Cronaca
Usa, Trump firma l’ordine esecutivo per dazi a Cina, Canada e Messico
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6 ore fa-
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RedazioneWASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Nel corso di una conferenza stampa dallo Studio Ovale della Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha confermato formalmente la notizia legata ai dazi da imporre a Cina, Canada e Messico a partire da sabato, 1 febbraio. Parlando con i giornalisti il magnate ha affermato che le tariffe da imporre non sono una tattica negoziale. Secondo quanto dichiarato da Trump non c’è nulla che gli altri Paesi possano fare per impedire che le tariffe entrino in vigore, ribadendo che gli Stati Uniti “non sono alla ricerca di una concessione”. Il presidente, riferendosi alla Cina, si è detto preoccupato per il traffico internazionale di droga: “Stanno inviando enormi quantità di fentanyl, uccidendo centinaia di migliaia di persone all’anno”, ha affermato. Riferendosi invece a Canada e Messico, Trump ha dichiarato che “stanno rendendo possibile l’ingresso di questo veleno”. Nel corso della conferenza, Trump ha dunque confermato quanto anticipato in precedenza dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, parlando di tariffe del 25% ai danni di Canada e Messico e del 10% sui beni provenienti dalla Cina, sollevando lo spettro di rapidi aumenti dei prezzi per i consumatori statunitensi, nonostante la recente promessa di attenuare l’impatto sulle importazioni di petrolio. Trump aveva minacciato di imporre dazi anche per garantire una maggiore cooperazione da parte dei Paesi nel fermare l’immigrazione illegale e il contrabbando di sostanze chimiche utilizzate per gli stupefacenti, ma si è anche impegnato a utilizzare i dazi per incrementare la produzione nazionale e aumentare le entrate per il governo federale. La scelta di imporre nuovi dazi a meno di due settimane dall’inizio del suo mandato comporta per Trump dei rischi politici ed economici. Diversi elettori repubblicani hanno votato l’attuale presidente con la promessa che avrebbe potuto ridurre l’inflazione, ma l’introduzione di nuovi dazi potrebbe innescare prezzi più alti e potenzialmente sconvolgere i settori dell’energia e dell’agricoltura. La scelta di Trump ha attirato numerose critiche da parte dell’opposizione. Chuck Schumer, leader democrstico del Senato, ha parlato di un possibile inizio di una guerra commerciale: “Dovremmo concentrarci sull’andare duro contro i concorrenti che truccano il gioco, come la Cina, piuttosto che attaccare i nostri alleati – ha affermato Schumer -. Se queste tariffe entreranno in vigore a pieno regime, aumenteranno i prezzi per tutto, dai generi alimentari alle auto, alla benzina, rendendo ancora più difficile la sopravvivenza per le famiglie della classe media”. Già in passato la Cina aveva risposto in modo aggressivo alle tariffe imposte da Trump sui prodotti cinesi durante il suo primo mandato, prendendo di mira i sostenitori del presidente nell’America rurale con tasse di ritorsione sulle esportazioni agricole statunitensi. Sia il Canada che il Messico hanno dichiarato di aver predisposto l’opzione di tariffe di ritorsione da utilizzare se necessario, il che a sua volta potrebbe innescare un conflitto commerciale più ampio che, secondo le analisi economiche, potrebbe danneggiare la crescita e accelerare ulteriormente l’inflazione.
Intervenendo da remoto qualche giorno fa al forum di Davos, Trump aveva manifestato la volontà di imporre dei dazi anche ai Paesi dell’Unione Europea. Secondo il presidente le tariffe imposte avranno come conseguenza un aumento delle entrate che “rafforzeranno l’economia e ridurranno il debito”.(ITALPRESS).
Foto: Ipa Agency
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Cronaca
Usa, Trump firma ordine esecutivo per dazi a Cina, Canada e Messico
Pubblicato
17 minuti fa-
1 Febbraio 2025di
RedazioneWASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Nel corso di una conferenza stampa dallo Studio Ovale della Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha confermato formalmente la notizia legata ai dazi da imporre a Cina, Canada e Messico a partire da sabato, 1 febbraio. Parlando con i giornalisti il magnate ha affermato che le tariffe da imporre non sono una tattica negoziale. Secondo quanto dichiarato da Trump non c’è nulla che gli altri Paesi possano fare per impedire che le tariffe entrino in vigore, ribadendo che gli Stati Uniti “non sono alla ricerca di una concessione”. Il presidente, riferendosi alla Cina, si è detto preoccupato per il traffico internazionale di droga: “Stanno inviando enormi quantità di fentanyl, uccidendo centinaia di migliaia di persone all’anno”, ha affermato. Riferendosi invece a Canada e Messico, Trump ha dichiarato che “stanno rendendo possibile l’ingresso di questo veleno”. Nel corso della conferenza, Trump ha dunque confermato quanto anticipato in precedenza dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, parlando di tariffe del 25% ai danni di Canada e Messico e del 10% sui beni provenienti dalla Cina, sollevando lo spettro di rapidi aumenti dei prezzi per i consumatori statunitensi, nonostante la recente promessa di attenuare l’impatto sulle importazioni di petrolio. Trump aveva minacciato di imporre dazi anche per garantire una maggiore cooperazione da parte dei Paesi nel fermare l’immigrazione illegale e il contrabbando di sostanze chimiche utilizzate per gli stupefacenti, ma si è anche impegnato a utilizzare i dazi per incrementare la produzione nazionale e aumentare le entrate per il governo federale. La scelta di imporre nuovi dazi a meno di due settimane dall’inizio del suo mandato comporta per Trump dei rischi politici ed economici. Diversi elettori repubblicani hanno votato l’attuale presidente con la promessa che avrebbe potuto ridurre l’inflazione, ma l’introduzione di nuovi dazi potrebbe innescare prezzi più alti e potenzialmente sconvolgere i settori dell’energia e dell’agricoltura. La scelta di Trump ha attirato numerose critiche da parte dell’opposizione. Chuck Schumer, leader democrstico del Senato, ha parlato di un possibile inizio di una guerra commerciale: “Dovremmo concentrarci sull’andare duro contro i concorrenti che truccano il gioco, come la Cina, piuttosto che attaccare i nostri alleati – ha affermato Schumer -. Se queste tariffe entreranno in vigore a pieno regime, aumenteranno i prezzi per tutto, dai generi alimentari alle auto, alla benzina, rendendo ancora più difficile la sopravvivenza per le famiglie della classe media”. Già in passato la Cina aveva risposto in modo aggressivo alle tariffe imposte da Trump sui prodotti cinesi durante il suo primo mandato, prendendo di mira i sostenitori del presidente nell’America rurale con tasse di ritorsione sulle esportazioni agricole statunitensi. Sia il Canada che il Messico hanno dichiarato di aver predisposto l’opzione di tariffe di ritorsione da utilizzare se necessario, il che a sua volta potrebbe innescare un conflitto commerciale più ampio che, secondo le analisi economiche, potrebbe danneggiare la crescita e accelerare ulteriormente l’inflazione.
Intervenendo da remoto qualche giorno fa al forum di Davos, Trump aveva manifestato la volontà di imporre dei dazi anche ai Paesi dell’Unione Europea. Secondo il presidente le tariffe imposte avranno come conseguenza un aumento delle entrate che “rafforzeranno l’economia e ridurranno il debito”.(ITALPRESS).
Foto: Ipa Agency
Cronaca
Hamas rilascia altri tre ostaggi, Israele libera 183 prigionieri
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4 ore fa-
1 Febbraio 2025di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – Alle 7.30 ore italiane hanno preso il via le operazioni di rilascio, da parte di Hamas, della quarta tranche di ostaggi israeliani, in questo caso tre. Il primo ad essere stato rilasciato è stato Ofer Calderon, 54 anni. I successivi sono stati Keith Siegel, 65 anni, e Yarden Bibas, 35 anni. Contemporaneamente sono stati rilasciati dalle autorità israeliane 183 prigionieri palestinesi, come previsto nello scambio. E’ arrivato a Ramallah il primo autobus che trasporta alcuni dei 183 prigionieri palestinesi rilasciati dalle carceri israeliane (ITALPRESS).
Foto: Ipa Agency
Nel nuovo episodio di “America Week”, il nuovo appuntamento dell’Italpress che ogni settimana da New York propone notizie e analisi dagli Stati Uniti, Stefano Vaccara parla delle mosse di Donald Trump da quando è rientrato alla Casa Bianca. Altro che “scioccare e stupire”, il presidente è all’attacco ma con il “caos”. Andare addosso all’avversario politico comunque e in qualunque occasione, anche quando ci sono ancora da recuperare a Washington i corpi inabissati nel fiume Potomac dei poveri passeggeri del volo che arrivava dal Kansas centrato in pieno da un elicottero militare in una collisione che non ha lasciato scampo a tutti i 67 a bordo, compresi i tre militari dell’hawk. A proposito di caos, il 27 gennaio, l’Office of Management and Budget ha emesso una direttiva che ordinava alle agenzie federali di “sospendere temporaneamente tutte le attività relative all’obbligo o all’erogazione di tutti gli aiuti finanziari federali”. Questa misura includeva gli aiuti esteri, sovvenzioni e prestiti, con eccezioni per le prestazioni della Sicurezza Sociale e di Medicare. Questa mossa improvvisa ha causato confusione tra i dipendenti pubblici, i legislatori e le organizzazioni non profit, sollevando preoccupazioni sui possibili disservizi nei servizi essenziali. Intanto sono iniziate le tre audizioni al Senato ritenute più rischiose: Robert Kennedy Jr. per il ruolo di Segretario della Salute, Tulsi Gabbard come Direttrice dell’Intelligence Nazionale e Kash Patel come Direttore dell’FBI. Ognuno di loro ha affrontato un duro interrogatorio sulle proprie qualifiche, dichiarazioni passate e potenziali pregiudizi. Per essere bocciati, più di tre senatori repubblicani devono essere contrari alle nomine e tutto è ancora possibile.
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