Economia
Ferraris “Infrastrutture e digitalizzazione per mobilità intermodale”
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2 anni fa-
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Redazione
“Il trasporto ferroviario deve diventare la spina dorsale della mobilità del futuro che sarà sempre più integrata, intermodale e sostenibile”. Così l’Ad del Gruppo FS, Luigi Ferraris, al Festival dell’Economia di Trento, tracciando una panoramica degli impegni del Gruppo per lo sviluppo della mobilità del Paese, a un anno dal lancio del piano industriale. Uno sguardo a 360 gradi, quello di Ferraris, che ha toccato una dopo l’altra le principali sfide di Ferrovie dello Stato Italiane e alcuni scenari futuri. Tra questi, anche una riflessione sulla necessità di mettere insieme componente privata e pubblica per finanziare le opere, guardando alla vita intera dei progetti, smettendo di “ragionare per lotti. Solo così, intensificando anche il dialogo pubblico-privato, si potrà efficientare il processo e affrontare le tante sfide infrastrutturali sul tavolo”. Si potrebbe replicare infatti, secondo l’Ad, il modello utilizzato per le reti elettriche attraverso meccanismi regolatori di gestione del capitale e attirando sui progetti futuri anche parte di quel risparmio gestito, ad esempio, da fondi pensione e casse di previdenza. Al centro di questo nuovo modo di guardare alla mobilità per Ferraris ci sono ovviamente le infrastrutture, che vanno riammodernate “visto che nel nostro Paese sono state costruite in epoche che avevano obiettivi di mobilità differenti rispetto a quelli di oggi”. E in questo il Gruppo FS sta facendo la sua parte, anche come principale soggetto attuatore del Pnrr per cui siamo in linea con i tempi. “Oggi siamo impegnati per esempio in due opere centrali: il Terzo Valico di Genova, dove abbiamo completato l’83% del tunnel e il 100% del raddoppio della capacità ferroviaria tra Genova Piazza Principe e Genova Brignole e che avrà impatti decisivi per il trasporto merci e passeggeri, e la Napoli-Bari che permetterà di collegare le due città in 2 ore di viaggio”. Altro argomento è la promozione dell’intermodalità dei trasporti che, secondo l’Ad, “deve riguardare sia i passeggeri che le merci e promuovere un’offerta di trasporto collettivo integrata che deve basarsi su un dialogo sempre più fitto e coordinato tra i diversi attori del trasporto coinvolti”. Proprio in questa ottica vanno letti gli accordi che il Gruppo FS ha sottoscritto, a favore del trasporto dei passeggeri con operatori aereoportuali come Aeroporti di Roma e compagnie aeree come Ita Airways e Lufthansa “per promuovere un’esperienza di viaggio sempre più integrata, grazie al biglietto combinato treno+aereo che permette ai passeggeri di poter acquistare il proprio volo e il proprio viaggio ferroviario con un unico check–in” presso i banchi dedicati della stazione ferroviaria dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Ma come sottolineato da Ferraris, l’intermodalità deve riguardare anche il trasporto merci, che “su rotaie è ancora fermo al 10% a causa di carenze infrastrutturali, ma che può trarre giovamento dalla connessione tra rete ferroviaria e stradale con le principali porte di accesso del Paese: stazioni, aeroporti e porti”. Un’integrazione che può fare del trasporto ferroviario il vettore di trasporto delle merci nelle lunghe distanze, lasciando al trasporto stradale il cosiddetto primo e ultimo miglio. “Solo così – ha osservato – potremmo evitare che in futuro le nostre strade siano sempre più congestionate, visto che le previsioni parlano dell’insostenibile scenario di 1 milioni di mezzi pesanti in più nei prossimi anni lungo le strade europee”. Nella panoramica, inoltre, vasto spazio è stato dedicato a due temi centrali nel Piano Industriale del Gruppo FS: la digitalizzazione e l’autoproduzione energetica. “La digitalizzazione – ha detto Ferraris – si connette al tema delle infrastrutture perché aiuta il controllo del loro stato, con la manutenzione predittiva, ma va anche incontro alle esigenze di passeggeri. Per questo nei giorni scorsi abbiamo firmato un accordo con il Governo per lo sviluppo della fibra ottica lungo 16mila chilometri di reti ferroviarie, che possono rappresentare una rete naturale per offrire un’ottimale navigazione online a bordo treno e risolvere molti problemi di connettività nelle zone più periferiche del Paese. Nel frattempo entro settembre la linea 4G sarà attiva su tutta la linea alta velocità Milano-Roma e nei prossimi anni sarà diffusa anche sugli altri treni”. Per quel che riguarda il tema energetico, Luigi Ferraris ha ribadito l’obiettivo del 40% di autoproduzione energetica rinnovabile entro il 2027. “Abbiamo già lanciato un bando per individuare i siti dei primi impianti fotovoltaici. L’iter per la realizzazione sta procedendo. A ottobre sarà lanciato un nuovo bando per individuare e realizzare nuovi impianti dal Nord al Sud Italia. Già dal 2024 FS inizierà a generare energia”.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-
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Economia
Confcommercio, l’economia accenna a ripartire ma i consumi sono ancora deboli
Pubblicato
1 ora fa-
18 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Nonostante l’incertezza continui a dominare gli scenari economici interni e internazionali, nuove evidenze statistiche fanno emergere alcuni spunti positivi: dall’ottimo settembre per il turismo straniero, al rimbalzo statistico della produzione industriale nello stesso mese, fino alla buona tenuta degli scambi con l’estero, seppure fortemente oscillanti di mese in mese. Lo rivela l’analisi di Confcommercio.
Questi elementi, dentro un contesto di moderazione inflazionistica – ormai data per strutturale dopo le fiammate del passato – e redditi reali crescenti, sostenuti anche da un mercato del lavoro tonico, comportano lievi miglioramenti dei consumi e prospettive di aumento della fiducia e, di conseguenza, previsioni meno pessimistiche non tanto sull’anno in corso, in un certo senso compromesso in termini di crescita, quanto sul prossimo che potrebbe anche raggiungere una variazione del PIL all’1%. Non si può, dunque, escludere un’intonazione più favorevole dell’economia anche perché le prime stime indicherebbero un consolidamento di questa prospettiva anche in ottobre e novembre. Si tratta di segnali deboli, in attesa di conferma, ma che sarebbe inappropriato trascurare, tanto più che per il bimestre ottobre-novembre il PIL mensile indica una crescita congiunturale di quattro decimi di punto coerente con una possibile variazione tendenziale dell’ultimo quarto dell’anno in corso attorno all’1%.
In questo contesto, nonostante i progressi registrati in termini di rientro dell’inflazione, scesa a ottobre all’1,2%, con i positivi effetti sulla dinamica del reddito reale delle famiglie, i consumi si confermano l’anello debole della catena. A settembre, infatti, le vendite a volume hanno registrato un andamento negativo confermando e amplificando le difficoltà di molti segmenti di consumo. Tuttavia, questa dinamica sembra essersi marginalmente modificata a ottobre. La spesa delle famiglie, misurata nella metrica dell’ICC, aumenta di un decimo di punto rispetto a ottobre 2024. Se la variazione anno su anno appare marginale, la variazione congiunturale (+0,4% rispetto a settembre) porta a guardare con maggior fiducia alla possibile evoluzione della domanda nei prossimi mesi.
La domanda si conferma negativa per l’automotive, l’abbigliamento e le calzature, gli alimentari, i mobili e gli elettrodomestici. I servizi, tornati a crescere dopo un trimestre deludente, si confermano, anche in questi ultimi mesi del 2025, la componente più dinamica. I prezzi al consumo sono, nel complesso, in diminuzione da alcuni mesi. A novembre la stima di Confcommercio è di un’ulteriore lieve flessione (-0,1%) con una variazione su base annua che rimane all’1,2%. Le attese sono di un ulteriore rientro delle dinamiche dei prezzi dei beni alimentari e degli altri prodotti e servizi acquistati con maggior frequenza dalle famiglie. Il consolidarsi di queste dinamiche dovrebbe contribuire ad alimentare il recupero della fiducia delle famiglie restituendo maggiore slancio alla domanda per consumi.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
Economia
Da Intesa Sanpaolo un modello di Corporate Finance unico per le Pmi italiane
Pubblicato
18 ore fa-
17 Novembre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo, attraverso la Divisione Banca dei Territori, ha riunito a Milano la piccola e media impresa italiana per rilanciare il proprio approccio strategico dedicato alla finanza straordinaria per le PMI, con l’obiettivo di accelerare la crescita per rafforzare la competitività del tessuto produttivo italiano in una congiuntura economica e geopolitica in trasformazione. Il Gruppo guidato da Carlo Messina dà un nuovo impulso a un modello di advisory integrato, unico nel panorama nazionale, che ha già fatto registrare risultati significativi.
Dal 2020 per le Pmi clienti della Divisione guidata da Stefano Barrese, ovvero con un fatturato fino a 350 milioni di euro, sono state finalizzate: operazioni di finanza strutturata per oltre 10 miliardi di euro, di cui oltre 2 miliardi nei primi nove mesi del 2025; più di 35 operazioni tra M&A e IPO sono state portate a termine negli ultimi anni.
Da recenti indagini di mercato, spiega una nota, risulta che le imprese italiane dichiarano di riconoscere Intesa Sanpaolo come propria banca di riferimento mediamente in oltre il 60% dei casi. Se guardiamo alle imprese più strutturate, ed eleggibili per operazioni di finanza straordinaria, tale percentuale sale al 90%.
Un modello di successo che oggi si rivolge ad oltre 6.000 Pmi italiane che per dimensione e valore sono state individuate da Intesa Sanpaolo in quanto potenzialmente pronte a intraprendere percorsi di sviluppo attraverso nuove operazioni di finanza straordinaria. Determinante la collaborazione tra le Divisioni Banca dei Territori e IMI Corporate & Investment Banking (IMI CIB), che garantisce una sinergia unica nel settore, volta a offrire alle Pmi italiane strumenti finanziari un tempo riservati solo ai grandi gruppi industriali, per portare a termine operazioni straordinarie attraverso ad esempio IPO e M&A.
La Banca dei Territori, che conta 250.000 Pmi clienti, ha erogato 36 miliardi di euro di nuovo credito a famiglie e piccole e medie imprese italiane al 30 settembre 2025.
Per rendere accessibili questi servizi è stata messa a punto una struttura dedicata, composta da oltre 70 Investment Banker, articolata in tre team territoriali e cinque desk specialistici (M&A, ECM, Structured Finance, Capital Structure Solutions e Post Closing).
Intesa Sanpaolo, si legge in una nota, “continuerà a portare i temi della finanza straordinaria sull’intero territorio nazionale, affinchè gli imprenditori possano aumentarne la consapevolezza ed affrontare percorsi di sviluppo anche attraverso nuovi strumenti. Partirà nel 2026 un roadshow dedicato al nuovo modello di advisory, insieme alla prosecuzione della collaborazione con Elite di Euronext che oggi ha già visto entrare nel percorso oltre 500 imprese della Divisione Banca dei Territori”.
“Le Pmi italiane affrontano oggi un contesto incerto e sanno di dover trovare vie di sviluppo innovative, che superano l’orizzonte di strumenti conosciuti e guardano alla finanza straordinaria, ai nuovi investimenti, ad IPO e M&A – ha detto Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo -. Intesa Sanpaolo agisce come ponte tra l’economia reale e la finanza, accompagnando gli imprenditori nella progettazione delle migliori strategie di crescita, con un approccio sostenibile e di lungo periodo. Proprio le sinergie che abbiamo tra le divisioni del Gruppo ci consentono di proporre la corporate finance dedicata alla piccola e media impresa, in un modello unico nel panorama nazionale e consolidando il nostro ruolo nel sostegno al tessuto produttivo e al Paese erogando ogni anno circa 2 miliardi di euro per questo tipo di operazioni. Il nostro obiettivo è rendere ancora più competitive le PMI, accompagnandone la crescita in uno scenario di lungo periodo”.
L’innovativo modello di advisory è stato al centro del dibattito che si è svolto oggi nella sede di Borsa Italiana, nel corso dell’incontro “Crescere per competere” con numerosi imprenditori. Per Intesa Sanpaolo sono intervenuti Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori, Gregorio De Felice, Chief Economist, Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese, e Andrea Falchetti, Responsabile Corporate Finance Mid Cap della Divisione IMI CIB.
Dopo i saluti di apertura di Fabrizio Testa, Amministratore Delegato di Borsa Italiana, hanno preso parte ai lavori con le loro testimonianze aziendali Alessandro Fracassi, Ceo Moltiply Group e Mavriq, Luca Ferrari, Amministratore Delegato Bending Spoons, Giovanni Ranieri, Ceo Next Geosolutions Europe, Matteo Moretti, Ceo Lynx, e Massimo Gianolli, Ceo Generalfinance.
– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).
Economia
Dombrovskis “Le previsioni dell’Ue mostrano che il deficit dell’Italia scenderà sotto il 3%”
Pubblicato
18 ore fa-
17 Novembre 2025di
Redazione
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Secondo le ultime previsioni Ue, in Italia il deficit scenderà al 3% del Pil quest’anno e continuerà a diminuire negli anni successivi. Lo ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, presentando in una conferenza stampa le previsioni economiche d’autunno 2025 per l’area Ue. Rispondendo ad una domanda in merito, il commissario ha precisato che per l’abrogazione della procedura per deficit eccessivo occorrerà attendere i dati finali di Eurostat, che saranno disponibili in primavera.
Secondo quanto precisa un comunicato della Commissione europea, le previsioni economiche d’autunno 2025 mostrano che la crescita in zona Ue nei primi tre trimestri del 2025 ha superato le aspettative. Sebbene i buoni risultati siano stati inizialmente determinati da un’impennata delle esportazioni in previsione degli aumenti tariffari, l’economia dell’Ue ha continuato a crescere anche nel terzo trimestre. In prospettiva, l’attività economica dovrebbe continuare a espandersi a un ritmo moderato nel periodo oggetto delle previsioni, nonostante il difficile contesto esterno. Secondo le previsioni d’autunno di quest’anno, il Pil reale nell’Ue crescerà dell’1,4% nel 2025 e nel 2026, raggiungendo l’1,5% nel 2027. Si prevede che la zona euro rifletterà tale tendenza e che il Pil reale crescerà dell’1,3% nel 2025, dell’1,2% nel 2026 e dell’1,4% nel 2027.
Si prevede che l’inflazione nella zona euro continuerà a diminuire, scendendo al 2,1% nel 2025 e oscillando intorno al 2% nel periodo oggetto delle previsioni. Nell’intera Ue l’inflazione dovrebbe rimanere leggermente più elevata, scendendo al 2,2% nel 2027. “Anche in un contesto sfavorevole, l’economia dell’Ue ha continuato a crescere – ha commentato Dombrovskis -. Ora, dato il difficile contesto esterno, l’Ue deve agire con risolutezza per sbloccare la crescita interna. Ciò significa accelerare i lavori sull’agenda per la competitività, anche semplificando la regolamentazione, completando il mercato unico e promuovendo l’innovazione”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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