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Troppa Spagna per l’Italia, iberici agli ottavi da primi

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GELSENKIRCHEN (GERMANIA) (ITALPRESS) Ci siamo sporcati. E il vestito non era neanche quello buono. La Spagna ci dà lezioni di calcio, ci batte soltanto 1-0 e il paradosso è che la rete della vittoria è un autogol. Se era un confronto tra due scuole calcistiche, beh ne usciamo con le ossa rotte, mentre le ‘furie rossè con la laurea in palleggio e gioco, ma soprattutto il passaggio del turno vincendo il girone con un turno d’anticipo. E per noi gli ultimi 90’, a Lipsia contro la Croazia, saranno decisivi. Non c’è l’avvio shock di Dortmund. Lì dopo 23 secondi, una follia di Dimarco aveva regalato il vantaggio all’Albania. Qui la Spagna ci mette meno di un minuto e mezzo a rendersi pericolosa. Nico Williams fa subito capire di essere in serata, si beve Di Lorenzo e mette in mezzo per il colpo di testa di Pedri che Donnarumma alza sopra la traversa. Morata sta bene e si vede, centravanti mobile, per nulla pigro, si allarga quando serve. Al 10° avvia l’azione, scambia la posizione con Nico Williams che anche centralmente scappa via, ma di testa, sul perfetto cross di Pedri, concede la grazia agli azzurri. Si fa fatica, enorme fatica. Il palleggio è della Roja che ci fa girare la testa. Concede qualche spazio, ma le ripartenze azzurre non funzionano. Barella va in confusione, del resto è dura trovarsi in mezzo a un triangolo di enorme tecnica (Fabian, Rodri e Pedri), Jorginho fa meglio la fase difensiva che il resto, l’unico che sembra reggere il confronto dal punto di vista della qualità è Pellegrini. Scamacca viene cercato poco e quando viene trovato sbaglia. Il capitano (ammonito per aver lasciato l’area da rigore per parlare con l’arbitro) tiene la barca a galla con due grandi interventi in 1 minuto: prima chiude lo specchio a Morata, poi vola sul sinistro di Fabian. I dati sul possesso palla (61% iberico al 45°) la dicono lunga: è la Spagna la regina. Un paio di chiusure di Bastoni fermano la Roja, ma il primo tempo è monotono ed è una monotonia preoccupante in chiave azzurra. Si va negli spogliatoi con un gran mal di testa, ma il farmaco giusto evidentemente non si trova. Spalletti si gioca le carte Cristante (fuori Jorginho) e Cambiaso (esce Frattesi), ma il dominio rosso continua, così come la lotta Pedri-Donnarumma che vince il capitano azzurro. Capitola al 10°, quando sull’ennesima giocata di Nico Williams respinge in tuffo ma sul ginocchio di Calafiori: autogol e Spagna meritatamente in vantaggio. Si riprende come al solito, l’Italia non trova proprio le contromisure, Yamal sfiora il 2-0, Nico Williams timbra la traversa. Entrano Zaccagni e Retegui, ma gli azzurri proprio non riescono neanche a fare il solletico a Unai Simon che, all’86°, può finalmente festeggiare una facile presa in area sul primo calcio d’angolo. Dall’altra parte, nei minuti di recupero, Donnarumma si conferma un grande portiere dicendo due volte no a Perez. Finisce ‘solò 1-0 per la Spagna e ci va benissimo così: dominati e ridimensionati. Fra quattro giorni ci si gioca tanto contro la Croazia. Serve una reazione e tutt’altra Italia.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Inter cuore, rimonta e finale. Battuto 4-3 il Barcellona

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MILANO (ITALPRESS) – L’Inter vince 4-3 contro il Barcellona ai supplementari e vola in finale di Champions League. Quello di San Siro è stato un match incredibile, ancor più del 3-3 in Catalogna: i nerazzurri sono andati in vantaggio di due reti, poi la rimonta e il sorpasso dei catalani, infine la rete di Acerbi che ha portato la gara ai supplementari, decisiva la rete di Frattesi che fa esplodere la festa interista.

Settima finale della storia per l’Inter – la seconda sotto la gestione Inzaghi in tre anni – che il 31 maggio a Monaco di Baviera sfiderà la vincente tra Paris Saint-Germain e Arsenal, attese domani a gara-2 di semifinale (1-0 a Londra per i francesi all’andata). Simone Inzaghi ha mandato in campo Lautaro dal primo minuto, l’argentino è tornato a disposizione dopo l’elongazione ai flessori della coscia sinistra, infortunio accusato all’andata.

Solito 3-5-2 per il tecnico piacentino, Flick ha risposto con una sorta di 4-2-3-1: scelto ancora Ferran Torres come falso nueve, Lewandowski è invece partito dalla panchina dopo i problemi fisici che lo hanno tenuto lontano dal campo nelle ultime settimane. Possesso palla Barcellona e aggressività da parte dei nerazzurri: il primo tempo di San Siro ha ricalcato quanto visto a Montjuic una settimana fa, gli azulgrana si sono affidati alle fiammate di Yamal, marcato a vista da Dimarco.

L’esterno nerazzurro, al 21′, ha innescato il primo gol recuperando palla sulla trequarti e imbeccando Dumfries, che anziché calciare ha servito Lautaro, il numero 10 ha appoggiato il pallone in rete praticamente a porta vuota. Il capitano nerazzurro a termine dei primi 45 minuti si è conquistato il rigore del 2-0, l’intervento di Cubarsì è stato prima giudicato non falloso da Marciniak, poi il direttore di gara è stato richiamato all’on field review: dal dischetto ci ha pensato Calhanoglu a siglare il raddoppio spiazzando Szczesny.

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In pieno recupero c’è stato un lungo battibecco tra Inigo Martinez e Acerbi, il difensore dell’Inter è stato allontanato dai compagni per evitare sanzioni disciplinari. Nella ripresa l’intensità da parte degli uomini di Inzaghi è calata, gli ospiti ne hanno approfittato al 9′ quando Eric Garcia, su assist di Gerard Martin, ha dimezzato lo svantaggio.

Qualche minuto più tardi l’ex Manchester City, sugli sviluppi di un contropiede, si è divorato il gol del 2-2, decisivo l’intervento di Sommer. Il pareggio è arrivato al quarto d’ora, ancora Martin ha pescato Dani Olmo, lo spagnolo in tuffo ha avuto tutto il tempo di deviare il pallone in rete.

I padroni di casa hanno fatto fatica a creare azioni pericolose, a due minuti dal termine Raphinha, dopo una respinta dello stesso Sommer, ha trovato il diagonale vincente. In pieno recupero, Acerbi – che si era spinto in avanti per tentare il tutto per tutto – ha riaperto nuovamente la partita segnando la rete del 3-3 che ha portato il match ai supplementari.

Di mezzo il palo di Yamal, il giovane talento blaugrana ha sprecato in due occasioni il pallone del 4-3. Nell’extra-time il Barcellona ha provato a gestire il possesso, ma al 9′ del primo tempo supplementare Frattesi, su sponda di Taremi, ha siglato il gol del nuovo vantaggio, un piazzato col sinistro sul palo lontano che ha beffato Szczesny. Sotto il diluvio l’Inter stringe i denti, il Barça ha ormai dato tutto e per i campioni d’Italia si aprono le porte della finale di Champions.

TABELLINO

INTER (3-5-2): Sommer 7.5; Bisseck 6 (26’st Darmian 6.5), Acerbi 7.5, Bastoni 7; Dumfries 7 (3’sts De Vrij 6.5), Barella 7.5, Calhanoglu 7 (34’st Zielinski 6.5), Mkhitaryan 6.5 (34’st Frattesi 8), Dimarco 6.5 (10’st Carlos Augusto 6); L.Martinez 7.5 (26’st Taremi 7.5), Thuram 7.

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In panchina: Di Gennaro, J.Martinez, Arnautovic, Asllani, Re Cecconi, Zalewski.

Allenatore: Inzaghi 8.

BARCELLONA (4-2-3-1): Szczesny 6.5; Garcia 7 (8’pts Fort 6), Cubarsì 6 (1’sts Pau Victor 6), Martinez 5.5 (31’st Araujo 5.5), Martin 7; De Jong 6.5, Pedri 6.5 (1’sts Gavi 6); Yamal 6.5, Dani Olmo 7 (38’st Fermin Lopez 6), Raphinha 7; Ferran Torres 5.5 (46’st Lewandowski 5.5).

In panchina: Pena, Astralaga, Fati, Christensen, Farré, Darvich.

Allenatore: Flick 6.

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ARBITRO: Marciniak (Pol) 6.

RETI: 21’pt L.Martinez, 45’pt Calhanoglu (rig); 9’st Garcia, 15’st Dani Olmo, 43’st Raphinha, 48’st Acerbi; 9’pts Frattesi.

NOTE: terreno di gioco in buone condizioni.

Spettatori: 75.504.

Ammoniti: Calhanoglu, Martinez, Mkhitaryan, Acerbi, Flick, Pau Victor, Carlos Augusto, Bastoni.

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Angoli: 7-5 per il Barcellona.

Recupero: 3’pt, 6’st; 3’pts, 3’sts.

– Foto Image –

(ITALPRESS)

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Mattarella in visita al CPO Giulio Onesti “Impianto all’avanguardia e struttura straordinaria”

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ROMA (ITALPRESS) – “Voglio ringraziarvi per tanti motivi, in primis per l’opportunità offerta con questa visita al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti, una struttura straordinaria, un impianto all’avanguardia, un punto di riferimento per lo sport nazionale”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al termine della sua visita al Cpo Giulio Onesti, all’Acqua Acetosa. “È un centro che raccoglie tradizione e futuro, sin da Giulio Onesti e per poi venire trasmessa nelle successive presidenze fino a Giovanni Malagò e i tanti successi raccolti in questo periodo – ha proseguito il Capo dello Stato -. Vi ringrazio per avermi generosamente associato ai vostri meriti da protagonisti dello sport, mi sento abusivo. E vi ringrazio per quello che fate ogni giorno. Dietro ai successi ci sono allenamento, rinunce e impegno per superare i propri limiti, questo consente i successi raccolti. Non è solo il prestigio regalato al nostro Paese con serietà e lealtà, ma anche un messaggio fondamentale lanciato ai nostri giovani per la pratica sportiva. Perché lo sport trasmette valori importanti come la convivenza, i rapporti con gli altri, il rispetto e arricchisce la vita sociale. Grazie, aspettiamo i prossimi successi”.

IL VIDEO DELLE PAROLE DI MATTARELLA

“Signor Presidente, cominciamo sempre con la stessa parola ma non ne esistono altre così chiare: grazie. Abbiamo cercato di raccontarle questo meraviglioso luogo per renderla testimone e protagonista”. Con queste parole il presidente del Coni Giovanni Malagò ha salutato il Capo dello Stato Sergio Mattarella al termine della visita al Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti.Ringrazio anche la politica perché in un certo momento non era chiaro cosa dovesse succedere ai Cpo – ha proseguito il numero uno dello sport italiano nel suo intervento in Aula Magna – Credo sia sacrosanto che il Coni abbia la gestione di questi luoghi per storia, competenza e logica. Queste mura trasudano di storia dal 1954, quando Giulio Onesti ebbe un’idea geniale. Era indispensabile per l’Italia e in particolare per Roma riavere credibilità internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale. E ricevemmo la fiducia dal Cio prima con Cortina 1956 e poi con Roma 1960. Il Centro Giulio Onesti è in un contesto logistico e geografico ideale, arricchito nel tempo con la competenza che nasce dalla qualità della preparazione olimpica, diretta e coordinata dal segretario generale Carlo Mornati. E arricchito con l’Istituto di medicina e scienze dello sport, nostro fiore all’occhiello”.

“Teniamo moltissimo a questo centro e sarei felice se tutti i luoghi pubblici fossero curati con questo tipo di attenzione. Non è un fatto soltanto economico – ha concluso Malagò – ma è amore. Questo ci rende unici. Il Coni non è soltanto questo, ma è anche questo. E oggi la nostra storia è arricchita dalla presenza del presidente Mattarella”.

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Colpo New York a Boston, ok anche Denver in gara-1 delle semifinali di Conference

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il fattore campo è il grande sconfitto della notte Nba. Le due gare-1 delle semifinali play-off di Conference si chiudono con le vittorie degli ospiti che aprono la serie al meglio e si godono due successi di grande rilievo. New York mette ko i campioni in carica, imponendosi a Boston 105-108 all’overtime e risalendo la china dopo un secondo quarto chiuso con un +15 dai padroni di casa.

I Celtics, che nella regular-season avevano ottenuto un quattro su quattro negli scontri diretti con i Knicks, danno l’impressione di poter calare il pokerissimo, ma dopo l’intervallo la partita cambia. OG Anunoby e Jalen Brunson trascinano New York con 29 punti a testa, ma è la prestazione di squadra a fare la differenza con le doppie doppie da 14 punti e 13 rimbalzi di Karl-Anthony Towns e da 14 punti e 11 rimbalzi di Josh Hart. L’unico a non andare in doppia cifra del quintetto iniziale è Mikal Bridges, ma è fondamentale il suo contributo nel limitare le stelle degli avversari, in difficoltà soprattutto nelle triple. Di punti ne fanno 23 a testa Jayson Tatum e Jaylen Brown, con il primo che mette a referto anche 16 rimbalzi, c’è la doppia doppia anche per Derrick White con 19 punti e 11 rimbalzi, mentre ne fa 16 Jrue Holiday, nessuno Kristaps Porzingis, non al top e in campo solo per 13 minuti. Vincono i Knicks, campioni in carica ko all’overtime e chiamati all’immediato riscatto.

Vittoria in trasferta anche per i Nuggets che si impongono 121-119 sul parquet di Oklahoma, grazie alla tripla del sorpasso finale di Aaron Gordon. Per lui doppia doppia da 22 punti e 14 rimbalzi, ma al solito a fare la differenza è uno strepitoso Nikola Jokic che fa regoistrare al suo attivo 42 punti e 22 rimbalzi, aggiungendo anche 6 assist. Non è tutto qui perchè ci sono i 21 punti di Jamal Murray e i 18, dalla panchina, di Russell Westbrook, oltre alla terza doppia doppia di Denver che porta la firma di Christian Braun (11 punti e 13 rimbalzi).

Se da una parte il più atteso era Jokic, dall’altra non delude le attese neanche Shai Gilgeous-Alexander che chiude con 33 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, ma non basta ai Thunder che portano tutto il quintetto in doppia cifra con Jalen Williams che ne fa 16, 14 sono quelli di Dort, 12 a testa per Holmgren e Hartenstein (per lui anche 9 rimbalzi), in più dalla panchina arrivano anche i 20 di Alex Caruso, ma il verdetto di gara-1 dice Nuggets.

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(ITALPRESS).

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