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Cronaca

Techedge accelera su crescita sostenibile e trasformazione digitale

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MILANO (ITALPRESS) – Il CdA di Techedge ha approvato la relazione finanziaria semestrale del Gruppo. I ricavi netti consolidati nel primo semestre sono risultati pari a 108,8 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto ai dati del 30 giugno 2020. Rispetto al riferimento pre-Covid del primo semestre 2019 (96,1 milioni di Euro) la crescita è in doppia cifra e pari al 13,2%. L’Ebitda consolidato è di 14,1 milioni di euro, in aumento del 14% rispetto al giugno scorso corrisponde ad un margine pari al 13,0% rispetto al 12,2% dello scorso anno. Questi indicatori evidenziano la crescita di Techedge nel settore, determinata da un posizionamento sempre più netto nella fornitura di soluzioni per l’evoluzione dei processi di business in chiave sostenibile e consulenza per la trasformazione digitale.
Anche i dati relativi alla gestione finanziaria e complessiva sono positivi ed in miglioramento rispetto all’anno precedente. Il risultato netto consolidato è di 8 milioni di euro, in miglioramento del 39% rispetto ai 5.6 milioni del 30 giugno scorso, mentre la posizione finanziaria netta del Gruppo si attesta sui 21 milioni, in positivo e in ulteriore miglioramento rispetto ai 17.9 milioni del 31 dicembre 2020.
“Nel primo semestre del 2021 abbiamo accelerato un percorso di crescita che proietta il Gruppo Techedge in una nuova dimensione come protagonista nella trasformazione dei modelli di business secondo principi circolari e sostenibili, nei contesti in cui operano i nostri clienti e partner su scala globale – commenta anche a nome dell’intero Consiglio Domenico Restuccia, presidente esecutivo e amministratore delegato (nella foto) -. Grazie alla combinazione delle nostre capacità di System Integration, Advisory e sviluppo di Soluzioni Software, Edge e Cloud Native, abbiamo l’ambizione di aiutare i nostri clienti sia a migliorare i propri processi, che a stimolare l’innovazione e l’adozione di nuovi modelli di business e attraverso la creazione di nuovi prodotti e servizi sempre più ibridi e connessi”.
Vincenzo Giannelli, consigliere delegato e direttore generale del Gruppo, sottolinea che “i risultati del primo semestre rappresentano una base solida che ci rende confidenti di poter raggiungere nell’immediato gli obiettivi di crescita a doppia cifra della top line, di miglioramento dei margini e di generazione di cassa e di valore, che sono essenziali per sostenere lo sviluppo strategico del Gruppo nel lungo termine. In termini qualitativi la crescita è distribuita in modo equilibrato sulle geografie, sulle aree di competenza, sui settori industriali con una componente esponenziale che riguarda progetti di innovazione e cambiamento in cui le tecnologie digitali rappresentano un elemento fondamentale”. “La sfida principale in questo momento – conclude Giannelli – è quella di aggregare al nostro Gruppo su scala globale, un numero crescente ed adeguato di collaboratori motivati a condividere questo percorso di lavoro e di crescita con i nostri clienti”.
(ITALPRESS).

Cronaca

Renzi “Chi abbandona la ‘tenda riformista’ regala il Paese alla destra”

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ROMA (ITALPRESS) – “Ricevo email di persone con il mal di pancia per gli accordi che vengono fatti anche con la sinistra radicale e i Cinque Stelle. Voglio essere molto chiaro, cari amici. Se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee. Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari NoVax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo. Capisco molto bene chi dice: eh ma rischiamo di annacquare il profilo riformista. Di non contare dentro il centrosinistra. Sì, è un rischio reale. Ma il modo per non farsi ‘annacquarè è solo uno: prendere i voti. Lo dico a chi su Twitter annuncia sfaceli, a chi sui social promette rivoluzioni, a chi nelle chat grida il proprio disgusto”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nella sue enews. “Se volete incidere, in democrazia, un tweet in meno e un voto in più. Un post in meno e un candidato che prenda voti in più. Uno sfogo in meno e una telefonata all’amico incerto in più. Ve la dico ancora più chiara: gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere”, aggiunge.

“Se i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi prendiamo l’1%, il problema è nostro, non loro. Se invece riusciamo a fare un buon risultato (come faremo, ne sono certo, non solo in Calabria e Toscana), allora la tenda riformista diventa credibile. E decisiva per la vittoria alle politiche. In democrazia contano i voti. Noi siamo forti e credibili – spiega – perchè quando abbiamo portato il nostro contributo abbiamo fatto la differenza (pensate solo alla differenza nelle elezioni a Genova dopo le regionali in Liguria). Ma adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese. Punto. Tutto il resto è noia. Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Adesso. Chi abbandona il campo per la presenza di Cinque Stelle e AVS regala il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida. E’ chiaro adesso perchè insisto sul fatto che noi siamo decisivi? Se noi facciamo un bel risultato riequilibriamo la coalizione e vinciamo le elezioni. Se noi andiamo male la coalizione scivola a sinistra e perdiamo le elezioni. Tocca a noi. La differenza la fanno i voti, non i tweet”, conclude Renzi.

-Foto: Ipa Agency-

(ITALPRESS).

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Assemblea di Mediobanca boccia l’ops su Banca Generali

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MILANO (ITALPRESS) – L’assemblea degli azionisti di Mediobanca ha respinto la proposta del Cda in merito all’autorizzazione per dare esecuzione all’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Generali. I favorevoli sono stati pari al 35% del capitale sociale, rappresentato per il 25% da investitori istituzionali e per il 10% da investitori privati; contrari pari al 10% del capitale sociale, sostanzialmente il Gruppo Caltagirone; astenuti pari al 32% del capitale sociale, di cui il 20% Delfin, 5% Casse Previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3% investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2% Edizione Holding, 2% Unicredit.
Mediobanca, preso atto dell’esito dell’assemblea, dichiara decaduta l’offerta su Banca Generali.
Per l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, si tratta di “un’opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell’attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca. Risulta, infatti, evidente dal voto che coloro i quali non si sono trovati in questa posizione si sono espressi a favore (mercato in primis), in linea con le
raccomandazioni dei proxy advisors internazionali. Si tratta chiaramente di un’opportunità, per ora, mancata per lo sviluppo della nostra Banca e del sistema finanziario italiano. Continueremo ad essere concentrati sull’esecuzione del nostro piano ‘One Brand – One Culturè convinti della superiore generazione di valore rispetto all’alternativa rappresentata dall’offerta di Mps”, conclude Nagel.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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Cronaca

Zelensky “La Cina non può essere garante della nostra sicurezza”

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KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – La scorsa notte “l’esercito russo ha stabilito uno dei suoi folli anti-record. Ha preso di mira infrastrutture civili, edifici residenziali e la nostra popolazione”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sui social, aggiungendo che “diversi missili sono stati lanciati contro un’azienda di proprietà americana in Transcarpazia. Si trattava di una normale attività civile, sostenuta da investimenti americani, che produceva articoli di uso quotidiano come macchine da caffè. Eppure, era anche un bersaglio per i russi. Questo è molto significativo”, afferma. E sottolinea che “i russi hanno condotto questo attacco come se nulla fosse cambiato, come se non ci fossero sforzi globali per fermare questa guerra. Tutto questo richiede una risposta. Non c’è ancora alcun segnale da parte di Mosca di impegnarsi davvero in negoziati sostanziali e porre fine a questa guerra. E’ necessaria pressione. Sanzioni severe, dazi elevati”.
Parlando con i giornalisti, Zelensky ha indicato Svizzera, Austria o Turchia come possibili sedi per potenziali colloqui di pace con il suo omologo russo Vladimir Putin. No a un possibile ruolo della Cina per garantire la sicurezza dell’Ucraina.
“In primo luogo – ha spiegato Zelensky – la Cina non ci ha aiutato a fermare questa guerra fin dall’inizio. In secondo luogo, la Cina ha aiutato la Russia aprendo il suo mercato dei droni… Non abbiamo bisogno di garanti che non aiutino l’Ucraina e che non l’abbiano aiutata nel momento in cui ne avevamo veramente bisogno”. E l’incontro con Putin, ha concluso Zelensky, sarà possibile “dopo che saranno state concordate garanzie di sicurezza”.

– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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