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Cronaca

A SANREMO: BUONA LA PRIMA, 12,6 MILIONI DI SPETTATORI E 65,3% DI SHARE. MA GLI ITALIANI HANNO SEMPRE DA LAMENTARSI

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Gli italiani non sono mai contenti. Ora che sono usciti i numeri sulla prima serata del Festival, che non hanno assolutamente fatto rimpiangere l’era di Amadeus, ci si lagna che 29 canzoni sono troppe, che non c’è stato spettacolo (a parte lo show di Jovanotti) con comici od opinionisti, che si è finito addirittura in anticipo sui tempi di marcia preventivati alle 1,20, che la conduzione e l’affiatamento fra i tre conduttori (Conti-Scotti-Clerici) era troppo family-friendly, che è un Sanremo stile Dc studiato a tavolino per non scontentare nessuno (compreso l’intervento di Papa Francesco in un videomessaggio all’inizio della serata per celebrare l’esibizione di Noa e Mira Awad, momento raro di fratellanza tra israeliani e palestinesi. Un appello accorato contro le guerre e a difesa dei bambini, con la musica come elemento di unione tra i popoli. Niente, non va mai bene niente. Ma quanti di questi “leoni da tastiera” che stanotte e stamane hanno sciorinato voti non solo a canzoni e look ma persino alle mosche che volavano nella Città dei Fiori, si renderanno veramente conto che ciò che più contava per la Rai è stato ampliamente portato a casa con numeri e raccolta pubblicitaria da urlo? Bisognerebbe essere addetti al settore e lavorare anche un po’ dietro le quinte delle trasmissioni radio-tv (a proposito, applausi ai tempi e contenuti radiofonici del team di conduttori, finalmente!) prima di spararle grosse come una casa. Perché è vero che Sanremo è fatto per far discutere, come del resto le partite di calcio, ma forse occorrerebbe anche informarsi, studiare, “mangiare” pane e tv e radio tutti i giorni per anni e anni prima di emettere giudizi.
Questi, in conclusione, i numeri, che sono quelli che contano: la prima serata del Festival ha registrato 12,6 milioni ascolto medio e share del 65,3%. E poi è importante sottolineare il profilo per target.
4-14 anni 76% share
15-24 anni 83% share
25-34 anni 70% share
35-44 anni 67% share
55+ 60% share
Il picco di share al 72% si è registrato intorno all’1 e 08 di notte, mentre per quanto riguarda l’ascolto medio, il picco di 17,8 milioni è stato registrato alle ore 22.02 con l’esibizione di Giorgia». A raccontare i numeri è stato il direttore dell’intrattenimento Prime Time della Rai Marcello Ciannamea.
Un Festival che vede tornare al centro le canzoni, senza fronzoli, presentato in modo elegante e professionale. E se per ora troviamo in vetta alla classifica della giuria di Sala Stampa, Tv e Web (in modo random) Giorgia, Achille Lauro, Lucio Corsi, Brunori Sas e Simone Cristicchi un motivo ci sarà. Tutto il resto è noia (parafrasando Califano).

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Bergamo, smantellata organizzazione dedita all’immigrazione clandestina

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BERGAMO (ITALPRESS) – Quattro persone arrestate e cinque deferite in stato di libertà: è questo il bilancio dell’operazione “Yolcucondotta dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Bergamo e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo.

Tutti cittadini di etnia curda residenti in provincia e responsabili a vario titolo del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante della transnazionalità, nonchè del reato di riciclaggio. Durante la mattinata, effettuate anche perquisizioni e sequestri (da completare eventualmente), presso le abitazioni e le pertinenze degli indagati, tra cui tre veicoli utilizzati per il trasporto dei clandestini.

L’indagine avviata nel 2023, dopo che un numero sempre maggiore di cittadini turchi si è presentato presso il locale Ufficio Immigrazione per richiedere asilo politico, ha consentito di ricostruire e accertare l’esistenza di una organizzazione dedita alla gestione di un flusso illecito di persone lungo la cosiddetta “Tratta Balcanica”.

In particolare, il gruppo criminale ha pianificato e attuato l’ingresso irregolare di numerosi migranti provenienti dal Kurdistan turco in Italia, con l’obiettivo di proseguire poi il viaggio verso altri paesi europei. Gli investigatori hanno riscostruito i viaggi relativi ad un centinaio di migranti e il modus operandi del gruppo criminale: agganciare i clandestini in Turchia per farli arrivare a Sarajevo via aereo da Istanbul dove, grazie ad altre cellule dell’organizzazione, venivano trasportati su furgoni e camion sino al confine bosniaco-croato prima e da qui, in ultimo, fino al confine italo sloveno.

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Un’ultima parte di viaggio particolarmente pericolosa ed insidiosa: per eludere i controlli della Polizia, infatti, i migranti – spesso donne e bambini – erano costretti ad attraversare in pieno inverno zone boschive e montane a piedi lungo percorsi non tracciati. E’ una volta raggiunta l’Italia che entrano in gioco i soggetti indagati. I migranti infatti venivano proprio trasportati dagli indagati o nella Provincia di Bergamo in attesa di future destinazioni o direttamente in altri paesi del nord Europa in particolare Austria, Germania, Francia e Svizzera, anche grazie alla collaborazione di un soggetto svizzero.

I migranti pagavano direttamente in Turchia somme di denaro che, tramite intermediari e passaggi tra conti correnti turchi e italiani, i trafficanti ricevevano direttamente in contanti su Bergamo a mano di alcuni gestori di locali di rivendita di kebab. I quattro soggetti arrestati sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per le successive fasi processuali e sono in corso attività volte all’arresto di altri complici fuori dal territorio italiano, mentre le indagini proseguono al fine di identificare eventuali ulteriori ramificazioni della rete criminale.

(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Questura di Bergamo

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Dazi, Lollobrigida “Impatto su alcuni settori non così drammatico”

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ROMA (ITALPRESS) – “Per un Paese esportatore come il nostro i dazi sono sempre un problema, ma da una prima analisi l’impatto per alcuni settori potrebbe non pare essere così drammatico”. A parlare, intervistato dal Corriere della Sera, è il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

“Intanto – afferma – alcuni prodotti nostri non sono replicabili negli Stati Uniti. Pensiamo all’olio di oliva, che importano per il 95%, o al pecorino, che lì non sanno fare”. A prescindere dal prezzo “dovranno continuare a importare certi beni dai paesi in grado di produrli. Probabile che gran parte dei dazi non saranno pagati dai produttori italiani, ma verranno spalmati sull’intera filiera, che per la maggior parte dei prodotti, per valore, è negli Stati Uniti”.

Per Lollobrigida il vino è quello che preoccupa di più. Ma su questo sembra che ci sia ancora la possibilità di rivedere la trattativa. Più facile quella sugli spiriti prodotti anche dagli Usa che potrebbe finire con zero a zero. Ma vedremo alla luce dei prossimi giorni se ci sarà davvero una riduzione dell’export. Lunedì 4 a Chigi abbiamo convocato una riunione del sistema produttivo per affrontare la questione vino, non solo legata ai dazi ma anche a una strategia complessiva”.

“Non voglio essere ottimista a tutti i costi, ma nemmeno catastrofista come chi lo sta facendo in queste ore in modo del tutto strumentale”, aggiunge. Per il ministro “è paradossale che il Pd, che ha sostenuto dall’inizio Ursula von der Leyen, confermandole la fiducia, e dall’inizio ha detto che la trattativa la doveva fare l’Ue, adesso stigmatizzi l’accordo che lei ha concluso come il peggiore possibile”.

-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Udine, operazione “Carta bianca”. Fatture false per oltre 50 milioni

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UDINE (ITALPRESS) – I militari del Comando Provinciale di Udine, nell’ambito dell’operazione “Carta bianca” hanno segnalato alle competenti Autorità Giudiziarie 14 soggetti di etnia cinese, a vario titolo, dediti all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare complessivo di 50 milioni di euro (cui corrisponde un’IVA evasa di 11 milioni di euro), per il tramite di 6 imprese cartiere, appositamente costituite ed intestate a meri prestanome nullatenenti, dislocate sull’intero territorio nazionale.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Udine, sono state sviluppate dai Finanzieri della Compagnia Cividale del Friuli, mediante l’esaustiva analisi delle molteplici segnalazioni di operazioni sospette, attraverso l’esame della copiosa documentazione contabile, bancaria ed extracontabile acquisita nel corso delle investigazioni nonchè avuto riguardo al particolare tessuto economico caratterizzante il ciclo produttivo della sedia.

All’esito, è emerso che 3 aziende locali, gestite da cittadini cinesi, avevano inserito, nella loro contabilità, fatture per operazioni inesistenti per oltre 2,3 milioni di euro (cui corrisponde un’IVA pari ad oltre 500 mila euro), emesse dalle “cartiere” rilevate – anch’esse formalmente intestate sempre a soggetti sinici – rivelatesi delle vere e proprie “scatole vuote”, create per il solo fine di evadere l’IVA e abbattere il risultato d’esercizio su cui le imprese friulane avrebbero dovuto pagare le imposte dovute allo Stato.

L’indagine ha travalicato i confini regionali, infatti, a seguito degli accertamenti esperiti, sono state inoltrate alle competenti Autorità Giudiziarie (Torino, Milano, Firenze, Lecco, Treviso e Roma) specifiche comunicazioni di notizia di reato a carico dei referenti delle imprese “cartiere” rilevate nonchè apposite segnalazioni ai Reparti del Corpo territorialmente competenti, per la ripresa ai fini fiscali delle imposte evase dagli altri 109 utilizzatori delle false fatture, non ricadenti nella circoscrizione del Reparto, con la conseguenziale aggressione dei rispettivi patrimoni.

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All’esito delle investigazioni coordinate dalla locale Procura della Repubblica, l’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari presso Tribunale di Udine ha emesso due distinti provvedimenti di sequestro preventivo, per complessivi euro 974.890,96, nei confronti di 4 persone, a vario titolo, amministratori di diritto e di fatto di 3 imprese esercenti l’attività di “laboratori di tappezzeria” nel distretto industriale c.d. “Triangolo della sedia”, permettendo il sequestro di disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili per oltre 600.000 euro.

Foto: Ufficio stampa Guardia di Finanza
(ITALPRESS).

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