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Barty si cancella dal ranking Wta “Aiuterò gli aborigeni”

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BRISBANE (AUSTRALIA) (ITALPRESS) – Dopo aver annunciato ieri il suo ritiro a soli 25 anni, Ashleigh Barty ha svelato che si cancellerà dal ranking Wta: la posizione numero 1 sarà assai probabilmente occupata da lunedì prossimo alla polacca Iga Swiatek, alla quale basterà battere Vicktorija Golubic a Miami per sedere sulla poltrona di ‘reginà del tennis mondiale. Barty non ha però concesso indizi sul suo futuro: “Bisognerà avere pazienza”, ha detto. Di certo, il mondo dello sport continua ad affascinarla: “Ho visto ottimi fotomontaggi che mi ritraggono come fantino o giocatrice di bocce – ha sottolineato ridendo l’australiana, commentando le immagini apparse sui social – Sono una fanatica dello sport come molti australiani e sono sempre stata un’atleta, nel senso che ho provato cose diverse”. Barty, di origini aborigene, ha invece confermato di voler lavorare di più con le popolazioni indigene e trascorrere del tempo con i suoi genitori, definendosi una “casalinga”: “Sono molto emozionata all’idea di lavorare con i giovani di origine aborigena per aiutarli a dedicarsi allo sport”. Presente in conferenza stampa a Brisbane anche il suo coach Craig Tyzzer, che ha spiegato di non essere rimasto sorpreso da questa decisione e che ‘Ash’ era già pronta a dire basta dopo aver vinto il suo primo torneo del Grande Slam nel 2019 al Roland Garros. “La prima cosa che mi ha detto è stata ‘posso smettere ora?’ Ho detto ‘aspetta, non sono pronto per questò. L’australiana ha avuto lo stesso pensiero anche dopo aver vinto Wimbledon la scorsa estate.”Ash’ fa le cose a modo suo – ha aggiunto Tyzzer – E’ stato così da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme. Penso che oggi sia il momento giusto per smettere. Non ha più niente nel serbatoio”.
(ITALPRESS).

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Musetti e Berrettini non giocheranno il torneo del Queen’s

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ROMA (ITALPRESS) – Al “Queen’s Club Championships” 2025, lo storico e prestigioso torneo Atp 500, in scena la prossima settimana sull’erba londinese, mancheranno due protagonisti attesi, ovvero i tennisti azzurri Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini. Entrambi si sono cancellati dall’entry list per problemi fisici.

Il toscano, lo scorso anno finalista al “Queen’s”, ha dovuto alzare bandiera bianca per via della lesione di primo grado all’adduttore della gamba sinistra rimediata nel corso della semifinale del Roland Garros, persa contro Carlos Alcaraz. Musetti starà fermo nella speranza di recuperare la migliore forma fisica in vista del torneo di Wimbledon, dove nel 2024 si è spinto fino alle semifinali. Per il toscano, neo numero 6 del mondo, best ranking, tanti i punti da difendere, quindi: questa settimana non ha giocato a Stoccarda, perdendo già 90 punti. A ruota perderà i 330 punti della finale del “Queen’s” 2024; infine dovrà difendere i 1230 punti conquistati a Wimbledon lo scorso anno.

Discorso simile per Matteo Berrettini. Il romano non gioca un match ufficiale dagli “Internazionali d’Italia”, dove è stato costretto al ritiro contro Casper Ruud per il riacutizzarsi del “solito” problema ai muscoli addominali. Questa settimana ha dato forfait al torneo di Stoccarda, dove doveva difendere i punti della finale dello scorso anno, persa contro Jack Draper. Adesso salterà il “Queen’s”, vinto nel 2021 e nel 2022. Anche lui, infine, spera di tornare al meglio per l’appuntamento con il Major di Londra, dove nel 2021 si è spinto fino alla finale.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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In un’America divisa al via il Mondiale per Club

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di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il primo Mondiale per club targato Fifa prende il via sabato negli Stati Uniti. Mentre i riflettori illumineranno Lionel Messi e il suo Inter Miami nel caldo tropicale della Florida, una domanda resta in sospeso: può davvero avere successo questo torneo, o è destinato a rivelarsi un grande buco nell’acqua? Il contesto non è affatto ideale.

Mentre in California esplodono le proteste contro i raid dell’ICE sugli immigrati, e mentre Donald Trump si prepara a celebrare il suo compleanno con una parata in stile militare che coincide con la giornata nazionale di protesta “No King Day”, il torneo da un miliardo di dollari della Fifa si inserisce in uno scenario già saturo di tensioni e divisioni. Gli Usa ospiteranno il Mondiale nel 2026, ma questa vetrina per club, pensata come prova generale, fatica ancora a trovare il suo senso.

Le vendite dei biglietti sono state finora deludenti. I prezzi iniziali erano esorbitanti, con partite del primo turno proposte anche a più di 100 dollari. Solo questa settimana la Fifa ha tagliato drasticamente i prezzi, mettendo in vendita migliaia di biglietti a cifre più accessibili, alcuni a partire da 24 dollari per River Plate-Urawa Red Diamonds in programma a Seattle. Le partite del Real Madrid restano tra le poche con forte richiesta, ma nemmeno quelle sono andate esaurite.

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Con 32 squadre e un montepremi da un miliardo di dollari, l’ambizione è chiara: spodestare la Champions League come regina delle competizioni per club. Ma il denaro non basta a creare “significato”. Le grandi d’Europa – Manchester City, Real Madrid, Bayern Monaco, Juventus, Inter, Chelsea – arrivano stremate da stagioni logoranti. Alcuni giocatori hanno preferito il riposo al torneo. Altri partecipano più per dovere che per entusiasmo.

E il Sudamerica? Club come River Plate e Flamengo portano con sé la passione di un intero continente che vive di calcio. I tifosi del Boca Juniors si aspettano scintille. La squadra messicana del Pachuca, l’egiziana Al Ahly e l’Al Hilal dell’Arabia Saudita arrivano con grandi aspettative e un orgoglio nazionale da difendere. Per loro, il Mondiale per club non è una distrazione: è un’occasione per dimostrare di valere quanto i giganti europei. Ma allora chi lo vuole davvero questo torneo? I critici lo definiscono il “progetto personale di Infantino”, sottolineando come il trofeo abbia fatto tappa perfino nello Studio Ovale della Casa Bianca durante il suo tour promozionale. Un torneo nato a forza, con squadre invitate in base a meriti vecchi di anni o al potenziale televisivo, non certo alla forma attuale. Il pubblico americano, intanto, è più concentrato sulle finali Nba che su una gara tipo Club Brugge-Al Ahly.

Eppure… Il calcio ha la capacità sorprendente di superare il cinismo. Nel 1994, in molti dubitavano che gli Stati Uniti potessero ospitare un Mondiale. Fu invece un successo record. Nel 2024, si diceva che la Mls fosse in declino, poi è arrivato Messi e ha cambiato tutto. Se la passione dei tifosi, la fame delle squadre meno blasonate e la presenza di stelle internazionali riusciranno a superare il cinismo commerciale, allora sì, questo torneo potrebbe stupirci tutti.

Magari non quest’anno, ma forse nel 2029 guarderemo a questa estate americana come alla scintilla iniziale. Se invece gli stadi resteranno mezzi vuoti e i giocatori poco motivati, resterà solo una lezione da ricordare: si può comprare un trofeo, ma non la passione. E viene da chiedersi: quanti di quei biglietti invenduti erano destinati proprio a coloro che amano il calcio più di tutti? Già, proprio quegli immigrati senza documenti, spesso tifosi da una vita, che oggi temono di presentarsi ai cancelli degli stadi e trovarsi davanti non uno steward, ma un agente dell’ICE? Quando a Miami risuonerà il primo fischio d’inizio, forse solo una magia di Messi potrà accendere la passione per il calcio anche in questa America inquieta, che questo spettacolo non l’aveva nemmeno chiesto.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Per Musetti lesione all’adduttore, il torneo del Queen’s è a rischio

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ROMA (ITALPRESS) – Non sono arrivate notizie incoraggianti per Lorenzo Musetti, costretto al ritiro all’inizio del quarto set della semifinale del Roland Garros contro Alcaraz. Gli esami strumentali – più precisamente una risonanza magnetica effettuata dopo i primi controlli ai quali si era subito sottoposto a Parigi – hanno infatti confermato la lesione di 1° grado all’adduttore della gamba sinistra per il 23enne di Carrara, che ha postato sul suo profilo Instagram una foto accompagnata dalla parola “Loading”….

Con queste premesse, sottolinea Supertennis, è in dubbio la partecipazione del neo n.6 del ranking (“best”) all’Atp 500 del Queen’s in programma la prossima settimana dove deve difendere i punti della finale raggiunta lo scorso anno (stoppato dallo statunitense Tommy Paul). Musetti ha disputato una straordinaria stagione sul “rosso” raggiungendo la finale a Montecarlo e le semifinali a Madrid, Roma e da ultimo al Roland Garros. Per il toscano però si avvicinano due “cambiali in scadenza” sui prati piuttosto pesanti: oltre la già citata finale al Queen’s, infatti, il tennista toscano lo scorso anno aveva raggiunto anche la semifinale a Wimbledon (fermato da Djokovic).

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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