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Cronaca

Alla Bocconi una cattedra per capire come si trasforma l’innovazione

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MILANO (ITALPRESS) – Nel mondo contemporaneo, l’innovazione è più che mai il motore della crescita economica. Dalla rivoluzione industriale fino all’avvento della digitalizzazione, la capacità di creare nuovi prodotti e processi ha sempre determinato il successo delle imprese. Oggi, siamo alle soglie di una nuova era: la “terza età delle macchine”, caratterizzata dall’intelligenza artificiale (AI) generativa, che promette di trasformare profondamente le dinamiche aziendali. Ma come si stanno preparando le imprese a questa rivoluzione? Quali sono le sfide e le opportunità che emergono da questa transizione tecnologica?
A queste domande cercherà di rispondere la Cattedra Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi in Innovation Management affidata a Gianmario Verona (nella foto) della Bocconi. La nuova cattedra sarà inaugurata il 3 ottobre (aula magna, via Gobbi 5, ore 18.15).
Questa cattedra nasce grazie al sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, da anni impegnata nella promozione della ricerca e dell’innovazione all’interno dell’ateneo milanese. Oltre alla nuova cattedra in Innovation Management, la Fondazione sostiene numerose altre iniziative, tra cui le cattedre in Behavioral Economics and Finance, in Computer Science e in Economia dello Sviluppo, con l’obiettivo di stimolare la ricerca accademica in settori chiave per la competitività delle imprese e il benessere delle persone e della società.
“Il continuo sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi – spiega Francesco Billari, rettore della Bocconi – non solo consente all’università e ai suoi ricercatori di esplorare nuove frontiere della ricerca, ma è fondamentale per lo sviluppo di competenze che saranno decisive per il futuro delle nostre imprese e della società. Le cattedre istituite dalla Fondazione sono un punto di riferimento per la formazione e la ricerca accademica in ambiti strategici”.
Il Presidente della Fondazione, Giuseppe Bertoni, afferma: “La Fondazione Invernizzi sostiene con particolare convinzione questa nuova cattedra, perchè rappresenta un’occasione unica per approfondire – anche grazie al confronto continuo tra esperti, istituzioni e imprenditori – l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle aziende, insieme alle sfide e alle opportunità che essa implica, a partire da quella etica. Una sfida che vale tanto per i proponenti l’innovazione, ai vari livelli, quanto per i fruitori: imprese, politici, cittadini e, non ultimi, studenti e studentesse di corsi come questo, che saranno i protagonisti del cambiamento nei prossimi anni”.
Secondo il professor Verona, la cattedra non sarà solo un centro di studi teorici, ma un vero e proprio laboratorio di innovazione: “La nostra ricerca si concentrerà su come l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando lo sviluppo di nuovi prodotti e modelli di business. L’obiettivo è comprendere come le imprese possano affrontare sfide epocali, come la sostenibilità e il cambiamento tecnologico, attraverso un’efficace governance dell’innovazione”.
La cattedra affronterà, dunque, temi di estrema attualità.
L’AI e lo sviluppo di nuovi prodotti: il ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione di innovazioni radicali.
Sostenibilità e cambiamento tecnologico: come le imprese possono navigare tra la trasformazione digitale e la necessità di ridurre l’impatto ambientale.
Governance dell’innovazione: l’importanza di allineare i vertici aziendali con i processi innovativi.
All’evento di lancio, dopo la lectio magistralis di Verona dal titolo “Firms and Innovation in the Third Machine Age”, che esplorerà il tema dell’innovazione nel contesto dell’intelligenza artificiale generativa e le implicazioni per il mondo imprenditoriale, seguirà una tavola rotonda con alcuni dei principali protagonisti del settore industriale e della ricerca, tra cui Sergio Dompè, CEO di Dompè Farmaceutici, Monica Iacono, CEO di Engie, Marcella Panucci, Capo di Gabinetto del Ministero dell’Università e della Ricerca, Marco Tronchetti Provera, Vicepresidente esecutivo di Pirelli e Luca Mignini, professor of practice della Bocconi. A moderare l’incontro sarà Daniele Manca, Vicedirettore del Corriere della Sera.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Cronaca

E’ morta Ornella Vanoni, leggenda della musica italiana

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni. “Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore” si legge sul profilo X di “Che tempo che fa”, programma in cui era stata spesso ospite.
Nata a Milano, considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana, è stata una delle artiste italiane dalla carriera più longeva. Inizia a lavorare nel 1956 (come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello dopo avere studiato all’Accademia di arte drammatica” del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler del quale è diventata allieva prediletta e compagna). Nel 1957 il debutto canoro con le “canzoni della mala”, brani che traggono spunto da antiche ballate dialettali e raccontano storie di poliziotti e malfattori. Dopo gli esordi, il suo stile interpretativo unico e sofisticato le consente di attraversare un repertorio che comprende il pop d’autore, la bossa nova (da ricordare l’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” realizzato con Toquinho e Vinicius de Moraes) e il jazz che la porta a collaborare con musicisti del calibro di George Benson, Michael Brecker e Randy Brecker, solo per citarne alcuni. E a vendere oltre 55 milioni di dischi con i suoi 112 lavori pubblicati, tra album, EP e raccolte, con autori che portano il nome di Dario Fo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Califano, Mogol, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nel 1960 Vanoni incontra Gino Paoli con il quale nasce un’intensa stria d’amore che va di pari passo con la collaborazione artistica: basti citare l’indimenticabile “Senza fine”. Nonostante l’amore per Paoli, la cantante sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi da cui si separa ancor prima che nasca il figlio Cristiano. Non a caso, il suo primo 45 giri di grande successo commerciali è “Cercami” dedicata proprio a Paoli. Mentre prosegue anche l’impegno teatrale (tra gli altri, è Rosetta in “Rugantino” di Garinei e Giovannini), arriva la prima (di otto) partecipazione al Festival di Sanremo: nel 1965, con “Abbracciami forte”. Seguono quelle nel 1966 (“Io ti darò di più”), nel 1967 (“La musica è finita”), nel 1968 (“Casa bianca”), nel 1970 (“Eternità”), nel 1989 (“Io come farò”), nel 1999 (“Alberi”, con Enzo Gragnaniello) e nel 2018 (“Imparare ad amarsi”, con Bungaro e Pacifico). Nonostante tutti i Festival, i suoi maggiori successi discografici sono altri: “Una ragione di più” (1969), “L’appuntamento” (1970), “Domani è un altro giorno” (1971), “Più” (1976, con Gepy).
Poi c’è la televisione, che vede la Vanoni impegnata negli anni come conduttrice, prima donna o ospite fissa: da “Giardino d’inverno” a “Studio Uno”, da “Senza rete” a “Serata d’onore”, da Fatti e fattacci” a “Risatissima”. E’ anche giudice in “Star Academy” e “Amici Celebrities”. Nella carriera sessantennale non manca nemmeno il cinema dal primo “Romolo e Remo” di Sergio Corbucci del 1961 all’ultimo “7 donne e un mistero” di Alessandro Genovesi del 2021. L’abbiamo vista anche nello sceneggiato “Il mulino del Po” di Sandro Bolchi e, in un cameo, nella fiction di Rai1 “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. Tra i premi assegnati a Ornella Vanoni ce ne sono tre del Club Tenco (due Premi e una Targa) e due volte il Premio Lunezia.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

L’Italia di Davis batte il Belgio 2-0 e vola in finale

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, think tank evidenzia progressi nella protezione e governance di fiumi

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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