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Economia

Pensioni, Uil e Uilp “Superare divario tra uomini e donne”

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Taglio delle tasse, rivalutazione e piena indicizzazione delle pensioni, ampliamento della quattordicesima. Sono le richieste di Uilp e Uil avanzate dal palco del 12mo congresso nazionale del sindacato dei pensionati della Confederazione. “Che anni difficili stiamo attraversando. A partire dai primi tremendi giorni di confusione, in cui si faceva fatica anche a reperire le mascherine. Siamo fieri di dire che la Uil e la Uilp non si sono mai fermate, nemmeno nei momenti più drammatici dell’emergenza sanitaria durante i quali abbiamo perso tante, troppe vite, di cui la stragrande maggioranza anziane. Noi siamo rimasti al fianco delle persone, dei cittadini, dei nostri iscritti”, ha detto Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uilp. “Ci siamo inventati nuovi modi di stare vicini, anche a distanza. Nuovi modi di fare sindacato. Quando pensavamo di esserci avvicinati alla fine dell’emergenza economica, sociale e sanitaria causata dal Covid-19, un’altra spaventosa crisi è arrivata: la guerra è tornata nel cuore dell’Europa. L’inaccettabile invasione russa dell’Ucraina, una nazione sovrana con un governo eletto democraticamente, con le sue drammatiche conseguenze umane, sociali, politiche ed economiche”, ha aggiunto. Per la Uilp e la Uil bisogna intervenire prioritariamente su tre fronti: “taglio delle tasse, rivalutazione e piena indicizzazione delle pensioni, ampliamento della quattordicesima. In questo modo, insieme a un parallelo incremento dei salari attraverso il rinnovo dei contratti collettivi, adeguati aumenti contrattuali e una detassazione degli stessi. Si potrebbero anche far crescere i consumi e la domanda interna, strumento fondamentale per promuovere e sostenere la crescita economica e scongiurare il pericolo che l’Italia torni in recessione”. Come ormai in tutti i settori anche su quello pensionistico pesa il gap tra uomini e donne. “Gli uomini rappresentano il 48% del totale dei pensionati, ma percepiscono il 56% dei redditi pensionistici. I trattamenti pensionistici delle donne sono più bassi di quelli degli uomini del 30% circa: 16.233 euro annuo lordi contro 22.351. Più le pensioni sono di importo elevato, minore è il numero delle donne che le percepiscono. Nelle fasce di reddito oltre i 1.500 euro mensili lordi, le pensionate rappresentano il 34,8% del totale delle donne, mentre i pensionati rappresentano il 56,4% del totale degli uomini. Superare questo gap è obiettivo primario della Uil e della Uilp”, ha sottolineato Barbagallo. Il leader dei pensionati Uil è convinto che “c’è ancora molto da fare, all’interno e all’esterno della nostra organizzazione, per ottenere risultati concreti e migliori politiche sovranazionali, nazionali e locali. Il cammino verso una vera democrazia paritaria, verso una vera uguaglianza di opportunità per donne e uomini, è ancora lungo”. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha ricordato che “oggi noi abbiamo da affrontare un grande tema: come ricostruiamo il nostro Paese. Pandemia e guerra hanno messo in discussione le scelte sulle quali si fondava un patto generazionale. Ci arriva l’invito per la costruzione di un patto sociale? Come Uil rispondiamo sempre allo stesso modo: cosa ci scriviamo e quali contenuti sono scritti nel patto? A cominciare da un’analisi che per noi parte dai dati sulle disuguaglianze, il 40% delle pensioni sono sotto i mille euro al mese, cosa rispondiamo ai pensionati? C’è una risposta concreta da dare? Quale stato sociale noi pensiamo per il futuro? Noi vediamo e registriamo una grande sofferenza dal punto di vista economico, sociale, assistenziale”.
(ITALPRESS).

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Negli ultimi dodici anni l’Italia ha registrato una riduzione di oltre 140mila attività di commercio al dettaglio

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ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi dodici anni l’Italia ha registrato una riduzione di oltre 140mila attività di commercio al dettaglio, tra negozi e attività ambulanti, con cali particolarmente accentuati nei centri storici e nei piccoli comuni. Un trend che, senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana e senza interventi per riutilizzare gli oltre 105mila negozi sfitti (un quarto dei quali da oltre un anno), è destinato ad aggravarsi ulteriormente con il rischio di perdere, da qui al 2035, altre 114mila imprese al dettaglio.

E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio in vista dell’iniziativa nazionale “inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, dedicata al futuro delle città e delle economie urbane, organizzato dalla Confederazione che si terrà a Bologna, a Palazzo Re Enzo, il 20 e 21 novembre prossimi (qui il programma dell’evento). In pratica, oltre un quinto delle attività oggi esistenti sparirebbe con gravi conseguenze per l’economia urbana, la qualità della vita e la coesione sociale.

Questo è confermato anche dall’analisi della densità commerciale, cioè il rapporto tra numero di negozi e abitanti, che evidenzia come molte città medio-grandi del Centro-Nord sarebbero quelle più esposte a questo fenomeno, mentre per alcuni Comuni del Mezzogiorno il calo sarebbe più contenuto, soprattutto per la riduzione dei residenti e il minor ricorso agli acquisti online.

Confcommercio, anche attraverso il progetto Cities, propone un’Agenda Urbana Nazionale da definire insieme a Governo, Regioni e Comuni, per rigenerare i centri urbani valorizzando le economie di prossimità e le imprese del terziario di mercato. L’obiettivo è creare un quadro stabile e integrato delle politiche urbane, armonizzando i Distretti Urbani dello Sviluppo Economico e promuovendo strumenti condivisi contro la desertificazione commerciale e per una logistica urbana sostenibile.

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“La desertificazione dei negozi – afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalliè un problema economico, sociale e di coesione: ogni saracinesca abbassata significa meno sicurezza, meno servizi, meno attrattività e meno socialità nelle nostre città. E senza efficaci e tempestivi interventi di rigenerazione urbana, entro il 2035 rischiamo di avere delle vere e proprie città fantasma. Per scongiurare questa prospettiva, servono politiche nazionali e strategie condivise tra istituzioni, imprese e territori capaci di coniugare competitività, sostenibilità e qualità della vita. Ma soprattutto, è necessario sostenere il commercio di prossimità con politiche fiscali più eque, accesso al credito più facile e meno costoso e misure specifiche per affrontare la transizione economica. Così come è indispensabile riqualificare gli oltre 100mila negozi sfitti, tema sul quale auspichiamo una collaborazione con le controparti interessate e gli Enti locali. E la risposta concreta è il progetto Cities di Confcommercio che ha proprio l’obiettivo di contrastare il fenomeno della desertificazione commerciale promuovendo progetti per rigenerare le aree in declino, favorire un uso equilibrato dello spazio urbano e valorizzare il ruolo delle economie di prossimità. Solo così sarà possibile garantire una maggiore qualità per i residenti e una migliore offerta per i turisti”.

Nel 2024 si contano in Italia oltre 534mila imprese del commercio al dettaglio, di cui circa 434mila in sede fissa, quasi 71mila ambulanti e 30mila appartenenti ad altre forme di commercio (internet, vendita per corrispondenza, etc.). Il confronto con il 2012 evidenzia la scomparsa di quasi 118mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e di circa 23mila attività ambulanti, per una riduzione totale di oltre 140mila unità, risultato di un eccesso di chiusure rispetto alle aperture.

Le cause sono riconducibili a una crescita insufficiente dei consumi interni, al cambiamento dei comportamenti di spesa dei consumatori e alla diffusione delle tecnologie digitali che hanno favorito gli acquisti online. Non a caso, nello stesso periodo le imprese attive operanti prevalentemente su internet o nella vendita per corrispondenza sono aumentate di oltre 16mila unità (+114,9%). Per quanto riguarda il commercio al dettaglio in sede fissa, le contrazioni più rilevanti si registrano nei seguenti comparti: distributori di carburante (-42,2%), articoli culturali e ricreativi (-34,5%), commercio non specializzato (34,2%), mobili e ferramenta (-26,7%), abbigliamento e calzature (25%).

-Foto ufficio stampa Confcommercio-
(ITALPRESS).

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Economia

isybank al Salone dei Pagamenti di Milano celebra il primo milione di clienti

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MILANO (ITALPRESS) – A circa due anni e mezzo dal lancio, isybank ha celebrato al Salone dei Pagamenti di Milano, in cui è official partner della Terrazza dei Talenti, il primo milione di clienti. Un traguardo, quello raggiunto dalla banca digitale del gruppo Intesa Sanpaolo, che l’amministratore delegato di isybank, Antonio Valitutti, ha raccontato così: “Sono clienti principalmente giovani, ma in generale noi non ci rivolgiamo solo ai giovani, ci rivolgiamo a chiunque usi il digitale in modo intensivo e a chiunque voglia avere un accesso alla banca semplice, immediato e conveniente – spiega -. isybank per Intesa Sanpaolo è anche un un laboratorio di innovazione: in parallelo abbiamo lanciato un programma di trasformazione digitale del gruppo, si chiama isytech ed è appunto il rinnovamento del cuore tecnologico della piattaforma che serve ai nostri clienti. In questo, isybank svolge un ruolo importantissimo di precursore e di laboratorio di nuove soluzioni”.

Tra le novità spiccano i dispositivi wearable, la vera novità di quest’anno, che permettono di andare oltre le modalità di pagamento tramite smartphone grazie a dispositivi indossabili, come anelli e bracciali. “La semplificazione della vita dei nostri clienti è uno dei nostri obiettivi principali – ha evidenziato Valitutti -. Un anello, un braccialetto, si sostituiscono alla carta e in modo veloce e sicuro appoggiandoli sul pos consentono di effettuare un pagamento”.

All’evento milanese, ideato nel 2016 da ABI e ABIEventi con lo scopo di realizzare il più importante appuntamento italiano su pagamenti e innovazione, è stato ribadito come il digitale faccia ormai parte del nostro vivere quotidiano. La rapidità e la semplicità dei processi diventa quindi un’esigenza sempre più trasversale e diffusa.

“Con Isybank si può aprire un conto ed essere attivi in tre minuti – ha sottolineato Valitutti -. Questa è una delle ‘esperienze più distintive che offriamo ai nostri clienti”. In un futuro di iperconnessione e intelligenza artificiale, le abitudini stanno radicalmente cambiando. Cosa sarà imprescindibile? “Il tocco umano, che anche sul digitale deve essere presente – ha risposto Valitutti -. I clienti hanno bisogno di fidarsi della loro banca”.

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-Foto Italpress-
(ITALPRESS).

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Economia

Export italiano in crescita nei primi nove mesi del 2025, i dati Istat

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ROMA (ITALPRESS) – Secondo i dati sul commercio estero dell’Italia nei primi nove mesi del 2025, l’export continua la traiettoria positiva già segnalata da ISTAT, mostrando che le esportazioni italiane a livello globale sono cresciute più di quelle delle principali economie manifatturiere europee. L’export è cresciuto del 3,5%; nel dettaglio, l’incremento è avvenuto sia verso i Paesi UE (+4,5%) che verso i Paesi extra UE (+2,4%); con riferimento agli Stati Uniti, si registra una crescita del +9% rispetto ai primi nove mesi del 2024. Sul mercato americano, pur a fronte dei dazi, l’Italia cresce del +6,9% rispetto al 2024, meglio di Germania (-7%), Francia (-4%) e Spagna (-9%). Tale crescita è stata trasversale ai settori: dalla farmaceutica (+39,4%) ai mezzi di trasporto diversi da autoveicoli, dai prodotti in metallo fino all’agroalimentare (quest’ultimo segna +5%).

Su base mensile, a settembre 2025, l’export italiano cresce del +10,5% rispetto a settembre 2024 (+10,2% per i Paesi UE e +10,9% per i Paesi extra UE; +34,7% negli USA, trainato anche dalla cantieristica). Per quanto riguarda la bilancia commerciale, il surplus commerciale si attesta a 35,3 miliardi di euro e salirebbe a 71,5 miliardi al netto dell’energia. La traiettoria positiva delle nostre esportazioni, nonostante le incertezze geopolitiche e i dazi, fotografa il dinamismo delle imprese italiane sui mercati esteri, in linea con gli obiettivi di diversificazione e sviluppo del Piano d’azione dell’export della Farnesina. Il Ministero degli Esteri continua a monitorare attentamente l’evoluzione del commercio estero italiano fino a fine anno, in un contesto internazionale complesso, lavorando in sinergia con ICE, SIMEST, SACE e CDP per sostenere le imprese italiane sui mercati esteri e in settori strategici.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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