LA VOCE PAVESE – PAVIA NELLA TOP TEN, MA L’ITALIA SCIVOLA NELLA CLASSIFICA UNIVERSITÀ
L’Università di Pavia conferma la sua presenza nella top ten degli atenei italiani secondo il Center for World University Rankings (CWUR), ma il quadro generale per l’Italia è in chiaroscuro. Nella classifica Global 2000 del 2025, che valuta oltre 20.000 università a livello mondiale, ben 53 delle 66 università italiane presenti perdono terreno rispetto allo scorso anno. Solo 10 migliorano, mentre 3 restano stabili.
A livello nazionale, a guidare la pattuglia è La Sapienza di Roma, che però scende al 125° posto globale. Seguono l’Università di Padova (178ª, -5 posizioni), Milano (191ª, -5), Bologna (204ª), Torino (242ª), Napoli Federico II (243ª), Firenze (274ª), Genova (286ª), Pisa (288ª) e Pavia, stabile al 327° posto, a chiudere la top ten tricolore.
Il problema principale? La ricerca scientifica. Il CWUR segnala come l’80% degli atenei italiani sia in calo per scarsi risultati nella ricerca e per la concorrenza crescente da parte di università internazionali ben finanziate. Solo 14 atenei italiani migliorano nella performance di ricerca, mentre ben 52 peggiorano.
“La rappresentanza italiana nella classifica è numerosa, ma preoccupa il declino legato a ricerca e finanziamenti insufficienti”, commenta Nadim Mahassen, presidente del CWUR. “Senza una strategia di sviluppo solida e investimenti adeguati, il Paese rischia di restare indietro nel panorama accademico globale”.
CLASSIFICA MONDIALE, DOMINIO USA E ASCESA ASIATICA
Sul podio globale troneggiano gli Stati Uniti: Harvard è ancora una volta la migliore al mondo, seguita da MIT e Stanford. Le britanniche Cambridge e Oxford si piazzano quarta e quinta.
Anche nel 2025, l’Europa resta presente con 621 atenei nei primi 2000, ma il trend è negativo: nel Regno Unito il 75% delle università perde posizioni. Solo 16 migliorano, mentre 67 retrocedono. Francia e Germania vivono una dinamica simile, con la Psl University parigina che si conferma migliore tra le francesi (19ª nel mondo) e l’Università di Monaco di Baviera a guidare la Germania al 50° posto.
La Cina, al contrario, accelera: con 346 università in classifica (in crescita rispetto alle 324 dell’anno scorso), è ora il Paese più rappresentato. Il 98% degli atenei cinesi migliora la propria posizione, spinto da investimenti massicci. In Giappone, invece, 91% degli atenei perde terreno a causa dei tagli ai fondi pubblici.
LE PRIME DIECI IN OGNI CONTINENTE
Europa: Cambridge (4), Oxford (5), PSL Parigi (19), UCL Londra (20), Imperial College (28), Paris City (29), ETH Zurigo (32), Paris Saclay (34), Institut Polytechnique Paris (35), Copenaghen (38).
Asia: Tokyo (13), Kyoto (24), Seoul Nat. Univ. (31), Tsinghua (37), Pechino (44), Chinese Academy of Sciences (46), Shanghai Jiao Tong (61), Hebrew Univ. (65), Zhejiang (68), Weizmann (70).
Oceania: Nuovo Galles del Sud (52), Melbourne (64), ANU (90), Sydney (94), Queensland (103), Monash (117), Australia Occidentale (151), Adelaide (213), Auckland (277), UTS Sydney (314).
America Latina e Caraibi: San Paolo (118), UNAM Messico (282), Rio de Janeiro (331), Campinas (369), Buenos Aires (409), PUC Cile (415), Università del Cile (453), San Paolo Statale (454), Rio Grande do Sul (476), Minas Gerais (497).
Africa: Città del Capo (275), Witwatersrand (292), Stellenbosch (458), KwaZulu-Natal (505), Il Cairo (517), Pretoria (557), Johannesburg (607), Ain Shams (740), Addis Abeba (808), Mansoura (814).
Il CWUR ha analizzato oltre 74 milioni di dati per valutare qualità dell’istruzione, occupabilità, corpo docente e ricerca, fornendo una fotografia globale in cui l’Italia – nonostante alcune eccellenze come Pavia – resta in affanno.
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