
72. Mattia Bellucci 871 (-9)
97. Luca Nardi 655 (-1)
118. Francesco Passaro 524 (+3)
– foto Image –
(ITALPRESS).


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