LA VOCE PAVESE – ALLARME CIMICI NEL DORMITORIO DI PAVIA, LA RIFLESSIONE SU CARITAS
Non si dorme al dormitorio della Caritas di via Berardino da Feltre a Pavia. La denuncia arriva da un ospite della struttura, che accoglie persone senza fissa dimora ogni giorno dalle 19:30 alle 22. Nel 2023, la Caritas ha ricevuto 62 richieste di ospitalità, accogliendone 40. Ma il problema delle cimici da letto, che affligge la struttura, sembra difficile da debellare.
"Da settembre 2024 abbiamo effettuato sei interventi di disinfestazione – spiega Nicolò Salvemini, referente per l’area grave marginalità della Caritas – ma, secondo gli operatori, il problema è strutturale. Senza intervenire sui muri risulta impossibile risolverlo definitivamente. Dopo l’ultimo intervento del 21 novembre, abbiamo segnalazioni solo da una camera".
Con 25 stanze disponibili, la struttura ha visto significativi miglioramenti grazie al supporto di donatori, come il completo rifacimento di 14 bagni. "Abbiamo stanziato 5mila euro per la disinfestazione – dichiara don Franco Tassone, direttore della Caritas – ma nonostante le difficoltà, non abbiamo mai rifiutato un ricovero. Grazie anche ai fondi dell’8 per mille, il 20% degli ospiti è riuscito a ottenere un alloggio sociale e iniziare un percorso lavorativo".
Nonostante gli sforzi, il malcontento persiste. "Proviamo a fare del nostro meglio per gli ospiti – racconta Sadi, custode della struttura – offrendo supporto nelle necessità quotidiane, dalla lavanderia alla colazione". Tuttavia, alcuni ospiti lamentano un’accoglienza difficile, sostenendo che parlare del problema delle cimici comporti il rischio di essere allontanati. Salvemini smentisce: "Nessuno è stato allontanato per le cimici. Da settembre abbiamo dimesso solo due persone, una per fine progetto e una per ripetute violazioni del regolamento".
La soluzione potrebbe arrivare da un nuovo dormitorio. "Abbiamo costituito una fondazione per realizzare una struttura moderna e rispondere ai bisogni crescenti, anche delle famiglie – conclude don Franco – ma i tempi saranno lunghi".
CELLULARE ALLA GUIDA, VIA LA PATENTE ALLA VICESINDACA DI PAVIA
Bufera su Alice Moggi, vicesindaca di Pavia e assessora alla Mobilità, finita al centro di una vicenda che rischia di trasformarsi in un caso politico. Nel pomeriggio di martedì, nella zona di via Taramelli, una pattuglia della Polizia Locale l’ha fermata mentre era alla guida con il cellulare in mano. Ma non è tutto: l’auto su cui viaggiava non era intestata a lei ma aveva la revisione scaduta e quindi altra sanzione.
La violazione dell’articolo 173 del Codice della Strada – che vieta l’utilizzo di dispositivi elettronici durante la guida, anche se collegati al vivavoce – ha portato a una sanzione da 250 euro. Sulla base della normativa vigente e in attesa del provvedimento del prefetto, si prospetta anche la sospensione della patente da quindici giorni a due mesi.
Moggi, che ha scelto di chiarire pubblicamente l’accaduto sui social, ha spiegato: “Avevo il bluetooth dell’auto attivo, ma tenevo comunque il telefono in mano. Non pensavo che bastasse tenerlo in mano, anche se inattivo, per essere sanzionati. Ma la legge non ammette ignoranza. Ho sbagliato e pago.”
Una precisazione che non ha placato le polemiche, soprattutto alla luce della recente stretta introdotta dal nuovo Codice della Strada, che vieta esplicitamente anche il semplice maneggiare il dispositivo durante la guida, indipendentemente dall’uso del vivavoce.
Il caso esplode a poche ore da una seduta cruciale del Consiglio comunale, convocata per discutere proprio di mobilità sostenibile. L’amministrazione punta a trasformare Pavia in una città a 30 km/h, seguendo l’esempio di Bologna. “Mi importa poco delle polemiche sterili,” ha aggiunto la vicesindaca, “mi spiace invece non aver avuto la giusta attenzione. Alla guida serve un comportamento adeguato. Non ci sono scuse.”
L’opposizione incalza. Matteo Chiù, vicepresidente del Consiglio comunale per Fratelli d’Italia, ha commentato con durezza: “La situazione è grave, soprattutto per il ruolo che ricopre. Se fai continuamente la morale agli altri sulla sicurezza stradale, devi essere la prima a rispettare le regole. Altrimenti perdi credibilità.”
Chiù, pur senza chiedere apertamente le dimissioni, ha lanciato un affondo contro il fronte ambientalista e progressista che sostiene la vicesindaca: “Noi valuteremo. Ma credo che a doverle chiedere un passo indietro debbano essere soprattutto i suoi sostenitori più radicali. Se non lo fanno, rischiano di perdere ogni coerenza”.
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