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55 applausi hanno interrotto il discorso di Mattarella, riconfermato Capo dello Stato. Di alta statura il suo discorso: “Ora ricostruiamo l’Italia del dopo emergenza. E priorità sarà la riforma profonda della giustizia”. Il Presidente ha citato la parola dignità più volte. Sottolineandola in maniera solenne. “E’ per me una nuova chiamata, inattesa, alla responsabilità, alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi. Bisogna riannodare il patto tra italiani e istituzioni. Ora è necessaria una profonda riforma della giustizia”. Il discorso di Mattarella, durato circa 40 minuti, è stato salutato da un lungo applauso in Aula e da una standing ovation di oltre tre minuti. La campana di Montecitorio è tornata a suonare e dal Gianicolo sono stati sparati i tradizionali 21 colpi a salve di cannone nel momento esatto del giuramento. Fino all’omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria, scandito prima dal “Silenzio” intonato dai trombettieri, poi dal passaggio delle Frecce Tricolore e da quell’Inno del Piave che mette sempre tanta felicità addosso. Il presidente, in base all’articolo 87 della Costituzione, ricordiamo che è anche il comandante in capo delle forze armate e presidente del Consiglio supremo di difesa. Quindi il ritorno al Quirinale a bordo della Lancia Flaminia 355 decapottabile con il presidente del Consiglio Mario Draghi e il segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti. Ai bordi delle strade tanta gente ad applaudire. E’ questo il quadro dell’Italia più bella, della Roma capitale che in una giornata dal clima primaverile e dai colori intensi si ricorda di esercitare il suo ruolo trainante nella ripartenza del nostro Bel Paese. Ora però è tempo di ripartire, di lasciarci alle spalle le tante, troppe polemiche Anche qui sui social. Si riparte tutti insieme, per ricostruire nell’Italia del post pandemia. E qui non c’è proprio più spazio per le polemiche, perché quelle distruggono anche la voglia di fare. E di quello proprio non ne abbiamo più bisogno. Quindi chi vuole polemizzare sa che qui non troverà terreno fertile.
LA VOCE PAVESE – GUERRA DELL’ACQUA, PAVIA E PIEMONTE DIVISE DAL CANALE CAVOUR
Torna la tensione tra agricoltori pavesi e piemontesi per la gestione delle risorse idriche. Al centro dello scontro ci sono due nuovi impianti idroelettrici progettati lungo il Canale Cavour, tra Chivasso e Torino, che secondo le associazioni agricole lombarde rischiano di sottrarre fino a un quarto dell’acqua destinata alle risaie della Lomellina.
Il timore è che la nuova captazione possa aggravare gli effetti della siccità già vissuta nel 2022, con pesanti ripercussioni su raccolti e produzione. “Non vogliamo rivivere l’emergenza di tre anni fa”, avvertono i rappresentanti del mondo agricolo pavese, chiedendo un confronto urgente con le istituzioni per garantire un’equa distribuzione delle acque del Po e dei suoi canali derivati.
Il progetto punta a produrre energia rinnovabile ma solleva dubbi sull’impatto ambientale e sull’equilibrio tra usi agricoli ed energetici. Una nuova “guerra dell’acqua” sembra dunque profilarsi all’orizzonte, tra esigenze di sostenibilità e tutela delle attività agricole che da secoli caratterizzano il territorio padano.
ZONA LOMBARDIA – 26 OTTOBRE 2025
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.
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