Il giudice del TAR ha ritenuto irricevibile il ricorso per il riconteggio dei voti presentato da Angelo Bargigia, sconfitto di misura alle ultime elezioni provinciali di Pavia che avevano visto prevalere il sindaco di Varzi e presidente della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, Giovanni Palli. I ricorrenti dovranno anche accollarsi le spese legali della controparte.
Bargigia, sconfitto da Giovanni Palli alle elezioni di secondo livello del 18 dicembre 2021, aveva chiesto il riconteggio delle schede. La prima udienza si era tenuta lo scorso primo marzo. In quel caso il giudice aveva rilevato che mancavano i verbali di avvenuta notifica alle parti interessate e aveva rinviato tutto al 15 marzo. Nel corso della terza udienza i legali che assistono Bargigia avevano prodotto quei verbali, ma in due casi altrettanti consiglieri provinciali erano stati avvisati ben oltre i limiti fissati dalla legge. Il giudice ha così rinviato tutto al 29 marzo, riservandosi però di decidere sulla procedibilità della causa. Il verdetto è arrivato oggi.
Il 18 dicembre si erano scontrati due candidati di centrodestra: Giovanni Palli, sindaco di Varzi, candidato ufficiale di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e Angelo Bargigia, sindaco di Marzano, candidato da alcuni sindaci leghisti “ribelli” guidato dal parlamentare europeo Angelo Ciocca. Il centrosinistra aveva presentato solo candidati al ruolo di consigliere provinciale, non essendo riuscito a raccogliere le firme necessarie per candidare il presidente.
A urne chiuse, Palli aveva sconfitto Bargigia per un numero di voti equivalenti a quelli che potevano essere espressi da un consigliere comunale di Pavia, poiché il voto era ponderale (la scheda di ogni consigliere comunale “pesava” in proporzione al numero di abitanti del suo comune). Per via del divario minimo o forse per i postumi di una campagna elettorale particolarmente aggressiva, Bargigia aveva proposto ricorso al Tar della Lombardia chiedendo il riconteggio dei voti. Nel frattempo la Lega aveva annunciato l’intenzione di sospendere per 10 mesi l’eurodeputato Angelo Ciocca e tutti quanti lo avevano seguito.