Economia
Energia, le imprese pagheranno quasi 36 miliardi in più
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2 anni fa-
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RedazioneMESTRE (VENEZIA) (ITALPRESS) – Rispetto al 2019, ammonta a quasi 36 miliardi l’extra costo che le imprese italiane sosterranno quest’anno a causa dell’aumento del prezzo delle tariffe elettriche. Nel giro di 3 anni, infatti, il costo della bolletta della luce in capo alle aziende è pressoché raddoppiato. Un incremento spaventoso che, sommato al rincaro del gas, costringerà molte attività, almeno temporaneamente, a chiudere gli impianti produttivi. I calcoli sono stati effettuati dall’Ufficio studi della CGIA che, per l’anno in corso, ha ipotizzato un consumo complessivo di energia elettrica delle imprese pari a quello registrato nel 2019 (anno pre-Covid). Si è inoltre stimata per il 2022 una tariffa media dell’energia elettrica per le imprese pari a 150 euro per MWh. E’ stata determinata questa soglia dal momento che nei primi 5 giorni di questo nuovo anno la tariffa è scesa al di sotto dei 200 euro per MWh.
A livello territoriale il rincaro maggiore graverà sulle imprese ubicate in Lombardia: rispetto al 2019, l’incremento del costo per l’energia elettrica sarà pari a 8,5 miliardi. Subito dopo scorgiamo il Veneto con un extra costo pari a 3,9 miliardi, l’Emilia Romagna con 3,5 miliardi e subito dopo il Piemonte con 2,9 miliardi. Essendo le attività economiche concentrare prevalentemente al Nord, saranno le attività di questa ripartizione ha subire l’ammontare complessivo dei rincari più importanti. A fronte di un aumento che sarà a livello nazionale di quasi 36 miliardi, 22 (pari al 61% del totale nazionale) interesseranno le imprese settentrionali. I settori più “colpiti” saranno, almeno in linea teorica, quelli che registrano i consumi di energia elettrica più importanti: metallurgia (acciaierie, fonderie, ferriere, etc.); commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, etc.); altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, parrucchieri, estetiste, etc.); alimentari (pastifici, prosciuttifici, panifici, molini, etc.); alberghi, bar e ristoranti; trasporto e logistica; chimica.
Per fronteggiare questa situazione, secondo la CGIA va attuata nel medio periodo una strategia europea comune per stabilizzare il prezzo del gas sul mercato, uniformando le condizioni di approvvigionamento e riducendo così i differenziali di prezzo tra i paesi membri. Auspicando che questa fiammata si esaurisca entro la prima parte del 2022, la situazione deve essere affrontata immediatamente con misure urgenti. Secondo l’Ufficio studi della CGIA, infatti, il Governo dovrebbe incrementare le risorse già messe a disposizione con la legge di Bilancio 2022, mettendo a disposizione delle imprese almeno 1 miliardo al mese fino al prossimo mese di giugno per calmierare gli aumenti tariffari.
(ITALPRESS).
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A giugno inflazione stabile, rallentano gli alimentari
Pubblicato
2 ore fa-
28 Giugno 2024di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime preliminari Istat, a giugno l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente. La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano principalmente i prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +0,4%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,3% a +4,0%) e dei beni durevoli (la cui flessione si amplia da -0,7% a -1,1%). Per contro si attenua ancora la flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -13,5% a -10,3%) e accelerano quelli dei regolamentati (da +0,7% a +3,6%) e dei beni alimentari lavorati (da +1,8% a +2,2%). A giugno l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile al +2,0%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera lievemente (da +2,0% a +1,9%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni, pur restando negativa, registra una leggera risalita (da -0,9% a -0,6%) mentre quella dei servizi è in lieve decelerazione (da +2,9% a +2,8%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si porta quindi a 3,4 punti percentuali (dai +3,8 di maggio).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +1,8% a +1,4%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,5% a +2,1%). L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+2,3%), dei servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei beni alimentari lavorati (+0,5%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (-1,0%), dei beni energetici non regolamentati (-0,9%) e dei beni durevoli (-0,4%). L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +0,8% del mese precedente).
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –
Economia
Irfis lancia il piano industriale e nuove misure per imprese siciliane
Pubblicato
20 ore fa-
27 Giugno 2024di
Redazione
PALERMO (ITALPRESS) – Concretizzare i fondi stanziati dalla politica rendendoli un sostegno effettivo alle imprese siciliane. E’ la mission di Irfis, che ha presentato alla Camera di commercio Palermo-Enna il suo nuovo piano industriale, accompagnato da nuovi strumenti a favore delle aziende.
Quattro le misure in cantiere, grazie al sostegno degli assessorati regionali alle Attività produttive e all’Economia: il ristoro degli interessi sui mutui delle imprese, con un investimento da 45 milioni di euro complessivi; Ripresa Sicilia Plus, con 120 milioni a sostegno di processi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nel campo dell’innovazione strategica; Basket bond, con 15 milioni per l’emissione di Minibond; riqualificazione energetica, con 47 milioni per incentivare le aziende a ricorrere alle rinnovabili nei rispettivi processi produttivi.
Anche il piano industriale si articola in una serie di capisaldi: il rafforzamento dei presidi organizzativi e di controllo, l’innovazione tecnologica e di processo, comunicazione e Brand awareness, formazione e politiche di remunerazione del personale. Guardando invece alle misure già avviate spiccano Ripresa Sicilia (36 milioni in favore delle Pmi con sede nella regione), Cluster in Sicilia (38,6 milioni a favore di consorzi, società cooperative e reti d’impresa collocati nei distretti produttivi del territorio), Fare impresa in Sicilia (26 milioni per le micro e piccole imprese con sede nella regione) e la misura contro il Caro mutui prima casa (50 milioni per i residenti in Sicilia con Isee inferiore a 30 mila euro).
“Aiutare le imprese siciliane significa farle crescere e attuare la strategia politica di Governo e Parlamento – sottolinea la presidente di Irfis Iolanda Riolo -. Il nostro è uno strumento al servizio della Sicilia che ha il compito di attuare le misure della politica, con risorse comunitarie, nazionali e regionali. Le misure finora stanno andando bene, basti pensare che nel 2023 abbiamo raggiunto 21 milioni di euro di ricavi: adesso arrivano altre risorse e il momento è favorevole, vogliamo comunicare a cittadini e imprenditori quanto è possibile realizzare grazie a queste opportunità”.
Per Alessandro Albanese, presidente della Camera di commercio Palermo-Enna, “le misure Irfis ripercuotono la buona azione del governo regionale: in questi ultimi anni c’è stata un’attenzione importante alle imprese siciliane e un approccio completamente nuovo, la nostra aspettativa è che si replichino i successi avuti con i bandi degli ultimi anni. Non abbiamo una classifica sulle priorità, ma vanno comunque date delle provvidenze per le aziende che portano occupazione e sviluppo. Dopo l’azione di salvaguardia delle microimprese è giusto che l’attenzione si concentri sulle piccole e medie creando più occupazione, ricerca e sviluppo: i primi risultati si sono già visti, ma ora dobbiamo vedere in che termini si tradurrà la spesa. Andrebbe fatta qualche misura specifica per le start-up innovative, che rappresentano il futuro”.
– Foto col/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
Nominato il nuovo Cda di Fs, Tanzilli presidente e Donnarumma ad
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20 ore fa-
27 Giugno 2024di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è riunita oggi l’Assemblea degli azionisti di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. che ha approvato il Bilancio di esercizio 2023, caratterizzato da un utile di 201 milioni di euro, a valle dell’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione avvenuta il 10 aprile 2024. L’Assemblea ha deliberato di portare a nuovo l’utile netto di esercizio, come da proposta del Consiglio di Amministrazione. Il Bilancio di Esercizio è disponibile sul sito www.fsitaliane.it, unitamente alla Relazione Finanziaria Annuale Consolidata 2023 del Gruppo FS che presenta ricavi per 14.804 milioni di euro, EBITDA di 2.228 milioni di euro e utile netto di 100 milioni di euro.
L’Assemblea degli azionisti ha anche nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione composto da Tommaso Tanzilli, Stefano Donnarumma, Caterina Belletti, Franco Fenoglio, Loredana Ricciotti, Tiziana De Luca, Pietro Bracco. Il Consiglio di Amministrazione è nominato per il triennio 2024-2026.
L’Assemblea ha quindi nominato Tommaso Tanzilli Presidente ed ha invitato il nuovo Consiglio di Amministrazione a nominare Stefano Donnarumma quale Amministratore Delegato.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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