Cronaca
Generali e Fondazione Cattolica al fianco del Terzo Settore
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Redazione
VERONA (ITALPRESS) – Il volontariato sempre più “liquido”, la centralità del capitale umano, la sostenibilità economica e la rinnovata partnership con la pubblica amministrazione e con il mondo del profit: sono queste le principali sfide che si trova ad affrontare il Terzo Settore. E’ quanto emerge dalla seconda edizione del Rapporto Terzo Settore 2024 realizzato da Generali Italia sotto il coordinamento di Country Sustainability and Social Responsibility e della Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore.
Per rispondere a queste priorità del Paese, Fondazione Cattolica lancia due nuovi bandi del valore complessivo di 500mila euro ciascuno: il primo, “Una Mano a chi sostiene”, è un’iniziativa dedicata ai progetti degli Enti del Terzo Settore ed Enti Non Profit che promuovono inclusione e coesione sociale, generando un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile nel tempo. Il secondo, “People raising 2024”, punta a facilitare i processi di selezione di risorse umane qualificate degli enti.
Il Rapporto Terzo Settore 2024, intitolato “Protagonista della crescita e della coesione sociale del Paese: evoluzione e sfide” è stato presentato questa mattina a Verona, nell’ambito della Rassegna Poeti Sociali, ideata dalla Diocesi di Verona attraverso la sua Fondazione Toniolo.
Dal rapporto emerge l’importanza del Terzo Settore per l’economia e la coesione sociale del Paese: nella sua accezione più ampia, infatti, si stima che il Non Profit abbia un valore economico annuo di 84 miliardi, pari al 4,4% del PIL. La Riforma sta favorendo il riconoscimento degli enti, la trasparenza della loro gestione, e rafforzando le capacità di collaborazione con la pubblica amministrazione e con le stesse imprese private impegnate nell’iniziativa sociale. Gli enti attualmente iscritti al Registro Unico sono 129 mila, diffusi in tutto il territorio nazionale; essi danno lavoro a 530 mila dipendenti e coinvolgono 2,8 milioni di volontari. Il Terzo Settore “potenziale”, comprendente gli enti non ancora iscritti ma abilitati a iscriversi, è ben più numeroso: è costituito da oltre 300 mila organizzazioni, con 830 mila lavoratori dipendenti e 4,2 milioni di volontari.
Secondo lo studio, la maggior parte degli enti è di piccola o piccolissima dimensione economica (la media unitaria delle entrate è di 142 mila euro l’anno). La mancanza o l’incostanza dei finanziamenti può minare la sopravvivenza degli enti, e rappresenta la più grande sfida con cui le organizzazioni si confrontano. Il 59,8% degli enti non supera i 30 mila euro di entrate annue e il 28,9% ha entrate comprese tra i 30mila euro e i 200 mila euro. Secondo i dati Istat, il numero di impiegati nel settore è in crescita, ma solo il 14,6% degli enti impiega lavoratori dipendenti. Diminuisce invece il volontariato organizzato: il numero di volontari è calato del 16,5% tra il 2015 e il 2021, con una diminuzione di 900mila persone in termini assoluti, a fronte di una crescita potenziale di forme più “liquide” di volontariato.
Il rapporto mira a far luce sui fattori che contribuiscono a determinare la solidità del mondo del Non Profit e sul contributo alla crescita e alla coesione sociale del Paese. L’analisi – basata su un database interno di 270mila organizzazioni non profit incrociato con i dati del Registro Unico e su un’indagine campionaria condotta con interviste su 821 enti del Terzo Settore – ha inteso mappare un mondo interessato da profonde trasformazioni e comprenderne le sfide che dovrà affrontare, misurandone l’impatto sul Sistema Paese.
Barbara Lucini, Responsabile Country Sustainability & Social Responsibility di Generali Italia e Piero Fusco, Responsabile Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali Italia hanno dichiarato: “In un contesto caratterizzato da rapidi mutamenti tecnologici e sociali che rischiano di frammentare la società, il Terzo Settore genera coesione. Questa seconda edizione del Rapporto evidenzia l’apporto determinante della riforma del Terzo Settore nel favorire la professionalizzazione di questo universo che, nel suo complesso, vale circa il 4,4% del Pil nazionale e contribuisce in maniera decisiva alla crescita e all’innovazione sociale del Paese. L’indagine mette in luce la necessità di una nuova partnership tra il Terzo Settore, il pubblico e le imprese private, per rinnovare questo mondo. Attraverso la conoscenza, il dialogo e la frequentazione di queste realtà, Generali accompagna questo processo e offre soluzioni e servizi dedicati e distintivi, che rispondono ai reali bisogni specifici degli enti, garantendo protezione e continuità per le loro attività, fondamentali per il benessere sociale”.
Paolo Bedoni, Presidente di Fondazione Cattolica ha commentato: “Con questi due bandi Fondazione Cattolica si propone l’obiettivo di promuovere una cultura della filantropia tesa a dare risposte di carattere strutturale alle problematiche di crescita e consolidamento del Terzo Settore che così chiaramente vengono messe in luce dal Rapporto di Generali Italia. I due bandi, complementari per concezione e finalizzazione, sono aperti all’innovazione e alla sperimentazione. Essi intendono sollecitare, sostenere e premiare progetti che rafforzino le competenze e le capacità organizzative e manageriali degli enti che operano nel Terzo Settore e più in generale nell’area del non profit e che sviluppino sul territorio dialogo e collaborazione anche con le istituzioni pubbliche”. La riforma del Terzo Settore, che ha confermato, tra l’altro, coperture assicurative verso i volontari e una gestione più professionale e trasparente, ha posto le basi per una più diffusa e consapevole gestione del rischio. Secondo quanto rilevato dall’indagine, l’83,6% degli enti ha stipulato un’assicurazione per i volontari. Esiste ancora una quota non marginale di enti, il 16,4%, che non ha ancora provveduto ad assicurare i propri volontari.
Secondo lo studio, l’apporto del Terzo Settore all’occupazione e alla coesione sociale del Paese è significativo: il Non Profit tout court conta 360mila organizzazioni con circa 900mila lavoratori dipendenti (circa il 5% del totale nazionale), con un incremento di oltre 200mila dipendenti in dieci anni, a cui vanno ad aggiungersi 4,6 milioni di volontari, circa il 9% degli italiani con più di 14 anni.
La quota di donne sul totale dei dipendenti è del 57,2%, ben 18 punti in più rispetto alla media generale delle imprese. La quota di lavoratori dipendenti under 35 nel Terzo Settore si attesta al 20,2%, mentre la quota più numerosa è rappresentata dai 36-45enni (32,4%). La presenza dei giovani volontari è limitata: la quota di under 35 sul totale dei volontari è mediamente del 22,8%, con forti differenze interne. Il rapporto evidenzia che la difficoltà nella relazione con i giovani è principalmente culturale: il Terzo Settore appare rimasto legato a motivazioni, modelli organizzativi e linguaggi che non sembrano incontrare le motivazioni, i modelli relazionali e i linguaggi delle giovani generazioni, pur esprimendo valori sociali, ambientali e comportamentali a loro molto vicini. Secondo il Rapporto, il Terzo Settore oggi è in grado di contribuire al rinnovamento generale dei sistemi di welfare del nostro Paese, grazie alla maturità che ha raggiunto e alla sua diffusione nel territorio. Con i loro servizi sociali, gli enti infatti sono vicini alle famiglie e in grado di offrire soluzioni puntuali ai bisogni emergenti. Secondo la ricerca, il 62% degli enti del Terzo Settore fornisce servizi alle persone (circa 180-190 mila organizzazioni). Complessivamente il 45% degli enti offre servizi alla generalità delle persone, mentre il 16,9% si occupa di specifiche categorie di fragilità sociale quali disabilità, isolamento, discriminazione, difficoltà economico-lavorativa.
L’analisi fornita da Welfare Index PMI, l’indice di valutazione del livello del welfare aziendale nelle Piccole Medie Imprese italiane realizzato da Generali Italia, rileva che gli enti che hanno raggiunto nel 2024 un livello alto e molto alto di welfare aziendale sono il 59,3%, quasi il doppio della media generale delle PMI (33,3%). L’attività più diffusa tra gli enti che attuano almeno un’iniziativa di welfare, è il sostegno alla crescita professionale dei lavoratori: il tasso di iniziativa in questo ambito è del 38%. Molto rilevanti sono anche le iniziative nelle aree della flessibilità organizzativa: orario, permessi, smart working (34,2%), e dei servizi per la salute e l’assistenza sanitaria (32,8%). Secondo il rapporto, il Terzo Settore è chiamato a confrontarsi con la frantumazione del tempo libero, l’evoluzione culturale di motivazioni, temi e linguaggi che spingono i più giovani ad avvicinarsi al mondo del volontariato e progettare modelli di partecipazione più differenziati, digitalizzati e flessibili. Il volontariato vive oggi una grande diffusione delle modalità di partecipazione occasionale (57,5% dei volontari) o addirittura informale.
Lo studio evidenzia che molti enti si confrontano con temi legati alla necessità di affrontare un ricambio generazionale che dia nuovo slancio al settore e affronti le sfide sociali e del mercato con maggiori capacità professionali. Per attrarre i giovani le principali sfide saranno: conciliare il lavoro con le esigenze della vita personale, allineare i livelli retributivi al mercato, promuovere percorsi di formazione dedicati.
Infine, il rapporto evidenzia che per il 65,4% degli enti il fattore critico è l’accesso ai finanziamenti pubblici, seguito per il 60,3% dall’accesso ai finanziamenti privati. Il 30% delle entrate del settore dipende dalla pubblica amministrazione. Le reti associative e le alleanze su progetti sono gli strumenti che permettono al Terzo Settore di mitigare le sfide poste da un’ampia frammentazione, facilitando altresì la gestione delle principali criticità.
-foto ufficio Stampa Generali Italia-
(ITALPRESS).
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OSLO (NORVEGIA) (ITALPRESS) – L’Italia sprofonda sotto il diluvio di Oslo e vede già ridursi sensibilmente le speranze di qualificazione diretta ai prossimi Mondiali dopo una sola partita giocata. Il netto e meritato 3-0 in favore della Norvegia matura già nel primo tempo, grazie alle reti di Sorloth, Nusa e Haaland. I padroni di casa sbloccano il risultato al 14′. Wolfe intercetta un’apertura imprecisa di Bastoni e serve Musa, che verticalizza in area per Sorloth il quale batte Donnarumma con il mancino. Sul fronte opposto, è Raspadori a provarci al 26′, ma il suo destro da posizione defilata termina alto sopra la traversa. Al 32′ ci vuole Donnarumma per salvare in corner una improvvisa conclusione sul primo palo di Sorloth, arrivata al termine di una rapida ripartenza. Il raddoppio è nell’aria e arriva al 34′. Nusa riceve da Thorsby, rientra alla grande tra Rovella e Di Lorenzo e trafigge Donnarumma con una bordata di destro dal limite che si infila sotto la traversa. Gli ospiti escono di fatto dal campo e al 42′ arriva il tris. Odegaard trova spazio e verticalizza in area per Haaland che salta Donnarumma e deposita in fondo al sacco con il destro.
E’ il 3-0 che chiude un primo tempo da incubo. Spalletti inserisce subito Frattesi al posto di Rovella, ma la musica non cambia e la tanto attesa reazione non arriva. Dal settore ospiti dello stadio, intanto, si alzano alcuni cori contro squadra e allenatore. Al 21′, il palo ferma una violenta conclusione con il destro di Berg e salva Donnarumma dal possibile poker. Il resto del match è pura accademia e il risultato non cambierà più. L’Italia tornerà in campo lunedì sera a Reggio Emilia contro la modesta Moldova.
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7 Giugno 2025di
Redazione
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Jannik Sinner vola in finale al Roland Garros 2025. Il numero uno del mondo batte il 24 volte campione Slam Novak Djokovic e conquista la prima finale a Parigi: 6-4 7-5 7-6(3), dopo tre ore e 16 minuti di gioco, il punteggio in favore dell’altoatesino, uscito indenne da un match durissimo. In finale Sinner affronterà Carlos Alcaraz, oggi vittorioso contro Lorenzo Musetti.
“Sono riuscito a gestire tutte le situazioni complicate. Djokovic ha fatto vedere un’altra volta che modello è per noi. Siamo fortunati a vederlo giocare a questo livello, è il migliore nella storia del nostro sport”. Le parole di Jannik Sinner dopo la vittoria contro Novak Djokovic nella semifinale del Roland Garros 2025. “Sono felice di essere arrivato in finale. Ultimamente con Alcaraz non sta andando bene, ma vedremo cosa riusciremo a fare. Domani sfrutterò al meglio il giorno libero per riposarmi e preparare la finale”, conclude Sinner.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Ecco la Serie A 2025-26: subito big match e derby in coda
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6 Giugno 2025di
Redazione
PARMA (ITALPRESS) – A pochissimi giorni dalla fine di un campionato entusiasmante, che ha visto decidersi sia la lotta-scudetto che la corsa salvezza nell’ultima giornata e ha consegnato il quarto titolo al Napoli, la Serie A quest’oggi ha scoperto il suo calendario per la stagione 2025/26. Il programma del nuovo torneo è stato presentato a Parma, a margine del Festival della Serie A, e ci regalerà due match di grande interesse già nella prima giornata: l’Inter di Chivu sfiderà il Torino di Baroni, mentre la Roma di Gasperini affronterà il Bologna. Completano il turno Atalanta-Pisa, Cagliari-Fiorentina, Como-Lazio, Genoa-Lecce, Juventus-Parma, Milan-Cremonese, Sassuolo-Napoli e Udinese-Verona. Debutto in trasferta e contro una neopromossa, dunque, per i campioni d’Italia e per Antonio Conte, trattenuto con esito positivo da Aurelio De Laurentiis nel tentativo di difendere lo scudetto. Inter e Milan giocheranno in casa il primo turno e poi in trasferta nella giornata in cui San Siro non sarà disponibile per la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali.
Di particolare impatto la terza giornata (14 settembre), che ci consegnerà moltissimi big match: Fiorentina-Napoli e Milan-Bologna, ma soprattutto l’attesissimo Juventus-Inter, che si giocherà subito dopo la prima sosta-nazionali e coinvolgerà le due reduci dal Mondiale per Club. Nella giornata seguente, la quarta (21 settembre), ecco invece Lazio-Roma: il derby della Capitale che coinvolgerà Maurizio Sarri e Gian Piero Gasperini. Sfide interessanti anche nel quinto turno, con Juventus-Atalanta (Tudor contro Juric) e Milan-Napoli, con un periodo durissimo per i rossoneri: nella giornata seguente, appena prima della sosta-nazionali, sfideranno infatti la Juventus a Torino. Ottobre complicato per l’Inter, che avrà tre big match dalla settima alla nona giornata: Roma-Inter (5 ottobre), Napoli-Inter (26 ottobre) e Inter-Fiorentina (29 ottobre) prima di iniziare novembre contro il Verona. Potrebbe essere uno snodo-chiave per il campionato dei nerazzurri, che vorranno prendersi la rivincita contro Antonio Conte e i rivali-scudetto, ma hanno vissuto una rivoluzione in panchina e potrebbero cambiare volto nella loro rosa. Il girone d’andata ci farà assistere al derby di Milano solo nella sua 12esima giornata (23 novembre), con l’Inter reduce dal duello contro la Lazio nel turno precedente e i rossoneri che invece arriveranno a questa sfida dopo aver sfidato Roma e Parma. Nello stesso turno ecco Napoli-Atalanta, mentre due giornate dopo Antonio Conte sfiderà il suo passato: Napoli-Juventus, programmata nel weekend del 7 dicembre. Appena prima di Natale ecco Juventus-Roma (21 dicembre), mentre la 17esima giornata (28 dicembre) vedrà Atalanta-Inter come sfida di maggior prestigio: feste complicate per la Dea, che il 3 gennaio sfiderà la Roma dell’ex Gasperini. Sempre nella 18esima giornata, ecco invece Inter-Bologna e Lazio-Napoli, mentre il girone d’andata si chiuderà col Napoli a sfidare il Verona e l’Inter in trasferta a Parma nel turno dell’Epifania; Juventus a Reggio Emilia contro il Sassuolo e Roma a Lecce.
Subito emozioni nel girone di ritorno e nella 20esima giornata (11 gennaio), con Fiorentina-Milan e Inter-Napoli. I nerazzurri avranno un avvio soft, nel quale sfideranno tutte le neopromosse (Pisa, Cremonese, Sassuolo) prima del big match della 25esima giornata: Inter-Juventus, un altro snodo chiave del campionato che verrà vissuto a metà febbraio. Mentre Chivu e i suoi sfideranno le tre formazioni di rientro nella massima categoria, il Napoli invece avrà duelli impegnativi: Juventus e Fiorentina nella 22esima e nella 23esima giornata, poi la trasferta a Marassi (col Genoa) prima di incrociare la Roma in concomitanza con Inter-Juve. Marzo inizierà con Roma-Juventus nella 27esima giornata (1° marzo) e proseguirà, nel turno seguente, con l’attesissimo derby di ritorno tra il Milan e l’Inter (8 marzo). I nerazzurri vivranno quattro big match in sequenza: Milan, Atalanta e Fiorentina nel mese di marzo, Roma il 4 aprile nella 31esima giornata. Calendario più semplice, in quel periodo, per Juventus e Napoli: Conte vivrà il suo grande snodo per lo scudetto il 4 aprile contro il Milan, con un altro grande ostacolo a metà mese contro la Lazio (19 aprile) nel turno di Roma-Atalanta. Il secondo Milan-Juve stagionale sarà nella 34esima giornata, battute finali del torneo anche per Lazio-Inter e Milan-Atalanta nella 36a giornata, che ospiterà anche Napoli-Bologna. Particolarità per la Juventus, che chiuderà contro Fiorentina e Torino: raramente il derby della Mole era capitato nell’ultimo turno, mentre nel girone d’andata verrà disputato nell’11esima giornata. Le ultime cinque giornate del Napoli vedranno Conte sfidare Cremonese (C), Como (T), Bologna (C), Pisa (T) e Udinese (C). L’Inter invece sfiderà Torino (T), Parma (C), Lazio (T), Verona (C) e Bologna (T). Calendario ostico per la Juve con Milan (T), Verona (C) e Lecce (T) prima dei match già citati, mentre Allegri avrà queste cinque giornate di chiusura: Juventus (C), Sassuolo (T), Atalanta (C), Genoa (T), Cagliari (C). Qui, probabilmente, si deciderà lo scudetto. A meno che, ovviamente, non ci siano fughe anticipate come quella del Napoli di Luciano Spalletti. Di seguito tutti gli incroci dell’ultima giornata, potenzialmente decisiva anche per Europa e zona-retrocessione, e prevista per il 24 maggio: Bologna-Inter, Cremonese-Como, Fiorentina-Atalanta, Lazio-Pisa, Lecce-Genoa, Milan-Cagliari, Napoli-Udinese, Parma-Sassuolo, Torino-Juventus, Verona-Roma.
– foto Ipa Agency –
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