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Economia

Cybersicurezza, quasi un’azienda su due ha subito un attacco informatico

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ROMA (ITALPRESS) – La quasi totalità delle aziende utilizza i servizi on line della pubblica amministrazione e il 94 per cento si ritiene soddisfatto, con una maggiore diffusione delle imprese del Mezzogiorno (95,5 per cento) rispetto a quelle del resto del Pase (93,4 per cento). A preoccupare è la sicurezza: quasi un’azienda su due ha subito un attacco informatico e non è l’unico campanello d’allarme. Un’azienda su dieci, infatti, ha subito il furto di file con richiesta di riscatto. Una cyber estorsione che ha colpito migliaia di realtà produttive. Nel complesso negli ultimi cinque anni l’87 per cento delle imprese ha riscontrato vantaggi nell’utilizzo dei servizi on line della Pubblica Amministrazione. Queste ed altre informazioni sono contenute in uno studio dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, realizzato su un campione di oltre 800 piccole e medie aziende, rappresentativo di una realtà che conta oltre 60mila imprese. aventi dai 20 ai 249 addetti. La ricerca esamina l’impatto della trasformazione digitale nei processi aziendali, dai benefici alle criticità, fino ai fabbisogni ancora inespressi.

La ricerca sarà presentata nel corso del Convegno “Digitalizzazione, Cybersicurezza, Competitività – la digitalizzazione che serve“, promosso dalla Fondazione Nazionale tra i Cavalieri di Gran Croce (ente che riunisce chi è stato insignito della massima onorificenza al merito della Repubblica italiana) che ha proposto e dato impulso allo studio, con la partecipazione attiva del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, di COTEC – Fondazione per l’Innovazione, di RUR – Rete Urbana delle Rappresentanze e di Unioncamere che si terrà giovedì 17 luglio, a partire dalle ore 9.30, presso la sede dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di fare il punto sugli effetti concreti che una digitalizzazione efficace e inclusiva può generare in termini di competitività per le imprese, in particolare le PMI, e di efficientamento della Pubblica Amministrazione. L’indagine dell’istituto Tagliacarne è stata arricchita dai risultati di un questionario rivolto alle principali Confederazioni imprenditoriali e Associazioni di categoria, con l’obiettivo di raccogliere spunti operativi per superare le difficoltà che ancora ostacolano il dialogo digitale tra imprese e amministrazioni pubbliche. Il convegno, in altre parole, punta a sviluppare ulteriormente il dialogo tra Pubblica Amministrazione e settore produttivo, in un’ottica assolutamente pragmatica basata sul confronto tra chi è chiamato a definire le procedure e chi è chiamato ad applicarle. Ad aprire i lavori sarà Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, seguito dall’intervento istituzionale del Sottosegretario di Stato Alessio Butti, con delega all’Innovazione Tecnologica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Claudio Gorelli, Presidente della Fondazione promotrice, illustrerà le motivazioni che hanno condotto alla realizzazione dell’indagine, finalizzata a esplorare il livello di conoscenza, l’adozione e la percezione delle procedure di digitalizzazione da parte delle imprese, con particolare attenzione ai cambiamenti riscontrati nel rapporto con la PA. A seguire, interverranno: Giuseppe Tripoli, Segretario Generale di Unioncamere; Gianfranco Ruta, Direttore della Fondazione COTEC; Giuseppe Roma, Presidente di RUR – Rete Urbana delle Rappresentanze; Matteo Lucchetti, Direttore di Cyber 4.0, uno degli otto centri di competenza ad alta specializzazione cofinanziati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La presentazione dell’indagine a cura di Marco Pini, del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, costituirà il punto di partenza per una tavola rotonda che vedrà il confronto tra i rappresentanti delle Associazioni di categoria: Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confindustria e CIA – con la moderazione e le conclusioni affidate a Ivan Cimmarusti, giornalista del Sole 24 Ore. L’evento rappresenta un’occasione di confronto ad alto livello tra Istituzioni, mondo imprenditoriale e comunità scientifica, con l’obiettivo di individuare strategie condivise in grado di trasformare la transizione digitale in un vero fattore di sviluppo, sicurezza e innovazione per il Paese.

– foto IPA Agency –

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Economia

FS, Donnarumma “I porti sono fondamentali, in particolare per il trasporto merci”

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ROMA (ITALPRESS) – FS punta a costruire una rete logistica integrata, capace di connettere il sistema dei porti italiani ai grandi nodi europei. Ne ha parlato l’Ad del Gruppo, Stefano Antonio Donnarumma, durante l’evento di Confindustria sull’economia del mare. “I porti sono fondamentali perché, grazie alla posizione geografica dell’Italia, la collegano al resto del mondo, in particolare per il trasporto delle merci”, ha detto l’Ad di FS. Su oltre 16 miliardi di fatturato annuo del Gruppo, il comparto merci pesa circa un miliardo, con una quota crescente di business internazionale: “Tutto il business internazionale, passeggeri e merci, vale circa 3 miliardi dei 16 totali”, ha aggiunto. Un impegno, quello di FS, che si estende anche all’estero, con una presenza importante in Germania e una recente partecipazione in un terminal di Anversa.

Infatti, l’Italia, grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo e i collegamenti ai principali corridoi europei, rappresenta un nodo fondamentale nella logistica internazionale. In questo scenario, anche la decarbonizzazione è una priorità. “Solo nel 2023, il trasporto merci su rotaia ha permesso di risparmiare circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2. Un risultato significativo, soprattutto se si considera che un singolo treno equivale a togliere circa 30 camion dalle strade”, ha detto Donnarumma. L’obiettivo è ridurre le emissioni e favorire soluzioni intermodali, lasciando al trasporto elettrico su gomma l’ultimo miglio.

– foto IPA Agency –

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Economia

Ex Ilva, Urso “C’è l’impegno di tutti, siamo sulla strada giusta”

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ROMA (ITALPRESS) – La firma del verbale è un fatto “già importante e significativo del clima collaborativo e costruttivo che siamo riusciti a instaurare con tutti gli attori”. Lo ha affermato il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, al termine dell’incontro con gli enti locali sull’ex Ilva di Taranto.

Alla domanda sulla possibilità di trovare un accordo per salvare l’impianto entro il 31 luglio, il ministro ha risposto che “c’è l’impegno di tutti a farlo e io credo che questo impegno sarà mantenuto da tutti gli attori istituzionali”.

“A tal fine abbiamo deciso di accogliere la richiesta del sindaco di Taranto di sottoporre il piano di piena decarbonizzazione che ci consentirà di realizzare a Taranto il più importante, significativo e avanzato stabilimento siderurgico green d’Europa alle valutazioni del Consiglio comunale. Siamo sulla strada giusta”, ha aggiunto.

“La conferenza dei servizi dovrà comunque rilasciare un’Autorizzazione Integrata Ambientale anche ai fini sanitari per soddisfare le esigenze del Tribunale di Milano e quindi consentire di mantenere in attività lo stabilimento mentre si realizza il piano di piena decarbonizzazione”, ha spiegato Urso.

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“Nel contempo il rilascio dell’AIA ci consente di proseguire nel negoziato perchè tutti gli attori industriali, che hanno presentato un’offerta ed altri che potrebbero aggiungersi, hanno chiesto come fattore preliminare abilitante che lo stabilimento abbia l’esercizio a produrre”, ha proseguito.

“Penso che sarà necessario che ci sia un documento parlamentare, mi auguro largamente condiviso, che impegni i governi al fine di raggiungere l’obiettivo della piena decarbonizzazione del sito siderurgico di Taranto, garantendo i livelli occupazionali o comunque consentendo che nessuno resti indietro – ha detto ancora Urso -. In ogni caso abbiamo trovato una soluzione per mantenere lo stabilimento in produzione e per consentire che, ove fossero previste riduzioni di personale, ciò avvenisse sempre con uscite volontarie incentivate e mai con licenziamenti collettivi”.

– Foto IPA Agency –

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Economia

Confindustria, promuovere uno sviluppo competitivo per l’economia del mare

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ROMA (ITALPRESS) – L’economia del mare rappresenta un settore strategico per l’economia nazionale, contribuendo in modo significativo al Pil e all’occupazione. Nel 2025, ha raggiunto un valore totale di 216,7 miliardi, di cui 74,6 miliardi di impatto diretto, rappresentando il 11,3% del Pil nazionale, con oltre 230mila imprese e oltre un milione di occupati.

In questo scenario il gruppo tecnico sull’economia del mare di Confindustria ha approfondito e sviluppato un piano d’azione strutturato su tre driver strategici: Infrastrutture e portualità; Vettori e flotte; Persone e competenze. L’obiettivo è promuovere politiche per lo sviluppo competitivo del settore, per consolidare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e nei mercati globali.

Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’economia del mare, ha presentato un documento strategico per garantire la competitività e la sostenibilità del settore. In tal senso, serve una visione strategica condivisa tra industria e istituzioni, una governance efficace, e investimenti mirati su infrastrutture, flotte e capitale umano.

Nel documento si sottolinea come i porti italiani, cruciali per il commercio e il turismo, necessitano di investimenti mirati per modernizzare le infrastrutture, migliorare l’intermodalità e ridurre l’impatto ambientale. L’ottimale utilizzo dei fondi Pnrr è essenziale per rendere i porti più competitivi. È inoltre necessario semplificare la governance portuale per superare inefficienze e garantire una gestione più centralizzata e strategica, con partecipazione effettiva degli stakeholder com- merciali nella definizione delle scelte strategiche. I porti devono diventare hub energetici, investendo nell’elettrificazione delle banchine e nella creazione di infrastrutture per combustibili alternativi come Lng e idrogeno e lo sviluppo dei biofuels. Secondo Confindustria serve una semplificazione normativa per ridurre la burocrazia e rendere più efficiente il settore. La decarbonizzazione dello shipping deve essere perseguita con un equilibrio tra sostenibilità e competitività. È fondamentale inoltre adottare un approccio globale alla transizione energetica, evitando distorsioni di mercato dovute a normative europee disallineate rispetto agli standard internazionali.

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Il settore della pesca, invece, necessita di un rinnovamento della flotta per migliorare sicurezza, sostenibilità ed efficienza. Le politiche europee limitano l’aumento delle licenze, ma il rinnovamento delle imbarcazioni può garantire maggiore competitività senza incrementare lo sforzo di pesca. Infine, sebbene la cantieristica navale italiana sia leader mondiale, sono necessarie politiche industriali mirate per rilanciare il settore e consolidare lo sviluppo competitivo nel panorama mondiale e così anche confermare la leadership tecnologica italiana.

Il documento di Confindustria sottolinea come la carenza di manodopera qualificata è una delle principali criticità dell’economia del mare. Occorre quindi allineare e potenziare gli attuali percorsi formativi alle esigenze del mercato, soprattutto negli Its e nelle università. Le competenze digitali e linguistiche sono sempre più richieste, così come figure professionali specializzate nella transizione energetica e nella logistica avanzata.

Servono incentivi per le imprese che assumono giovani formati e un maggior dialogo tra istituzioni e settore privato per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. In conclusione, lo sviluppo dell’economia del mare richiede un impegno congiunto tra istituzioni e imprese e Confindustria si pone come interlocutore privilegiato per tradurre le criticità in azioni concrete, favorendo il dialogo con i ministeri competenti e promuovendo un ecosistema formativo, produttivo e normativo più moderno e competitivo.

-Foto IPA Agency-
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