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Economia

Banca Generali, nel 2024 utile netto al massimo storico

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MILANO (ITALPRESS) – Banca Generali chiude l’esercizio 2024 con un utile netto consolidato di 431,2 milioni, in crescita del 32,2% rispetto all’esercizio precedente. Tale valore segna un nuovo massimo storico nel percorso di sviluppo della Banca e riflette il successo nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del piano 2022-2024 incentrati su crescita, profittabilità e remunerazione degli azionisti. La crescita degli utili ha beneficiato dello sviluppo delle masse gestite e amministrate per conto della clientela che hanno sfiorato i 104 miliardi a fine periodo (+11,9% a/a) ed è stata accompagnata da un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale, già superiore ai requisiti regolamentari. Il margine d’interesse è salito a 317,1 milioni (+4,2% a/a) grazie all’espansione dei volumi e della redditività degli attivi fruttiferi a fronte di un costante
attenzione al costo della raccolta. Le commissioni lorde ricorrenti hanno registrato un incremento dell’8,7% a 1.041,2 milioni, mentre i costi operativi sono stati pari a 294 milioni, con una variazione del +6,2% rispetto all’anno precedente. Nell’anno sono stati contabilizzati accantonamenti, contributi ai fondi bancari e altre rettifiche per 117,3 milioni rispetto ai 67,6 milioni dell’esercizio precedente. Il tax-rate del periodo si è attestato a 24,3%, in calo rispetto al 26,5% del 2023 principalmente per l’aumento dell’incidenza del risultato realizzato da giurisdizioni estere e alla maggiore componente di commissioni variabili. Al 31 dicembre 2024, il CET1 ratio di Banca Generali si è attestato al 22% e il Total Capital ratio (TCR) al 24,4%, il Leverage ratio della Banca si è attestato al 5,9%, su livelli quasi doppi rispetto al minimo
regolamentare del 3%. Le masse totali gestite e amministrate per conto dei clienti sono aumentate a 103,8 miliardi (+11,9% a/a), livello che segna il nuovo picco massimo nella storia di Banca Generali. La raccolta netta totale del 2024 è stata pari a 6,6 miliardi, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente. I dati hanno mostrato un progressivo miglioramento nella composizione di prodotto nel corso del periodo. Il Cda ha deliberato di presentare all’assemblea degli azionisti la proposta di distribuire dividendi per 327,2 milioni, pari a 2,80 euro per azione (al lordo delle ritenute di legge) per ognuna delle 116.851.637 azioni emesse e corrispondenti ad un pay-out totale del 76% dell’utile consolidato dell’esercizio 2024.
“Il miglior bilancio della nostra storia al termine di un percorso triennale che ha saputo superare molteplici criticità, centrando e superando tutti i target che ci eravamo prefissati. Nonostante la volatilità dei mercati e i ritardi nella tabella di marcia del progetto Svizzera siamo stati in grado di registrare una crescita a doppia cifra in tutte le principali voci, confermando ulteriormente la qualità e sostenibilità del nostro modello di business”. Così l’Ad e direttore generale di Banca Generali, Gian Maria Mossa, commentando i dati relativi all’esercizio 2024. “L’accelerazione nei flussi a maggiore valore aggiunto nelle soluzioni di investimento riflette l’eccellenza della nostra offerta e dei nostri banker, con la rete che continua a svilupparsi grazie all’appeal che esercitiamo negli inserimenti di profili d’esperienza e i percorsi dedicati ai giovani talenti”, aggiunge. “L’innovazione nei prodotti e nelle progettualità, a partire dal contributo dell’Ia nei nostri processi operativi fino alle potenzialità offerte dall’operazione su Intermonte, rende ancor più distintivo e unico il nostro approccio alle famiglie, agli imprenditori e alle imprese. Su questo paradigma stiamo gettando le basi per una nuova ambiziosa fase di sviluppo che ci vedrà sempre più come un punto di riferimento come prima e vera Ia private e investments bank. Guardiamo con grande fiducia ed entusiasmo alle sfide del futuro”, conclude Mossa.
(ITALPRESS).
-Foto: ufficio stampa Banca Generali-

Economia

Federico Ricci nuovo amministratore del Gruppo Corriere, subentra a Marco Corridori

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MILANO (ITALPRESS) – Federico Ricci entra a far parte del Gruppo Cepu per supportare la finanza di gruppo e, dal primo febbraio 2026, assumerà anche l’incarico di amministratore unico del Gruppo Corriere. Ne dà notizia un comunicato dell’azienda editrice.

Ricci, 48 anni, è stato presentato oggi alla redazione dalla proprietà che ha ringraziato l’attuale amministratore del Gruppo, ingegner Marco Corridori, per il lavoro “svolto con successo fino ad oggi”, un’opera di “gestione – è stato sottolineato – che ha contribuito al risanamento e al rilancio del Gruppo Corriere in soli tre anni”. L’ingegner Marco Corridori continua la sua attività di manager del gruppo Cepu mantenendo le guide dell’Accademia del Volo in qualità di accountable manager e di Aergrifo srl come amministratore unico.

Le testate giornalistiche del Gruppo Corriere – dirette dal primo gennaio 2023 da Sergio Casagrande – comprendono i quotidiani Corriere dell’Umbria, Corriere di Arezzo, Corriere di Siena e Corriere di Maremma, i rispettivi siti internet di informazione, Radio Corriere dell’Umbria e una serie di supplementi mensili e collane e-book. Sempre al Gruppo Corriere fanno capo l’agenzia di raccolta pubblicitaria omonima e il Corriere Formazione – Corriere Academy che offre anche un master di giornalismo locale. Federico Ricci, manager di origini umbre, è da oltre venti anni nella prima linea di aziende di numerosi settori, dall’Information Technology all’industria di marca, dalle banche al farmaceutico, alle infrastrutture.

In Umbria è conosciuto in particolare per aver contribuito al rilancio della catena di Farmacie comunali di Perugia e poi al salvataggio, risanamento e rilancio di quella di Terni, oltre ad essere noto per essere stato per 5 anni capo di gabinetto della presidenza della Regione, gestendo, tra l’altro, tutti i dossier più delicati del governo regionale e le aziende partecipate. Ha lungamente lavorato in contesti nazionali ed internazionali ed il suo ultimo ruolo da amministratore delegato di Antognolla spa, uno dei brand umbri più noti nel mondo, si è concluso con la valorizzazione dell’asset, ora di proprietà di uno dei più grandi gruppi immobiliari del mondo, la Emiratina EMAAR di Mohamed Alabbar.

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– Foto ufficio stampa Gruppo Corriere –

(ITALPRESS).

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Economia

Pnrr, Foti “Spesa in costante crescita, al 30 novembre superati i 101 miliardi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Come emerge dalla Relazione sullo stato di attuazione del Piano, la revisione approvata lo scorso 27 novembre dalla Commissione europea ci ha consegnato un PNRR all’altezza delle nuove sfide della Nazione, rafforzando l’efficacia degli interventi in linea con gli obiettivi europei, promuovendo innovazione, semplificazione e crescita”. Lo dichiara il ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, durante la Cabina di regia PNRR da lui presieduta, con la partecipazione dei Ministri e dei Sottosegretari responsabili, oltre che dell’ANCI, dell’UPI e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, per esaminare la settima Relazione sullo stato di attuazione del PNRR e per la verifica dell’avanzamento degli obiettivi connessi alla richiesta di pagamento della nona rata. La Cabina di regia, al termine di una puntuale verifica, ha adottato la settima Relazione sullo stato di attuazione del Piano per il successivo invio al Parlamento e ha preso atto del positivo stato di avanzamento dei 50 obiettivi della nona rata, di cui 16 milestone e 34 target, che coinvolgono sedici Amministrazioni titolari.

“Con il conseguimento di tutti gli obiettivi previsti, compresi quelli dell’ottava rata di imminente pagamento – ha proseguito il Ministro Foti – alla fine del 2025 l’Italia avrà ricevuto complessivamente 153,2 miliardi di euro, ai quali, nei prossimi mesi, si aggiungeranno 12,8 miliardi di euro connessi al raggiungimento degli obiettivi della nona e penultima rata del Piano, la cui richiesta di pagamento sarà presentata entro la fine dell’anno. Anche la percentuale di spesa è in costante crescita: alla data del 30 novembre scorso, come evidenziato nella settima Relazione, ammontava a 101,3 miliardi di euro a cui si aggiungeranno i pagamenti effettuati nel mese di dicembre e gli strumenti finanziari già trasferiti ai soggetti gestori, che di fatto porteranno la spesa complessiva del 2025 a circa 110 miliardi di euro“, ha concluso Foti.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

Pil e consumi crescono di più nel Nord-Ovest, l’occupazione nel Mezzogiorno

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ROMA (ITALPRESS) – Nel 2024, il Pil in volume (+0,7% a livello nazionale) è aumentato dell’1% nel Nord-ovest, dello 0,8% nel Centro, dello 0,7% nel Mezzogiorno e dello 0,1% nel Nord-est. Il Nord-ovest mantiene il primo posto nella graduatoria del Pil pro-capite, con un valore in termini nominali di 46,1mila euro, mentre nel Mezzogiorno il livello risulta notevolmente inferiore a 25mila euro. Nel 2024 il reddito disponibile delle famiglie per abitante del Mezzogiorno (17,8mila euro) si conferma il più basso del Paese, il suo valore è di poco inferiore al 70% di quello del Centro-Nord (25,9mila euro). E’ quanto emerge dal report di Istat sui conti economici territoriali per il 2024.

Nel 2024 il Pil in volume a livello nazionale è aumentato dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Il Nord-ovest ha registrato la crescita più rilevante (+1%), sostenuta dall’andamento positivo del settore dei Servizi finanziari, immobiliari e professionali (+3,9%) e del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (+1,3%). L’Industria ha mostrato una leggera flessione (-0,5%), mentre negli Altri servizi la contrazione del valore aggiunto è risultata più marcata (-2,5%, a fronte del -0,9% a livello nazionale). Nel Centro il Pil è aumentato dello 0,8%, risultando leggermente superiore all’andamento medio nazionale.

La crescita è stata sostenuta dalla dinamica positiva del valore aggiunto nei settori dell’Agricoltura (+5,3%), dei Servizi finanziari, immobiliari e professionali (+1,6%), delle Costruzioni (+1,5%) e dell’Industria (+1,2%). Si registra, invece, una flessione dello 0,4% nel valore aggiunto del Commercio, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni. Nel Mezzogiorno il Pil ha registrato una crescita dello 0,7%, condizionata dall’andamento negativo dei settori degli Altri servizi (-0,6%) e dell’Industria (-0,4%). Sono risultate, invece, ampiamente positive le dinamiche del valore aggiunto nei settori delle Costruzioni (+3,7%) e dei Servizi finanziari, immobiliari e professionali (+2,3%). Nel Nord-est il Pil è risultato sostanzialmente stabile (+0,1% rispetto al 2023), quale sintesi delle flessioni del valore aggiunto nel Commercio e negli Altri servizi (rispettivamente, -2% e -0,9%) e dell’incremento registrato in Agricoltura (+4,8%), Servizi finanziari (+1,7%) e Costruzioni (+1%).

Nel 2024 il Pil, misurato sia in volume sia in valore, è risultato in tutte le ripartizioni territoriali superiore ai livelli del 2019. Gli incrementi più ampi si sono osservati nel Mezzogiorno e nel Nord-ovest, dove il Pil in volume del 2024 supera quello del 2019, rispettivamente, del 7,7% e 7,0%. Nel 2024, i consumi finali delle famiglie sono aumentati in volume dello 0,7% a livello nazionale. Il Nord-ovest ha mostrato la crescita più sostenuta (+0,9%), l’incremento nel Centro è risultato in linea con la media nazionale, mentre dinamiche lievemente inferiori si sono osservate nel Nord-est e nel Mezzogiorno (+0,6% e +0,4%, rispettivamente). Nel 2024 il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto in valori correnti del 3% a livello nazionale.

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L’incremento più significativo si è osservato nel Mezzogiorno (+3,4% rispetto al 2023), quello più contenuto nel Nord-est (+2,7%). Sostanzialmente in linea con la media nazionale sono state le dinamiche del reddito disponibile nel Nord-ovest e nel Centro (rispettivamente, +2,9% e +3%). A livello regionale, la crescita del Pil in volume più elevata si è registrata in Sicilia (+1,8%), seguita da Sardegna (+1,3%), Lazio e Lombardia (+1,2% entrambe), Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e Piemonte (+1,1% entrambe) e Friuli-Venezia Giulia e Basilicata (+1%). In Abruzzo si è osservato un andamento del Pil in linea con la media nazionale (+0,7%), con una dinamica lievemente più favorevole in Umbria e Campania (+0,8%). Incrementi del Pil inferiori alla media nazionale si sono rilevati nella Provincia autonoma di Trento, in Toscana (+0,5%, per entrambe) e in Emilia Romagna (+0,2%). Il Pil è risultato stabile nelle Marche e in lievissima flessione in Veneto e Puglia (-0,1%).

La flessione del Pil più marcata si è registrata in Liguria (-1%) e Molise (-1,1%). Con riferimento alla spesa per consumi finali delle famiglie, gli incrementi in volume più significativi sono stati osservati in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (+1,5%), nella Provincia autonoma di Trento (+1,1%); seguono Lombardia, Molise, Piemonte e Liguria (+0,9%) e Toscana (+0,8%). In linea con la variazione nazionale dei consumi finali delle famiglie in volume si collocano Abruzzo, Lazio ed Emilia-Romagna (+0,7%) e Marche (+0,6%). Dinamiche più contenute sono state rilevate in Basilicata, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Calabria e Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (+0,5%), Sicilia e Campania (+0,4%), Umbria (+0,3%), Sardegna (+0,2%) e Puglia (+0,1%).

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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