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Cronaca

Sara Doris “Mio padre Ennio un “mago” che ha aperto nuovi sentieri”

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MILANO (ITALPRESS) – Ennio Doris “ha aperto nuovi sentieri, non per percorrerli da solo, ma per aprirli agli altri: la cifra della sua vita è sempre stata la condivisione, tant’è vero che la famiglia si mischiava con l’ambito lavorativo e l’ambito lavorativo si mischiava con la famiglia. Non c’è mai stata distinzione”. E’ il ritratto che fa di suo padre Sara Doris, vicepresidente di Banca Mediolanum e presidente di Fondazione Mediolanum Onlus e di Fondazione Ennio Doris, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, in occasione dell’uscita del suo libro “Ennio, mio padre”, nel quale racconta la storia dell’imprenditore e parla del loro rapporto, i cui diritti “saranno devoluti proprio alla Fondazione Ennio Doris, che si occupa principalmente di sostenere ragazzi con le borse di studio per poter accedere all’università”.
“Da bambina invidiavo i miei compagni di scuola che avevano dei papà con un mestiere ‘semplicè da descrivere, ad esempio il papà della mia compagna di banco faceva il macellaio. Quando toccò a me parlarne, dissi che il mio papà faceva diventare di più i soldi che uno risparmia. Allora un compagno di classe disse: ‘fa il mago!’…grazie al cielo non mi chiesero come faceva a farli diventare di più, perchè sarei stata incapace di spiegarlo”, ha raccontato.
“Ho voluto scrivere questo libro perchè mi sono resa conto che quegli insegnamenti che Ennio Doris ha lasciato nella nostra famiglia e nella famiglia Mediolanum continuavano a essere generativi: come figlia, ho assorbito i modi di interpretare la vita e di affrontare ciò che accade. In questi due anni dopo la sua scomparsa, quando avevo qualcosa da risolvere, mi chiedevo ‘come farebbe Ennio Doris?’ e la risposta mi arrivava. Siccome questo succedeva anche in azienda, mi sono detta che la grande eredità valoriale che ci ha lasciato non poteva rimanere confinata tra le mura domestiche di casa nostra o di casa Mediolanum”.
Il libro, infatti, “è un romanzo familiare: l’amore è il nucleo centrale”. Non racconta solo di business, ma ripercorre “la sua vita e i valori della famiglia che ti indicano la rotta e ti fanno mantenere la nave nella direzione della meta che hai stabilito”, ha spiegato Doris.
L’idea dell’uomo ‘al centrò è qualcosa che Ennio Doris ha capito nel tempo. “Non voleva avere successo perchè era bravo a vendere, non si è chiesto ‘cosa posso fare per guadagnare di più’ ma ‘cosa posso fare per essere utilè. Da lì è nata un’avventura molto più grande di quello che lui si era prospettato”, che ha dato vita a Banca Mediolanum, la banca “costruita intorno a te”. Un modo di pensare che Ennio Doris mise in pratica nel crack del 2008 di Lehman Brothers, rimborsando i correntisti. “Papà decise di dimostrare che eravamo veramente diversi, perchè quando le cose non vanno bene, tu puoi fare la differenza”. Oggi questo progetto è affidato ai figli, oltre alla ‘testimonial’, mamma Lina.
“A maggio c’è stata la prima convention senza papà: nel 2019 c’era stata l’ultima, a causa della pandemia, e avevamo un grande desiderio di stare tutti insieme. La convention è stata aperta da mia mamma, perchè ci siamo resi conto che questa è proprio una famiglia: papà chiamava le persone che lavoravano in Mediolanum ‘i miei ragazzì e noi abbiamo sempre sentito Mediolanum come il terzo fratello. Io e Massimo avevamo 12 e 15 anni quando nel 1982 è nata Programma Italia, la società di intermediazione mobiliare: da quella prima convention, abbiamo partecipato sempre a tutte. All’ultima convention, la sua eredità si è sentita molto: mamma è salita sul palco tra gli applausi, sembrava una rockstar. In lei vedevano un pezzo di mio padre, perchè è sempre stata molto coinvolta in Mediolanum. Io e Massimo percepiamo molto questo passaggio del testimone: mi piace l’immagine della staffetta dove c’è qualcuno che ha corso prima di te e che ti sta consegnando una cosa, facendo il massimo dello sforzo. Tu prendi il testimone, questa persona si ferma però ti incita ad andare avanti e tu devi fare il tuo pezzo di strada e poi consegnarlo a qualcun altro. Non ti devi voltare indietro: ti volti solo quando lo prendi, poi devi correre con tutta la forza che l’altro ti ha lasciato, sapendo che la strada che devi fare è diversa e che ognuno corre secondo le proprie abilità”, ha spiegato. “Concepisco questa eredità che è stata lasciata a tutti noi – da 150 persone nel 1982, ora siamo più di 10.000 in Europa – come una grande occasione, incontro tante persone che hanno conosciuto papà e in tutte ha lasciato un segno positivo”.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

VOGHERA RICORDA I SUOI CONCITTADINI MORTI NELL’ATTENTATO DI NIZZA

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L’Amministrazione Comunale ha ricordato i coniugi vogheresi Angelo D’Agostino e Gianna Muset, vittime dell’attentato terroristico del 14 Luglio 2016 a Nizza. In occasione della ricorrenza della Giornata nazionale in memoria delle vittime del terrorismo, si è svolta questa mattina la cerimonia celebrativa presso la panchina commemorativa situata nell’area verde di via Garibaldi e prospiciente alla Parrocchia di Santa Maria della Salute.
All’iniziativa hanno partecipato il Sindaco del Comune di Voghera Paola Garlaschelli, una rappresentanza della Giunta e del Consiglio Comunale, il figlio dei coniugi deceduti Eliano D’Agostino, con la moglie Roberta Capelli e il figlio Samuele D’Agostino, le autorità civili e militari della Città, una delegazione di studenti, accompagnati dalle rispettive insegnanti, dell’Istituto Comprensivo Santachiara, dell’Istituto Comprensivo di Via Dante – Scuola Plana, indirizzo musicale -, e dell’Istituto Comprensivo Pertini – Scuola Leonardo – e Don Antonio – Parrocchia di Santa Maria della Salute.
“La panchina commemorativa rappresenta un vero e proprio atto d’amore per Angelo e Anna e, più in generale, per le vittime del terrorismo e per la nostra città – spiega il Sindaco Paola Garlaschelli -. E’ compito delle istituzioni creare questi momenti che legano solidarietà e partecipazione, con un grande supporto e una totale vicinanza alle famiglie coinvolte. Anche oggi vogliamo dimostrare di essere una Comunità forte ed unita, che si impegna a perseguire i valori di libertà, uguaglianza e fraternità, opponendosi ad ogni forma di terrorismo”.

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Cronaca

A TAVOLA CON TRADIZIONE – CHEF NEMBRINI A TUTTOFOOD, AMBASCIATORE DEL GUSTO

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Emanuele Bottiroli e lo chef Danilo Nembrini del ristorante La Pineta di Fortunago, uno dei Borghi più Belli d’Italia in Oltrepò Pavese, parlano di un’edizione delle fiera Tuttofood da ricordare per la provincia di Pavia del vino e dei sapori tipici. Lo chef racconta come è stata e come è servita questa esperienza per raccontare una terra che sa emozionare nel piatto e nel calice.

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Cronaca

Pedersen prima maglia rosa del Giro d’Italia 2025

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TIRANA (ALBANIA) (ITALPRESS) – Mads Pedersen è la prima maglia rosa del Giro d’Italia 2025. Il 29enne danese della Lidl-Trek ha trionfato nella prima tappa, la Durazzo-Tirana di 160 chilometri: battuto in volata il belga Wout Van Aert (Visma-Lease a Bike), terzo il venezuelano Orluis Aular (Movistar Team); primo degli italiani Francesco Busatto (Intermarchè-Wanty), quarto. Non sono mancate le sorprese, brutta caduta per Mikel Landa, lo spagnolo della Soudal Quick-Step è finito a terra a 4 km dall’arrivo, coinvolti anche Jay Vine (UAE Team Emirates-XRG) e Geoffrey Bouchard (Decathlon AG2R La Mondiale). E’ stata una tappa segnata dalla fuga di cinque elementi, Alessandro Verre (Arkea – B&B Hotels), Alssandro Tonelli (Team Polti VisitMalta), Sylvain Moniquet (Cofidis), Manuele Tarozzi (VF Group Bardiani CSF Faizanè) e Taco Van Der Hoorn (Intermarchè Wanty) hanno animato la corsa sin dai primi chilometri: da segnalare la caduta di Juan Ayuso, tra i favoriti per la vittoria finale del Giro, il capitano della UAE si è però rialzato subito. Buon approccio anche per quanto riguarda Giulio Ciccone (Lidl-Trek), l’azzurro si è messo in mostra nella salita di Surrel, ultima salita di giornata. Domani la prima delle due cronometro in programma, la Tirana-Tirana di 13,7 km.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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