Economia
Consap, Giacomoni “Al servizio del Paese con competenza e visione”
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3 ore fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Fondo Studio, Fondo Prima Casa, Fondo Garanzia Vittime della strada, mafia e usura, sono solo alcuni degli ambiti dell’attività svolta da Consap, azienda di diritto privato totalmente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha presentato stamane, presso la Camera dei Deputati, la prima relazione annuale sull’attività svolta alla presenza, tra gli altri, del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani; e del presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Operare a supporto dei cittadini e delle imprese garantendo tutele finanziarie e assicurative in vari ambiti, attraverso la gestione di una serie di servizi e fondi di rilevanza sociale, è l’obiettivo della Consap che ha chiuso il 2024 con risultati che testimoniano “una crescita solida e coerente con la missione pubblica della Società. Siamo al servizio delle Pubbliche Amministrazioni, dei cittadini e del sistema Paese, con competenza, integrità e visione”, come ha spiegato il presidente, Sestino Giacomoni, che ha ricordato l’importanza del diritto alla casa e allo studio definendoli “due pilastri fondamentali per un Paese che vuole sostenere i giovani nella realizzazione del loro futuro. Nel 2024 è stata avviata un’attività di rilancio e di semplificazione del Fondo Studio, al fine di facilitare l’accesso al credito per gli studenti meritevoli. In questo contesto, si colloca l’introduzione della garanzia di ultima istanza dello Stato. CONSAP si è fatta parte attiva di questa modifica normativa, che consente alle banche di azzerare il rischio di default sulla quota garantita dallo Stato, di non dover operare più onerosi accantonamenti sui propri bilanci e di poter quindi applicare condizioni migliori – ha aggiunto -. Dall’avvio della sua operatività il Fondo Prima Casa ha prestato garanzie per oltre 500.000 mutui, di questi 350.000 sono stati destinati agli under 36 per un contro valore complessivo, in termini di importo finanziato, di circa 60 miliardi di euro. Nel 2024 i mutui garantiti sono stati 72.284, di cui oltre il 75% per gli under 36. Il Fondo Prima Casa è, quindi, una misura fondamentale e continuerà a svolgere un ruolo strategico”.
Sul tema delle calamità naturali, il presidente Giacomoni ha ricordato che l’Italia risulta tra i Paesi europei “più colpiti da eventi calamitosi, come alluvioni, frane, terremoti. Si avverte, pertanto, l’esigenza di individuare un piano di intervento organico in grado, da un lato di adottare sempre più adeguati strumenti di prevenzione del rischio, dall’altro di promuovere una cultura assicurativa che favorisca la protezione economica sugli immobili mediante meccanismi combinati di copertura assicurativa privata e pubblica, alleggerendo l’onere che grava sulle casse dello Stato. Nel 2023 in Italia si è raggiunta la cifra record di 6 miliardi di danni da catastrofi naturali. Nell’interesse del Paese si dovrebbe prevedere la progressiva estensione dell’assicurazione contro i rischi catastrofali anche alle abitazioni, come avviene in molti Paesi europei – ha evidenziato -, proseguendo lungo un percorso tracciato con la recente introduzione dell’obbligo imposto alle imprese. Il settore assicurativo, di cui CONSAP si occupa da decenni, ricopre un vero e proprio ruolo sociale: ha la responsabilità di contribuire a rafforzare la protezione di famiglie e imprese”.
Anche l’Amministratore Delegato di Consap, Vincenzo Sanasi d’Arpe, ha posto in evidenza il ruolo di Consap negli anni. “In uno scenario economico e sociale ancora attraversato da incertezze e da trasformazioni profonde, abbiamo rinnovato il nostro impegno a servizio della Nazione e dei cittadini, rafforzando e semplificando i processi operativi e promuovendo una cultura della responsabilità, della solidarietà e dell’innovazione. La missione pubblica che ci è affidata impone visione strategica, rigore giuridico e capacità di adattamento continuo”.
Parlando del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, Sanasi d’Arpe ha ricordato l’importanza “in termini economici e numerici, massima espressione della funzione mutualistica e solidaristica perseguita dallo Stato tramite Consap. Nella più recente gestione del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada si nota, per un verso, un impegno di Consap per il massimo recupero degli esborsi liquidati in favore dei danneggiati, per altro verso una gestione dei risarcimenti in tempi più rapidi. Ritengo, infatti, che un reale ristoro economico passi per un suo accertamento in tempi ragionevoli. In questa direzione, volta a coniugare la ragionevolezza dei tempi e l’accuratezza istruttoria, va la gestione da ultimo intrapresa da Consap. Nel 2024 realizzato un progressivo aumento delle percentuali recuperatorie a tutto beneficio della collettività. In ragione dell’esperienza maturata nel contesto assicurativo e risarcitorio – ha proseguito -, Consap si appresta a gestire un ulteriore fondo di solidarietà in un settore affine a quello delle vittime della strada, ovvero il ‘Fondo di solidarietà in favore dei familiari delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali. Consap non è solo stata indicata come società in house cui affidare la gestione di tale fondo, ma si è altresì resa partecipe a collaborare con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la redazione del relativo decreto attuativo”.
Nel corso del 2024 il Fondo, infatti, ha erogato circa 278 milioni di euro, per circa 50.000 indennizzi. “Tra i più importanti servizi a sostegno della collettività affidati in gestione a Consap rientra senza dubbio il Fondo di rotazione per le vittime di reati di mafia, estorsione, usura, reati violenti e orfani per crimini domestici. Nel 2024 il Fondo ha indennizzato ben 465 vittime di mafia per circa 23 milioni di euro, 183 vittime dei reati intenzionali violenti per circa 5 milioni di euro”, ha concluso.
-Foto xb1/Italpress-
(ITALPRESS).
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Economia
Dallo smart working agli orari flessibili, le preferenze degli italiani nel lavoro
Pubblicato
7 ore fa-
18 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Per i lavoratori italiani contano soprattutto soddisfazioni economiche (97%), sviluppo professionale (92%), una cultura aziendale (92%) in cui rispecchiarsi, flessibilità oraria (92%) e lo smartworking (63%) soprattutto per i giovani (76%).
È quanto emerge da una ricerca condotta a inizio giugno da BIG (Business Intelligence Group) e presentata nella sede di Grenke Italia in occasione di un incontro che ha visto confrontarsi sul tema manager ed esperti del settore: Fabiana Carioli (People Experience Director Grenke Italia), Filippo Poletti (giornalista, docente, LinkedIn Top Voice), Valentina Marini (consulente, formatrice e autrice), Luca Furfaro (consulente del lavoro e autore), Gianni Bientinesi (CEO Business Intelligence Group) e Paola Ambrosino (CEO SEC Newgate Italia).
L’aspetto retributivo risulta essere la variabile più rilevante: il 97,3% del totale lo indica come il fattore più rilevante nella valutazione del lavoro, confermandolo come la priorità assoluta nelle aspettative occupazionali. Il significato attribuito alla retribuzione cambia in base alla generazione: per i boomers (99,5%) è sinonimo di sicurezza e status, per la generazione Z (91,4%) è uno strumento abilitante, non un fine.
Lo sviluppo professionale è rilevante per il 92,1% del campione: rappresenta la variabile chiave per i boomers (93,3%), che cercano percorsi chiari di crescita e apprendimento. La cultura aziendale è valutata positivamente dal 92,1%, ma con forti differenze di aspettative: i boomers (94,1%) privilegiano il clima organizzativo, così come la generazione X e i millennials, mentre la generazione Z mostrano una maggiore attenzione verso diversità e inclusione, seguite dallo stile di leadership. Questo indica una visione più ampia e valoriale della cultura aziendale, orientata all’equità e alla rappresentanza.
Una maggiore flessibilità oraria è richiesta dal 91,2% del campione: il dato raggiunge il 95% tra i gen Z, segno della loro aspettativa di autonomia nella gestione della propria vita. In parallelo, il work-life balance è considerato un elemento cruciale dall’89,4% degli intervistati, con valori ancora più elevati tra le donne (91,1%) e i millennials (92,4%).
Per le generazioni più giovani, in particolare, l’equilibrio tra vita privata e professionale assume un’importanza superiore rispetto alla carriera, segnando una svolta nei criteri di valutazione del benessere lavorativo. Se lo smart working è considerato importante dal 63,1% del totale, le cose cambiano abbastanza in base all’età: per il 76,8% della generazione Z è imprescindibile contro il 53,2% dei boomers. Analogamente sono più tiepidi i C-Level che per il 47,7% guardano con preoccupazione agli impatti collaborativi del lavoro da remoto.
“Pagare il giusto– commenta Fabiana Carioli, HR Director di Grenke – non si deve limitare a un’equa retribuzione economica, ma deve rappresentare la creazione di un sistema di valore complessivo che integra riconoscimento, welfare e formazione continua. La giustizia retributiva, dunque, va oltre la semplice conformità agli standard di mercato: è un impegno a comprendere profondamente le esigenze delle persone, a valorizzarne le competenze e a premiare i risultati raggiunti. Mai come oggi le aziende devono sostenere la persona nella sua interezza, promuovendo un equilibrio reale tra vita professionale e personale. Questo è il nostro modo di creare un ambiente in cui le persone possano davvero fiorire”.
“La retribuzione – commenta Filippo Poletti, autore di diversi libri sul lavoro – resta un fattore importante per i lavoratori, ma non basta più alle aziende per conquistare la fiducia dei lavoratori. Serve una proposta significativa, di senso compiuto, orientata alla coerenza tra la proposta di lavoro e quello che effettivamente viene praticato in azienda. Stiamo assistendo a una rivoluzione del panorama lavorativo. L’esperienza pandemica ha catalizzato un cambiamento già in fermento, segnando un decisivo punto di svolta rispetto ai paradigmi tradizionali basati su rigide strutture gerarchiche e concezioni antiquate del dovere professionale. In questo scenario di profonda metamorfosi, emergono nuove coordinate valoriali che le aziende devono tenere in considerazione per attrarre e trattenere i professionisti”.
“Il lavoro – spiega Gianni Bientinesi, CEO di BIG – sta diventando un luogo in cui le persone cercano coerenza tra vita privata e vita professionale. Il paradigma umano-centrico che emerge dall’indagine impone alle organizzazioni di ripensare modelli organizzativi, metriche di performance e strumenti di engagement. Le imprese capaci di leggere questi segnali avranno un vantaggio competitivo duraturo nel tempo”.
La ricerca è basata su un campione costituito da 1.001 rispondenti rappresentativi per generazione (4% gen Z, 30% millennials, 39% gen X e 27% baby boomers), genere (42% donne e 58% uomini), livello professionale (12% entry level, 49% professional, 21% middle management, 10% senior management e 8% c-level) e distribuzione geografica (30% Nord ovest, 23% Nord est 23%, 23% Centro e 24% Sud e Isole).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
ASSTEL, Pietro Labriola eletto nuovo presidente per il biennio 2025-2027
Pubblicato
23 ore fa-
17 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – L’Assemblea di ASSTEL – Assotelecomunicazioni ha eletto Pietro Labriola, Amministratore Delegato di TIM, come nuovo Presidente per il biennio 2025-2027.
Al Presidente uscente, Massimo Sarmi, va il ringraziamento degli Associati per il lavoro svolto e il contributo che continuerà a dare. Il programma di presidenza condiviso dall’Assemblea punta prima di tutto a rafforzare l’efficacia dell’azione associativa. Per questo viene introdotto un Gruppo di Lavoro Strategico operativo a supporto degli Organi Direttivi, pensato per garantire una rappresentanza ancora più coesa e orientata ai risultati di politica industriale della filiera delle telecomunicazioni.
In un momento cruciale per la competitività del Paese, ASSTEL e le imprese associate scelgono di agire con determinazione e responsabilità, mettendo in campo una proposta unitaria per trasformare le regole economiche, fiscali e di politica industriale. È una visione concreta, racchiusa nel Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia, che definisce un piano d’azione per un’Italia più connessa, moderna e competitiva.
“ASSTEL ha oggi l’opportunità e la responsabilità di rafforzare il ruolo del settore delle Telecomunicazioni come motore della trasformazione digitale del Paese”, ha dichiarato Pietro Labriola. “Per farlo, serve una svolta netta: dobbiamo costruire insieme un sistema industriale coeso e attrattivo, promuovendo un quadro normativo stabile, superando asimmetrie competitive, rinnovando le politiche del lavoro e sostenendo gli investimenti. Solo così – ha concluso – restituiremo valore industriale al nostro settore e sosterremo la crescita dell’intero sistema economico”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
La Bioeconomia sempre più rilevante per l’economia italiana
Pubblicato
23 ore fa-
17 Giugno 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il valore stimato della produzione della bioeconomia nei 27 Paesi dell’Unione Europea si è attestato nel 2024 a 3.042 miliardi, occupando oltre 17 milioni di addetti.
L’Italia riveste un ruolo rilevante con il 14% sul totale dell’UE27, una percentuale superiore a quella che si osserva considerando il totale delle attività economiche (12,4%), evidenziando così la specializzazione del nostro Paese nel meta-settore della bioeconomia. Nel 2024 l’insieme delle attività connesse alla bioeconomia in Italia ha generato un output stimato pari a 426,8 miliardi e occupato più di due milioni di persone.
E’ quanto emerge dai dati del rapporto “La bioeconomia in Europa”, redatto dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il cluster Spring, presentato alla Luiss. Il dettaglio settoriale evidenzia come in tutte le aree considerate la filiera agro-alimentare rappresenti oltre la metà del valore della bioeconomia. Nel sistema moda bio-based spiccano i paesi dell’area Mediterranea, influenzati dall’Italia, mentre nei comparti del legno e mobili bio-based e nella carta emergono i paesi Nordici.
La componente bio-based del settore della chimica, gomma e plastica ha incidenze più modeste e relativamente simili nelle diverse aree climatiche, dall’1,2% del totale della bioeconomia nel Mediterraneo al 2,3% dei paesi Nordici.
Pur con un peso economico ancora limitato, il segmento delle plastiche e prodotti in plastica bio-based presenta un forte potenziale di sviluppo, anche alla luce della recente normativa UE in materia di imballaggi, e può contribuire alla riduzione delle emissioni grazie alla minore impronta carbonica e alla migliore gestione del fine vita.
Un’indagine condotta presso 171 imprese clienti di Intesa Sanpaolo, attive nel settore della produzione di imballaggi in plastica conferma il ruolo che i prodotti bio-based già ora giocano nel contesto italiano: poco meno della metà delle imprese intervistate utilizza già input di origine naturale e di queste circa il 40% presenta un utilizzo superiore al 30% di tali materie prime sul totale degli input. In prospettiva, il 23% delle aziende che non utilizzano materie prime bio-based intende introdurre tali input nei propri processi produttivi, mentre ben il 68% delle imprese che utilizzano input bio-based in maniera marginale dichiarano di voler ampliare l’utilizzo di tali risorse.
Le scelte produttive e strategiche delle imprese risultano strettamente legate al quadro normativo e le imprese bio-based risultano essere maggiormente sensibili e reattive rispetto alla sua evoluzione. La bioeconomia rappresenta un’opportunità straordinaria di sviluppo inclusivo anche delle aree interne, ovvero quei territori con minore accesso ai servizi essenziali, in particolare nel Mezzogiorno.
La loro ricchezza in biodiversità, la prevalenza di colture stabili, la diffusione di pratiche biologiche, la presenza di sistemi agro-silvo-pastorali integrati e la relativa assenza di agricoltura intensiva configurano questi territori come aree strategiche per l’Italia, non solo in termini produttivi, ma soprattutto come custodi di servizi ecosistemici e innovazione sostenibile. Ulteriore tassello è rappresentato dalle policy legate alla tutela della biodiversità: la protezione della biodiversità è un requisito fondamentale per l’economia, l’evoluzione sociale e culturale.
Per Stefania Trenti, responsabile Industry and Local Economies Research di Intesa Sanpaolo, “la bioeconomia si conferma un settore rilevante per l’economia italiana, rappresentando un’occasione per la crescita e lo sviluppo sostenibile anche delle aree Interne, territori marginali a rischio di spopolamento. Ma la bioeconomia può rappresentare un’occasione per innovare anche per settori altamente competitivi come quello del packaging in plastica. L’originale indagine su imprese attive in questo settore, presentata nel report, conferma il ruolo che i prodotti bio-based già ora giocano nel contesto italiano grazie all’impegno di imprese fortemente innovative e proattive di fronte alle sfide del mercato”.
Catia Bastioli, presidente cluster Spring, afferma: “In un contesto globale profondamente trasformato, la bioeconomia si conferma una leva strategica per coniugare sostenibilità ambientale, competitività industriale e coesione territoriale. Trasformare la bioeconomia in una vera e propria strategia industriale europea è fondamentale per garantire prosperità duratura, autonomia strategica e benessere condiviso”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)


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