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Cronaca

Università Cattolica, la cofondatrice Armida Barelli è beata

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La “sorella maggiore” di un cattolicesimo “inclusivo, accogliente e universale”, il “sandalo della Chiesa” al servizio degli umili. sono i due modelli di santità proposti al popolo di Dio dalla beatificazione di Armida Barelli e di don Mario Ciceri nel Duomo di Milano. Due persone che nella loro vita hanno “seguito la scia del profumo di Cristo” nella vita sacerdotale e nell’apostolato laicale, come ha spiegato nell’omelia il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, che, in rappresentanza di Papa Francesco, ha presieduto la Santa Messa, concelebrata dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, dall’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica monsignor Claudio Giuliodori, dal segretario della Congregazione per l’educazione cattolica monsignor Vincenzo Zani, dal segretario della Cei monsignor Stefano Russo e da molti altri vescovi e presbiteri. Nelle parole del cardinal Semeraro i profili di santità dei due nuovi beati. Don Ciceri, prete di campagna come il santo curato d’Ars, richiama l’immagine di Sant’Ambrogio che, commentando il Cantico dei Cantici, anticipava il cammino della Chiesa in uscita di Francesco, indicando nel sandalo il simbolo di una vita “utile per il ministero e non per comandare, utile per aiutare e non per distrarsi”. Armida Barelli, il cui apostolato spaziò dall’Università Cattolica del Sacro Cuore all’Opera della Regalità, dall’impegno missionario in Cina alla formazione delle giovani dell’Azione Cattolica – che nel 1940 raggiungeranno la punta di un milione e 400mila – segnò, come disse l’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, la “via per l’educazione moderna della gioventù femminile”. Senza di lei, scrisse nel suo testamento spirituale padre Agostino Gemelli, tante opere “non sarebbero nè nate, nè fiorite senza lo zelo, la pietà, l’intelligenza e, soprattutto, la sua vita soprannaturalmente ispirata” dal Sacro Cuore di Gesù. Lo svelamento delle immagini dei nuovi beati è stato accolto da un lungo applauso, dopo la formula di proclamazione dell’eroismo delle loro virtù e la processione con la nipote di Armida, Savina Barelli, e i professori dell’Università Cattolica e vicepostulatori della causa di beatificazione Roberto Cauda e Maria Caterina Silveri, che hanno presentato al cardinale le reliquie dei beati, e dopo la consegna al rettore Franco Anelli del Decreto di beatificazione della cofondatrice. 1.800 i fedeli accorsi dalla Brianza – come la miracolata di don Ciceri Raffaella Di Grigoli -, dai cinque campus e dai collegi dell’Università Cattolica, con la prorettrice vicaria Antonella Sciarrone Alibrandi, che ha letto una preghiera dei fedeli per i docenti, gli studenti e il mondo della cultura, e con i prorettori e i presidi delle facoltà. Il tempo difficile che stiamo vivendo, oggi come allora, è stato richiamato anche dall’arcivescovo Mario Delpini nel ringraziamento conclusivo della cerimonia. “Abbiamo celebrato il riconoscimento della Chiesa nei confronti di due persone così diverse. In realtà abbiamo aperto una strada e rivolto un invito alle ragazze di buona famiglia e anche di famiglia modesta, che hanno studiato all’estero e anche che hanno studiato a Milano, che hanno una bella casa in montagna e anche non ce l’hanno, ecco cosa potreste fare: diventare sante, in tempo di guerra e in tempo di pace. Diventate sante”. Il modello suggerito dalla vita di Armida, la cui memoria liturgica ricorrerà il 19 novembre, sarà ricordato nella celebrazione di ringraziamento, che sarà presieduta domenica 1° maggio, alle ore 11.00, nell’Aula Magna dell’Università Cattolica a Milano, dal vescovo monsignor Claudio Giuliodori, nell’ambito della 98esima Giornata Universitaria, istituita dalla stessa Barelli nel 1924 e promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore dell’Ateneo. Nella sede di largo Gemelli, dalle 8 alle 20, sarà possibile visitare le spoglie della nuova Beata, traslate nel 1953 nella cripta della Cappella del Sacro Cuore.

“Testimone del “genio femminile” affermato da Giovanni Paolo II nella Mulieris dignitatem, “precorritrice” del Concilio, sostenitrice del rinnovamento della liturgia e della partecipazione della donna alla vita della Chiesa, alfiere di una cultura intesa come patrimonio comune”. Con queste parole Paolo Barelli, pronipote di Armida, ha ricordato la figura della prozia a margine del rito di beatificazione al quale ha partecipato. “Ha dedicato la sua vita agli altri — ha aggiunto — pur potendosi permettere una vita agiata, lasciando tutto, cercando di venire incontro a chi aveva bisogno, impegnandosi anche nell’emancipazione culturale dei giovani”. Ha lasciato anche “un segno profondo” per quanto riguarda “la valorizzazione delle professionalità e della partecipazione a una vita moderna che aveva sempre più bisogno di competenza”. L’auspicio, ha detto Paolo Barelli, è quello che “la sua figura e i suoi insegnamenti diventino riferimenti autentici per le nuove generazioni”, dicendosi pronto a condividere progetti e iniziative nel solco tracciato dalla beata.

(ITALPRESS).

– photo credit Ufficio Stampa Università Cattolica –

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Cronaca

Il Napoli torna solitario al comando, Lukaku piega la Roma

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NAPOLI (ITALPRESS) – Non riesce il colpaccio alla nuova Roma di Claudio Ranieri, che al “Maradona” gioca una partita tutto sommato sufficiente dal punto di vista dell’atteggiamento non riuscendo però a far male al Napoli, a sua volta non brillante ma che vince comunque per 1-0 con il gol dell’ex Lukaku, confermando il primo posto in classifica. Pronti-via e gli uomini di Antonio Conte sfiorano subito il vantaggio con un cross che trova tutto solo Kvaratskhelia, il quale sceglie di schiacciare il colpo di testa mancando lo specchio: disattento, nell’occasione, El Shaarawy, che ha completamente perso la marcatura sul georgiano. Il primo tempo scivola via senza particolari emozioni, con i padroni di casa che provano a fare la partita trovando spazi per il tiro, ma non la precisione, con Politano e McTominay. I giallorossi, invece, partono con la giusta aggressività provando a contrattaccare con diversi uomini, ma senza mai impensierire Meret. Tra i protagonisti più attesi c’è Lukaku, che però nella prima frazione non entra mai nel vivo del gioco. Il belga si vede a inizio ripresa, con un colpo di testa al 50′ che termina sull’esterno della rete e che è il preludio al gol che arriva quattro minuti più tardi, su cross del solito Di Lorenzo, abile nell’inserimento e favorito dalla pessima lettura di Angelino. L’esterno spagnolo prova a farsi perdonare al 57′ con un cross arretrato in area nella zona di Baldanzi, il quale però spreca tutto mandando alle stelle. Ancora dai piedi dell’ex Lipsia nasce un’altra grande occasione per la Roma, con un cross su cui arriva di testa Dovbyk centrando, però, la traversa. Gli ultimi minuti vedono i giallorossi creare tanta densità nella metà campo avversaria, ma a mancare è sempre la capacità di trovare spazi per finalizzare. Sono, anzi, i nuovi entrati Mazzocchi e Folorunsho a creare una buona occasione per il raddoppio del Napoli, col il centrocampista che non riesce a indirizzare bene di testa. Fuori di poco anche un tiro di Neres dal limite. Finisce 1-0 per gli azzurri che, con le note dell’inedito di Pino Daniele, tornano a respirare l’aria della vetta.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

L’Italia bissa il successo del 2023 e vince ancora la Davis

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MALAGA (SPAGNA) (ITALPRESS) – Altro successo, altro trionfo, targato Jannik Sinner. L’annata straordinaria del tennis italiano non poteva chiudersi in altro modo, ovvero con la conquista della seconda prestigiosa insalatiera consecutiva. L’altoatesino ha battuto Tallon Griekspoor e ha regalato al team azzurro il decisivo punto del 2-0 nella finalissima della Coppa Davis 2024, contro l’Olanda, andata in scena sui campi in cemento indoor del “Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena” di Malaga. Il tennista di San Candido, numero uno del mondo, nel secondo singolare dell’incontro, ha sconfitto il rivale del team “Orange”, numero 40 del ranking internazionale, col punteggio di 7-6 (2) 6-2. Una vittoria molto più sofferta del previsto grazie anche e soprattutto a un Griekspoor in versione “deluxe”. In precedenza, nel primo singolo dell’atto conclusivo, Matteo Berrettini, numero 35 del mondo, sempre più vicino alla sua forma migliore (quella del 2021, quando è arrivato in finale a Wimbledon), ha battuto Botic Van De Zandschulp, 80 della classifica Atp, con lo score di 6-4 6-2.
Si tratta della seconda vittoria di fila in Coppa Davis per gli azzurri, capitanati da Filippo Volandri, ed è il terzo trionfo della storia per la Nazionale italiana maschile del tennis dopo il primo successo datato 1976. Sei invece le volte nelle quali gli azzurri si sono arresi all’atto conclusivo. Per l’Olanda di contro era la prima finale in Coppa Davis.
Per Sinner una stagione incredibile con la vetta della classifica mondiale, la conquista di due titoli del Grande Slam (gli Australian Open e gli Us Open), il successo nelle Atp Finals e ora il trionfo-bis in Davis. Annata super, in generale, per tutto il tennis azzurro. Storica l’accoppiata Coppa Davis-Billie Jean King Cup, arrivata grazie alla vittoria di mercoledì delle ragazze guidate da Tathiana Garbin, da aggiungere ai titoli di Sinner e alle medaglie di Parigi2024 (l’oro nel doppio femminile di Sara Errani e Jasmine Paolini e il bronzo nel singolare maschile di Lorenzo Musetti), alle finali raggiunte al Roland Garros e a Wimbledon in singolo dalla Paolini e al titolo del doppio misto conquistato agli Us Open dalla Errani e da Andrea Vavassori. L’Italia del tennis, dunque, è padrona del mondo.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

RICORDO DI LUIGINO ALPAGO, PER TUTTI “LUIGINO STEREODISCO”

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Se ne è andato anche Luigino Alpago. Aveva 89 anni e un grande bagaglio di esperienza e di ingegno creativo. Per tutti, a Voghera e in Oltrepo, era “Luigino Stereodisco”. Quante generazioni sono passate da lì, da quel negozio di via Matteotti, nei pressi della stazione ferroviaria di Voghera, ormai chiuso dal 2019, dopo 57 anni di attività, ma ancora lì, con quell’insegna a dirci che quel luogo diventato ormai iconico non deve mai morire, anzi, sarebbe bello che l’amministrazione comunale pensasse di farne un museo della discografia in vinile e degli strumenti radiofonici d’epoca. Il sindaco Paola Garlaschelli, sul suo profilo social, ha ricordato Luigino per la sua passione e dedizione che hanno arricchito la comunità vogherese. E come non ricordare quante persone hanno appreso da lui le prime armi del mestiere come tecnici radiofonici a Radio Voghera. Lui, con la sua straordinaria semplicità e quella sua predisposizione al dialogo e alla collaborazione, sapeva confrontarsi con tutti, dai giovani ai meno giovani. Risuona ancora nella mente quello spot diventato ormai icona registrato con la voce inconfondibile del grande Peppino Malacalza, andato in onda per anni su Radio Voghera, “Luigino Stereodisco” gridava a gran voce. E noi subito a pensare a quel negozio dove siamo transitati chissà quante volte, soffermandoci a parlare del più e del meno con Luigino. L’ultima volta lo avevo intervistato proprio lì, per uno speciale in ricordo di altre due figure memorabili per Voghera, Beppe Buzzi e proprio “Pipei” Malacalza. Ora li immagino lassù in cielo insieme a programmare il prossimo varietà al Teatro alle Grazie e in onda anche su Radio Voghera, con il suo patron Gino Orsi, che ci ha lasciato qualche anno fa chiudendo per sempre la storia radiofonica locale in piazzale Marconi. Cara vecchia Voghera, quante persone straordinarie hai visto “andare avanti”…quanta storia culturale hanno lasciato alle giovani generazioni…non disperdiamola, mi raccomando!
I funerali di Luigino Alpago si svolgeranno Martedì 26 alle 10 nella chiesa dei Padri Barnabiti, partendo dalla Casa Funeraria Rossi di Voghera in via Barenghi 49, seguirà la tumulazione nel cimitero di Lungavilla, luogo di cui era nativo. S. Rosario Lunedì 25 alle 18,45 sempre nella chiesa dei Barnabiti. Alla famiglia Alpago le nostre più sentite condoglianze.

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