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Cronaca

Crosetto “Dobbiamo fare di più per la difesa, ce lo chiedono i tempi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il ministro della Difesa ha un dovere: difendere il Paese. E questo si fa anche attraverso la verità”. Lo dice in un videomessaggio su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto, tornando sulla risposta – un doppio “No” – durante la trasmissione Quarta repubblica, su Rete 4 lunedì scorso, alla domanda di Nicola Porro se l’Italia ha “un livello della difesa accettabile dal punto di vista militare, degli armamenti e di formazione”. “La verità – sottolinea Crosetto – è che abbiamo delle Forze Armate straordinarie, composte da persone fantastiche, abituate a lavorare in qualunque condizione, indipendentemente dalla considerazione o dalle risorse finanziarie. I tempi in cui viviamo non ci consentono più di basare la nostra difesa sul loro cuore, sul loro coraggio. C’è bisogno di investire in mezzi, in ulteriore formazione, in ulteriore personale, perchè i tempi di rotazione siano accettabili. Investire in riserve, in qualità e manutenzione dei mezzi”.
Secondo Crosetto “c’è bisogno di trasformare la Difesa, finora l’abbiamo basata sul valore delle persone che la formavano: dobbiamo fare di più, non perchè ce lo chiede la Nato ma perchè ce lo chiedono i tempi. La Difesa è il presupposto perchè esistano democrazia, pace e libertà. E perchè le persone che finora ci hanno rappresentato nel mondo con il loro coraggio e la loro dedizione abbiano tutto ciò che gli serve per consentire loro di difenderci come hanno fatto in questi anni. Non basta più quello che gli hanno dato ed è giusto che il ministro della Difesa lo dica anche a nome loro”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Cronaca

Ricerca e sostenibilità, nuove sfide per l’Europa

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MILANO (ITALPRESS) – Si è tenuto al sito Bayer di Garbagnate Milanese l’incontro “Il nuovo Parlamento europeo e le sfide in ricerca e sostenibilità”, a cui hanno partecipato Monica Poggio – AD Bayer Italia, Arianna Gregis – Country Division Head Pharmaceuticals Bayer Italia, e Frank Terhorst, Head of Strategy & Sustainability – Crop Science division. Il nuovo Parlamento europeo dovrà affrontare importanti sfide. La crisi climatica, i conflitti in corso, le economie nazionali che competono in un mercato globale sempre più aggressivo sono alcuni tra i temi caldi su cui i Candidati alle elezioni dovranno misurarsi. In questo contesto Bayer, presente in Italia da oltre 125 anni, vuole continuare a dare un contributo concreto grazie al suo impegno nell’innovazione e nella sostenibilità per la costruzione in Europa di una “casa comune”.
Bayer ha le sue radici in Europa, con un’importante presenza in Italia. Considera la competitività sostenibile l’ingrediente chiave per garantire un’economia europea forte, in grado di assicurare prosperità alle generazioni future e di assumersi la responsabilità di affrontare le sfide globali. Alla luce di questo, è importante che la Commissione europea garantisca l’adozione di soluzioni digitali, attraverso strumenti che sostengono l’innovazione e la ricerca scientifica, favorendo l’utilizzo dei dati e dell’intelligenza artificiale. La storia di Bayer, di oltre 160 anni, ha dimostrato che un ecosistema normativo e industriale che supporta il settore delle Life Science può portare a notevoli innovazioni delle quali beneficia l’intera società. Bayer intende la competitività sostenibile quale ingrediente chiave per garantire un’economia europea che offra prosperità alle generazioni future e si assuma la responsabilità di affrontare le sfide globali.
Pertanto, il programma per il 2024 – 2029 dovrebbe concentrarsi su un contesto normativo che favorisca la crescita, al fine di incentivare l’innovazione, ridurre il carico burocratico e garantire la competitività dell’industria europea. In quest’ottica, la prossima Commissione europea dovrebbe focalizzarsi su cinque aree principali: 1. La scienza al centro – L’Europa deve continuare a confidare nel processo decisionale fondato sulle evidenze scientifiche e dovrebbe abbracciare le opportunità offerte dalle biotecnologie. Inoltre, sostenere l’innovazione farmaceutica in Europa offre ai pazienti europei un accesso rapido alle tecnologie più all’avanguardia. 2. Un nuovo accordo per l’industria – Una rinnovata attenzione alla competitività industriale dovrebbe porre al centro la semplificazione del contesto normativo e la riduzione del carico burocratico per le imprese. Inoltre, il settore ha bisogno di predittività circa la protezione della proprietà intellettuale e la sua applicazione. 3.Crescita sostenibile – L’agricoltura rigenerativa è un approccio sistemico che mira a fornire risultati misurabili in termini di capacità produttiva e sostenibilità. Questo approccio ha il potenziale per garantire benefici agli agricoltori, all’ambiente e alla società. Per aiutare a guidare la transizione in agricoltura, per la quale gli agricoltori sono centrali, l’accesso all’innovazione è essenziale. 4. Intelligenza artificiale per il futuro – L’intelligenza artificiale è oggi fondamentale per il futuro del settore delle Life Science. Affinchè l’Europa si mantenga competitiva in questo settore, sono necessari maggiori investimenti per sostenere l’adozione di soluzioni digitali in tutta l’economia. Questo significa, tra gli altri obiettivi, sviluppare una strategia europea onnicomprensiva per la digitalizzazione dell’agricoltura e l’agevolazione dell’accesso ai dati sanitari per la ricerca scientifica.
5. L’Europa come partner globale – Le istituzioni europee devono supportare un’agenda commerciale forte e aperta che includa come prioritari l’accesso al mercato e gli accordi di libero scambio. Se l’Unione europea non è considerata un’alleata affidabile dai paesi chiave del mondo, altri attori globali ne trarranno vantaggio e sostituiranno l’UE come partner privilegiato.
-foto ufficio stampa Bayer –
(ITALPRESS).

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Engie-PoliMi, efficienza e rinnovabili per raggiungere obiettivi 2030

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ROMA (ITALPRESS) – Incrementare l’efficienza nell’uso dell’energia, superare la dipendenza dai combustibili fossili, aumentare significativamente l’utilizzo delle energie rinnovabili e modulare il quadro normativo e regolatorio per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei consumi energetici. Sono le azioni necessarie definite nello studio ‘Roadmap to 2030: scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazionè realizzato da ENGIE in collaborazione con il Dipartimento “Energy & Strategy” del Politecnico di Milano e presentato oggi, a Roma, nel corso dell’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”.
“La transizione energetica è responsabilità collettiva. Non è un percorso facile ma è una sfida necessaria. Il nostro compito è fare di tutto per renderla un’opportunità. Per noi di ENGIE è un impegno quotidiano che sentiamo verso le future generazioni – afferma Monica Iacono, CEO di ENGIE Italia -. La fotografia scattata dallo studio realizzato con il Politecnico di Milano ci dice chiaramente che è necessario accelerare e che i costi dello scenario inerziale sono superiori agli investimenti necessari per raggiungere i target previsti. Il nostro auspicio è quello di offrire, attraverso questa analisi, un contributo utile alle decisioni e alle soluzioni che istituzioni, pubbliche amministrazioni e imprese sono chiamate ad adottare perchè siamo convinti che la transizione sia anche un’opportunità di crescita per il Paesè.
Per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto all’evento, ‘servono più strumenti: sistemi di detrazione fiscale, meccanismi incentivanti come i certificati bianchi per l’industria, stimolare l’innovazione e la digitalizzazione delle reti. Ci stiamo impegnando a predisporre un quadro normativo che supporti una visione di lungo-periodo. Dove le risorse siano tra loro coordinate e razionalizzate, valutando possibili sinergie tra i diversi strumenti disponibili. Dobbiamo accompagnare e agevolare la trasformazione del nostro sistema produttivo, in equilibrio con la decarbonizzazione. La chiave è intervenire con determinazione per avere in casa competenze e tecnologie che saranno al centro della trasformazione del sistema industriale in modalità green. Lavoriamo per favorire lo sviluppo, creando un contesto favorevole alle impresè.
All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il presidente di ARERA, Stefano Besseghini, e il presidente del GSE, Paolo Arrigoni.
Il punto di partenza dell’analisi è l’attuale contesto emissivo italiano. Nel 2022, l’Italia ha ridotto di circa il 30% le sue emissioni rispetto al 2005. Considerando però l’attuale trend di
mercato e normativo, compresi quelli relativi al superbonus, dal 2022 al 2030 si prevede una riduzione di -46 MtCO2, che è molto inferiore ai target europei che impongono una riduzione
di -137 MtCO2 (più del 50% delle emissioni rispetto al 2005). Quindi, rispetto all’attuale scenario inerziale al 2030, lo studio evidenzia che non è possibile raggiungere nè gli obiettivi europei nè i target nazionali di riduzione delle emissioni già promossi all’interno del PNIEC. E’ necessaria un’accelerazione in questa direzione che moltiplichi gli sforzi.
Il maggiore contributo per affrontare le sfide europee può derivare da due pilastri strategici: l’incremento delle soluzioni di efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili.
Sul fronte dell’efficienza energetica il PNIEC identifica un obiettivo pari a 100 Mtep al 2030.
Considerando gli attuali trend di mercato e normativi il Paese è proiettato verso i 109 Mtep di consumi di energia finale al 2030 (-4 Mtep rispetto al 2022), ossia un risultato distante dagli obiettivi PNIEC e non in linea neanche con gli obiettivi comunitari che richiedono il raggiungimento di 92,5 Mtep (-21 Mtep rispetto al 2022). E’ quindi necessario moltiplicare le
misure messe ad oggi in campo.
“La transizione energetica pone obiettivi estremamente sfidanti e richiede nei prossimi anni un cambio di passo. Ne fa parte, ad esempio, la crescita, di 2-3 volte rispetto al quadro attuale, delle installazioni di rinnovabili, la cui diffusione è alla base del cambiamento dell’assetto energetico del nostro Paese – ha spiegato Vittorio Chiesa, Chairman POLIMI Graduate School of Management -. Ma la transizione si ottiene anche con il contributo di altre soluzioni, quantitativamente meno rilevanti, agendo sui relativi elementi abilitanti: l’adozione di tecnologie per l’efficienza energetica in ambiti quali la Pubblica Amministrazione, la diffusione del teleriscaldamento, la gestione della filiera per la produzione di biometano su larga scala,
lo storage per l’aumento delle soluzioni di autoconsumò.
La Pubblica Amministrazione, si evidenzia nello studio, è un attore rappresentativo e trainante per l’efficienza energetica. E’ indispensabile, però, implementare ulteriori misure e potenziare gli strumenti oggi in vigore, aumentando l’attrattività di investimenti privati, per esempio con la diffusione di formule contrattuali come l’Energy Performance Contracts e il Partenariato Pubblico Privato. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, nel 2021 hanno contribuito per il 40% sul mix di
produzione di energia elettrica nazionale. Per raggiungere gli obiettivi del PNIEC al 2030 il peso dell’energia elettrica da fonti rinnovabili sul mix energetico dovrebbe raddoppiare per
raggiungere il target al 2030 (65% del mix), installando 3,5 volte la capacità di fotovoltaico e 2,5 volte quella di eolico rispetto al 2021. Va considerato poi lo storage, una tecnologia che, come sottolinea lo studio, integrata a impianto di potenza tra 200 kW e 10 MW può incrementare ulteriormente la quota di autoconsumo abilitando una maggior diffusione della produzione rinnovabile.
Rispetto alle attuali tecnologie utili all’efficienza energetica e alla decarbonizzazione (come fotovoltaico, solare termico, pompe di calore, storage e idrogeno), l’analisi mostra come la
filiera sia ancora poco sviluppata: nel 2021 il 100% dei target risultava ancora da coprire. Su questo tema è fondamentale incrementare gli sforzi per semplificare i processi autorizzativi e accelerare la messa a terra degli investimenti da parte degli operatori. Un focus sui settori residenziale e industriale, evidenzia la necessità di un investimento di ulteriori 60 miliardi per raggiungere almeno gli obiettivi PNIEC.
Un ruolo di supporto alla decarbonizzazione ed efficienza nel settore residenziale può essere svolto dal teleriscaldamento. Oggi l’attuale diffusione della tecnologia raggiunge i 9,7 TWh
all’anno, ma ha un potenziale di sviluppo di 4 volte superiore: al 2030 si può produrre 38 TWh utile ad efficientare quasi il 10% della domanda termica residenziale, con investimenti annui
fra 7 e 10 miliardi di euro. Anche in questo caso, è necessario attrarre investimenti prevedendo un quadro di policy organico che contempli in maniera sinergica norme ed incentivi, stimolando la domanda tramite l’introduzione, ad esempio, di obblighi di
allacciamento alla rete per i nuovi edifici. L’analisi delle tecnologie in grado di supportare la transizione energetica vede nel biometano un forte alleato strategico. L’aggiornamento del PNIEC prevede un’accelerazione sull’utilizzo del biometano come alternativa rinnovabile per la produzione di energia termica. Attualmente, il meccanismo di incentivazione è però limitato nel tempo e la frammentazione nella catena di approvvigionamento crea inefficienze e scarsa scalabilità. E’ necessario creare soggetti aggregatori e definire un nuovo meccanismo incentivante post-2026 per favorire la crescita del settore e raggiungere gli obiettivi al 2030. Dallo studio emerge, dunque, che l’Italia ha tutte le potenzialità per essere il laboratorio della decarbonizzazione, ma attualmente si registra un ritardo rispetto alla traiettoria di decarbonizzazione europea che istituzioni, di concerto con gli operatori del settore, possono provvedere a colmare puntando sulle appropriate leve strategiche.

– foto ufficio stampa Engie –
(ITALPRESS).

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Medio Oriente, Tajani “Continuiamo a spingere per cessate il fuoco”

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ROMA (ITALPRESS) – “Stiamo continuando a promuovere iniziative di pace incontrando tutti i ministri degli Esteri dei Paesi coinvolti, e a spingere perchè ci possa essere un cessate il fuoco: l’abbiamo fatto anche al G7, che permetta la liberazione degli ostaggi israeliani e il rinvio di un attacco a Rafah, per salvare il maggior numero di vite umane e anche per permettere l’invio di beni alimentari e non solo alla popolazione che sta vivendo momenti di estrema difficoltà”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando della situazione in Medio Oriente a margine della presentazione del progetto di promozione e comunicazione “Sport e Innovazione – Made in Italy”, in collaborazione tra Maeci, Sport e Salute. “Siamo preoccupati per quello che sta accadendo e faremo di tutto, anche con il progetto italiano ‘Food for Gazà, promosso dal ministero degli Esteri e dal governo italiano, per aiutare la popolazione palestinese. L’altro giorno il Consiglio dei ministri ha deciso lo stato di emergenza per Gaza, questo ci permette, anche attraverso la Protezione civile e un finanziamento di 5 milioni di euro, di poterli utilizzare al fine di sostenere il popolo palestinese”, ha concluso Tajani.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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