MILANO (ITALPRESS) – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno individuato nel capoluogo lombardo una società rappresentante fiscale in Italia di 26.287 soggetti economici esteri, connotata da una serie di anomalie tali da considerarla un vero e proprio “polo” per la realizzazione di frodi IVA transnazionali nel settore del commercio via internet. Per questa ragione la società è stata cessata d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate in applicazione della normativa che prevede misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di evasione connesse al rilascio delle Partite Iva.
I Finanzieri, dopo aver individuato tale considerevole concentrazione di partite IVA presso il medesimo indirizzo di Milano, hanno eseguito mirate analisi che hanno evidenziato gravi profili di rischio fiscale a carico della società domiciliataria, quasi totalmente sprovvista di personale dipendente e di beni strumentali e risultata non detenere alcuna documentazione riferibile alle numerosissime partite IVA rappresentate. Il suo amministratore e socio unico, poi, si è rivelato pressoché sconosciuto al Fisco e privo di competenze imprenditoriali e professionali. La società è dunque risultata costituita strumentalmente al solo scopo di consentire ai soggetti economici esteri domiciliati presso il suo indirizzo la realizzazione di circuiti fraudolenti di evasione.
Al fine di interrompere, in chiave preventiva, l’operatività della società individuata, e quindi anche dei soggetti economici rappresentati, evitando la realizzazione di possibili frodi fiscali, i Finanzieri hanno chiesto e ottenuto dall’Agenzia delle Entrate di Milano la cessazione d’ufficio della partita IVA e l’esclusione della stessa dalla banca dati dei soggetti che effettuano operazioni intracomunitarie (VIES). Il fenomeno evasivo intercettato consiste nell’attribuzione di una partita IVA italiana a società estere prive di una stabile organizzazione sul territorio nazionale.
Queste ultime, abilitate agli scambi intracomunitari, realizzano operazioni imponibili IVA in regime di solidarietà passiva con il rappresentante fiscale che, dunque, risulta co-obbligato con le rappresentate al versamento di tale imposta. Le società estere, tuttavia, non effettuano alcun versamento IVA, traslando tale obbligo sulla società-rappresentante fiscale che, a sua volta, essendo insolvibile e patrimonialmente inconsistente, non ottempera agli obblighi di versamento dei soggetti rappresentati.
-Foto ufficio stampa Guardia di Finanza-
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