Cronaca
Salutequità “Regioni ancora indietro con le reti oncoematologiche”
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Neoplasie ematologiche: sono il 10 per cento di tutti i tumori. Oggi oltre 300.000 persone vivono con diverse forme di leucemia o dopo una diagnosi di linfoma di hodgkin o non hodgkin e nel 2023 si sono registrate 24.000 nuove diagnosi solo per leucemie e linfoma non hodgkin (I numeri del cancro, 2023).
L’ultimo Piano oncologico nazionale (2023-2027) dichiara che “Il cancro è la patologia cronica potenzialmente più prevenibile e oggi anche più “curabile”, dedica un paragrafo ai tumori onco-ematologici sottolineando che rivestono un ruolo di primo piano nel SSN. In ambito onco-ematologico esistono neoplasie come la leucemia linfatica cronica o la leucemia mieloide cronica in cui il concetto di cronicità è già esplicitamente espresso con il “nome della patologia”. Sono anche tra le neoplasie ematologiche in cui i traguardi scientifici raggiunti, grazie alla ricerca, hanno modificato radicalmente i percorsi di cura, l’aspettativa di vita (che nella maggioranza dei casi può raggiungere quella della popolazione non malata) e le esigenze di presa in carico.
Prendendo ad esempio la Leucemia Linfatica Cronica, forma di leucemia più frequente negli adulti in occidente e tipica dell’età più avanzata, il 40% delle diagnosi è effettuato oltre i 75 anni. Ma l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea come possa ‘essere molto difficile affrontare una diagnosi di leucemia linfatica cronica, sia dal punto di vista pratico che emotivo e che la malattia generalmente ha una progressione molto lenta e può essere curata e mantenuta efficacemente sotto controllo molto a lungò.
Il Piano Oncologico Nazionale individua la risposta alla complessità nelle reti cliniche e come indicatore di monitoraggio specifico per l’oncoematologia la “Presenza formale di reti oncoematologiche regionali”.
Tuttavia, se in onco-ematologia si prospetta lo stesso percorso sviluppato per quelle oncologiche, tempi e risultati possono essere lunghi e non scontati ed è necessario tener conto che debbano essere progettate come nodi di un’unica rete (almeno) nazionale per assicurare l’omogeneità sia nell’approccio diagnostico che nell’erogazione delle terapie e nel monitoraggio della patologia, mantenendo basso l’impatto logistico ed il costo (attraverso, ad esempio, l’impiego di strutture di riferimento interregionali laddove non sia necessario replicarne oltre un certo numero per assicurare efficienza e qualità).
I servizi presenti, i costi e l’approccio multidisciplinare A prendersi cura delle persone con neoplasie ematologiche sono oltre 100 centri ematologici (la Fondazione GIMEMA – Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto che promuove, gestisce e coordina protocolli di ricerca clinica indipendente sulle malattie del sangue – ne annovera poco meno di 150), diffusi sul territorio nazionale con una lieve maggiore concentrazione in alcune regioni del nord insieme a Lazio e Sicilia. Il Piano Oncologico sottolinea che “eterogenea è la situazione relativa alle strutture e ai servizi con compiti di supporto diagnostico e terapeutico ai centri clinici ematologici sul piano della distribuzione territoriale, della dotazione strumentale e dei livelli qualitativi delle prestazioni, dei reparti di radiodiagnostica, radioterapia, laboratori di citometria, citogenetica e biologia molecolare”.
Un recente studio di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sull’approccio multidisciplinare in alcune neoplasie ematologiche croniche come Macroglobulinemia di Waldenstrom e dalla Leucemia linfatica cronica ha dimostrato che il team multidisciplinare si è dimostrato cruciale per seguire il paziente in modo più completo durante il percorso di cura e per assistere l’ematologo nella gestione delle comorbidità.
Il peso economico totale stimato da EEHTA-CEIS, -Facoltà di Economia Università degli studi di Roma Tor Vergata, per le due patologie è pari ad oltre 317,5 milioni di euro annui, circa 256 milioni annui dovuti alla LLC e circa 62 alla Waldenstrom. In altre parole, una media per paziente di oltre 41mila euro. L’82% è riferito a costi diretti; il 18% a quelli indiretti (prestazioni previdenziali e assistenziali erogate ai pazienti, anche attraverso indennità di accompagno e invalidità o giorni di lavoro persi di paziente o caregiver).
La necessità di istituire le reti oncoematologiche è più recente rispetto a quelle oncologiche, previste in uno specifico documento del 2014 “Linee guida per l’implementazione delle reti oncologiche” e del più recente aggiornamento nel 2019 che spiega come la “Formazione di Rete rappresenta un obiettivo prioritario, con particolare riferimento alle modalità di lavoro multi-professionale e multidisciplinare, all’integrazione ospedale-territorio, alle azioni di supervisione e tutoraggio dei nuovi assunti e all’utilizzo di audit clinico e training strutturati”. E” opportuno sottolineare che da oltre 40 anni sono operative in Italia reti ematologiche nazionali, attraverso l’implementazione delle cosiddette “reti di professionisti”: GIMEMA, per tutte le leucemie acute e croniche dell’adulto (operante dal 1982), AIEOP (per tutte le neoplasie pediatriche), FIL (per tutti i linfomi dell’adulto), GITMO (per il trapianto di cellule staminali), per assicurare omogeneità di percorsi diagnostici e terapeutici in Italia, secondo gli approcci più innovativi su scala mondiale.
La situazione delle reti oncologiche e oncoematologiche nelle Regioni Stando però al monitoraggio Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ancora in sette Regioni nel 2022 non è stato formalizzato con atto regionale il coordinamento funzionale della rete tumori rari (tumori oncoematologici rari, pediatrici, solidi dell’adulto) con la Rete oncologica regionale: Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Molise, Sicilia, Umbria.
Secondo Agenas, le reti oncologiche regionali (ROR) possono contare su un piano economico-finanziario per assicurare la continuità operativa della rete in sole cinque regioni (Campania, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto); integra le sue attività con la rete territoriale come da DM 77 in sole 13 Regioni (manca in Basilicata, FVG, Marche, Molise, PA Bolzano, Puglia, Sicilia, Umbria); quota parte del tempo dei professionisti per le specifiche attività di rete è formalmente dedicata all’aggiornamento professionale e/o collaborazione con centri ad alta specializzazione solo in 9 Regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) e solo in 7 di queste partecipano alle attività di equipe itineranti (Campania e Lombardia non lo prevedono); in 13 regioni il coordinamento della ROR non ha definito indicatori e strumenti per misurare il raggiungimento degli obiettivi (monitoraggio).
A oggi lo stato dell’arte in Italia, ricostruito dall’Osservatorio Salutequità, mostra che le reti ematologiche/oncoematologiche formalizzate sono presenti in nove Regioni: Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia.
‘Tra i principali problemi da affrontare – spiega Tonino Aceti, presidente di Salutequità (nella foto) – c’è la gestione delle neoplasie ematologiche, soprattutto nell’anziano, e la presenza di comorbidità, fragilità e necessità di personalizzazione delle scelte terapeutiche che sono condizionate da valutazioni logistiche e che richiedono una forte collaborazione tra i diversi professionisti, non solo per specialità, ma anche ospedale-territorio, così come socio-sanitarià.
‘E’ necessario poi – aggiunge Marco Vignetti, Presidente Fondazione GIMEMA Franco Mandelli onlus – lavorare sulla necessità di garantire e mantenere un equo accesso ai centri di eccellenza nelle strutture e servizi con compiti di supporto diagnostico e terapeutico ai centri clinici ematologici, necessari per diagnosi e controllo di molte patologie, attraverso l’investimento e l’istituzionalizzatone delle reti ematologiche sia diagnostiche (quali Labnet, che permette da oltre 10 anni di offrire a tutti i pazienti lo stesso percorso di diagnosi e di monitoraggio molecolare) che terapeutiche, in coordinamento con l’attuazione delle reti ematologiche regionali, che non devono diventare un percorso destinato a cancellare l’eccellenza esistente, ma anzi devono rappresentare l’occasione per “sfruttarla” e per valorizzarlà.
‘Soprattutto però – conclude Aceti – il Piano Nazionale della Cronicità deve iniziare ad occuparsi anche di neoplasie ematologiche croniche, disegnando un modello di presa in carico della dimensione di cronicità che le caratterizza e descrivendo obiettivi e indicatori di misurazione. A oggi nè il Piano oncologico nazionale, nè quello delle cronicità prevedono indicatori specifici per la capacità di presa in carico di tali patologie, nonostante la cronicità in oncologia sia prioritaria e diversa dalla lungo sopravvivenza. E sappiamo già che ci troveremo a fare i conti con carenze specialistiche, se non si invertirà la tendenza registrata quest’anno con il 37% di non immatricolati nella scuola di specializzazione in ematologià.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Cronaca
A Vinitaly.Usa a Chicago 250 aziende e 1.500 buyer per reagire ai dazi
Pubblicato
1 ora fa-
6 Ottobre 2025di
Redazione
CHICAGO (ITALPRESS) – Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha inaugurato la seconda edizione di Vinitaly.USA al Navy Pier di Chicago (5-6 ottobre) con oltre 250 espositori tra aziende, consorzi e collettive regionali impegnate nei b2b con più di 1.500 buyer. “La grande partecipazione di aziende italiane a Vinitaly.USA a Chicago – afferma – ci dice che il mercato statunitense non è sostituibile e che vale la pena investire. La grande presenza di operatori americani e di buyer ci dice che il vino italiano continua a essere un prodotto che gli americani cercano e vogliono comprare. Il Sistema Italia è al fianco di tutto il settore per promuovere le qualità inimitabili del nostro vino e per continuare a guardare al futuro con ottimismo. Non c’è insidia che non si possa affrontare se si ha la sicurezza di poter offrire un prodotto che non ha eguali”.
Sostegno al settore è stato espresso anche dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani che in un messaggio ha dichiarato: “Il Governo è al fianco di questo settore strategico, prioritario nel quadro della strategia di diplomazia della crescita con l’obiettivo di raggiungere il traguardo di 700 miliardi di export entro la fine della legislatura. Va in questa direzione il Piano d’Azione per l’Export, che punta ad aprire nuovi spazi nei mercati extra-europei ad alto potenziale, senza dimenticare quelli tradizionali come l’Europa o gli Stati Uniti in cui vogliamo continuare a rafforzare la nostra presenza”. Inoltre, il ministro ha annunciato di “aver istituito presso il ministero una Task Force Dazi” a disposizione delle aziende.
Organizzato da Veronafiere-Vinitaly con ITA – Italian Trade Agency, Fiere Italiane e la Camera di Commercio italiana americana del Midwest-Chicago, “Vinitaly.USA è la risposta del vino italiano ai dazi e al conseguente contesto di preoccupazione e incertezza – ha dichiarato in apertura il presidente di Veronafiere Federico Bricolo -. Il programma unitario di questa edizione che ingloba, oltre a Vinitaly, anche wine2wine Business Forum, la Vinitaly International Academy, Vinitaly Tourism e SOLExpo, rafforza il presidio di Veronafiere su questo mercato strategico e tutt’altro che saturo, che può riservare nuove potenzialità di crescita per il vino italiano”.
Infatti, il 75% dei consumatori statunitensi di vino Made in Italy si concentra in una quindicina di Stati, con in testa California, New York, Florida, Texas e Illinois. Gli Italian wine lover, oggi, provengono soprattutto da qui, sono in prevalenza consumatori di origine caucasica (75%), Boomers o Gen X (62%), con una significativa presenza del pubblico femminile. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Iwsr (International Wine and Spirits Record, leader globale nei dati, nelle analisi e nelle informazioni strategiche per il settore delle bevande alcoliche) l’identikit del consumatore del futuro è di genere maschile, Gen Z ma anche Millennial, di etnia latinoamericana o afro-discendente, preferibilmente residente in Texas, Illinois, California, South Carolina e Georgia o altre aree con quei segmenti di popolazione non solo poco esplorati, ma che Stato per Stato dimostrano percentuali di gradimento del vino superiori alla media nazionale. Nuovi target e aree di domanda potenziale che Vinitaly.USA vuole intercettare per ampliare le occasioni di business del vino italiano, paese leader tra i consumi di vini d’importazione con una quota pari al 38% sul totale. Opportunità per le imprese made in Italy ma anche per il trade americano: secondo una stima dell’Osservatorio, infatti se è vero che le imprese italiane registrano un fatturato annuo di oltre 2,2 miliardi di dollari dalle vendite oltreoceano, per i partner commerciali Usa il beneficio a valore sale a più di 10 miliardi di dollari. A Vinitaly.USA, attesi tra i buyer anche i top Volio Fine Wine Imports, Vias, Terlato Wines, More Than Grapes – wine imports, Winebow fine wines – spirits e Eagle Eye Wines. Nei panel di wine2wine Vinitaly Business Forum, inevitabili anche i focus sui dazi: se ne discuterà, tra gli altri, con Benjamin Aneff, presidente U.S. Wine Trade Alliance.
“L’Agenzia ITA-Italian Trade Agency, nel solco della diplomazia della crescita spinta dalla Farnesina e negli obiettivi di crescita indicati anche dal ministero dell’agricoltura, è orgogliosa di essere motore trainante dell’edizione 2025 di Vinitaly Chicago – ha commentato il presidente di ITA, Italian Trade Agency, Matteo Zoppas – realizzata in collaborazione con Veronafiere e la Camera di Commercio di Chicago. Quest’anno ospitiamo circa 250 aziende con 2000 etichette, un numero in crescita rispetto all’anno precedente. Abbiamo lavorato con cura sulla qualità degli operatori, dei buyer e dei produttori, offrendo un livello di selezione ancora più elevato e organizzando tre masterclass per avvicinare sempre più il pubblico americano al gusto del vino italiano. In questo momento di incertezza sui dazi – ha concluso Zoppas – il nostro impegno è dare un supporto tangibile agli imprenditori del vino italiano negli Stati Uniti. Nei prossimi mesi valuteremo insieme l’andamento del mercato, ma oggi siamo qui per fare la nostra parte dando sostanza al ruolo del sistema Paese”.
All’inaugurazione di Vinitaly.USA hanno partecipato Marco Peronaci, Ambasciatore d’Italia negli USA; Marco Rago, Consigliere giuridico ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale; Maurizio Muzzetta, presidente Fiere Italiane USA LLC; Domenico Mauriello, segretario generale Assocamerestero e Robert Allegrini, presidente NIAF (The National Italian American Foundation). Sono, inoltre, intervenuti: Luigi Scordamaglia, amministratore delegato Filiera Italia; Giordano Emo Capodilista, vicepresidente Confagricoltura; Tommaso Battista, presidente Copagri; Carmelo Troccoli, direttore nazionale Fondazione Campagna Amica; Marzia Varvaglione, presidente CEEV (Comitè Europeen des Entreprises Vins) e Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (in collegamento). Mentre al successivo Business Forum organizzato da ITA – Italian Trade Agency, ha registrato i contributi di Marilisa Allegrini, presidente e ceo Gruppo Marilisa Allegrini, Francesco Ganz (Ethica Wines), Bill Terlato (Terlato Wine Group), Diva Moretti Polegato (Villa Sandi) con le conclusioni di Matteo Zoppas, presidente ITA – Italian Trade Agency e del ministro Francesco Lollobrigida. Presenti per Veronafiere anche la vicepresidente Marina Montedoro, l’amministratrice delegata Barbara Ferro e il direttore generale Adolfo Rebughini. A Chicago anche Kristian Ghedina (ex sciatore con 33 podi in Coppa del Mondo e sommelier Ais ad honorem dal 2023) nella veste di Ambassador Vinitaly.USA 2025.
-foto ufficio stampa Veronafiere –
(ITALPRESS).
Cronaca
Crampi per Sinner a Shanghai: si ritira al 3° contro Griekspoor
Pubblicato
5 ore fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Giornata amara per Jannik Sinner. L’azzurro si è ritirato nel corso del terzo set del match dei sedicesimi di finale del “Rolex Shanghai Masters”, il penultimo Masters 1000 della stagione, con montepremi totale pari a 9.193.540 dollari, in corso sui campi in cemento della capitale economica della Cina. Il tennista altoatesino, numero 2 del mondo e secondo favorito del seeding (in realtà primo favorito dopo il forfait all’ultimo minuto di Carlos Alcaraz), ha ceduto di fronte all’olandese Tallon Griekspoor, 31 del ranking Atp e 27esima forza del tabellone, a causa dei crampi.
L’azzurro aveva vinto il primo set per 7-6 (3). Poi nella seconda frazione è arrivato a due punti dal match, prima di arrendersi per 7-5. Infine, nella terza frazione ha cominciato ad accusare problemi, soprattutto per crampi alla gamba destra. Quindi, sul 3-2 in favore dell’olandese, è stato costretto ad alzare bandiera bianca.
Buone notizie invece da Pechino, dove Sara Errani e Jasmine Paolini hanno conquistato un altro titolo in doppio. Le due azzurre hanno vinto il “China Open”, penultimo Wta 1000 della stagione, andato in scena sui campi in cemento dell’Olympic Green Tennis Centre. La emiliano-romagnola e la toscana, campionesse anche nel 2024 nella capitale cinese, hanno battuto in finale la coppia composta dalla giapponese Miyu Kato e dall’ungherese Fanny Stollar con il punteggio di 6-7 (1) 6-3 10-2. Per Errani e Paolini, in coppia, si tratta del quarto titolo del 2025: in bacheca quest’anno hanno messo anche il “1000” di Doha (sul cemento), quello di Roma (su terra) e lo Slam del Roland Garros (in terra). Complessivamente sono 9 i trofei (compresa la medaglia d’oro olimpica di Parigi 2024) conquistati insieme dalla 38enne di Massa Lombarda e dalla 29enne di Bagni di Lucca.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
La Roma vince anche a Firenze e resta in vetta
Pubblicato
7 ore fa-
5 Ottobre 2025di
Redazione
FIRENZE (ITALPRESS) – La Roma si conferma in testa alla classifica della Serie A, alla vigilia della pausa del le gare delle Nazionali, espugnando il Franchi di Firenze grazie alle reti di Soulè e Cristante che ribaltano il gol iniziale di Kean. Vincono 2-1 gli uomini di Gasperini con una prova non perfetta; ma tanto basta per avere la meglio su una Fiorentina davvero in crisi nera, che non si smuove dai tre punti maturati in sei giornate di campionato, rimanendo sempre più invischiata nella lotta salvezza.
La partita è divertente e incerta fin dal fischio di inizio con i viola a provare a fare gioco e ad attuare almeno nei primi 20′ un pressing alto, e con Kean che fa da boa e punto di riferimento. Di contro la Roma sembra timorosa e incerta, con molti errori di disimpegno da segnalare. Non è un caso che poco prima del quarto d’ora di gioco proprio Kean sfrutti uno scontro fortuito Mancini-Cristante a centrocampo, e si involi verso la porta giallorossa battendo Svilar.
Gli ospiti però non accusano il colpo e ci mettono poco a ribaltare il risultato. Prima Soulè con uno stupendo Mancini brucia De Gea, poi Cristante anticipa Mandragora su calcio d’angolo battuto dall’argentino numero 18 romanista, e fa due a uno per i suoi. La Roma potrebbe fare tris al 36′ se Dovbyk arrivasse prima su un cross di Wesley, mentre Kean sfiora la doppietta 2′ più tardi con un sinistro che centra il palo e poi esce. Nell’intervallo Gudmundsson rimane negli spogliatoi, al suo posto il neo azzurro Piccoli, mentre poco prima dell’ora di gioco Gasperini capisce di essere sottoposto al pressing viola e inserisce contemporaneamente Pellegrini e Dybala, quest’ultimo nell’anomala posizione di centravanti al posto di uno spento Dovbyk. I viola al 73′ centrano anche il loro secondo legno, con Piccoli che prende una traversa piena. Il tutto anticipa la mossa della disperazione di Pioli che inserisce anche Dzeko per Mandragora con tre punti in campo in contemporanea per i gigliati per l’assalto finale.
L’affollamento offensivo però produce poco se non un cross da destra su cui Gosens arriva tardi sul secondo palo. Anzi l’ultima chance c’è la Dybala al 90′ ma De Gea è reattivo. La sua parata però non basta a evitare la sconfitta viola e i tanti fischi finali del Franchi.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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