Economia
Turismo e agricoltura, da Intesa Sanpaolo 1 mld alle imprese pugliesi
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1 anno fa-
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Redazione
OSTUNI (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo incentiva e accompagna lo sviluppo integrato delle filiere agroalimentari e del turismo che in Puglia esprimono peculiarità capaci di tradursi in un esempio di successo potenzialmente replicabile su scala nazionale. In un incontro con gli imprenditori locali che si è svolto oggi ad Ostuni sono state presentate le peculiarità del “modello Puglia”, basato sull’integrazione di un’offerta turistica rinnovata e sostenibile con le numerose realtà enogastronomiche, culturali e naturalistiche di un territorio che in pochi anni ha visto una crescita intensa e consistente dell’attrattività nazionale ed internazionale, passando da un approccio esclusivamente balneare a quello di meta turistica poliedrica.
Proprio la connessione con l’industria turistica ha permesso al settore agroalimentare di cogliere nuove opportunità di business legate a prodotti identitari e facilmente coniugabili alla proposta ricettiva.
In Puglia, infatti, per le circa 190.000 piccole e medie imprese del comparto, che impiegano 148.000 dipendenti (prima regione italiana del settore per numero di addetti), si stima una crescita del fatturato nettamente superiore alla media italiana, con un aumento delle esportazioni del 130% nel periodo 2008-2023, trainato dalle filiere di eccellenza del territorio (olio, vino e prodotti a base di grano).
La Puglia è la quarta meta italiana per turismo enogastronomico e ciò ha consentito la realizzazione di un nuovo anno da record in termini di presenze turistiche, meglio della media italiana e dell’intero Mezzogiorno, con un dato ancora superiore rispetto a quello registrato nel 2023. Intesa Sanpaolo ha sostenuto questa crescita, finanziando gli investimenti regionali ai settori agroalimentare e turistico per quasi 2 miliardi di euro nel periodo 2020 – giugno 2024.
Per valorizzare ulteriormente le sinergie tra turismo e agricoltura in Puglia, la banca ha predisposto un plafond di 1 miliardo di euro per incentivare processi di riqualificazione delle strutture alberghiere e agricole, digitalizzazione, sviluppo filiere e indipendenza energetica. Un intervento che rientra nell’ambito del programma “Il tuo futuro è la nostra impresa”, che destina 120 miliardi di euro fino al 2026 per investimenti, e che conferma l’impegno preso dal Gruppo nel mese di luglio a Taormina in occasione del lancio di strumenti ad hoc per il turismo, tra cui 10 miliardi di euro di nuovo credito, di cui 3 miliardi destinati alle aziende meridionali.
Le misure messe in campo dalla banca sono state illustrate nella splendida cornice della Masseria Santa Lucia nel corso di un convegno in cui, per Intesa Sanpaolo, sono intervenuti Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori (nella foto), Gregorio De Felice, chief economist, Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, Massimiliano Cattozzi, direttore Agribusiness, e Alessandra Modenese, direttrice regionale Basilicata, Puglia e Molise, che ha aperto l’incontro. Le testimonianze dei rappresentanti locali del mondo agroalimentare e di quello turistico-ricettivo hanno animato la tavola rotonda, a cui hanno partecipato Pasquale Casillo, presidente Casillo Partecipazioni, Marisa Lisi Melpignano, socio e manager Gruppo Melpignano, Savino Muraglia, managing director Frantoio Muraglia, e Fioravante Totisco, ceo CDS Hotels.
‘Grazie all’interazione tra turismo e agricoltura la Puglia esprime un modello che può avere un impatto positivo per altri territori e favorire lo sviluppo socio-economico in termini anche occupazionali – ha dettp Stefano Barrese,responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo -. Intesa Sanpaolo con un miliardo di nuovo credito potrà incentivare gli investimenti delle imprese orientati allo sviluppo sostenibile, l’attrazione della domanda di beni e servizi, nuovi accordi di filiera fra i settori produttivi interconnessi. Ci rivolgiamo alle oltre 216.000 aziende che operano nel settore agricolo, di trasformazione alimentare e turistico-ricettivo con l’obiettivo, in linea con le direttrici del Pnrr, di supportare i processi di crescita imprenditoriale legati a transizioni digitale e ambientale, assistendone i passaggi generazionali e favorendone così anche in futuro la crescita sostenibilè.
Dall’analisi della Direzione Research di Intesa Sanpaolo emerge che in Puglia il settore agroalimentare ha prodotto un valore aggiunto di 4,2 miliardi di euro nel 2021 (+5,4% rispetto al 2020). Nell’economia regionale, il peso del settore agroalimentare è del 5,9% sul valore aggiunto totale, un’incidenza maggiore rispetto alla media nazionale del 4%. In termini di occupazione, la Puglia è la prima regione italiana per numero di addetti, nella misura di 117.000 nell’agricoltura e 31.000 nell’industria alimentare e delle bevande, con un peso sull’occupazione totale regionale dell’11%. Ottimi i risultati ottenuti sui mercati internazionali negli ultimi anni (+130% tra il 2008 ed il 2023) che sono proseguiti anche nei primi sei mesi del 2024, con un incremento a valori correnti delle esportazioni del settore agroalimentare pugliese del 15% rispetto allo stesso semestre del 2023: in particolare si sono distinti il settore degli oli e grassi(+62% tendenziale nel primo semestre del 2024), quello dei latticini e formaggi (+22%), e le carni e salumi, le cui vendite all’estero sono triplicate (39 milioni di euro in più rispetto allo stesso semestre del 2023, di cui 34 milioni verso la Turchia).
Dal rapporto di SRM-Centro Studi collegato a Intesa Sanpaolo si evincono diverse caratteristiche della filiera turistica della Puglia: anche il 2023 è stato un anno positivo in cui la domanda ha raggiunto i 16,8 milioni di presenze (+4,4% rispetto al 2022). In termini di valore aggiunto, si stima che la filiera turistica abbia conseguito nel 2023 un valore di 4,8 miliardi di euro, il 6,3% del totale. Per quanto riguarda il 2024, sarà un anno di nuovi record per la regione, le stime di preconsuntivo vedono un aumento di circa il 2,2% rispetto al 2023, con quasi 17,2 milioni di presenze, al disopra del valore registrato nel 2019. Continua poi l’aumento delle presenze turistiche internazionali che, con una crescita del 4,1% rispetto al 2023, rappresentano il 138,3% del dato del 2019. Il valore aggiunto della filiera turistica stimato arriverebbe nel 2024 a 4,9 miliardi di euro (Italia 103,6miliardi, Sud 24,9 miliardi), con un effetto diretto sul totale dell’economia dell’area del 6,4% che salirebbe all’11,6% se si considera anche l’impatto indiretto ed indotto, superiore peraltro al dato nazionale (10,8%).
Intesa Sanpaolo punta sulla sostenibilità come leva di crescita strategica e la declina nei territori in cui opera attraverso i Laboratori ESG presenti nelle principali città italiane, tra cui Bari. Grazie a servizi e prodotti specificamente pensati per i vari bisogni di investimento, la banca incentiva le imprese a finalizzare obiettivi in chiave di sostenibilità, nella crescente consapevolezza che l’adozione di politiche ESG – impatto ambientale, responsabilità sociale, gestione aziendale – siano essenziali alla competitività ed alla creazione di valore per le aziende. Il Gruppo dedica inoltre particolare attenzione sia alla gestione dell’acqua, vera e propria risorsa per il cui efficientamento Intesa Sanpaolo ha previsto 20 miliardi di euro per investimenti per l’adozione di misure per il risparmio idrico e il riutilizzo, sia alla transizione energetica delle piccole e medie imprese italiane, attraverso prodotti e plafond dedicati e soprattutto supportando gli investimenti nella logica del Piano Transizione 5.0, che mira a promuovere il risparmio energetico e la digitalizzazione delle imprese.
Dal 2021 Intesa Sanpaolo dedica all’Agribusiness una rete commerciale specialistica in grado di seguire l’intera catena produttiva, dalla produzione alla trasformazione. Una struttura con oltre 1.000 professionisti che ha consentito di supportare il settore con erogazioni su scala nazionale per oltre 10 miliardi di euro e il sostegno a oltre 170 filiere. Tra i prodotti specifici per le imprese agroalimentari, Cresci Agri è la linea di finanziamenti con durata fino a 30 anni dedicata allo sviluppo della produzione modulabile sul ciclo produttivo della filiera di appartenenza, oltre a prodotti per la copertura dai rischi sulle materie prime e a soluzioni ad hoc per l’efficientamento energetico e la crescita internazionale.
Per il turismo Intesa Sanpaolo ha attivato desk specialistici a supporto delle imprese del settore, oltre ad iniziative dedicate attraverso specifici interventi finanziari, in proprio o in collaborazione con prestigiosi partner, costituendo una rete di supporto che accompagna l’impresa turistica in tutte le fasi del business. Tra le misure destinate al comparto, le soluzioni di finanziamento S-Loan che prevedono un meccanismo di incentivi economici alle aziende che investono e realizzano obiettivi ESG. La banca ha inoltre aderito al fondo tematico per il turismo tramite Equiter, con risorse amministrate dalla BEI per conto del MEF e indirizzate alle aziende. Per le realtà turistiche sono inoltre disponibili soluzioni di noleggio operativo per avviare programmi di ammodernamento delle strutture preservando l’equilibrio finanziario delle PMI.
– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).
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Banca Generali, a novembre raccolta netta totale a 649 milioni
Pubblicato
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9 Dicembre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Banca Generali ha realizzato nel mese di novembre una raccolta netta pari a 649 milioni in aumento del 27% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato conferma l’accelerazione in corso che ha portato la raccolta totale cumulata a oltre 6,2 miliardi, in aumento del +10% su base annua. In merito alla composizione della raccolta, novembre ha evidenziato una forte domanda di fondi di casa (176 milioni nel mese), sostenuti dall’ottima accoglienza delle nuove strategie lanciate dalla Sicav LUX IM a fine settembre, e dei contenitori finanziari (57 milioni nel mese). Da inizio anno i prodotti di casa (fondi e contenitori finanziari) hanno raccolto 2,5 miliardi nel periodo (+19% a/a), rappresentando il 78% degli interi assets under investments a fine novembre.
Al contrario, i fondi di terzi hanno mostrato una lieve flessione con deflussi per 34 milioni nel mese e deflussi per 157 milioni da inizio anno. Nel mese si sono distinti anche i flussi in consulenza evoluta in AUC and banking (98 milioni nel mese, 367 milioni da inizio anno) che parzialmente hanno controbilanciato deflussi da polizze tradizionali per 96 milioni che comunque si mantengono ampiamente in positivo con 437 milioni da inizio anno. I flussi confluiti negli altri attivi sono risultati pari a 393 milioni a novembre (3,1 miliardi da inizio anno) trainati in particolare da 357 milioni di liquidità, al netto di uscite per le scadenze fiscali della clientela di 166 milioni nel mese (1.1bn da inizio anno, +12% a/a.
“Dopo un dato di ottobre caratterizzato dall’inserimento di top banker sia sul mercato italiano sia su quello svizzero, novembre si caratterizza per una raccolta molto forte della struttura esistente e un livello totale di flussi di periodo nettamente in crescita rispetto all’anno precedente. Il clima interno è molto positivo, sostenuto dal venire meno delle incertezze dell’Ops e dalle molteplici progettualità in corso. Nel breve, la nuova offerta a protezione del capitale e la normalizzazione del contesto garantiscono crescita e qualità della raccolta”. Così l’Ad e direttore generale di Banca Generali, Gian Maria Mossa, commentando il dato sulla raccolta di novembre.
“Nel medio-lungo termine – aggiunge – Intermonte, Alleanza e l’AI ampliano il bacino dei clienti, l’efficacia dei nostri banker e ci proiettano verso un nuovo paradigma di crescita. Siamo fiduciosi di chiudere positivamente l’anno e, ancor di più, di aver avviato iniziative che ci accompagneranno con entusiasmo e determinazione verso il prossimo. Mai come oggi esistono i presupposti per conquistare quote di mercato in diversi segmenti, grazie alla forza delle nostre persone e del nostro brand”, conclude Mossa.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Space economy, produzione di 8 miliardi e 23mila addetti impiegati
Pubblicato
16 ore fa-
9 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Considerando gli operatori market, l’economia dello spazio ha generato una produzione di 8 miliardi, impiegando poco più di 23mila addetti, con un valore aggiunto di 2 miliardi, pari allo 0,1% del Pil. E’ quanto emerge dai dati di un’indagine Istat e Asi. La componente upstream, ovvero le attività incluse nella filiera produttiva dell’economia dello spazio, impiega poco più di 14mila addetti con una produzione di 4,1 miliardi e un valore aggiunto di 1,3 miliardi. Le esportazioni sono 2,1 miliardi, di cui 1,8 miliardi riferibili ad attività upstream. Le importazioni ammontano a 1,6 miliardi, di cui 1,2 generate dall’indotto produttivo. Le imprese operanti nell’economia dello spazio hanno investito in beni materiali per circa 0,8 miliardi, destinati principalmente a macchinari e attrezzature. Gli investimenti in ricerca e sviluppo intra muros sono pari a 0,6 miliardi.
Nel settore non-market, che comprende le attività legate allo spazio svolte da istituzioni pubbliche (Asi inclusa) e private, il valore aggiunto si attesta a 353 milioni, con l’impiego di circa 2,2mila addetti. Tali unità realizzano investimenti per circa 182 milioni, destinati in larga parte alla ricerca e sviluppo (162 milioni). Nel settore manifatturiero si concentra il 76% dell’attività legata alla componente upstream, con l’impiego di oltre 10mila addetti, mentre i servizi market dominano la componente downstream. Quasi l’80% del valore aggiunto della space economy, pari a 1,5 miliardi, è generato dalle grandi imprese (250 addetti e oltre), che occupano circa 17,8mila addetti. Il 90% del valore aggiunto dell’economia dello spazio è generato da imprese appartenenti a gruppi multinazionali (1,8 miliardi) che impiegano 20,5mila addetti. Considerando la componente upstream, esse contribuiscono per circa 1,2 miliardi di valore aggiunto, occupando poco meno di 12,5mila addetti.
Le imprese appartenenti a gruppi multinazionali attivano la quasi totalità dei flussi con l’estero: 1,5 miliardi di importazioni e poco meno di 2 miliardi di esportazioni. Considerando il complesso dell’economia dello spazio, le imprese space mostrano una produttività del lavoro di circa il 65% maggiore rispetto alle unità produttive non-space. Le imprese operanti nel settore upstream mostrano una propensione agli investimenti (esclusa la ricerca e sviluppo) in media leggermente inferiore alle altre unità produttive, con un tasso di investimento, calcolato come rapporto investimenti e valore aggiunto, pari al 16,4% contro il 16,9%. Al contrario, le imprese upstream fanno registrare una più alta propensione all’investimento in ricerca e sviluppo rispetto al resto del sistema produttivo: 11,9 contro 7,2% il rapporto fra investimenti in ricerca e sviluppo il valore aggiunto. Le retribuzioni medie degli occupati dipendenti delle unità produttive operanti nell’upstream (41,1mila euro pro capite) sono del 55% superiori a quelle riscontrate nelle altre imprese (21,4mila euro).
– foto di repertorio IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Ex Ilva, Urso aggiorna Decaro sulla riunione al Mimit e sulle prospettive per Taranto
Pubblicato
1 giorno fa-
8 Dicembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, nel corso di un lungo colloquio telefonico ha informato il presidente della Regione Puglia, Antonio Decaro, della riunione che si è svolta venerdì scorso al Mimit con gli enti locali pugliesi, anche in merito al piano operativo per il rilancio produttivo dell’ex Ilva predisposto dai Commissari straordinari e alle potenzialità di ulteriori investimenti nell’area di Taranto.
Il ministro Urso ha inoltre aggiornato il presidente Decaro sugli obiettivi del decreto ex Ilva, attualmente all’esame del Senato, e sulle procedure negoziali per la cessione degli asset previste nella gara internazionale in corso. Urso si è quindi confrontato con Decaro sulle prospettive della revisione del CBAM secondo gli indirizzi del governo italiano, sulla necessità di una pronta adozione in sede UE delle misure di salvaguardia per il settore dell’acciaio e sull’importanza di aprire a una revisione del dossier ETS, incluso il rinvio del phase out delle quote gratuite. Il ministro Urso ha infine assicurato al presidente Decaro il massimo impegno e la piena collaborazione del Governo con Regione ed enti locali.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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