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Malagò “Mai chiesto il quarto mandato, Buonfiglio l’uomo giusto per il Coni”

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ROMA (ITALPRESS) – Gli ultimi giorni. Come sempre intensi. Da dodici anni Giovanni Malagò è il numero 1 dello sport italiano, dalla prossima settimana non lo sarà più. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente del Coni parla della corsa alla sua successione, ma anche di tanto altro.

Si comincia dai candidati alla sua poltrona, da Luca Pancalli che ha spiegato che con lui il Coni “non avrà l’eccessiva personalizzazione” della gestione Malagò, non tanto distante dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, che attende “un cambiamento di indirizzo che superi la dimensione personalistica”. “L’uscita di Pancalli è stata non solo poco elegante ma anche controproducente rispetto a chi dovrà votarlo. Non commento le parole di Abodi. Ho sempre lavorato al servizio dello sport italiano e dell’istituzione Coni”, la replica di Malagò che sottolinea di sostenere apertamente la candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Fick. “Non esistono sottotraccia, non è questo il mio metodo. Le motivazioni del mio sostegno a Buonfiglio sono state espresse ai presidenti federali quando presi atto che non ero più candidabile. Ho molto apprezzato che la candidatura di Luciano sia sempre stata subordinata alla mancata possibilità di ricandidarmi. Di quella di Pancalli, invece, ho appreso dai giornali. Buonfiglio è presidente federale di lungo corso e di esperienza nazionale e internazionale: la sua candidatura è logica e coerente. Potrei telecomandarlo? Una cattiveria gratuita nei miei e nei suoi confronti: non vedo l’ora di dimostrare che non è così”.

In corsa anche l’85enne Franco Carraro. “È frutto della situazione particolare che si è creata con il tira e molla sul mio rinnovo, di un’incertezza che ha portato a gonfiare a dismisura anche il numero di candidati per la Giunta. Con Carraro ho un’amicizia antica, c’è un rapporto di stima”. Lui avrebbe voluto “Diana Bianchedi, avrei voluto Silvia Salis. Quando ho consultato i presidenti federali e ho capito che avrebbero votato solo uno di loro, con franchezza ho detto a Diana di lasciar perdere. Quanto a Salis ha fatto una scelta politica diversa e di successo diventando sindaco a Genova”.

Lascia il Coni con amarezza, avrebbe voluto chiudere dopo le Olimpiadi di Milano-Cortina e sottoloinea: “Mai chiesto il quarto mandato, ma una proroga. Come vi sentireste se dopo 12 anni e in prossimità delle Olimpiadi vi dicessero che non siete prorogabili nemmeno per sei mesi mentre chi è alla guida del Comitato Paralimpico da un tempo doppio rispetto al vostro può candidarsi per il Coni? Dopo aver lavorato per sette anni a contatto con i miei colleghi dei comitati olimpici nazionali una proroga avrebbe dato continuità e permesso a loro di poter dialogare con lo stesso soggetto. Se il veto fosse stato posto subito, nulla da dire ma è stato introdotto dopo sei anni. Credo che chiunque si renda conto che non capita ogni giorno che un Paese organizzi le Olimpiadi e le Paralimpiadi in casa: è una situazione unica. Sono fatalista e sereno. Pensavo che la proroga sarebbe stata la soluzione giusta ma è andata così e sono focalizzato solo sul futuro”.

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Secondo Malagò a remare contro “sicuramente Paolo Barelli, deputato, presidente della Federnuoto che ora sostiene Pancalli”. Anche con il numero 1 del tennis italiano, Binaghi, il rapporto è sempre stato difficile. “Barelli e Binaghi sono due eccellenti presidenti federali, risultati e numeri parlano per loro. Nella scorsa tornata elettorale sostenevano la candidatura di Di Rocco contro la mia, prima ancora quella di Pagnozzi. Hanno perso di brutto e capisco la loro delusione. Ma come puoi criticare il Coni o sostenere un candidato se per 4 anni non ti sei mai fatto vedere a una riunione del Consiglio Nazionale? Come può Pancalli dire che non c’è la politica dietro la sua candidatura quando Barelli sta lavorando ventre a terra per lui? Per Petrucci vanno coinvolti in Giunta? Ma sapete quante volte gliel’ho proposto? Ma non puoi fare politica dello sport stando fuori dal Coni. Io qui sono il primo ad arrivare, l’ultimo ad andare via. Lo faccio in maniera volontaristica da 12 anni. Le critiche si fanno partecipando”.

Ha sempre detto no alla politica. “Mi hanno proposto di tutto: deputato, senatore, membro dell’esecutivo. Fino ai miei 50 anni dovevo occuparmi delle aziende di famiglia ed era un impegno enorme. Da quando sono al Coni, penso solo al Coni: per altro non c’è spazio. Da marzo 2026 qualcosa potrebbe cambiare”.

Si parla di Malagò alla Roma, alla Ferrari e di tanto altro. “Posso essere onorato, lusingato, ma la priorità fino a marzo 2026 sono le Olimpiadi di Milano e Cortina. Poi, vedremo”. Calcio e F1 due passioni per il presidente del Coni e per tutti gli italiani, ma negli ultimi anni le gioie sono state pochissime. “Capisco la preoccupazione. Per la Nazionale, il 90% degli italiani, me compreso, era felice della scelta di Spalletti per il dopo Mancini. Oggi ci ritroviamo in una situazione di grande emergenza e la cosa che mi mette più tristezza è che manchi addirittura il fuoco sacro di andare a vestire la maglia della Nazionale. La Ferrari? Sono completamente coinvolto nella storia, mi dispiace tantissimo che non siamo particolarmente competitivi e mi limito a dire che la realtà industriale è eccellente sotto ogni punto di vista”.

Chiusura dedicata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con lui un grandissimo rapporto. “Due cose voglio dire. La prima è che non si può immaginare un capo dello Stato migliore e più vicino allo sport di lui. La seconda, non certo a livello personale, ma per questo mondo che ancora per qualche giorno rappresento, è: grazie presidente”.

– foto IPA Agency –

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(ITALPRESS).

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Il Napoli cade a Udine, decide una magia di Ekkelenkamp

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UDINE (ITALPRESS) – Dopo il ko in Champions League contro il Benfica, un Napoli scarico di energie perde anche al Bluenergy Stadium contro una grande Udinese. I ragazzi di Runjaic si impongono per 1-0, grazie ad una perla di Ekkelenkamp nel secondo tempo. I bianconeri se lo sono proprio dovuti sudare il gol: il Var, infatti, ha annullato le reti di Davis e Zaniolo. Non basta un finale di cuore alla squadra di Conte per evitare la sconfitta. Continua l’emergenza infortuni in casa Napoli con Conte costretto a schierare lo stesso undici titolare per la terza gara consecutiva. Non se la passa tanto meglio nemmeno l’Udinese, viste le contemporanee assenze sulla corsia mancina di Kamara e Zemura e di Atta come mezzala sinistra. Tra le principali novità di formazione di Runjaic figura Bertola messo a tutta fascia. L’ex Spezia si rivela subito determinante al 10′, quando, sul cross teso di Spinazzola, riesce ad anticipare Lang, che già pregustava il gol a porta vuota. L’ala olandese ci riprova sul calcio d’angolo successivo, calciando però alto. Dopo le iniziali folate del Napoli, l’Udinese comincia a guadagnare campo e la partita si riequilibra. Al 30′ Milinkovic scalda i guantoni, neutralizzando il tiro dal limite di Ekkelenkamp.

Nella ripresa la pressione feroce dei friulani e un Zaniolo semplicemente incontenibile mettono il Napoli in grande difficoltà. Al 53′ il Var nega la gioia del gol a Davis: dopo la respinta centrale di Milinkovic sul tiro di Bertola, l’attaccante inglese viene pizzicato in fuorigioco dopo aver segnato in tap-in. Il Var è ancora protagonista al 68′, quando Sozza viene richiamato al monitor dopo la marcatura di Zaniolo. L’Udinese si vedrà così annullare la seconda rete del pomeriggio, a seguito di un recupero falloso di Karlstrom sul neoentrato Lobotka. In mezzo c’è stata anche una traversa colpita da Piotrowski. Il Napoli, però, è stanco, sotto ritmo e perde tutti i duelli in mezzo al campo. La sfortuna non scoraggia i padroni di casa che continuano ad attaccare e che alla fine trovano il tanto agognato gol al 73′. L’1-0 viene realizzato da Ekkelenkamp, autore dal limite di uno splendido destro a giro che si infila sotto l’incrocio. Nel finale Conte butta nella mischia anche l’ex Lucca e, proprio da un suo recupero, il Napoli va ad un passo dal pari. L’errore di Hojlund al 88′ è però clamoroso con il danese che arriva scoordinato sul pallone e lo manda alto da meno di un metro. Al 93′ c’è spazio anche per un palo esterno colpito da Lucca in spaccata.

IL TABELLINO DELLA PARTITA

UDINESE (3-5-2): Okoye 6; Kristensen 6, Kabasele 7, Solet 6.5; Zanoli 6 (49′ st Goglichidze sv), Piotrowski 6.5, Karlstrom 6, Ekkelenkamp 7 (38′ st Zarraga sv), Bertola 7 (39′ st Ehizibue sv); Zaniolo 7.5 (46′ st Iker Bravo sv), Davis 6.5 (38′ st Buksa sv). In panchina: Nunziante, Padelli, Sava, Palma, Camara, Rui Modesto, Miller, Lovric, Gueye. Allenatore: Runjaic 7.

NAPOLI (3-4-3): Milinkovic-Savic 6.5; Beukema 6 (16′ st Lobotka 6), Rrahmani 5.5, Buongiorno 6 (30′ st Olivera 6); Di Lorenzo 5.5, McTominay 6, Elmas 5.5 (38′ st Lucca sv), Spinazzola 6 (38′ st Gutierrez sv); Neres 5.5, Hojlund 5, Lang 5.5 (16′ st Politano 5.5). In panchina: Ferrante, Contini, Marianucci, Mazzocchi, Vergara, Ambrosino. Allenatore: Conte 5.5.

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ARBITRO: Sozza di Seregno 6.
RETI: 28′ st Ekkelenkamp.
NOTE: pomeriggio sereno, campo in buone condizioni. Ammoniti: Zaniolo. Angoli: 1-3. Recupero: 1′, 5’+2.

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(ITALPRESS).

 

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Sprofonda la Fiorentina, Orban regala i 3 punti al Verona nel recupero

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FIRENZE (ITALPRESS) – Il Verona espugna il “Franchi” grazie ad una doppietta di Orban, con il secondo gol dell’attaccante gialloblù che arriva in zona Cesarini condannando ancora di più la Fiorentina all’ultimo posto in classifica, con lo spettro della retrocessione che inizia a farsi sempre più concreto. Una prova negativa quella dei padroni di casa, che invece di mostrare orgoglio e determinazione hanno messo in mostra tutti i propri limiti, cadendo ancora una volta davanti al proprio pubblico, e stavolta in uno scontro diretto.

Che non sarà un pomeriggio semplice per i toscani lo si capisce fin dai primi minuti di gioco. La manovra dei viola è lenta, impicciata, piena di errori, con il centrocampo che non solo non costruisce gioco ma fa anche scarso filtro. Se a questo si aggiunge la scarsa lucidità in zona gol di Kean – che al 17′ prima e al 28′ poi non concretizza davanti a Montipò due ottimi lanci di Pongracic e Fagioli – si capisce il perché i gigliati non riescano a sbloccare il risultato. A farlo è invece il Verona, nella parte finale della prima frazione con Orban, subentrato all’infortunato Giovane, con il nigeriano che trova tutta la difesa viola sguarnita e brucia De Gea sul suo palo.

Gli ospiti si erano fatti già vedere al 4′ colpendo una traversa con Bernede, pensando poi soprattutto a coprirsi ed eventualmente provare a ripartire. L’inizio di ripresa dei gigliati è più incoraggiante, con gli uomini di Vanoli che costringono il Verona nella propria trequarti, ma sono i veneti a fallire il clamoroso raddoppio con Orban intorno all’ora di gioco. La risposta arriva con Kean che, con un pallonetto al 65′, scavalca Montipò ma senza inquadrare la porta. Il pareggio viola arriva grazie a un’incredibile autorete di Unai Nunez dopo una respinta del proprio portiere ancora su Kean. Serve invece un miracolo di De Gea per dire di no a Gagliardini, poi sul contropiede Gudmundsson sbaglia il tempo per servire Kean, solo davanti Montipò. Il finale è nervoso, Zanetti viene espulso, e quando tutto lascia pensare a un pareggio che non accontenterebbe nessuno, Orban si libera di Fortini e consegna tre punti preziosissimi al Verona.

IL TABELLINO DELLA PARTITA

FIORENTINA (3-5-2): De Gea 5; Pongracic 6, Comuzzo 5.5, Ranieri 5 (16’st Fortini 5); Dodò 5 (40’st Viti sv), Mandragora 5.5 (16’st Richardson 5), Fagioli 5 (40’st Ndour sv), Sohm 5 (24’st Dzeko 5.5), Parisi 6; Kean 5, Gudmundsson 5 In panchina: Martinelli, Lezzerini, Kouadio, Pablo Marì, Nicolussi Caviglia, Richardson, Kouame, Piccoli. Allenatore: Vanoli 4.5.

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VERONA (3-5-2): Montipò 7; Nunez 6, Nelsson 6.5, Bella-Kotchap 6.5; Belghali 6.5, Niasse 6.5 (1’st Gagliardini 6), Al-El Musrati 6.5 (30’st Serdar sv), Bernede 6.5, Frese 6.5 (30’st Valentini sv); Giovane 6 (34’st Orban 7.5), Mosquera 6 (16’st Sarr 6). In panchina: Perilli, Toniolo, Oyegoke, Slotsager, Ebosse, Cham, Yellu Santiago, Kastanos, Harroui, Ajayi. Allenatore: Zanetti 7.

ARBITRO: Colombo di Como 6.5
RETI: 42’pt e 48’st Orban, 24’st Nunez (aut).
NOTE: pomeriggio soleggiato, terreno in ottime condizioni. Spettatori: 20.967 per un incasso di 422.042 euro. Espulso: al 40’st Zanetti (all). Ammoniti: Gudmundsson, Niasse, Frese, Al-El Musrati, Belghali, Gagliardini. Angoli: 10-4 per la Fiorentina. Recupero: 4′ pt, 6′ st.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

 

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Al Milan non basta la doppietta di Bartesaghi, è 2-2 a San Siro contro il Sassuolo

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MILANO (ITALPRESS) – Il Milan sbatte nuovamente sul muro di una neo-promossa. I rossoneri, infatti, non vanno oltre un pareggio per 2-2 contro il Sassuolo, nel match del Meazza valevole per la quindicesima giornata di Serie A 2025/2026: alla doppietta di Bartesaghi rispondono i gol di Koné e Laurienté.

Pronti via Saelemaekers tenta subito una conclusione, che però si perde alta sopra la traversa. Dopo un buon avvio di gara dei padroni di casa, a passare in vantaggio sono i neroverdi grazie alla rete realizzata al 13′ da Ismael Koné: il centrocampista riceve da Pinamonti e con un tocco sotto scavalca Maignan. Il Milan reagisce immediatamente rendendosi pericoloso con un inserimento di Rabiot, che calcia e trova l’opposizione della difesa avversaria. I ragazzi di Massimiliano Allegri vanno vicini al pareggio anche al 29′ quando Rabiot ruba palla a Fadera e lascia partite una conclusione a botta sicura, che viene respinta da Muric. Al 34′ i tempi sono maturi per l’1-1 dei meneghini, che vanno a segno con il primo gol in Serie A di Davide Bartesaghi: l’esterno viene servito sul secondo palo da Loftus-Cheek e realizza la deviazione vincente. Al termine dei 3′ di recupero le due squadre tornano negli spogliatoi sul parziale di 1-1.

– In apertura di ripresa il Milan colpisce subito e completa il sorpasso nuovamente grazie a Davide Bartesaghi che, su assist di Nkunku, beffa Muric con un potente sinistro sul primo palo. La formazione rossonera vuole cavalcare il momento positivo e al 57′ cala il tris con Pulisic, ma la rete viene annullata per una leggera spinta di Loftus-Cheek su Candé. Mentre Gabbia esce per infortunio, il Sassuolo prova ad approfittarne creandosi una doppia chance con Thorstvedt, ma in entrambi i casi Maignan si oppone. Al 67′ i padroni di casa si vedono annullare il secondo gol di giornata: Rabiot devia alle spalle di Muric, ma il direttore di gara ravvisa il fuorigioco del francese. Gli ospiti non si arrendono, tant’è che al 77′ acciuffano il 2-2 con Armand Laurienté che, imbeccato da Pinamonti, trafigge Maignan con un diagonale. Nel finale le due squadre sono spaccate e questo lascia spazio soprattutto all’iniziativa di uno scatenato Laurienté, che all’88’ colpisce un clamoroso palo. Mentre i ragazzi di Fabio Grosso si lamentano di un presunto fallo in area di Pavlovic, i rossoneri si rendono pericolosi prima con Loftus-Cheek e poi con Nkunku. Al triplice fischio di Crezzini, però, il risultato finale è di 2-2.

In seguito a questo risultato il Milan sale a 32 punti in classifica, mentre il Sassuolo si porta a quota 21. Il club meneghino tornerà in campo giovedì sera per affrontare il Napoli nella semifinale di Supercoppa Italiana, invece gli emiliani domenica 21 dicembre ospiteranno il Torino al Mapei Stadium.

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IL TABELLINO DELLA PARTITA 

MILAN (3-5-2): Maignan 6; Tomori 6.5, Gabbia 6 (15’st De Winter 6), Pavlovic 5.5; Saelemaekers 6 (90’st Athekame sv), Loftus-Cheek 6, Modric 6.5, Rabiot 6.5, Bartesaghi 7.5 (46’st Estupiñan sv); Nkunku 5.5, Pulisic 5.5 (26’st Ricci 6). In panchina: Pittarella, Terracciano, Odogu; Jashari. Allenatore: Allegri 6.

SASSUOLO (4-3-3): Muric 5.5; Walukiewicz 6, Idzes 6, Muhamerovic 6.5, Candé 5.5 (15’st Doig 6); Thorstvedt 5.5, Matic 6, Koné 7; Volpato 5 (41’st Cheddira sv), Pinamonti 6 (41’st Moro sv), Fadera 5 (14’st Laurienté 7.5). In panchina: Satalino, Zacchi, Coulibaly, Odenthal, Iannoni, Lipani, Vranckx, Pierini. Allenatore: Longo (Grosso squalificato) 6.

ARBITRO: Crezzini di Siena 5.5.
RETI: 13’pt Koné, 34’pt e 2’st Bartesaghi, 32’st Laurienté.
NOTE: Giornata serena, terreno di gioco in buone condizioni. Ammoniti: Fadera, Loftus-Cheek, Muharemovic, Thorsvedt. Angoli: 7-3. Recupero: 3′, 6′.

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