Economia
Inps, a gennaio 2025 le pensioni vigenti sono 17,99 milioni. Ecco tutti i dati
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3 giorni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Pubblicato l’Osservatorio statistico sulle pensioni erogate dall’Inps (esclusa gestione dipendenti pubblici), che riporta dati sulle pensioni vigenti al primo gennaio 2025 e sulle pensioni nuove liquidate nel 2024.
Al 1° gennaio 2025 l’Istituto registra un totale di 17.986.149 pensioni vigenti, di cui il 76,1% (13.687.335 pensioni) di natura previdenziale e il 23,9% (4.298.814 pensioni) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 253,9 miliardi di euro, di cui 226,6 miliardi da gestioni previdenziali e 27,3 miliardi da gestioni assistenziali.
Il 46,4% delle pensioni e il 61,7% degli importi provengono dalle gestioni dei dipendenti privati, tra cui il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che riguarda il 43,8% del complesso delle pensioni erogate e il 57,2% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,1% delle pensioni, per un importo in pagamento pari al 24,6% del totale. mentre le gestioni assistenziali coprono il 23,9% delle prestazioni. Con riferimento alla categoria le prestazioni di tipo previdenziale sono costituite per il 69,5% da pensioni di vecchiaia (il 57,3% erogate a uomini), per il 4,8% da pensioni di invalidità previdenziale (58,0% uomini) e per il 25,7% da pensioni ai superstiti (il 12,6% uomini).
Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 79,4% da invalidità civili sotto forma di pensione e/o indennità (42% uomini) e per il residuo 20,6% da pensioni e assegni sociali (38,1% uomini).
LA SUDDIVISIONE A LIVELLO TERRITORIALE
A livello territoriale l’Italia settentrionale detiene la quota maggiore di pensioni vigenti con il 47,8%, a seguire Centro (19,3%), Sud e Isole (30,9%) e una quota residuale (2%) viene erogata a residenti all’estero. Gli importi erogati sono distribuiti per il 55,9% in Italia settentrionale, il 19,7% in Centro, il 24,4% in Italia meridionale e Isole e lo 0,8% a residenti all’estero. Il 53,5% delle pensioni ha un importo inferiore a 750,00 euro, di queste il 43,1% (4,1 milioni di pensioni) beneficiano di prestazioni legate a bassi redditi.
Le pensioni nuove liquidate nel 2024 sono state 1.434.086, di cui poco più della metà (50,7%) di natura previdenziale. Gli importi annualizzati stanziati per le nuove liquidate del 2024 ammontano a 15,1 miliardi di euro, circa il 6,0% dell’importo complessivo annuo in pagamento al 1° gennaio 2025. Il 61,4% delle pensioni previdenziali liquidate nel 2024 è costituito da pensioni di vecchiaia (60,0% erogate a uomini), il 9,4% da quelle di invalidità previdenziale (64,2% uomini) e il 29,2% da quelle ai superstiti (18,9% uomini). Le prestazioni di tipo assistenziale sono costituite per il 91,9% da prestazioni di invalidità civile (42,2% erogate a uomini) e per l’8,1% da assegni sociali (42,8% uomini).
-Foto screenshot Inps-
(ITALPRESS).
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Cuerpo “Nel 2024 la Spagna è cresciuta del 3,2%. Dazi Usa? Un danno per tutti”
Pubblicato
2 ore fa-
29 Marzo 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – “I dazi, e più in generale l’entrata in una corsa al protezionismo o in una guerra commerciale, danneggiano tutti. Hanno un impatto negativo su tutti, a partire dal Paese che impone i dazi”. Parola di Carlos Cuerpo, 44enne ministro dell’Economia spagnolo, che, in un’intervista esclusiva al direttore di Milano Finanza Roberto Sommella, spiega: “Se seguiamo l’analisi degli esperti, ad esempio i dazi annunciati sul settore automobilistico avranno un impatto anche sui prezzi per i consumatori americani”. Dalla parte dell’UE, “vogliamo mandare un messaggio positivo, costruttivo, e cercare un accordo con gli USA – aggiunge -. Abbiamo molto da proteggere: è la più grande relazione economica e commerciale del mondo, con uno scambio di merci e servizi pari a circa 4,4 miliardi al giorno. Ma l’Europa non sarà ingenua: risponderemo se necessario, se riterremo che alcune misure, come questi dazi, siano ingiuste. Abbiamo gli strumenti per farlo e la risposta sarà rapida e proporzionata”.
In merito al piano di riarmo dell’Ue secondo Cuerpo “serve un programma completo per aumentare le capacità di difesa. Tutti i leader europei ne sono consapevoli, per questo si stanno incontrando con urgenza”. Bisogna seguire “i passi previsti dal Libro Bianco sulla sicurezza e la difesa. Dobbiamo avere la flessibilità per reagire nel breve periodo, senza tagliare spese sociali o investimenti sulla competitività”.
Il ministro si dice convinto che “la flessibilità” consentirà di non penalizzare altre spese necessarie e porta l’esempio della Spagna: “stiamo crescendo più degli altri, e il rapporto debito/PIL è sceso di oltre 22 punti percentuali dal picco post-COVID. Abbiamo raggiunto un deficit del 2,8% nel 2024, sotto il target del 3%”. Tutto questo “Grazie alla crescita, al lavoro e alla responsabilità fiscale”.
Nel 2024 “la Spagna è cresciuta del 3,2%, quattro volte la media dell’Eurozona. Pur rappresentando solo il 10% dell’economia dell’Eurozona, abbiamo contribuito al 50% della sua crescita nel 2024. Il 25-30% dei nuovi posti di lavoro in Europa sono stati creati in Spagna: circa mezzo milione all’anno. E ancora più importante: le previsioni per il 2025 e 2026 sono positive. Il segreto è l’equilibrio del nostro modello di crescita”. Anche “la migrazione ha contribuito positivamente alla crescita. E il calo dell’inflazione ha sostenuto i consumi .privati. Tutto questo, insieme a una gestione fiscale responsabile, ha creato un circolo virtuoso”.
Riguardo all’Ucraina la Spagna “sta contribuendo al massimo delle sue possibilità. Il presidente Sanchez è stato a Kiev poche settimane fa e ha annunciato un ulteriore miliardo di euro in aiuti finanziari e militari. Siamo in prima linea nel sostegno all’Ucraina e faremo parte della soluzione. Ci sono ancora discussioni in corso, ma speriamo che con l’aiuto dell’UE si possa arrivare a una pace duratura e poi alla ricostruzione”.
Spagna e Italia “sono già molto allineate e hanno avuto successo nel promuovere molte iniziative a livello europeo. Abbiamo interessi comuni, come la protezione dei confini sud e del Mediterraneo. Un altro esempio è il Next Generation EU: la nostra collaborazione è stata essenziale per la sua creazione. Ma guardando al futuro, dobbiamo capire che ogni singolo Paese, preso da solo, è troppo piccolo. Abbiamo bisogno della forza dell’Unione, sia per essere rilevanti nel mondo che per rafforzare il mercato interno”.
Riguardo al settore bancario Cuerpo ritiene che “finché il mercato rilevante per le banche resta quello nazionale, ogni fusione deve essere valutata in base all’impatto sulla concorrenza nazionale. Dobbiamo prima unificare i mercati finanziari europei. Solo allora potremo avere un contesto in cui le grandi operazioni bancarie abbiano senso a livello europeo. E dobbiamo considerare anche il potenziale dinamico di queste grandi aziende: la capacità di investire e mantenere buone condizioni per i consumatori nel lungo periodo. Questo sarà un elemento chiave per il futuro”.
Si sta puntando a un’unione dei mercati di capitali, come chiede Mario Draghi. “È stato un percorso frustrante negli ultimi 10 anni: se ne è parlato tanto, ma si è fatto poco – afferma -. Ora non solo abbiamo cambiato nome ù da Capital Markets Union a Unione del Risparmio e degli Investimenti, ma stiamo lavorando seriamente per realizzarla”-
La Spagna ha messo sul tavolo una proposta concreta: il Competitiveness Lab. È un nuovo strumento di governance che permette alle “coalizioni dei volenterosi” di andare avanti su singoli progetti senza aspettare l’accordo a 27″. Per esempio, “creare strumenti comuni di risparmio o investimento, armonizzare i rating delle PMI, facilitare l’accesso al credito e l’orientamento dei risparmi verso progetti e imprese europee”. È importante anche realizzare un’unione energetica: “Serve investire sulle interconnessioni. Anche in questo caso – afferma – servono investimenti comuni e finanziamenti condivisi, perché i benefici sono per tutti. E serve per rafforzare l’indipendenza energetica dell’Europa”.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Cdm approva DDL delega sulla riforma delle amministrazioni straordinarie
Pubblicato
22 ore fa-
28 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il disegno di legge delega sulla riforma delle amministrazioni straordinarie e degli enti cooperativi e mutualistici.
Si tratta di un provvedimento che, da un lato, semplifica la disciplina dell’amministrazione straordinaria e ne rende più efficiente la gestione e, dall’altro, aggiorna il quadro legislativo per gli enti cooperativi e mutualistici, adattandolo alle nuove dinamiche dell’attuale contesto economico e sociale. Il provvedimento è un tassello importante di un intervento complessivo messo in campo in questi due anni di Governo per riformare le Amministrazioni Straordinarie, un’area grigia che invece di essere uno strumento di politica industriale era contraddistinta da situazioni complesse che svantaggiavano le imprese.
Nello specifico, il disegno di legge delega prevede la revisione e la semplificazione della disciplina dell’Amministrazione Straordinaria, con l’obiettivo di prevenire l’insolvenza, rendere più efficace e tempestiva la gestione delle crisi aziendali e rilanciare le imprese strategiche attraverso misure specifiche per la composizione negoziata. Nell’esercizio della delega è prevista l’istituzione di un elenco speciale di professionisti in possesso di adeguata esperienza, competenza e professionalità: tra questi sarà individuato l’esperto incaricato di informare il Ministro delle Imprese e del Made in Italy sull’andamento della composizione negoziata, secondo uno schema che riprende e formalizza i tavoli di crisi che il Mimit oggi gestisce con una percentuale di risoluzione crescente.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Terna, con l’ora legale l’Italia risparmierà circa 100 milioni di euro
Pubblicato
1 giorno fa-
28 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, durante i sette mesi di ora legale l’Italia risparmierà circa 100 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 330 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 160 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
L’ora legale sarà in vigore da domenica 30 marzo, quando alle due di notte le lancette saranno spostate in avanti di sessanta minuti, e terminerà domenica 26 ottobre, con il ritorno all’ora solare.
Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2025 è calcolato considerando che il costo del kilowattora medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è, per il primo trimestre 2025, pari a circa 29,9 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 330 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 125 mila famiglie. Dal 2004 al 2024, secondo l’analisi della società guidata da Giuseppina Di Foggia, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di oltre 11,7 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2,2 miliardi di euro.
-Foto ufficio stampa Terna-
(ITALPRESS).

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