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Cronaca

Biocarburanti, certificazione ISCC per un progetto di Eni in Kenya

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ROMA (ITALPRESS) – Janari Farms, contractor di Eni in Kenya, ha ottenuto la prima certificazione in assoluto “low ILUC” di ISCC-International Sustainability & Carbon Certification per progetti agri-feedstock. Janari Farms è un aggregatore in ambito agricolo per la produzione nel Paese africano di semi di ricino da utilizzare come materia prima agricola nella produzione di biocarburanti.
“In Eni perseguiamo l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra legate ai trasporti attraverso un modello unico e verticalmente integrato che assicura una fornitura sempre più sostenibile di materie prime per le nostre bioraffinerie, puntando al contempo a portare benefici sociali ed economici alle comunità locali – ha commentato Luigi Ciarrocchi, direttore CCUSFA di Eni -. La prima certificazione in assoluto low ILUC rilasciata da ICSS a uno dei nostri partner dimostra che la crescente domanda di materie prime per biocarburanti può essere soddisfatta migliorando le rese agricole attraverso pratiche come colture di copertura e intercalari, coltivando su terreni precedentemente inutilizzati, abbandonati o severamente degradati”.
A Janari Farms, spiega l’ISSC, “gli agricoltori hanno coltivato il ricino su terreni severamente gravemente degradati, senza il rischio di sostituzione diretta e indiretta di colture alimentari e foraggere”. E ancora. La certificazione a basso rischio ILUC documenta che “la crescente domanda di materie prime per biocarburanti può essere soddisfatta in due modi principali: migliorando le rese agricole tramite pratiche quali le rotazioni colturali, una migliore gestione del suolo, pratiche agricole e meccanizzazione ottimizzate, oppure coltivando colture su terreni precedentemente inutilizzati, abbandonati o severamente degradati”. Pertanto, la produzione di materie prime a basso rischio ILUC “evita di spostare ecosistemi naturali non gestiti, come foreste, zone umide o praterie, per produrre alimenti, mangimi o biocarburanti”.
In Kenya, “i terreni severamente degradati sono caratterizzati da scarsa fertilità del suolo, erosione e produttività agricola limitata, pertanto spesso sono marginalmente adatti o economicamente non attraenti per le colture alimentari. La produzione di colture energetiche tramite pratiche agricole rigenerative, secondo standard a basso rischio ILUC, può aumentare il carbonio organico al del suolo e migliorare la vocazione agricola complessiva delle aree rurali, aprendo la strada alla rigenerazione del suolo, che può potrà quindi essere riutilizzato per la produzione alimentare in futuro. Le filiere sostenibili dei biocarburanti – evidenzia infine l’ISSC – offrono l’opportunità di uno sviluppo socioeconomico locale, garantendo redditi aggiuntivi e diversificati agli agricoltori delle zone rurali”.
L’attività Agri-Feedstock di Eni in Kenya ha avuto origine nel 2021, con la firma di un accordo con il Governo locale. Dall’anno successivo sono state avviate le attività di sviluppo della filiera agricola che hanno portato all’avvio di una prima produzione di olio vegetale a luglio 2022.
Ad oggi, sono stati avviati due agri-hub con una capacità complessiva di 70 mila tonnellate di olio vegetale all’anno.
Il progetto crea importanti e positive ricadute sul territorio in termini economici e sociali coinvolgendo oltre 100.000 agricoltori. Gli agricoltori coinvolti coltivano il ricino nelle aree degradate che il Ministero per lo Sviluppo Agricolo e dell’Allevamento del Kenya ha classificato come ASAL (Arid and Semi-Arid Lands, corrispondenti a circa l’80% del territorio), contribuendo così ad ottenere un reddito addizionale e una prospettiva concreta di diversificazione agricola legata anche alla rigenerazione dei terreni.
Il progetto prevede inoltre la valorizzazione di residui forestali, scarti e residui provenienti da processi di lavorazione agro-industriale e altri residui come l’olio da cucina esausto (Used Cooking Oil – UCO).
La produzione di olio vegetale avviene nei due impianti di estrazione (agri-hub) di Eni, uno nella Contea di Makueni in produzione da luglio 2022 e l’altro a Bonje nella Contea di Kwale, entrato in attività da agosto 2023, dove ad oggi lavorano stabilmente circa 350 persone, tutte locali.
Il progetto agri-feedstock promuove la creazione di valore anche attraverso il trasferimento di know-how e iniziative finalizzate al capacity building degli agricoltori, grazie alla realizzazione di fattorie modello (le cosiddette model farms) che permetteranno di adottare le migliori pratiche agronomiche e le tipologie di semi più adatte a essere coltivate nelle aree identificate. Il progetto favorisce inoltre la promozione di pratiche di economia circolare, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione dell’olio vegetale per la produzione di mangimi e fertilizzanti ed il recupero di scarti provenienti da filiere agro-industriali.
Il Kenya ha un’importante tradizione agricola, basti pensare che il 33% del PIL del paese è rappresentato dalle attività agricole. Inoltre, più dell’80% delle aree del Paese sono identificate come aride e semi aride e questo crea un enorme disponibilità di terra dove poter sviluppare il progetto. Lo sviluppo di questo progetto ha portato al Paese vantaggi economici e occupazionali, permettendo al tempo stesso di contribuire al recupero di aree agricole svantaggiate, offrendo l’opportunità di potenziali entrate economiche aggiuntive per gli agricoltori.

– foto ufficio stampa Eni –
(ITALPRESS).

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TG NEWS ITALPRESS – 25 FEBBRAIO 2025

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I fatti del giorno: Sfiducia a Santanchè, il ministro in aula – Governo: invio di truppe a Kiev non è all’ordine del giorno – Papa Francesco in fase di miglioramento – Disastro Pioltello, assolti i manager Rfi – A Prato 22enne uccide la madre a coltellate e dà fuoco alla casa – Omicidio Verzeni, perizia psichiatrica per Sangare – Acerra, sequestrato cellulare del papà della bimba morta – Dazi anche all’Italia? Trump glissa ma elogia Giorgia Meloni – Previsioni 3B Meteo 26 Febbraio.

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Il Piccolo Teatro sarà la “casa” del Milano Film Fest

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MILANO (ITALPRESS) – Il Piccolo Teatro di Milano sarà la “casa” del Milano Film Fest e il Germi LdC, laboratorio artistico di Manuel Agnelli, curerà il programma musicale del festival: sono queste le prime novità dell’edizione 2025 del festival che intende celebrare i diversi volti del mondo dell’audiovisivo, dal cinema e le serie tv alla fotografia, fino ai contenuti speciali che si terrà dal 3 all’8 giugno con la direzione artistica di Claudio Santamaria. “Con felicità e soddisfazione annunciamo oggi il nostro quartier generale, luogo eletto della cultura milanese – ha dichiarato Laura Boy, presidente di Fondazione Milano Film Fest – e la collaborazione con Germi, nata in maniera molto spontanea, perchè la contaminazione è nel DNA della nostra Fondazione. Come abbiamo annunciato sin dal principio, il nuovo Milano Film Fest sarà un festival di sperimentazione tra i diversi territori di produzione artistica dal cinema alla fotografia, alla musica, alla pittura, e con Manuel ci siamo trovati da subito a condividere la stessa visione”. Il Piccolo Teatro di Milano sarà la “casa” del festival, qui si terranno le proiezioni dei concorsi cinematografici, per corti e lungometraggi, oltre agli eventi speciali che presto saranno annunciati. Nel mentre la call per le opere prime sta chiudendo e gli organizzatori hanno annunciato che “la selezione sarà molto importante, sono stati visionati ad oggi oltre 475 film da 45 Paesi, tra cui saranno selezionati i film che concorreranno ai premi del festival”. Tra gli appuntamenti, non mancheranno concerti e performance imperdibili: curatore dei programmi musicali sarà il cantautore milanese Manuel Agnelli, frontman degli Afterhours, volto televisivo come giudice di XFactor, nonchè promotore dal 2019 degli eventi culturali e musicali del “Germi, Luogo di Contaminazione”, libreria con palco e cocktail bar in zona navigli. Locale cult della vita notturna milanese, il Germi LdC è primo in classifica nei sondaggi M.E.I. 2025 tra i migliori locali musicali in Italia. Aprendo liberamente il palco a giovani musicisti emergenti, il Germi ha inaugurato lo scorso novembre la fortunata rassegna “Carne fresca, suoni dal futuro”. Tre serate mensili dedicate alla nuova scena della musica dal vivo under30 di tutta Italia, refrattaria agli algoritmi e alle logiche numeriche del mainstream. Dando spazio a più di cinquanta nuove proposte nell’arco di una ventina di serate a ingresso libero e ad altissimo tasso di pura gioia, “Carne fresca” si è rivelata un’altra scommessa vinta. Il Germi proporrà ospiti della scena musicale italiana e internazionale, noti e meno noti, in linea con lo spirito del Milano Film Fest, voci di domani e protagonisti dei concerti di inizio estate. “Ci accomuna allo spirito del festival – ha detto Manuel Agnelli, Music Advisor del festival – il coraggio di osare e di aprirci al mondo, che fondano il carisma di una città come Milano. Il festival si allarga a tutta la città e dedica spazio anche alle visioni di chi sta affinando una propria identità indipendente. In modo simile nel 2019 abbiamo immaginato un piccolo locale che fosse un laboratorio di idee, il Germi, un “Luogo di Contaminazione”, nato per dare spazio a voci letterarie, musicali, artistiche, che non hanno come obiettivo gli algoritmi, ma le persone. Lo scorso novembre con lo staff del Germi abbiamo lanciato una nostra scommessa, “Carne Fresca, Suoni dal Futuro”: un palco aperto per tre serate mensili ad ingresso gratuito per una rassegna di giovani emergenti, presente e futuro della musica in Italia. Una nuova scena esiste: siamo stati travolti da centinaia di proposte e più di cinquanta di queste si sono fatte sentire con energia, autenticità ed entusiasmo palpabili. Ogni serata è stata una scoperta, prova che il fermento della vita ribolle sempre, a dispetto di tutto, e che mettersi in gioco, confrontarsi dal vivo, rischiare, condividere esperienze, rende felici. Metteremo questo spirito e la nostra esperienza al servizio della parte musicale del Milano Film Fest”. Il festival – nato in collaborazione con il Comune di Milano – è ideato dalla Fondazione Milano Film Fest, che unisce quattro realtà cittadine: Il Cinemino, Esterni, Fondazione Dude e Perimetro. La rassegna avrà luogo nei cinema, teatri, piazze e vie della città. Oltre ai concorsi, il programma della prima edizione vedrà anche una sezione rivolta alle anteprime internazionali e due focus: uno sulle serie tv con il ritorno dei Serial Awards e uno sulla fotografia. La galassia Milano Film Fest si completerà con retrospettive, eventi di piazza e un occhio particolare all’industry, a cui sarà dedicata una sezione speciale. (ITALPRESS).

Foto: ufficio stampa Ps comunicazione

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Cronaca

Schlein “Meloni non riesce a fare dimettere Santanchè”

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ROMA (ITALPRESS) – “Giorgia Meloni l’ha scelta e l’ha voluta alla guida del ministero del Turismo, oggi però fa finta di non conoscerla, l’ha scaricata come lei ha scaricato i suoi dipendenti. Si è resa conto probabilmente di avere fatto un grande errore, ma allo stesso tempo non è in grado di rimediare, non riesce a farla dimettere: lei rimane lì, incollata alla sua poltrona”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, durante le dichiarazioni di voto sulla mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, in Aula alla Camera.
“Stupisce che una Presidente del Consiglio così attenta alle regole della comunicazione non fosse a conoscenza delle innumerevoli traversie giudiziarie – ha aggiunto -, della sua tendenza alle gaffe, dei problemi che aveva l’impresa di cui lei era amministratrice delegata e anche dell’incombente conflitto di interessi”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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