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LA VOCE PAVESE – TERRE D’OLTREPÒ, NUOVO MODELLO D’IMPRESA

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LA VOCE PAVESE – TERRE D’OLTREPÒ, NUOVO MODELLO D’IMPRESA
Nell’era della globalizzazione e della competitività internazionale, le aziende agricole e vinicole italiane cercano nuove vie per crescere e rimanere protagoniste sui mercati globali. Terre d’Oltrepò, una delle cooperative più importanti della Lombardia, ha intrapreso una trasformazione in grado di rilanciare le sue potenzialità sul mercato globale. Al centro di questa trasformazione si colloca la visione e la leadership di Umberto Callegari, CEO di Tdo, che ha saputo attrarre l’attenzione di partner strategici e manager di calibro internazionale – un risultato mai ottenuto prima nella storia della cooperativa e del territorio.
L’idea di trasformare Terre d’Oltrepò in una cooperativa gerarchica con una S.p.A. partecipata al 100% non è nuova, ma si basa su modelli di successo già adottati in Italia e all’estero. Questo modello organizzativo – che vede la cooperativa detenere tutte le quote della nuova S.p.A. conservando quindi interamente la proprietà diffusa – permette di mantenere saldi i valori mutualistici, con il vantaggio di operare sul mercato con maggiore flessibilità e capacità d’innovazione. Un caso esemplare è quello di Granterre, leader nel settore agroalimentare, che ha dimostrato come la diversificazione in società operative possa portare grandi benefici.
Uno dei limiti strutturali delle cooperative è l’impossibilità di accogliere capitali esterni senza compromettere il principio mutualistico. Con la nascita di TDO S.p.A., la cooperativa può accedere a investitori finanziari ed industriali, come i fondi di private equity ma anche enti statali o società industriali del settore vinicolo e non, garantendo risorse fresche senza alterare la governance e i valori. Attraverso la possibilità di investimenti esterni, TDO potrà finanziare progetti di ammodernamento, innovazione e crescita, accedendo a capitali che altrimenti sarebbero stati inaccessibili, e aprendo le porte a piani di sviluppo ambiziosi e sostenibili. Questa innovazione nella struttura organizzativa non solo garantisce un accesso al capitale strategico, ma permette anche di valorizzare il patrimonio dei soci, proteggendone gli interessi. Qualsiasi aumento di capitale contribuirà all’incremento del valore delle azioni, preservando il capitale personale dei soci, che resterà protetto.

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A TAVOLA CON TRADIZIONE – COSA SIGNIFICA AVERE UN RISTORANTE DI TRADIZIONE?

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A TAVOLA CON TRADIZIONE – COSA SIGNIFICA AVERE UN RISTORANTE DI TRADIZIONE?
Emanuele Bottiroli e lo chef Danilo Nembrini del ristorante La Pineta di Fortunago, uno dei Borghi più Belli d’Italia in Oltrepò Pavese, riflettono sul significato, oggi, della rete dei ristoranti della tradizione. Perché fare il ristoratore in un certo modo è un mestiere d’arte che perpetua una storia… ma cosa significa?

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A TAVOLA CON TRADIZIONE – COSA SIGNIFICA AVERE UN RISTORANTE DI TRADIZIONE?

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A TAVOLA CON TRADIZIONE – COSA SIGNIFICA AVERE UN RISTORANTE DI TRADIZIONE?
Emanuele Bottiroli e lo chef Danilo Nembrini del ristorante La Pineta di Fortunago, uno dei Borghi più Belli d’Italia in Oltrepò Pavese, riflettono sul significato, oggi, della rete dei ristoranti della tradizione. Perché fare il ristoratore in un certo modo è un mestiere d’arte che perpetua una storia… ma cosa significa?

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STANCO DEI FURTI, PRONTO A DORMIRE AL DISTRIBUTORE CON LA DOPPIETTA

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STANCO DEI FURTI, PRONTO A DORMIRE AL DISTRIBUTORE CON LA DOPPIETTA
Luigi Quadrelli, 82 anni, titolare della stazione di servizio IP in viale Cremona 215 a Pavia, è esasperato: dal maggio 2023, ha subito otto furti, cinque solo quest’anno. L’ultimo colpo, nella notte tra venerdì e sabato, ha fruttato ai ladri appena 390 euro. Le telecamere hanno ripreso due persone incappucciate, arrivate a piedi e armate di flessibile, che hanno forzato la colonnina per banconote. "Al momento della chiusura avevamo già scaricato le somme", spiega Quadrelli, che lamenta i continui danni economici, non sempre coperti dall’assicurazione. Nel corso degli anni i malviventi hanno usato ogni metodo, dalla breccia nel muro alla rottura delle vetrine. Quadrelli, però, non si arrende: "Dopo 57 anni, i miei clienti sono diventati amici. La stazione è la mia vita". Con una punta di ironia, promette una soluzione drastica: "Dormirò qui con la doppietta, così magari mi riposo davvero". Un esempio di resilienza che non si piega davanti alle difficoltà. Ma una storia che preoccupa e indigna…

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