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Politica

Maggioranza esulta per il Mattarella bis, restano nodi per il governo

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ROMA (ITALPRESS) – Tutti contenti, con l’eccezione di Giorgia Meloni, e con sfumature diverse rispetto alle dinamiche politiche di questi sei giorni. Nelle parole dei leader dei principali partiti prevale la soddisfazione per la soluzione del Mattarella bis per il Quirinale, anche per le ricadute sul governo, anche se la convivenza tra alleati così eterogenei resterà complicata.
“Visti tutti i no e i veti, le bocciature, ho detto per serietà e non per ripiego di chiedere ufficialmente e seriamente al presidente Mattarella di sacrificarsi in modo che da domani il parlamento torna fare il parlamento e il governo a governare e magari gli speciali siano dedicati alla DAD, alle bollette della luce e del gas e per un ritorno alla normalità – ha spiegato il segretario della Lega Matteo Salvini -. Sono contento di aver messo il mio mattoncino per chiudere la settimana che rischiava di protrarsi all’infinito”. L’ex ministro dell’Interno ha chiarito di avere sentito il premier Mario Draghi tutti i giorni “e l’ho massaggiato poco fa dopo aver parlato con Giorgetti – ha aggiunto -, non vorrei che i litigi continuino in Parlamento. E me ne faccio carico orgogliosamente. Gli ho detto di vederci per ragionare sulle sfide che ci aspettano non certo di legge elettorale”. “Sicuramente pezzi di centrodestra non hanno votato candidati di centrodestra, io il mio lavoro l’ho fatto fino in fondo – ha aggiunto -. Chi vuole andare a giocare in un’altra squadra, vada. Farò una proposta agli amici di Forza Italia su riforma della giustizia e altro, allora vedremo se c’è centrodestra”.
Rivendica la scelta del Mattarella bis il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che ha anche telefonato al capo dello Stato. “Qualche giorno fa, per senso di responsabilità e nell’interesse del Paese, avevo rinunciato alla mia candidatura, anche per favorire una soluzione unitaria – spiega Berlusconi in una nota dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove è ancora ricoverato -.
Quello che è successo dopo è sotto gli occhi di tutti, ma non è questo il momento della polemica. Questo è il momento dell’unità e tutti dobbiamo sentirlo come un dovere. Ma l’unità oggi si può ritrovare soltanto intorno alla figura del Presidente Sergio Mattarella, al quale sappiamo di chiedere un grande sacrificio, ma sappiamo anche che glielo possiamo chiedere nell’interesse superiore del Paese, quello stesso che ha sempre testimoniato nei 7 anni del suo altissimo mandato”.
“Mi aspettavo che il centrodestra mostrasse molto più coraggio. L’obiettivo di un presidente della nostra area non era scontato, ma i margini c’erano”, attacca il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che parla di un’”anomalia sul piano istituzionale e con un Parlamento delegittimato”. “Siamo in un Parlamento in cui si preferisce barattare sette anni di presidenza della Repubblica con sette mesi di stipendio e di legislatura, questo non è dignitoso per la mia idea della politica – aggiunge Meloni -. Io mi considero una conservatrice ma per me significa conservare idee e regole, non le poltrone”. Quindi per il leader di Fdi “bisogna rifondare il centrodestra da capo. Per rispetto delle persone che si aspettano un cambiamento. Qua siamo al ‘Nulla cambi perché nulla cambi’”.
“Lo scenario di oggi che certificheremo con il nostro voto, cioè Mattarella per 7 anni e Draghi fino alle elezioni 2023 è lo scenario ideale, è meglio perfino dell’ascesa dell’attuale presidente del Consiglio al Quirinale”, ha detto il segretario del Pd Enrico Letta, esprimendo il ringraziamento del partito a Mattarella.
“Io ritengo che oggi il governo sia più forte – ha aggiunto Letta -, un altro governo non so se saremo riusciti a farlo e comunque sarebbe stato più debole. E pure con un altro presidente della Repubblica il rapporto con il presidente del Consiglio era tutto da costruire e non è detto che sarebbe stato così forte. Ci guadagnano tutti: le istituzioni e la ripresa”.
“In questi giorni intensi avevamo degli obiettivi. Il primo riguardava il premier Draghi che non può spostarsi al Quirinale mentre nel Paese c’è un’emergenza in atto e i cittadini aspettano delle risposte, nell’ottica di assicurare il suo operato, assicurare massima tempestività ed efficacia all’azione di governo e lo abbiamo raggiunto”, ha sottolineato Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle.
Per il leader di Leu e ministro della Salute, Roberto Speranza, “Mattarella è la persona giusta al posto giusto. Possiamo guardare con fiducia al futuro. Voglio ringraziare tutti i parlamentari di Liberi e Uguali. Il nostro governo è più forte, è del tutto evidente che oggi siamo nelle condizioni di avere maggiori stabilità. Mattarella è garanzia sul piano nazionale e internazionale”, ha sottolineato.
(ITALPRESS).

Politica

Difesa, Tajani “Non ci saranno tagli a istruzione e sanità”

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ROMA (ITALPRESS) – “A 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e 35 della Guerra Fredda, non possiamo più limitarci a essere protetti dagli Stati Uniti. L’Europa deve assumersi le proprie responsabilità e compiere un salto di qualità per realizzare il pilastro europeo della NATO e in prospettiva una difesa europea integrata. Per questo all’Aja è stato assunto un nuovo impegno in materia di spesa, più ambizioso rispetto al 2%: il nuovo obiettivo del 5% del PIL è un passo coraggioso e necessario per proteggere la nostra libertà e i nostri valori e per garantire maggiore sicurezza ai nostri cittadini”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso dell’informativa davanti alle Commissioni riunite di Esteri e Difesa della Camera e del Senato.

“Voglio ricordare a chi parla di svolte militaristiche o belliciste che investire in sicurezza è un concetto molto più ampio che acquistare bombe o carri armati – ha sottolineato -. Significa innanzitutto rafforzare il nostro impegno per la pace, un impegno che vede i nostri militari in prima linea in Libano, Kosovo, passando per la Palestina e il Golfo”.

Secondo il ministro “investire in sicurezza, significa anche investire nel nostro sistema imprenditoriale, garantire più servizi ai cittadini, rafforzare le nostre infrastrutture cibernetiche, portuali, aeroportuali, ferroviarie e autostradali, potenziare la capacità di gestire emergenze sanitarie e calamità naturali, rafforzare il contrasto a terrorismo e traffici illeciti”.

“Il raggiungimento dell’obiettivo del 5% sarà comunque graduale e compatibile con i vincoli di bilancio. Nessun euro verrà sottratto alla sanità, all’istruzione o alla spesa sociale. Nessun euro verrà tolto ai fondi di coesione – ha spiegato Tajani -. Abbiamo voluto che l’orizzonte temporale fosse esteso al 2035 perchè sarebbe stato irrealistico e deleterio per la credibilità alleata fissare una scadenza anticipata: così potremo aumentare la spesa gradualmente senza compromettere la sostenibilità dei conti pubblici e senza mettere in moto dinamiche inflattive – ha aggiunto – Non viene imposta nessun traiettoria rigida di crescita della spesa: spetterà a governi stabilire le tappe per raggiungere l’obiettivo”.
“Il primo e più importante risultato del vertice NATO è stato il rafforzamento dell’unità politica transatlantica: l’impegno di ciascun alleato verso la difesa collettiva sancita dall’articolo 5 del trattato di Washington. In un contesto di minacce crescenti, i leader dei paesi alleati erano chiamati a trasmettere un messaggio forte e inequivocabile di unità e così è stato. La NATO è e resterà il fondamento della nostra sicurezza comune”, ha sottolineato il vicepremier.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Ministero della Cultura, si dimette il direttore generale per il Cinema e l’Audiovisivo

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ROMA (ITALPRESS) – Si è dimesso Nicola Borrelli, direttore generale Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura. In una nota il ministro Alessandro Giuli, prende atto delle dimissioni di Borrelli, “lo ringrazia e gli conferma la propria stima per il lavoro svolto fin qui”. 

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Pubblico impiego, Zangrillo “20 miliardi per i rinnovi dei contratti”

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ROMA (ITALPRESS) – Il processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione che ho iniziato quando sono arrivato nel 2022 passa anche per la valorizzazione di chi nella PA lavora: bisogna pensare alla gestione delle persone e a dare loro la possibilità di crescere professionalmente. Finora nella PA il merito è stato uno sconosciuto. Basti pensare che nelle valutazioni annuali, il 98% dei dirigenti risulta eccellente, questo in base alla logica degli aumenti a pioggia, cioè del dare qualcosa a tutti. Con il ddl merito voglio cambiare questo approccio”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.

“Per il personale delle amministrazioni ci sarà un processo di assegnazione degli obiettivi e di valutazione della performance e per la prima volta non verranno valutati solo gli obiettivi di mestiere raggiunti ma anche il comportamento nell’organizzazione – prosegue -, il lavoro di squadra, le capacità di leadership. Si alza l’asticella, le eccellenze potranno essere massimo il 30%, è un modo per incentivare i valutatori ad assegnare punteggi alti solo ai migliori”.

In merito ai contratti del settore pubblico, “in due leggi di Bilancio il governo ha messo 20 miliardi di euro per i rinnovi 2022-2024, 2025-2027. Per la prossima ne sono previsti altri 10 per il 2028-2030. Mai sono state stanziate così tante risorse tutte insieme. L’obiettivo è quello di avere a disposizione risorse adeguate per garantire continuità”, spiega Zangrillo, che riguardo a Cgil e Uil parla di “posizione politica. Mi sembra che non si voglia firmare il rinnovo perchè c’è un governo di centrodestra. Nel 2016, Cgil e Uil dissero sì a un contratto che dava aumenti del 3-4% con l’inflazione al 12%. Ma c’era un governo di centrosinistra. Oggi stanno dicendo no ad aumenti medi del 6-7%. Non solo: con l’approvazione immediata dei rinnovi 2022-2024, potremmo aprire subito la negoziazione per il 2025-2027 che prevede ulteriori aumenti del 7%”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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