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Cronaca

Fra Cagliari e Torino è 1-1, eurogol di Joao Pedro

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CAGLIARI (ITALPRESS) – Termina con un giusto pareggio il posticipo tra Cagliari e Torino, che chiudono il confronto sull’1-1. Dopo una mezz’ora iniziale di sostanziale equilibrio, sono i granata a passare. Al 31′ Pobega scaglia un sinistro dalla lunga distanza che appare innocuo, ma Cragno respinge corto scatenando una carambola tra Sanabria e Carboni, con la palla che finisce in rete dopo il tocco involontario del difensore. I sardi provano a reagire cinque minuti più tardi, quando Marin serve alla grande in verticale Bellanova che da ottima posizione manca però l’impatto con la sfera. Al 42′ è Nandez a provarci da fuori, ma il suo destro termina alto non di molto. Il primo tempo si chiude così sullo 0-1. Al 6′ della ripresa, Milinkovic-Savic compie un miracolo su un’incornata ravvicinata di Joao Pedro, sventata alla grande dal portiere serbo. Il capitano rossoblù si riscatta due minuti più tardi, pescando un jolly con una grande rovesciata che termina la sua corsa nell’angolino per l’1-1 che rimette l’incontro in parità. Gli uomini di Juric non riescono a riprendere in mano il pallino del gioco ma al 37′ costruiscono una grande occasione per riportarsi in vantaggio quando il neo entrato Praet, lanciato a rete, ci prova con il mancino ma la palla sibila il palo alla sinistra di Cragno. Una chance che sveglia i piemontesi, fino a quel momento impalpabili. Al 41′ Praet scucchiaia per Baselli che si inserisce tra le linee e si presenta davanti a Cragno, ma il suo pallonetto finisce alto sopra la traversa. Dopo 4 minuti di recupero, l’arbitro fischia la fine. Un pareggio giusto che lascia il Torino in tredicesima posizione a 19 punti, con il Cagliari che rimane in zona retrocessione ma agguantando il Genoa al terzultimo posto a quota 10.
(ITALPRESS).

Cronaca

L’Empoli batte 1-0 il Como, decide Pellegri

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EMPOLI (ITALPRESS) – Nel posticipo dell’undicesima giornata di Serie A, l’Empoli piega 1-0 il Como e torna alla vittoria dopo cinque giornate di digiuno. Al Castellani, l’uomo partita è Pietro Pellegri, autore del gol decisivo al 47′. Entrambe le formazioni si presentano a questo impegno dopo una serie di risultati poco esaltanti. Si avverte, dunque, il peso dei tre punti oggi in palio: ne deriva così partita tattica, dai ritmi piuttosto bassi e dalle poche emozioni, soprattutto nella prima frazione. Nel secondo tempo, però, l’Empoli si sveglia dal torpore e legittima la vittoria, creando svariate palle gol e difendendosi con abnegazione. La moria di centrocampisti in casa Como, costringe Fabregas a schierare il difensore Kempf qualche metro più avanti. La manovra degli ospiti risulta comunque meno fluida, condizionando, di fatto, anche la produzione offensiva. La conclusione a lato di Belotti dopo quaranta secondi e qualche sgroppata di Fadera in contropiede rappresentano gli unici sussulti del primo tempo del Como. Non fa tanto meglio nemmeno l’Empoli, anche a causa dell’eccessiva staticità dei suoi attaccanti.
Nella ripresa, però, i ragazzi di D’Aversa approcciano con maggiore grinta. Dopo appena due minuti, Pellegri realizza la rete dell’1-0 per gli azzurri, grazie ad un potente destro a incrociare che non lascia scampo a Reina. Per l’Empoli si tratta della prima rete stagionale davanti al proprio pubblico. Il gol dell’ex attaccante del Torino sembra presagire un secondo tempo completamente diverso per i padroni di casa, che, infatti, flirtano più volte con il raddoppio. In più occasioni Reina salva i compagni, parando i tentativi di Gyasi e De Sciglio: il portiere spagnolo è miracoloso anche sul mancino dal limite di Maleh. Al 75′ va vicino al gol pure il neoentrato Colombo, protagonista di un tiro a giro dai trenta metri, terminato di poco a lato. Dall’altra parte, il Como alza sì il proprio baricentro, ma crea poco, nonostante i subentri anche di Cutrone, Paz e Cerri. Nel corso dell’assalto finale gli interventi eroici di Viti e Ismajli blindano un risultato prezioso per l’Empoli. Continua, invece, la crisi nera del Como, fermo ad un punto conquistato nelle ultime cinque giornate.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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EICMA, in mostra 36 moto iconiche per i 110 anni dell’Esposizione

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MILANO (ITALPRESS) – Trentasei motociclette per celebrare i 110 anni di storia di EICMA, l’Esposizione Internazionale Ciclo, Motociclo e Accessori che si apre a Rho Fiera (Mi) il 7 novembre 2024. Con la mostra “EICMA: 110 anni di design a due ruote”, aperta dal 7 al 10 novembre, il visitatore potrà compiere un viaggio fra curve, superfici, linee, tecnica e meccanica di motociclette che hanno fatto la storia delle due ruote ma anche conoscere da vicino il genio di grandi designer con le loro intuizioni. Il percorso espositivo ospitato al Centro congressi a Porta Sud, nel quartiere espositivo, si snoda fra modelli che hanno lasciato il segno per la loro progettazione. E’ suddiviso in tre sezioni: forme, proporzioni e materiali.
Durante l’anteprima stampa che si è tenuta nei locali della mostra lunedì 4 novembre, il presidente di EICMA Pietro Meda ha detto: “Le moto in mostra rappresentano più che un epoca, un tipo, un modo di fare le cose di quell’epoca, un modo quindi di adattare quelle che sono le forme del design. La forma certo è importante ma è importante anche che le forme siano compatibili al fatto di dover essere un mezzo e quindi sono forme su due ruote”. L’AD di EICMA, Paolo Magri, ha sottolineato come la mostra non sia “semplicemente una classifica delle moto più belle ma un proposta culturale che diffonde conoscenza e accompagna i visitatori dentro l’affascinante percorso creativo e progettuale che compiono i designer: dal foglio bianco alla realizzazione finale”.
Tutte le motociclette esposte eccellono, sono state infatti scelte fra centinaia e spesso prestate da privati collezionisti, alcune però spiccano sulle altre: ad aprire l’esposizione, nella sezione “forme” è una Frera 2 1/4 Hp Lusso che nel 1914 fu fra quelle presenti alla prima edizione di EICMA, al tempo al Kursaal Diana di Porta Venezia a Milano. Nella stessa sezione troviamo la Mars A20, esposta ad EICMA nel 1920, vero trionfo di razionalismo, e la più recente Kawasaki GPZ900R del 1984, celebre per l’apparizione nel film Top Gun. Nella sezione dedicata alle “proporzioni”, non può non attirare l’attenzione la muscolosa Moto Guzzi otto cilindri 500 del 1957 dell’ingegner Giulio Cesare Carcano, quasi di fronte si trova un’icona della mobilità come il Piaggio Ciao 50. Infine, nella sezione dedicata ai “materiali”, dove si raggiunge il vertice dei processi manifatturieri ed ingegneristici, si trova il tributo a Corradino D’Ascanio per l’uso della lamiera nella Vespa di Piaggio, l’anticonvenzionale progetto racing della ELF X del 1978 e la Laverda RGS 1000.
-foto ufficio stampa EICMA-
(ITALPRESS).

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Museo Bagatti Valsecchi Milano celebra 30 anni di apertura al pubblico

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MILANO (ITALPRESS) – Erano gli anni Ottanta del XIX secolo e nel cuore di Milano tra via Gesù e via Santo Spirito, oggi cuore del Quadrilatero della Moda, vivevano due fratelli, i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi che avevano un sogno: ristrutturare la dimora della loro famiglia ispirandosi alle abitazioni del Rinascimento lombardo. Iniziarono così a collezionare dipinti e manufatti d’arte applicata quattro-cinquecenteschi e in circa vent’anni di lavoro appassionante allestirono una casa unica nel suo genere e allo stesso tempo avveniristica, dotandola della luce elettrica e dell’acqua corrente. All’ingresso posero un motto latino che ancora oggi accoglie i visitatori “Amicis pateo aeternumque patebo” (“Sono aperta agli amici e sempre lo sarò”) e avvenne proprio questo, come testimonia il Libro degli Ospiti che raccoglie oltre 10.000 firme di tutti coloro che dal 20 ottobre 1886 al 29 maggio 1975 visitarono Casa Bagatti Valsecchi, disegnando una ricchissima trama di relazioni al centro della quale si colloca la dimora: intellettuali, scrittori, aristocrazia italiana ed europea, jet set internazionale, mondo del collezionismo e degli studiosi d’arte, senza dimenticare le infermiere volontarie della Prima Guerra Mondiale e le maestre con le loro scolaresche. Sì perchè dopo la morte di Fausto e di Giuseppe, Casa Bagatti Valsecchi continuò a essere abitata dai loro eredi sino al 1974 e fu Pasino, figlio di Giuseppe ed erede delle collezioni d’arte di famiglia, che – in pieno accordo con i propri figli Pier Fausto, Cristina, Anna Maria e Fausta – decise di donare le collezioni d’arterinascimentale e i manufatti raccolti dal padre e dallo zio a una Fondazione appositamente costituita. Parallelamente, Palazzo Bagatti Valsecchi fu alienato alla Regione Lombardia, la quale si impegnava a ospitare in comodato perpetuo e gratuito le raccolte d’arte all’interno degli appartamenti storici al piano nobile del Palazzo, così da preservare lo stretto rapporto tra collezione e ambienti voluta dai due collezionisti a fine Ottocento. Fu così che il 22 novembre 1994 aprì per la prima volta al pubblico il Museo Bagatti Valsecchi e oggi dopo 30 anni è ancora “aperto agli amici”, rafforzando sempre di più il suo ruolo di casa che accoglie, intrattiene, fa cultura e si vuole aprire anche all’esterno, oltre le proprie sale. “Museo oltre i confini” è il titolo del progetto che il Museo ha ideato per celebrare i 30 anni di apertura con un duplice obiettivo: consolidare lo stretto legame che lo unisce con il suo pubblico già affezionato e allo stesso tempo coinvolgere nuovo pubblico, ampliando appunto i propri confini, per divulgare i contenuti valoriali e sociali che i fondatori hanno ideato e realizzato in un luogo simbolo della Milano di fine Ottocento. “Museo oltre i confini” non è solo un programma di eventi, ma molto di più: è un progetto che vuole porre le basi di una presenza del Museo Bagatti Valsecchi in tutto il territorio milanese, dal centro alle periferie, con la convinzione che un’istituzione culturale deve promuovere forme di apprendimento “significativo”, in grado di indirizzarsi agli interessi e alle esperienze reali dei visitatori, di qualsiasi età e vissuto. Da novembre prossimo verranno così proposte una serie di attività didattiche nelle scuole e nelle biblioteche di quartiere per avvicinare bambini, ragazzi e adulti alla storia del Museo e alle attività che svolge: saranno proprio gli operatori museali a recarsi nelle aule scolastiche con i laboratori “Progetta la tua casa museo” e nelle biblioteche, per poi invitare i partecipanti a visitare il Museo e le sue collezioni, con l’obiettivo di attivare un circolo virtuoso che stimolerà i partecipanti a voler visitare altri luoghi della cultura coinvolgendo così anche un ampio pubblico. Le conferenze aperte al pubblico nelle Biblioteche si terranno martedì 19 novembre alle 17.30 alla Biblioteca di Baggio, mercoledì 20 novembre alle 17.45 alla Biblioteca di Affori e venerdì 22 novembre alle 17.00 alla Biblioteca di Calvairate. Dall’inizio dell’anno inoltre ha preso il via il cartellone culturale Stasera al Museo. Vivere nel tempo: quattordici appuntamenti di musica, teatro e danza che da marzo a dicembre stanno portando in scena il Tempo nelle sue multiformi sfaccettature – grazie ad ospiti di eccezione quali Paola Turci, Giovanni Caccamo, Ippolita Baldini e Tindaro Granata – invitando i visitatori a riflettere sul bagaglio della storia che è fondamento per vivere l’oggi e proiettarsi verso il futuro. Le celebrazioni per i 30 anni del Museo Bagatti Valsecchi culmineranno tra il 20 e il 24 novembre, con cinque giorni in cui il Museo organizzerà varie attività, tra cui visite guidate gratuite con ingresso ridotto, l’appuntamento con Stasera al Museo del 20 novembre a prezzo ridotto con l’esibizione di voce e pianoforte di Giuseppe Anastasi, storico autore di grandi interpreti della canzone italiana come Arisa e il 23 novembre alle 16 una conferenza – anch’essa gratuita – dedicata a Pier Fausto Bagatti Valsecchi, fondatore del Museo da poco scomparso. Così Camilla Bagatti Valsecchi, Presidente della Fondazione Bagatti Valsecchi, parla di questo importante momento per il Museo: “Sono passati quasi cinquant’anni da quando abbiamo lasciato la casa in cui sono nata e trenta da quando è nato il Museo. Il percorso è stato straordinario, di crescita continua e io sono grata di aver vissuto tutte queste fasi. Mi trovo alla presidenza di un Museo che rispecchia la mia idea, che è sempre stata quella di proseguire la strada tracciata dai fratelli Fausto e Giuseppe, ossia di una casa che fosse aperta agli artisti e agli amici. Ora il Museo Bagatti Valsecchi è un luogo vivo, con una costante crescita di visitatori e persone che si affezionano e tornano a trovarci, perchè la nostra proposta è sempre varia e intrigante”. E conitunua il Direttore del Museo, Antonio D’Amico: “Festeggiare da Direttore il compleanno dei 30 anni di apertura del Museo Bagatti Valsecchi è una grande gioia per me, perchè è un momento di festa per il Museo che riscopre con sempre maggior forza la propria identità di casa aperta agli amici e pronta ad accogliere tutti coloro che vorranno venire a fare un incontro con la bellezza, con l’arte, la musica e la cultura. I fratelli fondarono questo luogo a metà Ottocento con questo spirito di armonia tra le arti che era nel DNA del Rinascimento e a noi ora il compito di tenere viva questa operosità e questo ricco dialogo tra le arti”.(ITALPRESS).

Foto: Maria Chiara Salvanelli Ufficio stampa Museo Bagatti Valsecchi

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