Cronaca
Non solo bollicine, in Franciacorta nascono due vini fermi di qualità
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3 ore agoon
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RedazioneADRO (BRESCIA) (ITALPRESS) – Non solo bollicine! La Franciacorta, in particolare la Cantina Muratori di Adro, punta su un pinot nero e un chardonnay top class per dimostrare che le uve dei vigneti bresciani possono eccellere anche in bottiglie che non siano il classico spumante metodo classico che ha reso questa zona famosa in tutto il mondo. Sono Muratori Mantorosso Pinot Nero 100% e Muratori Setticlavio Chardonnay 100% i vini di qualità, voluti dall’enologo Riccardo Cotarella e dal presidente della cantina Bruno Muratori, che insieme hanno constatato “un potenziale su alcuni nostri vigneti meritava di essere approfondito. Da qui è nato questo progetto speciale, che ha dato vita alla collezione “Nuove forme di continuità”, composta da due vini fermi in bottiglie numerate: Muratori Mantorosso Pinot Nero e Muratori Setticlavio Chardonnay”. In tutto, almeno per il primo anno, saranno prodotte e commercializzate solo 5mila bottiglie di questi due vini, che rappresentano solo l’1% della produzione della cantina. A conferma che più che business, al momento si tratta solo di sperimentazione e di tentativo di ulteriore valorizzazione del territorio. “Questi non sono chardonnay e pinot nero qualunque, ma vini di qualità della Franciacorta, con uve e terreni già esistenti – commenta Cotarella -. Sono vini che marcano sfacciatamente il territorio e con un grande risultato. L’obiettivo è quello di far diventare la Franciacorta importante non solo per le bollicine, ma anche i vini fermi”. I due vini saranno prodotti in bottiglie numerate e vendute in casse di legno da sei, ad un prezzo superiore ai 45 euro a bottiglia per il Setticlavio e a partire da 75 euro per Mantotosso.(ITALPRESS).
Foto: trl
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Cronaca
Intesa Sanpaolo incontra 800 studenti alla Federico II di Napoli
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19 minuti agoon
19 Novembre 2024By
RedazioneNAPOLI (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo incontra oggi 800 studenti all’Università degli Studi di Napoli Federico II con Build Your Future, il programma ideato da Intesa Sanpaolo e realizzato in collaborazione con scuole e università per coinvolgere circa 10.000 studenti di tutta Italia e ispirarli sui grandi processi trasformativi dell’economia e della società come la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, la blue economy, la space economy, le life science e altri.
L’obiettivo del progetto è approfondire la conoscenza di alcune competenze chiave per la crescita formativa e personale, tra cui le competenze trasversali, e promuovere nelle giovani generazioni una maggiore consapevolezza del contesto in rapida e continua trasformazione.
Il quarto appuntamento è stato organizzato con l’Università degli Studi di Napoli Federico II: di fronte a più di 800 studenti, si alternano esperti, professionisti, docenti universitari, imprenditori e startup con i quali verrà approfondito anche il ruolo delle nuove tecnologie e l’importanza nella loro esperienza delle soft skill per affrontare con successo i continui cambiamenti in corso. Durante l’incontro gli studenti vengono continuamente coinvolti attraverso momenti interattivi, e invitati a raccontare la loro partecipazione alle challenge lanciate nelle settimane precedenti circa l’impatto che i trend trasformativi avranno sulla società.
“Con Build Your Future vogliamo ispirare i giovani raccontando loro le grandi trasformazioni a livello globale e le competenze necessarie per affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione – ha commentato Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystem e Global Value Programs Intesa Sanpaolo . Oggi lo facciamo con un’importante istituzione accademica come l’Università degli Studi di Napoli Federico II con cui abbiamo già in atto numerose collaborazioni, in particolare per la valorizzazione di studenti meritevoli attraverso borse di studio e progetti di internazionalizzazione”.
“Collaborare con Intesa Sanpaolo su iniziative come ‘Build Your Futurè conferma il nostro desiderio di costruire, con i giovani studenti, navi pronte a navigare il mare meraviglioso della vita in qualsiasi circostanza, anche la più avversa”, ha sottolineato Sergio Beraldo, Dipartimento di Scienze economiche e Statistiche Università degli Studi di Napoli Federico II.
Da anni Intesa Sanpaolo collabora a vari livelli con università e scuole di diverso grado, proponendo iniziative a sostegno della ricerca, a contrasto della fuga dei cervelli, di internazionalizzazione, di integrazione con il tessuto industriale, di inclusione educativa e a sostegno del talento e del merito. Il progetto rientra nell’impegno più ampio di Intesa Sanpaolo che da sempre ha una grande attenzione alla formazione dei giovani, allo sviluppo di competenze trasversali, al sostegno dell’internazionalizzazione delle scuole, tutti strumenti per consentire ai ragazzi di adattarsi a un panorama lavorativo in continua trasformazione. Recentemente “Look4ward – Build Your Future” è stato premiato a Washington D.C come “Champions in Education” da parte della piattaforma Italian Design Week. Nel 2023 il Gruppo guidato dal Consigliere Delegato e CEO Carlo Messina ha coinvolto oltre 2000 scuole e università, ne sono previste 4.000 nell’orizzonte di Piano d’Impresa 2022-2025.
Per comprendere e anticipare i cambiamenti, tramite la struttura Education Ecosystem and Global Value Programs guidata da Elisa Zambito Marsala, Intesa Sanpaolo ha promosso un Osservatorio permanente, Look4ward, che ha l’obiettivo di individuare i fabbisogni di nuove competenze e da cui emerge che le professioni del futuro saranno sempre più caratterizzate dalla fusione tra conoscenze tecniche verticali, competenze trasversali e capacità relazionali.
– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).
Cronaca
Diabete di tipo 1, l’Italia cambia le regole della prevenzione globale
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19 minuti agoon
19 Novembre 2024By
RedazioneROMA (ITALPRESS) – Si è tenuto oggi a Roma, presso la Galleria del Cardinale Colonna, il convegno organizzato in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, dedicato alle nuove prospettive nella prevenzione e gestione del diabete di tipo 1 in età pediatrica. L’Italia si conferma protagonista internazionale con la recente Legge n. 130/2023, prima a introdurre uno screening pediatrico nazionale per la diagnosi precoce del diabete di tipo 1 e della celiachia. L’evento, organizzato con il contributo non condizionante di Sanofi, Roche, Movi e Revvity, ha coinvolto figure di spicco delle Istituzioni e del panorama medico.
I saluti istituzionali sono stati aperti da Giorgio Mulè, Vice Presidente della Camera dei Deputati, da Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito, e da Roberto Marti, Presidente della 7^ Commissione. “La Legge n.130 – dichiara Giorgio Mulè – rappresenta un impegno solenne verso le nuove generazioni, assicurando loro un accesso tempestivo alla diagnosi precoce del diabete di tipo 1 e della celiachia. Questo provvedimento pone l’Italia in una posizione di avanguardia nel campo della prevenzione, promuovendo una cultura di consapevolezza e conoscenza della patologia. Con tale visione, il nostro Paese costruisce una comunità sempre più inclusiva e attenta ai bisogni delle fasce più giovani”.
Tra i relatori, Valentino Cherubini, Presidente della Società Italiana Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, ha illustrato l’importanza della diagnosi precoce e dello screening: “L’adozione di uno screening consente di identificare con precisione i bambini a rischio. E’ quindi fondamentale la creazione di un registro degli individui positivi agli anticorpi specifici, essenziale per migliorare il monitoraggio clinico e le strategie di gestione, contribuendo così a ridurre l’incidenza della chetoacidosi diabetica”. A conferma della rilevanza della Legge, Raffaella Buzzetti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia, ha sottolineato la necessità dei nuovi codici di classificazione diagnostica: “Ritengo fondamentale l’introduzione di nuovi codici specifici per le condizioni presintomatiche del Diabete di Tipo 1. Ciò permetterebbe infatti di coprire le prestazioni necessarie per accompagnare, nella fase di follow-up e monitoraggio, la persona con positività anticorpale per il diabete di tipo 1, e quindi con malattia presintomatica. Questi codici permetterebbero, quindi, l’accesso a interventi preventivi e di monitoraggio in regime di convenzione con il SSN e quindi senza barriere economiche, rafforzando la capacità del sistema sanitario di agire fin dalle fasi prodromiche della malattia”.
In rappresentanza delle associazioni di pazienti Stefano Nervo, Presidente di Diabete Italia Onlus, il quale ha evidenziato l’importanza dell’innovazione tecnologica a sostegno della gestione del diabete di tipo 1, con specifico riferimento all’età pediatrica: “Le tecnologie di ultima generazione permettono un monitoraggio continuo e una gestione ottimizzata della terapia, migliorando la qualità di vita dei pazienti. E’ essenziale aumentare gli investimenti nella ricerca per garantire l’accesso a strumenti avanzati, favorendo una gestione sostenibile della patologia, che risponda alle esigenze dei pazienti e delle famiglie”.
Il convegno, patrocinato dalla Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, dalla Società Italiana di Diabetologia, dall’Associazione Medici Diabetologi, dalla Federazione Italiana Medici Pediatri, dalla Fondazione Italiana Diabete ETS e da Diabete Italia Onlus, ha riaffermato l’importanza di un approccio multidisciplinare, in cui Istituzioni, aziende, centri di ricerca, pediatri e famiglie collaborano in un sistema integrato di prevenzione e assistenza.
– foto ufficio stampa Esperia Advocacy-
(ITALPRESS).
Cronaca
Alopecia areata, presentati il Libro Bianco e il Manifesto nazionale
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19 minuti agoon
19 Novembre 2024By
RedazioneROMA (ITALPRESS) – Si è tenuta oggi presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato la presentazione ufficiale del Libro Bianco dell’Alopecia Areata e del relativo Manifesto.
L’evento ha rappresentato un momento cruciale per sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e la comunità scientifica sull’impatto fisico, psicologico e sociale di questa patologia autoimmune, ancora troppo spesso sottovalutata.
Il progetto, realizzato da FB&Associati e voluto dall’Associazione Italiana Pazienti Alopecia and Friends OdV (AIPAF OdV), ha ricevuto il patrocinio delle più autorevoli Società Scientifiche del settore, tra cui l’Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica (ADOI), la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), della Società Italiana di Tricologia (S.I.Tri.), della Società Italiana di Dermatologia Pediatrica (SIDerP) e della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) ed è stato realizzato grazie al contributo non condizionante di Giuliani, Lilly, Pfizer, CRLab e Difa Cooper Cantabria.
L’incontro odierno ha evidenziato la partecipazione attiva e centrale di tutti gli attori coinvolti nel progetto, insieme a rappresentanti istituzionali ed esperti scientifici. AIPAF OdV, in stretta collaborazione con gli attori presenti, ha sottolineato il valore cruciale di una sinergia forte e strutturata per trasformare i bisogni dei pazienti in azioni concrete e mirate.
“L’Alopecia Areata non è solo una questione estetica, ma una condizione che influisce profondamente sulla vita di chi ne è colpito. Per questo è fondamentale che venga riconosciuta a livello istituzionale come una malattia invalidante, per garantire ai pazienti accesso a cure, supporto psicologico e servizi che li aiutino a vivere con serenità. Come AIPAF OdV, stiamo lavorando per creare consapevolezza e spingere affinchè i pazienti ricevano il rispetto e il supporto che meritano. Per molti pazienti, la perdita dei capelli non è solo un problema fisico, ma anche emotivo e sociale. Come associazione, ci impegniamo a creare una rete di supporto che offra assistenza, informazioni e soprattutto libertà di scelta: se una persona vuole indossare una parrucca o mostrarsi senza capelli, deve poterlo fare senza timori o pregiudizi. Vogliamo che ogni paziente si senta libero di vivere la propria condizione senza vergogna, con la consapevolezza di avere alle spalle una comunità solidalè, afferma Claudia Cassia, Presidente dell’Associazione Italiana Pazienti Alopecia and Friends OdV (AIPAF OdV).
Comunità scientifica, istituzioni e associazioni pazienti lavorano in sinergia per migliorare la qualità di vita di coloro che affrontano quotidianamente questa condizione, che colpisce lo 0,2% della popolazione generale, indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dalle abitudini alimentari, dai comportamenti igienici e personali. “Negli ultimi anni, abbiamo fatto significativi passi avanti nella comprensione dei sofisticati meccanismi immunitari che causano l’Alopecia Areata. Grazie a queste scoperte, oggi possiamo utilizzare farmaci target, mirati a colpire selettivamente gli intimi meccanismi alla base di questa malattia. Tali farmaci già impiegati con successo in altre malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, potranno essere usati anche per trattare i pazienti con Alopecia Areata. La nostra speranza è che in futuro le terapie diventino ancora più efficaci e personalizzate, permettendo a chi soffre di questa malattia di migliorare sensibilmente la propria qualità di vità, dichiara Alfredo Rossi, Professore Associato presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Roma La Sapienza, Policlinico Umberto I.
“Il ‘Libro Bianco dell’Alopecia Areatà rappresenta un passo importante per sensibilizzare sia i medici che i pazienti -continua Michela Valeria Rita Starace, Unità Dermatologia, IRCCS Azienda Ospedaliero- Universitaria di Bologna, Policlinico S. Orsola-Malpighi, Dipartimento di Scienza medica e chirurgica, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna -. E’ uno strumento che aiuta a diffondere informazioni scientifiche e pratiche, rendendo il percorso di cura più chiaro e accessibile. Inoltre, è fondamentale per promuovere il riconoscimento dei diritti dei pazienti, perchè fa luce sulle loro difficoltà e sui loro bisogni reali, rafforzando la loro voce e la richiesta di un’assistenza adeguata. Ma soprattutto, è un mezzo importante per dare dignità a questa malattià.
Il Libro Bianco ha voluto dedicare un focus particolare al ruolo del Medico di Medicina Generale, figura fondamentale per il paziente affetto da Alopecia Areata. ‘Il Medico di Medicina Generale (MMG) è il primo punto di accesso alle cure per la maggior parte dei pazienti, anche per condizioni come l’Alopecia Areata, che ha un forte impatto emotivo oltre che fisico. Il nostro ruolo è fondamentale per identificare precocemente i sintomi, indirizzare verso lo specialista e fornire un supporto continuativo. Per valorizzare il MMG in questo percorso, appare utile promuovere una formazione specifica sulla patologia e rafforzare il collegamento con i dermatologi, creando un team di cura integrato che possa rispondere al meglio ai bisogni dei pazientì, sottolinea Giuseppe Zagami, Vicesegretario Nazionale Vicario FIMMG, Esecutivo Nazionale Continuità Assistenziale.
“L’Alopecia Areata non è soltanto una patologia medica, ma un fenomeno con rilevanti implicazioni sociali, relazionali ed economiche. I costi diretti per la gestione clinica e quelli indiretti legati alla perdita di produttività, all’isolamento sociale e all’impatto psicologico possono essere estremamente significativi. Questo Libro Bianco si pone come uno strumento prezioso per comprendere non solo l’onere sanitario, ma anche il peso che questa malattia esercita sulla società nel suo complesso, invitando a riflettere sulla necessità di politiche sanitarie più inclusive e sulle adeguate risorse per affrontarlà, prosegue Giovanni Ciofalo, Professore Associato in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale della Sapienza Università di Roma.
La sensibilizzazione e il sostegno ai pazienti rappresentano un aspetto fondamentale nell’affrontare questa sfida. L’Alopecia Areata è una patologia che può notevolmente influire sul benessere psicologico e sull’autostima delle persone che ne sono colpite. “L’Alopecia Areata, come molte altre malattie autoimmuni, richiede un’attenzione che vada oltre il semplice trattamento medico, investendo su prevenzione, diagnosi precoce e supporto globale ai pazienti. L’intergruppo parlamentare per la prevenzione e la cura delle malattie autoimmuni, che ho avuto l’onore di fondare, nasce proprio con l’obiettivo di dare voce a patologie come questa, troppo spesso ignorate. La presentazione del Libro Bianco sull’Alopecia Areata è un passo importante verso un approccio più consapevole, multidisciplinare e inclusivo, capace di rispondere alle reali necessità di chi vive ogni giorno le difficoltà di queste malattiè, dichiara il senatore Ignazio Zullo, Membro della 10° Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Senato della Repubblica.
Il Libro Bianco dell’Alopecia Areata offrirà per la prima volta una panoramica nazionale sul percorso di cura del paziente con questa patologia, al fine di costruire un sistema che riconosca a pieno le esigenze dei pazienti, favorendo la collaborazione tra associazioni di pazienti, medici e policy makers “Attualmente, la legislazione italiana prevede diverse misure per il supporto ai pazienti con malattie croniche, ma per l’Alopecia Areata è necessario fare di più. Le istituzioni possono intervenire promuovendo il riconoscimento della patologia nell’ambito delle malattie croniche e invalidanti, facilitando così l’accesso ai trattamenti e ai servizi di supporto psicologico. Il mio impegno, e quello della I Commissione, è lavorare affinchè venga aumentata l’attenzione su queste tematiche e si sviluppino politiche sanitarie che riconoscano e rispondano alle esigenze specifiche di chi convive con questa malattià, sottolinea Augusta Montaruli, Membro della I Commissione (Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni), Camera dei deputati.
Conclude la Società Italiana di Tricologia (S.I.Tri.): ‘Il Libro Bianco sull’Alopecia Areata rappresenta un punto di riferimento cruciale, una sintesi autorevole che finalmente porta al centro del dibattito scientifico e sociale una patologia complessa e spesso fraintesa. Per noi della S.I.Tri., questo documento è un manifesto che promuove conoscenza, sensibilità e innovazione. La sua realizzazione ci permette di tracciare un percorso chiaro per migliorare la diagnosi, l’accesso alle cure e il supporto ai pazienti, restituendo a questa condizione la dignità che merita e offrendo risposte concrete alle esigenze di chi ne è colpitò.
– foto ufficio stampa FB&Associati –
(ITALPRESS).
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