Cronaca
Banca del Fucino, 7 punti per rilancio Capitale in report Roma
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4 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Banca del Fucino illustra gli interventi necessari al rilancio della Capitale, presentando la seconda parte del report “Prospettive di crescita dell’economia di Roma dopo la pandemia”.
L’allontanamento, dopo oltre un decennio, da politiche di bilancio restrittive offre finalmente a Roma il necessario spazio per intervenire su un’offerta di beni pubblici oggi certamente inadeguata. In questo contesto, la ricerca individua 7 leve per il cambiamento.
“I concetti di fondo che guidano queste proposte sono molto semplici”, afferma l’AD della Banca del Fucino, Francesco Maiolini: “Roma ha un grandissimo potenziale inespresso: economico, culturale e ambientale. Si tratta di saper trasformare questa enorme ricchezza in crescita, in sviluppo effettivo: se sblocchiamo alcuni colli di bottiglia, proprio quelli che oggi sono elementi di criticità possono diventare vettori di un rilancio anche molto rapido”. Le 7 linee di azione individuate sono: 1. Il centro storico e gli insediamenti produttivi – La pandemia ha reso evidente la desertificazione del centro storico, svuotato dei suoi abitanti e divenuto collettore di un’offerta di servizi spesso a basso valore aggiunto.
Il centro storico di Roma presenta dinamiche demografiche di spopolamento simili a quelle di aree rurali ai margini dei processi di sviluppo. Il c.d. Tridente conta oggi meno di 25 mila abitanti, in riduzione del 26,8% rispetto al 2015. Una contrazione maggiore sia di quella registrata dall’intero Municipio I (-11,4%), sia dalla media complessiva di Roma (-1,6%). Lo spopolamento riguarda anche gli insediamenti produttivi. Agli inizi degli anni ’90 erano 5 mila le botteghe artigiane presenti nel centro storico; agli inizi degli anni ‘2000 erano quasi 2 mila; oggi sono meno di mille.
La desertificazione di attività produttive – artigiane, ma non solo – può essere contrastata con politiche di facilitazione dell’insediamento di imprese di nuova formazione. E’ importante attivare politiche di insediamento abitativo, indirizzate in prevalenza a giovani. In entrambi i casi è possibile ipotizzare il riutilizzo di molte proprietà di cui il Comune e altri enti pubblici dispongono in questa zona.
2. Il sistema universitario – Nonostante i 250mila iscritti negli oltre 40 atenei della città (compresi quelli confessionali), le potenzialità di Roma nel campo universitario non sono colte e sono in via di indebolimento. I più recenti dati ISTAT evidenziano come la quota di studenti frequentanti le università romane e provenienti da un altro comune sia pari al 57% del totale, contro il 78,8% di Milano, il 75% di Torino e l’80% di Napoli. Roma sta perdendo capacità di attrarre studenti non residenti e di conservare studenti residenti. Fra le principali città d’Italia è infatti quella con il più alto rapporto fra studenti residenti che si recano a studiare altrove e non residenti che vengono nelle università cittadine. Resta inoltre molto elevato a Roma il mismatch fra i profili dei laureati ricercati dalle imprese e quelli prodotti dalle università.
L’attrattività di Roma quale città universitaria internazionale può essere rafforzata dalla creazione di un Politecnico romano, che valorizzi all’interno di un unico polo le eccellenze accademiche nel campo dell’ingegneria e dell’architettura e favorisca un aumento dei laureati nelle discipline STEM, le più richieste dalle imprese. Va favorita anche la creazione di un Distretto tecnologico dei beni culturali.
Il Comune potrà contribuire al rilancio anche attraverso un’adeguata politica di sviluppo delle residenze studentesche, nonchè nell’offerta di possibili siti di insediamento per le nuove facoltà universitarie, riadattando, in un’ottica di rigenerazione urbana, alcuni dei tanti siti dismessi presenti sul territorio cittadino.
3. Il verde pubblico – Roma ha la maggiore estensione di verde pubblico fra le grandi capitali europee. Ciò non si riflette, tuttavia, in una specializzazione nel campo della manutenzione del verde pubblico – gli addetti al Servizio Giardini di Roma sono in un rapporto di 1 a 6 rispetto a quelli di capitali comparabili – e ancor meno in una valorizzazione dei grandi parchi come elemento di attrattività internazionale. Nessuna delle ville romane è oggi assimilabile per immagine a Central Park a New York o a Hyde Park a Londra. Il potenziale di sviluppo appare enorme.
4. Il circuito culturale – In relazione alla cultura risalta l’insufficiente capacità della città di estrarre valore dai suoi assets. Un esempio è rappresentato dalla straordinaria qualità delle istituzioni musicali della città (Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Teatro dell’Opera di Roma), che non trova però un pieno riconoscimento nel mercato discografico o nel panorama dei grandi festival internazionali. Le stesse istituzioni museali romane, pur col loro indubbio prestigio, non hanno la riconoscibilità pubblica dei grandi enti mondiali (Louvre, British Museum, Guggenheim etc.). A questo proposito è prioritario riaffermare, anche attraverso la creazione di un’agenzia di attrazione territoriale, l’immagine di Roma come città che produce cultura contemporanea, promuovendo movimenti artistici, inserendosi nel circuito delle grandi mostre internazionali e creando un coordinamento fra eventi culturali legati al passato ed eventi centrati invece sulla contemporaneità.
5. La macchina amministrativa – Roma è oggi al penultimo posto (26° su 27) nella classifica delle capitali europee quanto a utilizzo della banda larga nei rapporti con la PA da parte delle famiglie.
Il miglioramento della qualità amministrativa del Comune è un’evidente priorità. Occorre qui cogliere appieno le opportunità offerte dal PNRR, per la riforma della PA, con una particolare attenzione al tema della digitalizzazione, quale veicolo di semplificazione burocratica e impulso all’innovazione tecnologica.
6. Le imprese municipalizzate – La gestione dei servizi pubblici del trasporto e del trattamento dei rifiuti è uno dei fattori di scivolamento di Roma nel confronto nazionale e internazionale.
E’ necessaria l’adozione di nuovi modelli industriali e l’avvicinamento ad un’impostazione di multiutility a partecipazione pubblica, con capacità manageriali assimilabili a quelle del settore privato. Per quanto riguarda in particolare il trattamento dei rifiuti, una proposta potrebbe consistere nello specializzare AMA nella sola funzione di raccolta, mentre al conferimento dei rifiuti potrebbero essere chiamate aziende a capitale pubblico con riconosciute capacità di gestire servizi di rete nel rispetto dei propri equilibri finanziari.
7. Il ruolo delle grandi imprese pubbliche – Tutte le missioni del PNRR sono coperte dalle sfere di competenza delle imprese a capitale pubblico. Un ritrovato protagonismo di grandi soggetti che hanno sede a Roma non potrà che esercitare effetti di spill-over per l’industria, i servizi professionali e la stessa finanza della città.
(ITALPRESS).
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Cronaca
Poker nerazzurro a San Siro, l’Inter travolge la Cremonese 4-1
Pubblicato
27 minuti fa-
4 Ottobre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un’Inter intensa e spumeggiante regala spettacolo e rifila un perentorio 4-1 alla rivelazione Cremonese. Per la formazione meneghina i marcatori di giornata sono Lautaro, Bonny, Dimarco e Barella: il gol della bandiera lo realizza Bonazzoli. A San Siro, di fatto, si è vista in campo una sola squadra e il risultato non è mai stato in bilico. Con questa vittoria i nerazzurri agganciano momentaneamente la vetta della classifica, a quota dodici punti. La Cremonese di Nicola, invece, torna così coi piedi per terra dopo un sorprendente avvio di stagione, incassando il primo ko in campionato. Un’Inter semplicemente famelica fa capire sin da subito che aria tira alla Cremonese, sfiorando il gol con Frattesi dopo appena trenta secondi. L’equilibrio nel punteggio, infatti, è destinato a durare ben poco e al 6′ Lautaro firma il vantaggio nerazzurro. Parte tutto da Barella che sradica il pallone dai piedi di Sanabria e verticalizza per Bonny, lanciato così in campo aperto assieme al bomber argentino: il francese serve l’assist per Lautaro che, solo davanti a Silvestri, sigla l’1-0 con facilità.
Dopo la rete annullata a Dimarco per fuorigioco al 12′, i nerazzurri continuano a sfornare occasioni da gol a ripetizione e Silvestri tra i pali è costretto a fare gli straordinari. Il portiere della Cremonese, incolpevole sulla prima rete, non può nulla nemmeno sul gol del raddoppio: al 38′, su cross di Dimarco, Bonny di testa realizza il 2-0, dopo aver rubato perfettamente il tempo alla retroguardia ospite. La musica non cambia nemmeno nella ripresa e il passivo per la Cremonese diventa ancora più pesante. Nel giro di due minuti, tra il 55′ e il 57′, l’Inter mette a segno altre due reti. Il 3-0 porta la firma di Dimarco che si riprende così la marcatura negata nel primo tempo, segnando con un bel tiro da fuori. Il poker, invece, lo realizza Barella che ritrova la gioia del gol dopo quasi dieci mesi: per il 4-0 Bonny mette a referto il terzo assist di serata e, al momento del cambio con Esposito, esce dal campo tra gli applausi scroscianti di San Siro. La mezz’ora finale è di pura amministrazione e Chivu ne approfitta per dare spazio ai giocatori meno impiegati. Tra di loro, però, non fa una bella figura Diouf, che nel finale perde un pallone sanguinoso, dal quale nasce il gol del 4-1 della Cremonese, segnato da Bonazzoli. Per l’Inter di Chivu arriva così il terzo successo di fila in campionato, la quinta contando anche la Champions.
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(ITALPRESS).
Cronaca
Emozioni, errori e gol, all’Olimpico Lazio-Torino 3-3
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4 ore fa-
4 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – La Lazio non riesce a dare continuità alla vittoria di Genova: la pazza sfida dell’Olimpico contro il Torino di Baroni, infatti, termina per 3-3 dopo un finale infuocato in cui il pareggio definitivo arriva al 103′ con un rigore di Cataldi dopo una rissa in campo. Al tecnico granata, al ritorno da ex in quello che fino a pochi mesi fa era il suo stadio, non riesce il colpaccio ma torna a fare punti dopo due sconfitte di fila. Scelte forzate per Sarri, che dopo Marusic e Pellegrini perde anche Zaccagni: al loro posto, ecco Hysaj, Tavares e Pedro. Nel Torino, invece, prima da titolare in campionato per Tameze. Partono meglio gli ospiti, con Ngonge che, lasciato solo al limite, fa partire un tiro centrale e facile da bloccare per Provedel. L’esterno è protagonista al 16′, dando il via all’azione che porta al gol dei granata: il tiro di Pedersen viene ribattuto a centro area da Provedel, Simeone è più reattivo di Hysaj e Basic e la mette dentro. La Lazio prova a reagire con qualche spunto individuale, ma crea poco. Al 24′, follia di Pedro, che con un passaggio arretrato serve Ngonge: reattivo Provedel a chiudergli lo specchio. Gol sbagliato, gol subito: lo stesso Pedro recupera palla e serve in profondità Cancellieri, che si accentra e scarica all’incrocio un sinistro potente su cui Israel non può nulla. Al 40′, dopo una palla recuperata sulla trequarti biancoceleste, Basic sceglie il lancio lungo per Cancellieri che controlla alla perfezione, vince il duello fisico con Lazaro, sterza e batte di nuovo Israel in uscita. Prima della fine del primo tempo c’è spazio per un’altra palla recuperata da Pedro sul disimpegno di Israel, ma Basic manda alto non di molto.
Nella ripresa, il Torino, a caccia del pareggio, si fa preferire su una Lazio troppo lenta e slegata. Ai granata manca la precisione, con un colpo di testa di Vlasic fuori misura e un tiro di Asllani alto. Baroni pesca bene dalla panchina, coi neoentrati subito protagonisti: Nkounkou salta in un colpo solo Hysaj e Isaksen e mette in mezzo per Adams, che allarga il piattone per battere Provedel. All’84’, Dembèlè, ben imbeccato in profondità, sbaglia la scelta tentando un tiro da posizione impossibile invece di mettere la palla in mezzo. Qualche lampo di Lazio si vede nel finale, con le azioni un pò confusionarie portate avanti da Castellanos e Tavares, che poi esce per far spazio al recuperato Lazzari. Il gol di Coco al 93′ sulla torre di Masina sembra regalare il ritorno alla vittoria al Torino, ma c’è ancora tempo per l’ultimo colpo di scena. Piccinini conclude la sua personalissima partita horror non vedendo un nettissimo fallo dello stesso Coco su Noslin dopo una palla persa in area da Dembèlè. A salvarlo c’è il Var: l’on-field review porta all’assegnazione del rigore. Contestualmente viene ammonito Maripan, il cui colpo rifilato a palla lontana allo stesso attaccante argentino sul successivo parapiglia che si è creato non viene ritenuto da rosso. Dal dischetto va Cataldi, che spiazza Israel e fa tirare un grosso sospiro di sollievo a Sarri e ai tifosi biancocelesti.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
Prima gioia per il Lecce, battuto il Parma al Tardini
Pubblicato
4 ore fa-
4 Ottobre 2025di
Redazione
PARMA (ITALPRESS) – Colpo esterno del Lecce, che centra il suo primo successo in campionato. I ragazzi guidati da Eusebio Di Francesco espugnano 1-0 il Tardini di Parma: decide una rete messa a referto da Riccardo Sottil nel primo tempo.
Buon avvio di partita da parte dei padroni di casa, che vanno vicini al vantaggio dopo appena 5′ con una conclusione dalla distanza di Bernabè, terminata di poco a lato. La risposta della squadra giallorossa non si fa attendere, tant’è che al 9′ Berisha disegna un cross pericoloso su calcio di punizione per Stulic, che però viene anticipato da Circati. Tirato un sospiro di sollievo, il Parma torna a fare la partita costruendo delle azioni interessanti, ma senza riuscire a rendersi pericoloso dalle parti di Falcone. Al 26′ Carlos Cuesta è costretto ad effettuare la sua prima sostituzione in seguito all’infortunio di Valeri, che viene rilevato da Lovik. Sei minuti dopo Pellegrino lamenta un tocco di mano in area di rigore, ma per Doveri è l’attaccante a commettere fallo. Sul ribaltamento di fronte Berisha, sull’imbucata di Gallo, lascia partire un potente tiro da posizione defilata che viene deviato in corner. Il Lecce cresce con il passare dei minuti e al 38′ trova la rete del vantaggio con Riccardo Sottil. L’ex Milan lascia partire un tiro-cross che scavalca Stulic e beffa un colpevole Suzuki. In pieno recupero Britschgi ci prova da posizione defilata, ma trova un grande Falcone a dirgli di no con i piedi.
Nella ripresa la formazione gialloblù inizia ad attaccare a testa bassa, ma i ritmi di gioco non sono particolarmente alti e le occasioni da rete latitano da entrambe le parti. Al 63′ Tiago Gabriel compie un grande intervento in scivolata, strappando la palla dai piedi di Almqvist che sembrava pronto a volare verso la porta. Nonostante una squadra a forte trazione offensiva, il Parma non riesce a trovare gli spazi giusti per colpire gli avversari. Al 76′ Cutrone si rende pericoloso con una girata sull’assist di Lovik, ma la palla termina fuori. Nel finale di partita gli emiliani continuano a spingere, ma devono fare i conti con una buona fase difensiva dei pugliesi. All’89’ Danilo Veiga cade in area di rigore per un presunto contatto con Almqvist ma, dopo un check del Var, non viene ravvisato alcun fallo. Nel recupero ci pensa ancora Falcone a compiere una grande parata su Delprato, blindando il primo successo stagionale dei salentini. Il Lecce esce così dalla zona retrocessione e sale 5 punti in classifica, agganciando proprio il Parma.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).


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