Economia
Eprcomunicazione acquisisce il 51% di Justbit e si trasforma in SpA
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3 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Eprcomunicazione S.p.A. Società Benefit, agenzia indipendente di comunicazione e relazioni pubbliche, comunica di aver sottoscritto un accordo vincolante avente ad oggetto l’acquisizione di una partecipazione di maggioranza pari al 51% della società Justbit S.r.l., azienda che negli anni si è specializzata nelle soluzioni a supporto della trasformazione digitale. Justbit ha chiuso il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2021 con un valore della produzione di 2,5 milioni di euro (in crescita di oltre il 48% sull’esercizio 2020), un Ebitda di circa 0,7 milioni di euro. Justbit accompagna PMI, grandi imprese, amministrazioni pubbliche e Brand nella loro digital trasformation, grazie a un lavoro integrato di tecnologie avanzate e strategie di comunicazione online. La comprovata esperienza del settore ha portato al consolidamento del Know-how di Justbit in tutte le grandi aree del digital: strategy, design, content, technology e big data. L’ingresso di Justbit, che vanta un’ampia base clienti, consentirà di rafforzare il posizionamento del Gruppo Eprcomunicazione, che accelera sul versante della sostenibilità e dell’innovazione digitale, offrendo ora una gamma di servizi molto ampia e proponendosi come interlocutore unico per tutte le esigenze di comunicazione dei clienti.
“L’accordo con i colleghi di Justbit – ha dichiarato il Ceo di Eprcomunicazione Camillo Ricci – consente al Gruppo Eprcomunicazione di fare un primo rilevante passo nella creazione di un polo leader nella comunicazione nazionale. Abbiamo incontrato colleghi preparati e aperti al cambiamento e con loro abbiamo condiviso una visione di fare impresa sempre più etica, trasparente e sostenibile. E per questo integrare le diverse esperienze, in quello che rappresenterà un vero unicum nel panorama nazionale, sarà facile e soprattutto molto stimolante. Ora – prosegue Ricci – con un team più forte e con un fatturato consolidato pro-forma di 7,5 milioni di euro, e dopo un lungo lavoro di consolidamento dell’organizzazione e della struttura aziendale, possiamo guardare con fiducia a un’ulteriore fase di crescita con l’apertura del capitale al mercato”. Proprio a questo fine in questi giorni la capogruppo, ormai da un anno società benefit riconosciuta tra le B Corp, è stata trasformata in società per azioni.
“La scelta di integrarci con Eprcomunicazione – aggiunge Daniele Albanese, Ceo di Justbit – sarà un importante acceleratore per le nostre ambizioni di crescita nel mercato. Il gruppo ci permetterà di beneficiare di nuove opportunità di cross-selling con un’offerta unica nel panorama nazionale. Con i colleghi di Eprcomunicazione, crediamo che la sostenibilità, l’intelligenza artificiale, la blockchain e i Big Data siano i pilastri di un nuovo modello di business capace di offrire ai nostri clienti un altissimo valore aggiunto nel loro processo di trasformazione digitale. Crediamo che la valorizzazione dell’azienda e il nostro comune percorso verso il mercato dei capitali siano il giusto coronamento di una crescita organica e consolidata nel tempo“.
Il contratto relativo all’acquisizione di Justbit prevede che, al closing dell’acquisizione Eprcomunicazione acquisisca una partecipazione pari al 51% delle partecipazioni detenute dagli attuali soci di Justbit.
L’accordo tra le parti prevede, inoltre, la conferma di Daniele Albanese alla guida della società e la sua nomina a componente del cda di Eprcomunicazione. Negli accordi è previsto inoltre il coinvolgimento attivo di soci e manager di Justbit nella gestione del Gruppo i quali, a fronte del re-investimento in Eprcomunicazione di una parte del prezzo incassato ai fini della vendita, riceveranno azioni di nuova emissione della Spa capogruppo, divenendone azionisti di minoranza. Eprcomunicazione è assistita nell’operazione da LCA Studio Legale per gli aspetti legali e da CSI S.r.l. in qualità di advisor finanziario. I soci venditori di Justbit sono assistiti nell’Operazione da Orsingher Ortu – Avvocati Associati per gli aspetti legali.
foto: ufficio stampa Eprcomunicazione
(ITALPRESS).
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Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi
Economia
Spese obbligate in aumento, superano il 42,2% dei consumi
Pubblicato
5 ore fa-
6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nel 2025 le spese obbligate – ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni – continuano a erodere quote crescenti dei bilanci familiari, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995.
E’ quanto emerge dai dati dell’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, secondo cui si tratta di una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo, limitando il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna.
In trent’anni la quota di consumo destinata ai beni e ai servizi commercializzabili è passata dal 37% al 42,2%. La parallela compressione della quota destinata al consumo di beni e servizi commercializzabili (nel 2025 si stima un’incidenza complessiva del 57,8%), vale a dire quelli il cui acquisto è legato a scelte e preferenze personali e familiari, sottende a sua volta dinamiche articolate.
La spesa per i servizi commercializzabili, che aveva registrato un deciso arretramento nel 2020, è tornata, nei periodi più recenti, ad aumentare in misura più significativa rispetto agli altri consumi ed è stimata attestarsi nel 2025 al 20,8%. Quota che risulta ancora inferiore al 21,3% raggiunto nel 2019. Per contro i beni commercializzabili dovrebbero vedere nell’anno in corso un’ulteriore riduzione dell’incidenza attestandosi al 36,9%.
Vanno anche considerati gli importanti mutamenti demografici intervenuti nell’arco temporale oggetto d’osservazione. Oltre all’invecchiamento della popolazione, che ne ha mutato le esigenze e le preferenze in materia di consumi, a partire dal 2015 il numero di residenti in Italia ha mostrato una progressiva riduzione (nella media del 2025 il calo rispetto al picco del 2014 dovrebbe approssimarsi a 1,4 milioni) fornendo un inevitabile contributo negativo allo sviluppo della domanda. I risultati segnalano come gran parte dei cambiamenti, in termini di spostamento dei volumi tra obbligati e commercializzabili si sia rilevato tra il 1995 ed il 2007.
Elemento che fa emergere il ruolo dei prezzi nel determinare gli andamenti a valore. Altro fattore che spicca è il sostanziale immobilismo dei volumi acquistati per abitante, con una spesa, ai prezzi del 2025, che nell’anno in corso sarà ancora inferiore di circa 200 euro a quella del 2007 nonostante gli apprezzabili miglioramenti degli ultimi anni.
Analizzando più nel dettaglio le voci, si conferma il ruolo preponderante delle spese per l’abitazione, i cui volumi per abitante sono in continua crescita ed ammontano, ai prezzi attuali, a poco meno di 5mila e duecento euro l’anno (in aumento nel solo 2025 di 109 euro). Dinamiche più recenti evidenziano come per i beni commmercializzabili il miglioramento degli ultimi anni, guidato in buona parte dalle apparecchiature informatiche e per le comunicazioni, si vada esaurendo, con una stima per il 2025 di riduzione dei volumi acquistati di 57 euro per abitante. In questo contesto le maggiori difficoltà si confermano quelle relative ai beni più tradizionali come l’alimentare.
Per l’anno in corso i miglioramenti più significativi, in termini di volumi, sono attesi per i servizi commercializzabili per i quali si stima una crescita delle quantità acquistate di 134 euro per residente. Dato che permetterebbe di tornare, e superare di poco, i livelli del 2019. Le dinamiche di lungo periodo, e non solo, fanno emergere ancora una volta come i prezzi dei consumi a cui le famiglie non possono rinunciare, si siano mossi ad una velocità nettamente superiore rispetto ai beni e servizi commercializzabili. Tra il 1995 e il 2025 l’incremento complessivo è stato del 132,1 a fronte di una crescita del 55,2% dei beni commercializzabili e dell’81,4% dei servizi il cui acquisto è da considerarsi una libera scelta delle famiglie. Tra le spese obbligate continua a spiccare il ruolo degli energetici che, nonostante l’attesa di una riduzione dei prezzi nel 2025, hanno visto il deflatore aumentare del 178,3% nel periodo.
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– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
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Pubblicato
9 ore fa-
6 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A giugno l’Istat stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dello 0,2% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre si registra un aumento del livello della produzione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mostra un calo congiunturale solo per i beni di consumo (-0,9%); viceversa si osservano aumenti, sebbene assai contenuti, per i beni intermedi (+0,2%) e per l’energia e i beni strumentali (+0,1% per entrambi i settori).
Al netto degli effetti di calendario, a giugno l’indice generale diminuisce in termini tendenziali dello 0,9% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a giugno 2024). Si registrano incrementi tendenziali solo per l’energia (+7,3%); calano, invece, i beni strumentali (-1,4%), i beni intermedi (-2,1%) e i beni di consumo (-3,0%).
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,7%), l’attività estrattiva (+6,2%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+4,7%). Le flessioni più rilevanti si riscontrano, invece, nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%), nella produzione di prodotti chimici (-3,2%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,0% per entrambi i settori).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)


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