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Economia

Nel 2023 spesa media delle famiglie cresce ma meno dell’inflazione

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ROMA (ITALPRESS) – L’Istat diffonde le stime preliminari della povertà assoluta per il 2023 insieme alle stime preliminari delle spese per consumi delle famiglie che, come noto, costituiscono la base informativa per gli indicatori della povertà assoluta.
Nel 2023, la stima preliminare della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è pari a 2.728 euro mensili in valori correnti, in crescita del 3,9% rispetto ai 2.625 euro dell’anno precedente. Tale crescita, tuttavia, risente ancora in larga misura dell’aumento generalizzato dei prezzi (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo); in termini reali, la spesa media si riduce infatti dell’1,8%. La disuguaglianza rimane ancora stabile a 4,9.
Rispetto al 2022, il 2023 è stato caratterizzato da un’inflazione in rallentamento, ma ancora sostenuta, e da segnali di ripresa economica leggermente più deboli (+6,2% la variazione su base annua del Pil in termini correnti, ma solo +0,9% in volume). Nel contempo, il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici, nei primi tre trimestri dell’anno, è sceso al 6,6%, dunque molto al di sotto dei valori pre-pandemia, segnalando che le famiglie, per far fronte al forte incremento dei prezzi, hanno diminuito la propria capacità di risparmio. L’aumento è stato più accentuato nel Mezzogiorno (+14,3%), dove la spesa è salita da 1.955 a 2.234 euro mensili, e nel Centro (+11,4%), dove è cresciuta da 2.651 a 2.953 euro mensili. Nel Nord, invece, l’incremento è stato del 4,5% (dai 2.837 euro mensili del 2014 ai 2.965 del 2023), ben al di sotto del dato nazionale.
Nel 2023, secondo le stime preliminari, l’incidenza di povertà assoluta è pari all’8,5% tra le famiglie (8,3% nel 2022) e al 9,8% tra gli individui (9,7% nel 2022), in un quadro di sostanziale stabilità rispetto al 2022: si tratta di oltre 2 milioni 234mila famiglie, per un totale di circa 5 milioni 752mila individui. Nel corso del 2023, la dinamica della spesa equivalente risulta moderatamente più intensa per le famiglie meno abbienti (+4,5%) rispetto a quelle nell’ultimo quinto (+3,6%), principalmente a causa dell’aumento dei prezzi al consumo del capitolo Alimentari e bevande analcoliche, che pesa di più sulla spesa delle famiglie più povere. In particolare, la dinamica inflazionistica, decrescente al migliorare delle condizioni economiche, risulta compresa tra il +6,5% delle famiglie meno abbienti e il +5,7% delle più abbienti.
Nel 2023, l’andamento dei prezzi ha dunque leggermente indebolito sia la posizione delle famiglie più disagiate (primo quinto) sia quella delle più abbienti (ultimo quinto): in entrambi i casi, tenendo conto dell’IPCA riferito a ciascuna classe di famiglie, si registra una variazione negativa della spesa equivalente in termini reali pari a -2,0%. L’incidenza di povertà assoluta familiare per ripartizione mostra, nel 2023, il valore più elevato nel Mezzogiorno (10,3%, coinvolgendo 866mila famiglie), seguito dal Nord (8,0%, un milione di famiglie) e dal Centro (6,8%, 365mila famiglie) (Prospetto 2). L’incidenza individuale conferma il quadro tratteggiato in precedenza, con il Mezzogiorno che mostra i valori più elevati (12,1%), sebbene, rispetto al 2022, il Nord presenti segnali di peggioramento (9,0% dall’8,5%; 2,4 milioni di persone). L’intensità della povertà assoluta, cioè la distanza media della spesa per consumi delle famiglie povere dalla soglia di povertà, nel 2023 rimane stabile rispetto all’anno precedente (18,2%), con dinamiche differenziate fra le ripartizioni: è in crescita nel Nord (18,6%, dal 17,6% del 2022), mentre segna una riduzione nel Mezzogiorno (scende al 17,9%, dal 19,3%).
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Economia

Sugar Tax, Pierini (Assobibe) “Effetti negativi soprattutto per Pmi”

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ROMA (ITALPRESS) – La Sugar Tax preoccupa le imprese del settore delle bevande analcoliche, che prevedono effetti “pesanti” e per questo chiedono un ulteriore rinvio della sua entrata in vigore. Ne ha parlato in un’intervista all’Italpress Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia.
La Sugar tax, insieme alla Plastic tax, era stata introdotta con la legge di bilancio del 2020 ma aveva subito rinvii. Ora, con un emendamento in Commissione al Senato, potrebbe entrare in vigore a luglio di quest’anno con aliquote ridotte. “Le aziende del nostro mercato – ha spiegato Pierini – sono molto preoccupate per l’introduzione di una tassa che ci aspettavamo, anche per i segnali ricevuti dal governo, venisse ulteriormente rinviata. Colpisce il 100% della nostra produzione ed è una tassa sulla dolcezza, visto che sono inclusi anche prodotti con poco o senza zucchero. L’aliquota ridotta – ha proseguito – significa comunque un incremento per litro di bevanda della pressione fiscale del 14%. E’ un’imposta molto pesante che grava sull’intero comparto, che ha affrontato situazioni complesse nell’ultimo periodo. L’Italia non è famosa per bassi livelli di tassazione – ha evidenziato -, quindi aggiungere una tassa, ancorchè ridotta, allontana anche gli investimenti fatti da imprese italiane o multinazionali e non serve a nessun risultato, se non a far cassa. In realtà parliamo di pochi milioni di euro per lo Stato e un danno pesantissimo per le imprese del settore”.
Gli effetti, per il presidente di Assobibe, quindi, saranno “pesanti”. “Non è ipotizzabile – ha affermato – che l’extracosto possa essere interamente assorbito dalle imprese. Mi aspetto, quindi, che le imprese rivedano i propri prezzi con un impatto in un momento importante: la stagione estiva. Andare a introdurre una nuova tassa – ha continuato – determinerà un aumento dei prezzi al quale seguirà una riduzione degli acquisti, quindi un calo dei volumi. Questo porterà a minori acquisti di materie prime che sono in larghissima parte italiane, sia per il packaging sia le materie prime agricole. Vendere di meno – ha proseguito – significa produrre di meno, acquistare meno in Italia e, per quelle realtà meno strutturate e con meno capacità di negoziazione sul mercato, anche una riduzione dei volumi e dell’occupazione. Sono effetti estremamente negativi che le imprese non possono affrontare. Veniamo già da anni di riduzione dei volumi: abbiamo chiuso il 2023 con una riduzione del 5% rispetto all’anno precedente. La pandemia ha prodotto effetti estremamente negativi. La chiusura del mondo dell’horeca per noi ha significato importanti perdite di fatturato. Non abbiamo ancora completamente recuperato. Se consideriamo le sole bevande zuccherate – ha aggiunto -, negli ultimi dieci anni i volumi sono scesi del 27% e complessivamente le bevande analcoliche in Italia sono bevute la metà rispetto agli altri paesi in Europa. Gli effetti sarebbero negativi su tutti ma in particolare sul 64% di Pmi che rappresenta il settore”.
Le piccole e medie imprese, infatti, costituiscono la maggior parte del settore e, dopo le difficoltà degli ultimi tempi, sono preoccupate per l’introduzione della Sugar tax proprio nel periodo estivo. “La stagione estiva è quella che conta di più”, ha evidenziato Pierini. “In questo momento – ha continuato – colpire imprese che escono da anni di estrema difficoltà probabilmente per alcune significa avere un colpo definitivo. Siamo orgogliosi e felici di essere parte di quel Made in Italy alimentare che questo governo ha sempre protetto anche a livello europeo. Per questo ci aspettiamo che intervenga anche su questa norma per non discriminarlo proprio nel nostro paese. Dobbiamo essere ottimisti per il futuro. Abbiamo sempre avuto – ha affermato – i partiti di questa maggioranza al fianco delle imprese per sostenere sviluppo, investimenti e innovazione, che ci ha consentito ad esempio di tagliare gli zuccheri messi nel mercato italiano del 41% negli ultimi anni. Chiediamo che il governo ci ripensi e, se è stato fatto un errore, lo corregga posticipando la sugar tax”. Anche perchè, per il presidente di Assobibe, occorre considerare che “ci sono pure costi indiretti”. “L’implementazione di una nuova tassa – ha spiegato – richiede oltre 70 passaggi burocratici aggiuntivi. Significherebbe aggiornare i software e formare persone che dovranno gestirli. E’ una complessità che si traduce in un costo. Confidiamo – ha concluso Pierini – in un intervento del governo”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Gli italiani apprezzano il valore delle infrastrutture digitali

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ROMA (ITALPRESS) – Il valore delle infrastrutture digitali è capito e apprezzato dalla quasi totalità degli italiani.
E’ considerato un valore per la collettività, fonte di sviluppo economico e sociale. Questi i principali messaggi dei risultati dell’indagine presentata nel corso del primo Sustainability Day di Inwi. Dall’indagine, elaborata dall’Istituto Piepoli per Inwit, emerge che la quasi totalità degli italiani (94%, in crescita rispetto al 91% del 2023) è consapevole del valore che le infrastrutture digitali creano per il territorio e la collettività in cui sono presenti. L’84% degli intervistati è favorevole alla costruzione di infrastrutture digitali, di cui un terzo estremante favorevole, e oltre la metà (53%) ritiene che il loro sviluppo e potenziamento dovrebbe avvenire in tempi rapidi.
Lo sviluppo e l’ammodernamento delle infrastrutture digitali è considerato molto importante e gli investimenti in queste infrastrutture sono considerati una priorità, in particolare tra i giovani laureati e nelle località isolate/rurali. Gli italiani indicano la rete digitale al terzo posto tra le infrastrutture in termini di priorità di investimenti per l’Italia, guadagnando una posizione rispetto al 2023 (dopo rete ferroviaria e stradale/autostradale). Risulta molto diffusa (84% degli intervistati) la convinzione che la diffusione della tecnologia 5G sia importante per lo sviluppo e la crescita sostenibile del Paese e l’85% degli italiani è convinto che il 5G rappresenti un’opportunità di crescita (e non un rischio). C’è, tuttavia, ancora un gap di conoscenza sul 5G e persiste anche qualche preoccupazione, in analogia ad altri temi sui quali le fake news tendono a confondere rispetto alla razionalità scientifica. Il ruolo di Inwit ed il suo modello di business basato su infrastrutture condivise e digitali è ritenuto importante per la creazione di valore per la collettività. Sempre secondo l’indagine, per il 45% degli italiani la crescita delle infrastrutture digitali contribuisce alla riduzione del digital divide, mentre per il 40% supporta la creazione di una società più innovativa e connessa.
“Ci stiamo muovendo sempre di più verso una società iperconnessa, con un fabbisogno crescente di dati, che ha bisogno di infrastrutture digitali efficienti. Il nostro è un modello di business intrinsecamente sostenibile”, ha detto Diego Galli, direttore generale Inwit. “Attraverso la condivisione delle infrastrutture digitali abilita, infatti, uno sviluppo più sostenibile lungo tutta la catena del valore e coniuga efficienza industriale, economica, sociale e ambientale. Questo è il vero valore delle nostre infrastrutture, che risulta apprezzato dalla collettività e che esprime anche la capacità di considerare le esigenze dei diversi stakeholder all’interno delle strategie di business”, ha aggiunto. Per Livio Gigliuto, presidente Istituto Piepoli, “gli italiani spingono per la crescita delle infrastrutture digitali, considerate indispensabili per uno sviluppo armonico e sostenibile del Paese. La rete digitale scala la classifica ed è ormai considerata più importante persino di quella idrica e di quella autostradale, soprattutto perchè capace di far crescere la pubblica amministrazione e favorire le pari opportunità e l’uguaglianza”. Quindi, ha ricordato Laura Cavatorta, presidente Comitato Sostenibilità Inwit e Comitato Esg Snam, “è essenziale utilizzare quanto più possibile il proprio core business in chiave sostenibile, innovando prodotti e processi in modo da massimizzare il proprio potenziale di impatto positivo su società e ambiente, contestualmente al sano e necessario perseguimento dell’utile. In Inwit siamo riusciti in brevissimo tempo ad individuare un percorso molto articolato e al tempo stesso pienamente focalizzato, puntando al raggiungimento di diversi obiettivi di sostenibilità in totale coerenza con il business della società”.
(ITALPRESS).
– Foto: ufficio stampa Inwit –

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Economia

Piazza Affari apre in lieve calo, Ftse Mib -0,04%

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MILANO (ITALPRESS) – Apertura in lieve calo a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib, alla prima rilevazione, fa segnare -0,04% a 34.643 punti, mentre l’Ftse Italia All-Share è invariato a quota 36.862. L’indice Ftse Italia Star perde lo 0,06% a 48.345 punti.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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