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Politica

Silvio Berlusconi è morto. I funerali saranno nel Duomo di Milano

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MILANO (ITALPRESS) – Il presidente di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi, ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano dallo scorso 9 giugno, è morto all’età di 86 anni. A quanto si apprende, l’ex premier è spirato alle ore 9.30. Pochi minuti prima era
giunto il fratello Paolo. Il resto della famiglia è arrivato poco dopo.

I funerali di Stato si terranno mercoledì 14 giugno nel Duomo di Milano, come riferito la Curia del capoluogo lombardo. Non è ancora noto chi presidierà la cerimonia funebre. La Curia milanese precisa che l’orario verrà concordato anche con la famiglia Berlusconi. Alle esequie di Stato sarà presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“L’Italia è il paese che amo”. Probabilmente la sua frase più celebre, la più evocata, ricordata, citata. Era il 26 gennaio 1994, quando Silvio Berlusconi la pronunciò per annunciare la sua “discesa in campo”, nel campo della politica alla guida del partito da lui fondato, Forza Italia, e guidato fino al suo ultimo giorno in vita.
Nato a Milano il 29 settembre 1936, lo stesso giorno di uno dei suoi avversari politici di sempre, Pierluigi Bersani, è morto all’età di 86 anni. Tra le cariche che ha ricoperto e i soprannomi ricevuti si potrebbero riempiere pagine. Politico e imprenditore noto in tutto il mondo come il “Cavaliere”, soprannome assegnatogli dal giornalista sportivo Gianni Brera, dopo aver ricevuto l’onorificenza a cavaliere del lavoro, nel 1977, conferita dal presidente della Repubblica Giovanni Leone e alla quale ha rinunciato nel 2014.
Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha intrapreso l’attività di vendita porta a porta, presto però si dedicò all’attività imprenditoriale nel campo dell’edilizia lasciata poi per quella dell’editoria, della comunicazione, della televisione.
La scalata inizia nel 1976 quando Berlusconi rileva Telemilano, una televisione via cavo, operante dall’autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2, società che due anni dopo diventa Canale 5, rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti. Nel 1978 fonda Fininvest, una holding che coordina tutte le varie attività dell’imprenditore. Nel 1982 il gruppo si allarga con l’acquisto di Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore dando vita al primo duopolio televisivo con il servizio pubblico della Rai. E’ stata la Legge Mammì, 1990 a rendere definitivamente legale la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati. Diventa il principale editore italiano nel settore libri e periodici, con l’acquisizione, nel 1990, della maggioranza azionaria di Mondadori. Consolidato il successo imprenditoriale il Cavaliere fa quella scelta che lo ha reso uno dei personaggi pubblici più conosciuti al mondo: scende in campo e lancia il partito di centro-destra Forza Italia. Con lui nasce la Seconda Repubblica, dopo gli scandali che, con “Mani Pulite” travolsero la Prima.
Dopo aver segnato la televisione sconvolge anche il panorama politico degli anni novanta con il “berlusconismo”. Eletto alla Camera dei deputati nel marzo 1994, è stato confermato nelle successive quattro legislature, mentre nella XVII, dopo aver vinto le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, è stato eletto per la prima volta senatore a Palazzo Madama. Quattro volto presidente del Consiglio: nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Con 3340 giorni complessivi (corrispondenti ad oltre nove anni) è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana. È stato l’unico leader politico mondiale ad aver presenziato a 3 vertici del G7/G8 come Presidente del paese ospitante: G7 del 1994 a Napoli, G8 del 2001 a Genova , G8 del 2009 a L’Aquila.
Il primo agosto 2013 è stato condannato a quattro anni di reclusione (con tre anni condonati dall’indulto del 2006) per frode fiscale, con sentenza passata in giudicato nel cosiddetto “processo Mediaset”. Il 19 ottobre gli è stata irrogata la pena accessoria dell’interdizione ai pubblici uffici per due anni, a seguito dello stesso processo. Il 27 novembre 2013 il Senato della Repubblica ha votato a favore della sua decadenza dalla carica di senatore. Berlusconi ha lasciato il suo scranno dopo quasi vent’anni di presenza ininterrotta nelle due Camere. Tornato candidabile il 12 maggio 2018, viene eletto parlamentare europeo alle elezioni del 2019. Dopo nove anni di assenza dal parlamento tornerà in Senato, eletto nel collegio uninominale di Monza alle elezioni politiche del 25 settembre 2022.
Berlusconi ha lasciato il segno anche nello sport: nel 1986 è diventato proprietario del Milan, fino al 2017, con un ciclo costellato di vittorie in campo italiano e internazionale. Dopo un anno di stop lontano dai campi da calcio, nel settembre 2018 è tornato, acquisendo il Monza e portandolo in serie A.

– foto Agenziafotogramma –

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(ITALPRESS).

Politica

A Casasco il riconoscimento “Illustre garante dei diritti delle donne”

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ROMA (ITALPRESS) – Il Presidente Emerito di Confapi e della confederazione europea delle PME, deputato di Forza Italia, Maurizio Casasco, è stato insignito oggi dall’Associazione 6libera del riconoscimento di “Illustre garante dei diritti delle donne”, durante il Convegno “Ripartiamo dai Diritti” organizzato al CNEL, con la seguente motivazione: “Per il suo straordinario impegno a favore dell’empowerment femminile e della parità di genere, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Con la sua autorevole posizione istituzionale oggi rivestita in Parlamento e, la sua straordinaria guida per oltre un decennio della Confederazione delle Piccole e Medie Industrie, ha saputo proiettare l’Italia all’avanguardia nel dibattito sull’inclusione delle donne nel mondo del lavoro. La sua visione lungimirante ha posto le PMI al centro di un nuovo modello di sviluppo economico e sociale, più equo e sostenibile, dove le donne possano esprimere appieno il loro potenziale. Il suo impegno si è concretizzato in azioni che hanno portato a risultati tangibili. Un ruolo di primo piano nel dibattito politico: ha saputo far sentire la voce delle PMI nelle più importanti sedi istituzionali, contribuendo a plasmare politiche a livello nazionale e europeo a favore delle donne imprenditrici e delle imprese in generale; pioniere nella lotta alle molestie e alle violenze sul lavoro: ha sostenuto e promosso la nascita del primo Osservatorio contro le molestie e le violenze sulle donne, “6libera.org”, dando concreta attuazione all’intesa sottoscritta durante la Sua Presidenza, da Confapi, CGIL, CISL e UIL nel 2018”. “Sono orgoglioso e grato per questo riconoscimento prestigioso, che non è solo un onore personale, ma un incoraggiamento a proseguire con ancora maggior forza e convinzione su un cammino che è ancora lungo e pieno di sfide”, ha commentato Casasco. “Ogni giorno – ha proseguito – tante donne combattono per la propria libertà, la propria dignità, e per il riconoscimento dei loro diritti fondamentali. I dati sono allarmanti, c’è ancora molto da fare per sensibilizzare, educare, promuovere una cultura di parità e rispetto. Le famiglie, la scuola, le imprese, le istituzioni: tutti dobbiamo essere al fianco delle donne in questa battaglia”, ha concluso.
– foto ufficio stampa Maurizio Casasco –
(ITALPRESS).

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Politica

Studio Swg-Giornaliste Italiane, maschi giovani insofferenti su parità

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ROMA (ITALPRESS) – La diffusione di stereotipi di genere tra gli italiani è sempre più bassa, ma i maschi più giovani sembrano mostrare una netta insofferenza verso la parità che si esplicita in un atteggiamento generale di richiamo della centralità del ruolo maschile, anche all’interno di spazi storicamente più percepiti come al femminile. E’ quanto emerge dalla ricerca “Violenza di genere: percezione e opinione della popolazione
italiana”, realizzata da SWG per Giornaliste Italiane.
Rispetto alla violenza di genere l’atteggiamento di fondo degli italiani evidenzia da un lato la responsabilità piena e incontrovertibile attribuita a chi la violenza la agisce, soprattutto se la vittima non è in condizioni di opporsi, dall’altro la necessità che una donna debba comunque sempre rimanere in guardia ed evitare situazioni che potenzialmente possano metterla in pericolo. E per 4 italiani su 10 alcune donne si mettono in pericolo da sole.
Anche in questo caso l’opinione dei giovani uomini è decisamente più assolutoria nei confronti del genere maschile, mentre tra le giovani donne sono ritenute inaccettabili tutte le forme che ne limitano la libertà.
Anche l’identikit dell’autore di violenza sulle donne è profondamente diverso tra giovani maschi e giovani femmine: per i primi corrisponde alle caratteristiche del soggetto ai margine della società, con precedenti penali e problemi psichici; tra le giovani femmine assomiglia molto di più al vicino di casa.
E se per 8 italiani su 10 una donna che ha subito violenza dovrebbe sempre presentare denuncia, questa certezza cala al 74% tra le giovani donne e al 63% tra i giovani uomini.
Sulla questione educativa, invece, l’accordo è decisamente più trasversale: genitori e scuola hanno la responsabilità di lavorare per trasmettere una corretta dimensione dei rapporti di genere.
L’indagine è stata condotta tramite interviste online con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview) su un campione composto
da 837 cittadini italiani maggiorenni, rappresentativi della popolazione italiana per genere, età, zona geografica di provenienza, titolo di studio e partito votato alle ultime elezioni. Le interviste sono state somministrate dal 13 al 15 novembre 2024.

– Foto SWG –

(ITALPRESS).

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Politica

Mattarella “La violenza sulle donne un’emergenza senza giustificazioni”

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ROMA (ITALPRESS) – “La violenza contro le donne presenta numeri allarmanti. E’ un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare”. Lo afferma in una nota il pesidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 25 novembre, “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro
le donne”.
“La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota anche come Convenzione di Istanbul, è il primo strumento giuridicamente vincolante ad aver riconosciuto la violenza di genere come una violazione dei diritti umani – prosegue il capo dello Stato -. L’Italia ha ratificato la Convenzione nel 2013, dotandosi di strumenti di tutela per garantire una piena protezione alle vittime di violenza di genere. Quanto fatto finora non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. E’ un’emergenza che continua”.
“Si tratta di madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa, donne che lottano per la propria indipendenza, per poter scegliere il proprio destino – sottolinea Mattarella -. “Nessuna scusa” è il tema proposto dalle Nazioni Unite per celebrare la giornata odierna. E’ addirittura superfluo sottolineare che, quindi, non ci sono scuse accettabili a giustificazione della violenza di genere. Occorrono azioni concrete. E’ fondamentale continuare a lavorare per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che rendono ancora oggi le donne più deboli nella società, nel lavoro e nella famiglia. Le istituzioni, le forze della società civile devono sostenere le donne nella denuncia di qualsiasi forma di sopruso, offrendo protezione e adeguato supporto. E’ un valore per l’intera società far sì che siano pienamente garantiti i diritti umani dell’universo femminile”, conclude il presidente della Repubblica.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

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