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Cronaca

Lombardia, Rallenta crescita, Guidesi “ridaremo fiducia e prospettiva”

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MILANO (ITALPRESS) – La produzione industriale lombarda registra +1,6% rispetto al I° trimestre 2022, riducendo così l’intensità della crescita congiunturale ma restando in territorio positivo. La variazione tendenziale sullo stesso trimestre dell’anno scorso è pari a un solido +7,4%. Questo risultato positivo è diffuso a quasi tutti i settori con l’eccezione dei soli mezzi di trasporto che registrano invece un calo tendenziale (-5,8%). Gli ordinativi – sempre in positivo – mostrano un rallentamento più sensibile in particolare del mercato interno (+0,6%), ma l’estero (+1,3%) ha intensità della crescita che si riduce di quasi due terzi. E’ quanto emerge dall’analisi di Unioncamere Lombardia sull’andamento del sistema manifatturiero nel secondo trimestre del 2022. Risultati positivi anche per le aziende artigiane manifatturiere che segnano una crescita della produzione del +2,3% congiunturale che diventa +8,7% su base tendenziale. Per queste imprese – rivolte maggiormente al mercato interno – gli ordini mantengono il ritmo di crescita dello scorso trimestre per il dato nazionale (+1,2%) mentre per i mercati esteri si fermano a un +0,5%. Crescono maggiormente nel trimestre i settori del comparto moda (abbigliamento, pelli-calzature e tessile) che scontano ancora gap significativi da recuperare rispetto al dato medio, in particolare abbigliamento e tessile, avendo iniziato la fase di recupero in ritardo rispetto agli altri comparti. Resta alta l’attenzione sui prezzi. Beni energetici, materie prime e componenti varie registrano nuovi record spingendo il dato verso l’alto: rispetto al II° trimestre 2021 i prezzi delle materie prime sono cresciuti mediamente del 58,4% per le imprese industriali e dell’80,2% per le artigiane. Si attenuano tuttavia le difficoltà di approvvigionamento e migliora anche la situazione delle scorte di magazzino e dei materiali per la produzione. “I dati confermano il momento positivo ma anche una crescita della preoccupazione rispetto al futuro. A sistema siamo pronti e cercheremo, attraverso il nostro sostegno ed i nostri strumenti, di ridare fiducia e prospettiva”. Così l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia Guido Guidesi intervenendo alla presentazione dei dati di Unioncamere Lombardia, a Milano, sull’andamento del sistema manifatturiero nel secondo trimestre del 2022. “Il quadro per la produzione lombarda rimane positivo anche nel secondo trimestre ma si sta progressivamente esaurendo la spinta del forte rimbalzo post crisi” commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio. “Ne risentono le aspettative degli imprenditori per il futuro – che viene visto con preoccupazione sia per la domanda interna che per quella estera – con una incertezza che si riflette anche sull’andamento della seconda parte del 2022”. Le aspettative delle aziende per il prossimo trimestre si fanno più caute, scendendo in area negativa per la domanda interna ed estera dell’industria. Tra gli artigiani il segno negativo interessa tutti gli indicatori ed è più intenso per domanda interna e fatturato. E’ significativo osservare come la maggior parte degli imprenditori indichino stabilità dei livelli per le principali grandezze, con punte sopra l’80% per l’occupazione. La maggior parte dei settori industriali mantengono significativi incrementi tendenziali dei livelli produttivi. Da segnalare l’ottima performance del sistema moda: abbigliamento (+30,6%), pelli-calzature (+19,4%) e Tessile (+14,3%), tutti settori ripartiti tardi e ora in sensibile recupero che riescono così a superare i livelli pre-crisi. Incrementi sopra la media anche per manifatturiere varie e minerali non metalliferi (+13,0%). Tassi di crescita di poco superiori alla media per Legno-mobilio (+9,3%) e Carta-stampa (+9,6%). Perfettamente in linea con la media il risultato della Meccanica (+7,4%). In crescita, ma con intensità minori anche chimica (+5,6%), siderurgia e gomma-plastica (+4,7%). In contrazione tendenziale solo i mezzi di trasporto (-5,8%). Il positivo andamento del comparto moda è confermato anche dalle imprese artigiane. I risultati meno entusiasmanti, ma ancora positivi, si hanno nel comparto artigiano per alimentari (+3,9%) e siderurgia (+0,4%). Il fatturato a prezzi correnti dell’industria segna un buon risultato tendenziale (+17,5%) e una crescita sul trimestre precedente del 4,6%. Gli incrementi di prezzo dei prodotti finiti in atto, con un ulteriore crescita del 6,9% congiunturale, influiscono sul risultato. Per le imprese artigiane il fatturato cresce del 2,9% congiunturale e dell’11,2% tendenziale. Anche in questo caso va considerata la dinamica dei prezzi dei prodotti finiti, cresciuti dell’8,6% rispetto al trimestre precedente. La dinamica congiunturale degli ordini interni s’indebolisce per l’industria (+0,6% congiunturale), come anche gli ordini esteri che si fermano a +1,3%. Risultati opposti per l’artigianato con ordini interni più dinamici di quelli esteri (+1,2% contro +0,5%). La quota del fatturato estero sul totale rimane elevata per le imprese industriali (39,4%) e resta poco rilevante e in diminuzione per le imprese artigiane (6,7%). I prezzi delle materie prime presentano una dinamica congiunturale in continuo e forte rialzo per tutti i comparti. Per l’industria, dai primi segnali d’incremento di fine 2020 (+2,1%) l’accelerazione è proseguita nel corso del 2021 e si assesta ora a +11,6% congiunturale. L’artigianato mostra una dinamica simile passando dal +2,6% di fine 2020 al +16,0% di questo trimestre. I prezzi dei prodotti finiti seguono ancora da lontano l’incremento delle materie prime registrando un +6,9% per l’industria e un +8,6% per l’artigianato. Le imprese industriali registrano un rientro delle scorte di magazzino verso livelli normali, con i segnali di scarsità che vanno diminuendo. In questo trimestre, a fronte di una quota considerevole di imprese che giudica le scorte adeguate (65% per i prodotti finiti e 73% per le materie prime), si registrano saldi tra giudizi di esuberanza-scarsità ancora negativi ma molto contenuti (-2,8% per i prodotti finiti e -1,1% per le materie prime). Questi sono primi segnali di ricostituzione delle scorte di magazzino, dopo il loro esaurimento dovuto alla necessità di evadere nuovi ordini senza ricevere nuove forniture di materie prime e componenti a causa delle strozzature nelle catene di fornitura. L’occupazione dell’industria dà saldo positivo (+0,5%). Rimane stabile la quota di imprese che ha fatto ricorso alla cassa integrazione: la quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione si attesta al 6,4%, ma le ore di Cig utilizzate aumentano, con un tasso sul monte ore salito al 2,0%. Ciò non vale per l’artigianato che, a fronte di un saldo occupazionale anch’esso di poco sopra lo zero (+0,2%), registra ancora livelli minimi di utilizzo della Cig.(ITALPRESS).

Photo credits: Ufficio Stampa assessore Guidesi

Cronaca

Ucraina, Tajani “Non abbiamo intenzione di andare in guerra”

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ROMA (ITALPRESS) – “Noi non abbiamo nessuna intenzione di andare
in guerra. Abbiamo detto sempre non avremmo inviato militari
italiani in Ucraina, che le armi italiane non potevano e non
dovevano essere usate al di fuori del territorio ucraino, cioè per colpire in Russia. Noi non siamo in guerra con la Russia:
difendiamo soltanto il diritto dell’Ucraina a difendersi, che è
un’altra cosa”. Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro degli
Esteri, Antonio Tajani, ospite a “Il rosso e il nero” su Rai Radio1. Quanto al cessate il fuoco, secondo il ministro “è una partita a scacchi molto complicata. Non sono ottimista su tempi brevi. Io ritengo che si arriverà a una soluzione verso la fine dell’anno. Putin non è così intenzionato ad accelerare i tempi, soprattutto per motivi economici. Il primo motivo economico è che lui ha un milione di soldati che combattono e che vengono pagati il doppio di un operaio russo. Il secondo è che tutta o gran parte dell’industria russa è convertita in della difesa. Putin non può fare marcia indietro in una o due settimane”.
Quindi “l’unico modo per costringere Putin potrebbe essere quello di infliggere nuove sanzioni in modo da obbligarlo ad avere meno soldi da dare ai soldati, essere costretto a ridurre la presenza militare e arrivare più rapidamente ad un dialogo con Kiev per arrivare a successivamente ad un cessate il fuoco”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-

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Cronaca

Medici di famiglia, le nuove sfide dell’assistenza agli anziani

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ROMA (ITALPRESS) – L’Italia è un Paese che invecchia sempre più. Gli over 65 sono 15 milioni, di cui la metà con più di 75 anni. Inoltre, molti anziani vivono in aree difficili da raggiungere: piccoli paesini, talvolta isolati, sulle montagne, difficili da raggiungere sia in macchina che con i mezzi pubblici. Una serie di circostanze che rende complicato per i medici di famiglia prendersi cura proprio di chi ne avrebbe più bisogno. Questa difficoltà sopraggiunge proprio in una fase in cui la Medicina Generale sta attraversando profonde trasformazioni. Per far fronte a questa situazione servono nuovi strumenti, oltre naturalmente alla digitalizzazione: la Valutazione Multidimensionale (VMD) del paziente anziano, ossia un’analisi che prenda in considerazione complessivamente gli aspetti clinici, psicologici e sociali, risponde proprio a questa esigenza. Questo tema è emerso in diverse sessioni dei recenti Congressi regionali della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG, che in questa prima parte del 2025 hanno riunito centinaia di medici di famiglia di Abruzzo, Marche, Molise, Umbria, Veneto e Sicilia.
A incidere maggiormente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dell’anziano non è tanto la multimorbilità (la presenza di diverse malattie), ma lo stato di disabilità determinato dalla fragilità. Identificare la popolazione fragile permette di definire un percorso di cura specifico. Si parla quindi di “medicina della complessità”, che presta attenzione ai bisogni “globali” della persona e non alle sole malattie, prendendo in considerazione complessivamente aspetti clinici, psicologici e sociali per la definizione di percorsi diagnostici e terapeutici su misura, con l’obiettivo di migliorare le prognosi e limitare ospedalizzazioni e ricoveri nelle RSA.
Uno strumento come la Valutazione Multidimensionale ha particolare rilievo in alcuni specifici contesti geografici.
“Abruzzo, Marche, Molise, Umbria sono regioni che si contraddistinguono per la forte presenza di piccoli comuni, spesso mal collegati, aree interne difficili da raggiungere, comunità montane, oltre a una forte discrepanza nella densità tra le città e le zone rurali – ha spiegato Gabriella Pesolillo, Responsabile Scientifica del Congresso SIMG Interregionale e Segretario SIMG Abruzzo, una delle regioni più anziane d’Italia, con addirittura 595 persone ultracentenarie (dati ISTAT) -. Per questa conformazione del territorio, le zone periferiche spesso non hanno un’adeguata copertura della Medicina Generale, che sta a sua volta conoscendo una riduzione del personale. La difficoltà emerge soprattutto nelle visite domiciliari: lo stesso Medico di famiglia talvolta deve percorrere lunghi tratti prima di spostarsi da un paesino all’altro, riducendo così il numero di visite. Con la Valutazione Multidimensionale cambia la prospettiva: il paziente non viene considerato solo sulla base delle patologie che lo affliggono, ma anche dal punto di vista sociale, psicologico, familiare, prevedendone così la fragilità. La stessa malattia, ad esempio una bronchite, può avere un decorso diverso nelle persone di pari età e con lo stesso quadro clinico ma con diverse situazioni”.
“I nuovi bisogni di salute dei cittadini, come ci dicono le esperienze avanzate del Veneto, trovano risposte adeguate quando si creano le condizioni per un’esperienza di lavoro integrato tra MMG e infermieri come risposta a questa emergenza sanitaria, sviluppando processi di cura proattivi in cui si adotta la strategia della medicina di iniziativa, con la pianificazione delle cure e la presa in carico del paziente senza aspettare che la malattia si manifesti – sottolinea Maurizio Cancian, medico di medicina generale -. L’esperienza innovativa del Veneto, dove si sono formati molti gruppi di collaborazione tra MMG e infermieri, dimostra che questo modello raggiunge obiettivi di salute importanti. In questa fase di riorganizzazione territoriale è necessario analizzare e porre a confronto i dati di queste realtà per identificare le strategie adeguate e trasferire gradualmente le esperienze virtuose a tutti i cittadini della regione”.
SIMG è impegnata da anni ad offrire un’ampia rosa di strumenti ai Medici di famiglia. Il culmine di questi sforzi è giunto con le Linee Guida per la Valutazione Multidimensionale, promosse dalla Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) e dalla Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT), con il supporto metodologico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e con il contributo di 25 società scientifiche.
“L’azione di SIMG parte da molto lontano ben prima del DM77 del 2022 – ha evidenziato Pierangelo Lora Aprile, Segretario Scientifico SIMG -. Per questo, SIMG ha validato uno strumento di screening (PC-FI: Primary Care Frailty Index) per identificare e stratificare le persone fragili. Infatti, diventa importante programmare interventi personalizzati centrati sugli assistiti con fragilità lieve e moderata per rallentare l’evoluzione verso l’alta fragilità utilizzando strumenti di Valutazione Multidimensionale validati secondo le Linee Guida Nazionali. Quando la fragilità diventa molto alta, ad esempio nei malati che si avvicinano alla fine della vita, diventano rilevanti interventi specifici che hanno come obiettivo l’accompagnamento dei malati identificando i loro desideri e preferenze. Si passa quindi da una medicina finalizzata a trattare la malattia ad una medicina olistica finalizzata alla salute della persona nella sua interezza”.
“Tra le iniziative recenti, vi è il Progetto Radar: comorbidità, fragilità, valutazione multidimensionale, piano individuale di cura, che identifica un percorso formativo nelle cure primarie per identificare i pazienti fragili, stratificando la popolazione secondo i diversi gradi di fragilità, pianificando e personalizzando le cure in ragione dei domini evidenziati carenti dalla Valutazione Multidimensionale – ha aggiunto Pierangelo Lora Aprile -. Il progetto ha obiettivi ambiziosi: proporre alle Regioni una governance del processo di cura delle persone fragili, identificando criteri, indicatori e standard per il monitoraggio del percorso di presa in carico. Questo Progetto si concretizza con un percorso formativo per Medici di Medicina Generale particolarmente motivati ad acquisire “nuove competenze” nell’ambito di quella che abbiamo chiamato “Medicina della Complessità”, attraverso la Certificazione da parte degli organismi ministeriali competenti. SIMG ha formato ad oggi 40 MMG Esperti in Medicina della Complessità offrendo l’opportunità di continuare questi percorsi formativi a livello regionale in modo da avere almeno un medico di famiglia esperto ogni 100mila abitanti”.
“Abbiamo deciso di sostenere il Progetto Radar e di contribuire alla diffusione delle Linee Guida, mediante la sponsorizzazione non condizionante del progetto stesso, come parte del nostro impegno per migliorare l’accesso alle cure in Italia – afferma Matteo Surace, Medical Lead di Viatris Italia -. Con la nostra presenza capillare su tutto il territorio nazionale, lavoriamo insieme alla Società di Medicina Generale affinchè tutti abbiano uguali opportunità di accedere alle cure di cui hanno bisogno, anche in quelle aree che, per caratteristiche demografiche o per conformazione geografica della Penisola, più necessitano di strumenti adeguati alla presa in carico dei pazienti, in particolare di quelli più vulnerabili”.

– Foto Diessecom –

(ITALPRESS).

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Cronaca

La Regione Lombardia ai vertici in Ue per la produttività e la produzione internazionale

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MILANO (ITALPRESS) – Coniugare la sostenibilità sociale, ambientale ed economica rappresenta, per Assolombarda, una sfida di portata globale, che richiede un impegno comune da parte delle imprese e delle istituzioni, siano esse internazionali, nazionali o locali. Anche il tessuto economico della Lombardia riveste, oggi, un ruolo cruciale nel raggiungimento di questo traguardo: l’obiettivo è quello di promuovere uno sviluppo sostenibile capace di mantenere un equilibrio tra aspetti economici, sociali e ambientali.

In quest’ottica, il Centro Studi di Assolombarda ha condotto un lavoro di ricerca, con un approccio multidimensionale, teso a valutare il grado di sostenibilità economica, ambientale e sociale dell’ecosistema lombardo per confrontarlo, poi, con le evidenze legate alle altre regioni motore d’Europa: Baden-Württemberg, Cataluña, Auvergne-Rhône-Alpes e Bayern. L’analisi considera anche i rating ESG forniti da agenzie specializzate – come Moody’s, Refinitiv e Sustainalytics – per studiare il posizionamento delle imprese dei cinque territori in termini di impatto ambientale, responsabilità sociale e governance. In termini di sostenibilità economica, la Lombardia si posiziona ai primi posti tra i benchmark per ricchezza generata e produttività, nonché per proiezione internazionale. Negli ultimi 10 anni, infatti, la crescita economica della regione (+12,3% tra 2015 e 2024) è stata seconda solo alla Cataluña per incremento di Pil reale.

Nel 2023, inoltre, il Pil pro-capite, a parità di potere d’acquisto, vede la Lombardia in seconda posizione e, sostanzialmente, alla pari con le regioni tedesche. Anche la performance dell’export ricalca queste dinamiche: le esportazioni lombarde sono cresciute del 47,2% tra 2015 e 2024 e si attestano solo alle spalle della Cataluña (+56,9%). Sono più variegati, invece, i segnali che giungono dal mercato del lavoro: un tasso di disoccupazione ai minimi storici ma un bacino di forza lavoro già ristretto e, in previsione, caratterizzato da un ulteriore calo a causa di fattori demografici.

Nel 2024, la popolazione lombarda in età lavorativa è stata pari al 64,0%. Secondo le più recenti proiezioni Eurostat, questa quota scenderà al 54,5% nel 2100, con una perdita in termini assoluti di circa un milione di potenziali lavoratori, il calo maggiore tra le regioni benchmark (-16%). La propensione a ricerca e sviluppo, investimenti e innovazione resta, invece, lontana dalle regioni leader tedesche. Nel 2022 (ultimi dati disponibili) in Lombardia sono stati spesi 539 euro pro-capite in ricerca e sviluppo, per un totale pari all’1,17% del Pil. Tali numeri posizionano la Lombardia all’ultimo posto tra i benchmark e, anche nel confronto temporale con il 2015, si evidenziano miglioramenti di scarsa entità (in rapporto al Pil lombardo, la spesa è addirittura calata dall’1,25% del 2015).

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Più positiva è, invece, l’evoluzione degli investimenti. Anche se, in rapporto al Pil, gli investimenti fissi lordi in Lombardia (20,6%) sono superiori solamente alla Cataluña, hanno sperimentato una forte crescita tra 2015 e 2022 (+58,9% in valore e +4,2 punti percentuali rispetto al Pil). Nel percorso verso una piena sostenibilità ambientale, nell’ultimo decennio, la Lombardia ha compiuto importanti passi in avanti nella lotta al cambiamento climatico. Dal 2015, la regione ha ridotto più delle aree benchmark i consumi finali di energia (-9,7% al 2022). Tra 2015 e 2022, inoltre, le emissioni di gas serra sono diminuite (-5,6%, con l’industria che ha segnato un -21,8%).

Una riduzione minore a quella registrata in Auvergne-Rhône-Alpes (-14,5%) ma superiore ai trend di Baden-Württemberg (-5,4%), Cataluña (-3,8%) e Bayern (-3,1%). Nonostante il significativo calo, le emissioni di gas serra pro-capite restano più elevate in Lombardia rispetto alle altre regioni (6,8 tonnellate equivalenti di CO2 per abitante nel 2022). Un altro punto di forza della Lombardia è rappresentato dall’economia circolare, in particolare dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. A partire dal 2015, la produzione di rifiuti urbani pro-capite è rimasta di fatto stabile, attestandosi a 472 kg per abitante nel 2023, un livello superiore alle regioni tedesche.

A questi dati si affianca la quota di rifiuti conferiti a raccolta differenziata, in cui la Lombardia primeggia con il 73,9% nel 2023, una percentuale in crescita e nettamente superiore a Auvergne-Rhône-Alpes (59,0%) e Cataluña (48,6%), ma anche alle regioni tedesche con cui si è aperto un divario significativo negli ultimi anni (67,6% in Baden-Württemberg e 62,9% in Bayern). Considerando i principali indicatori, in Lombardia emerge anche una buona qualità dell’acqua.

Da elaborazioni sui dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, nel 2022, la concentrazione media di nitrato nelle acque sotterranee in Lombardia è stata di 11,5 milligrammi per litro (mg/L), la più bassa tra i territori benchmark e con una tendenza leggermente decrescente negli ultimi tre anni. Con riferimento alla biodiversità, il 42,7% del territorio lombardo è costituito da terreno coltivabile; un dato poco al di sotto delle regioni tedesche e dell’Auvergne-Rhône-Alpes, ma una volta e mezzo rispetto alla Cataluña. Tuttavia, solo il 5,9% dei terreni coltivabili è dedicato ad agricoltura biologica (dati 2020), una percentuale inferiore a tutte le regioni benchmark (fino al massimo del 14,8% in Cataluña). In Lombardia resta, infine, critica la qualità dell’aria, anche a causa della conformazione orografica sfavorevole. Nonostante qualche miglioramento negli ultimi anni, i livelli di inquinamento rimangono molto elevati, con i dati più negativi per la concentrazione di particolato.

Tra 2015 e 2024, le concentrazioni di alcuni tra i principali inquinanti (NO2, PM10 e PM2,5) sono scese in Lombardia meno che in tutti i benchmark. Su questo versante, la regione fa registrare la più bassa percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale (14,1% nel 2024), nonché un tasso di disoccupazione di lungo periodo sceso fino all’1,3% nel 2024, prossimo allo 0,6% delle regioni tedesche. Dopo un inevitabile calo coinciso con il Covid-19, l’aspettativa di vita alla nascita ha, inoltre, raggiunto un record storico in Lombardia nel 2023 (84,3 anni) con Cataluña e Auvergne-Rhône-Alpes vicini e le regioni tedesche più lontane (81,8 Bayern, 82,4 Baden-Württemberg). La Lombardia si colloca anche al secondo posto tra i benchmark per minore mortalità infantile (2,8 ogni 1.000 nati nel 2023), una misura comunque molto omogenea tra i cinque territori. Nell’ambito dell’istruzione, spicca una netta riduzione nel tasso di abbandono scolastico, ma, relativamente all’istruzione universitaria, permane un forte divario con le altre regioni legato alla quota di laureati nella popolazione.

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Da un lato, infatti, il tasso di abbandono scolastico tra i 18 e i 24 anni è sceso di 5,4 punti percentuali rispetto al 2015, portando la Lombardia al 7,7% nel 2024, valore tra i più contenuti nel confronto; dall’altro, pur crescendo nello stesso periodo di 5,9 punti percentuali, la popolazione tra 25 e 34 anni con istruzione terziaria in Lombardia è pari solo al 35,2% nel 2024, una quota inferiore di circa 10 punti percentuali alle regioni tedesche e addirittura di circa 20 punti percentuali a Auvergne-Rhône-Alpes e Cataluña (prima con il 57,5%). Riguardo ai giovani, negli ultimi anni sono diminuiti disoccupazione giovanile e NEET ma le prospettive demografiche penalizzano ancor di più questa fascia d’età. Nello specifico, la disoccupazione giovanile in Lombardia è calata di quasi 20 punti percentuali tra 2015 e 2024; nello stesso arco di tempo, la quota di NEET si è pressoché dimezzata arrivando all’8,9%. Il tasso di occupazione, cresciuto di 4,9 punti percentuali dal 2015, è pari al 24,4% nel 2024, addirittura la metà rispetto alle regioni tedesche (sopra il 50%) ma nettamente inferiore anche a Cataluña (32,4%) e Auvergne-Rhône-Alpes (38,0%). In prospettiva, gli scenari demografici aggravano ulteriormente il potenziale contributo, in termini sociali ed economici, dei giovani. La quota di popolazione lombarda tra 0 e 19 anni d’età è scesa dal 18,7% nel 2015 al 17,5% nel 2024, collocandosi all’ultimo posto tra le regioni benchmark.

A fine 2024, inoltre, la popolazione lombarda presenta già l’età mediana più alta tra i peer, con 48,2 anni (gli altri territori sono sotto i 45 anni); le proiezioni Eurostat prevedono che in Lombardia salirà sopra i 50 anni intorno al 2050, fluttuando tra 50 e 51 fino a fine secolo e mantenendo un gap con le altre regioni più “giovani”, pur più contenuto. Per quanto riguarda, la parità di genere, nonostante il calo rilevato negli ultimi 10 anni, nel 2024 rimane un gap di 13,8 punti percentuali tra il tasso di attività degli uomini e delle donne. Da una prima analisi esplorativa, analizzando la media dei rating ESG prodotti Moody’s, Refinitiv e Sustainalytics, le imprese della Lombardia sono seconde tra i benchmark per sostenibilità, con performance particolarmente positive in ambito sociale e di governance. In media, le tre agenzie di rating posizionano le imprese della Cataluña al top tra i benchmark (con un punteggio, normalizzato tra 0 e 100, pari a 62,9); seguono Lombardia (57,8) e Auvergne-Rhône-Alpes (56,6); più distanti Bayern (51,2) e Baden-Württemberg (50,8). Nonostante i differenti metodi delle tre agenzie, tutte sono concordi nel collocare i punteggi ESG delle imprese delle due regioni tedesche sotto a Cataluña, Lombardia e Auvergne-Rhône-Alpes. La Cataluña emerge al top sia per Refinitiv che per Moody’s, mentre i rating di Sustainalytics mettono le imprese della Lombardia al primo posto (rispettivamente il secondo e terzo posto per Refinitiv e Moody’s).

“Alle imprese lombarde viene riconosciuta una performance migliore nel pilastro della governance. In particolare, gli indicatori con i punteggi più alti sono quelli relativi a governance aziendale, comportamento aziendale, diritti umani e risorse umane. Approfondendo sulla Lombardia, si evidenzia però anche che gli score ESG risultano inferiori per le imprese non quotate, di piccole dimensioni e non finanziarie, a testimonianza che la direzione è tracciata ma resta un percorso importante da perseguire. “La nascita di un nuovo ‘osservatorio’ sulla sostenibilità conferma l’impegno assunto dall’Associazione teso a promuovere, nel nostro territorio, un’economia sempre più capace di bilanciare le necessarie aspirazioni di sviluppo e di crescita con la responsabilità verso la società e l’ambiente – ha dichiarato il direttore generale di Assolombarda, Alessandro Scarabelli -. Il contesto attuale, caratterizzato dalle transizioni green e digitale, rappresenta il momento giusto per accelerare questo cambiamento e le imprese, come dimostrano i dati positivi legati ai rating di sostenibilità, sono già impegnate a portare avanti questo importante processo trasformativo. Essere più ‘sostenibili’ è, oggi, d’altra parte, la sfida più grande del nostro tempo e, consapevoli del nostro ruolo, siamo al fianco delle aziende per aiutarle a integrare sempre di più i principi ESG nella loro governance e promuovere una cultura della sostenibilità indirizzata a favorire il benessere delle persone e delle comunità. La nostra volontà è quella di rendere ogni giorno di più il tema della sostenibilità un asset imprescindibile e, in quest’ottica, siamo anche impegnati affinché questa sfida sia colta e vinta anche dalle aziende più piccole. In questa direzione va inquadrato il “Manifesto di Sostenibilità” di Assolombarda, che rappresenta la nostra Vision di Sostenibilità e sintetizza le direttrici strategiche della nostra azione in ambito ESG. Un altro asset che, ogni giorno, ci ricorda quanto anche le imprese siano attori fondamentali del cambiamento”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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