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Cronaca

Giovanna: “Renderò omaggio a Milva nella sua Milano”

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Giovanna, all’anagrafe Giovanna Nocetti, è un’artista che non ha bisogno di presentazioni.

Leone d’oro alla carriera, una lunga serie di successi discografici dagli anni ’70 ad oggi, volto amico dei pomeriggi di Rai 1 con Paolo Limiti in “Ci vediamo in TV” tra gli anni ‘ 90 e 2000, sta vivendo una nuova era artistica grazie al concerto dedicato alla amica e collega Milva, scomparsa nel 2021. L’abbiamo intervistata in occasione dell’esordio al teatro San Babila di Milano.

-Giovanna, una vita passata nel mondo della musica. Oggi i cantanti durano una manciata di anni. Si aspettava una carriera così lunga?

“Veramente non pensavo di   durare così tanto tempo, 51 anni di carriera e ancora con la voglia di cantare. Ho ancora tanti ammiratori che mi fanno sentire giovanissima! Il problema della manciata di anni sta nel tempo del consumismo mordi e fuggi. I giovani  vogliono tutto immediatamente e questo è un grosso errore.”

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-Ognuno ha un suo pigmaglione… lei si è fatta da sola ma si può dire che Paolo Limiti musicalmente è stato per lei un punto di riferimento. Che ricordo ha di lui?

“Il ricordo di Paolo Limiti è così forte che qualche volta mi sembra di averlo vicino. Mi ha insegnato a combattere e… “Quando ti senti sfinita, alzati e ricomincia dall’inizio”  Questo è ciò che ho imparato da lui. Non ho vinto le guerre ma posso contare le infinite battaglie sostenute con fermezza e caparbietà.”

-Agli esordi una sua canzone di successo fu “Io volevo diventare”. Cosa è diventata Giovanna?

“Una  cantante! Quando ero piccola e all’oratorio ci facevano cantare io pensavo che un giorno avrei fatto la cantante. Ciò è avvenuto e ne sono fiera e felice.”

-Oggi va in scena con successo lo show Omaggio A Milva. Come mai questa scelta?

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“Ho sempre amato Milva, mi piaceva la sua voce, il timbro marcato, la presenza scenica che usciva dai canoni di allora. Quando la incontrai ero molto emozionata perché per me era un mito e dunque, avrei voluto dirle che la mia insegnante mi aveva suggerito che avrei dovuto ascoltare Milva se volevo cantare bene ma mi limitai a dirle che era fantastica! Nel corso degli anni ci siamo incontrate spesso nelle varie trasmissioni televisive e la nostra conoscenza artistica divenne amicizia.”

-Delle canzoni del repertorio di Milva cè n’è una alla quale è più legata?

“Beh, ne potrei citare almeno mille ma una in particolare la preferisco ad altre ed è “Da troppo tempo”.”

-Il 29 Gennaio lo spettacolo debutterà a Milano al Teatro San Babila. Cosa si deve aspettare il pubblico?

“Chi ama Milva sarà presente per ascoltare le canzoni della divina, cantate da una collega che l’ha amata e ammirata da sempre, ricordarla attraverso i suoi successi sarà come se stesse li con noi.

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Ho scritto per lei alcune poesie che dirò durante lo spettacolo che sottolineano la bellezza e la grandezza di una vera star.

La regia è di Dario Gay, che è stato amico di Milva e la volle a tutti i costi nel suo ultimo videoclip uno anno prima della scomparsa, il responsabile dei video e aiuto regista è invece Alessandro Paola Schiavi.

Ad accompagnarmi al pianoforte e fisarmonica c’è invece un grande artista, il maestro Walter Bagnato che ha calcato tutti i palcoscenici d’Italia con me per oltre 10 tappe, dal Teatro Caesar a Forte Dei Marmi. Ci saranno molte sorprese durante la serata, gli ultimi biglietti sono ancora disponibili sul sito del teatro e sul sito della casa di produzione Kicco Music.”

Redazione.

Alcune immagini dello spettacolo “Giovanna Omaggio a Milva” scattate all’Auditorium di Fortunago da “Concerto d’autunno”.

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Cronaca

Papa Leone XIV “Ridurre Gesù a leader o superuomo è ateismo di fatto”

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CITTA’ DEL VATICANO (ITALPRESS) – “Oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”. Così papa Leone XIV, nell’omelia durante la prima messa da pontefice, nella Cappella Sistina, con i cardinali.
“Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito – prosegue il pontefice -. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perchè la mancanza di fede porta spesso con sè drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”.
“Anche oggi non mancano i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto”.
“Questo è il mondo che ci è affidato, nel quale, come tante volte ci ha insegnato Papa Francesco, siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore. Perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E’ essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia – aggiunge il pontefice -. Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio la mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale, secondo la celebre espressione di Sant’Ignazio di Antiochia. Egli, condotto in catene verso questa città, luogo del suo imminente sacrificio, scriveva ai cristiani che vi si trovavano: «Allora sarò veramente discepolo di Gesù Cristo, quando il mondo non vedrà il mio corpo». Si riferiva all’essere divorato dalle belve nel circo – e così avvenne -, ma le sue parole richiamano in senso più generale un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perchè rimanga Cristo, farsi piccolo perchè Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perchè a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo. Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

ZONA LOMBARDIA – 9 MAGGIO 2025

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Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.

Commentate la diretta oppure scriveteci: info@lombardialive24.it.

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Cronaca

Meloni “Moro e Impastato due simboli uccisi da forze oscure”

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ROMA (ITALPRESS) – Oggi ricordiamo Aldo Moro e Peppino Impastato, due figure diverse, che hanno segnato la storia recente d’Italia, accumunate da un tragico destino: il 9 maggio 1978, persero la vita per mano di due delle forze oscure – le Brigate Rosse e Cosa Nostra – che hanno insanguinato la nostra Nazione negli anni bui del terrorismo e della mafia”. Così su X il premier Giorgia Meloni.

Aldo Moro, uomo delle Istituzioni, rapito e ucciso da chi voleva piegare lo Stato con la violenza e l’intolleranza ideologica. Peppino Impastato, assassinato per aver denunciato e sfidato a viso aperto e senza paura il potere mafioso. Due simboli, caduti per altro nel pieno di quegli “anni di piombo” che hanno segnato l’Italia con il sangue di troppi innocenti: servitori dello Stato, rappresentanti delle Istituzioni, cittadini, giovani di diverse idee politiche – prosegue il presidente del Consiglio -. Nel Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo, rinnoviamo il nostro impegno a difendere la libertà, la giustizia e la legalità. La loro eredità ci ricorda che l’Italia non si piega davanti a chi semina morte e paura. Onoriamo il loro sacrificio, costruendo ogni giorno una Nazione più forte, unita e libera. No alla violenza politica, di qualsiasi colore, e all’oppressione mafiosa”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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