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Accordo Letta-Calenda, no leader e nomi divisivi in uninominali

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Dopo giorni di non facili trattative è stato raggiunto l’accordo tra Pd, Azione e +Europa in vista del voto del 25 settembre definito “una scelta di campo” e “uno spartiacque che determinerà la storia prossima del Paese e dell’Europa”. Al termine di un incontro alla Camera, durato circa due ore, i tre leader hanno definito la necessità di riconoscere l’importanza di “proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin. Le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell’azione del governo guidato da Mario Draghi”. Trovato anche un accordo sui collegi uninominali con l’impegno a “non candidare personalità che possano risultare divisive”, inoltre non saranno candidati “i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5S, gli ex parlamentari di Forza Italia. La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell’alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno identificati di comune intesa”. La campagna elettorale avrà due front-runner: Enrico Letta e Carlo Calenda. “Abbiamo siglato una intesa che riteniamo molto importante, un patto elettorale che riguarda il Pd e Azione-+Europa ma all’interno di un accordo più largo con altre componenti. Abbiamo dimostrato tutti grande senso di responsabilità, in un momento come questo l’Italia conta molto di più rispetto a singoli destini dei nostri partiti. Ci siamo assunti una responsabilità per l’Italia. Non è immaginabile che il nostro Paese passi a una esperienza del governo delle destre”, haa detto il segretario dem, Enrico Letta, nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Camera, sottolineando come il Pd continuerà la discussione “sia programmatica che sulla campagna elettorale con altre liste che vogliamo siano dentro questi accordi”. Per il segretario dem quella siglata oggi è “una proposta vincente e in grado di essere competitiva e alternativa alle destre. Il passo fatto oggi rende la campagna elettorale e le elezioni molto contendibili. Lo abbiamo fatto perchè pensavamo fosse nostro dovere dare agli elettori una alternativa convincente. E’ evidente che è stato più difficile per noi arrivare a trovare le intese piuttosto che nel centrodestra – ha sottolineato – perchè nel centrodestra è stato facile, semplicemente due parti si sono arrese a un’altra. Berlusconi e Salvini hanno firmato una resa senza condizioni”. Il leader di Azione, Carlo Calenda, si è detto “pienamente e totalmente soddisfatto” dell’accordo. “Oggi si riapre totalmente la partita, non credo nemmeno per un secondo che gli italiani siano disponibili a farsi sottomettere da una proposta che porta ai margini europei, parlo di dignità. La scelta è tra l’Italia che sta tra i grandi paesi Ue e quella che sta con Orban e Putin”. E una promessa: “siamo solidi, siamo compatti, andiamo a vincere le elezioni. Niente è già scritto, normalmente chi pensa di avere la vittoria in tasca va a casa. Da oggi ogni discussione e polemica è finita, finisce il pre partita e inizia la partita che vinciamo”. Per Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, infine, quello di oggi “è un modo per dire che abbiamo un obiettivo comune che non è battere gli altri ma convincere ce l’Italia merita un destino migliore, agganciato all’Europa liberale e democratica”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

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Tajani “Su Netanyahu linea è quella del premier, parleremo con alleati”

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TORINO (ITALPRESS) – “La linea è quella del presidente del Consiglio che io ho il dovere di attuare, anche perchè la condivido. Esamineremo, leggeremo le carte per capire quali sono le motivazioni che hanno portato la Corte a fare questa scelta. Rispettiamo la Corte, la sosteniamo, ma siamo altresì convinti che la Corte debba svolgere un ruolo giuridico e non politico”.
Così il vicepremier e ministro, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea Anci a Torino, commentando il mandato di cattura per il premier israeliano Benjamin Netanyahu deciso dalla Corte penale internazionale. “Per quanto riguarda le decisioni le prenderemo insieme ai nostri alleati, da lunedì inizia a Fiuggi il G7 esteri, ne parlerò anche con i miei alleati e vedremo cosa si dovrà fare. Questa è la linea scelta dal presidente del Consiglio, la politica estera la fa il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri la attua”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-

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Schillaci “Antibiotico-resistenza, 21 mln per ricerca nuovi farmaci”

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ROMA (ITALPRESS) – “L’Italia ha un Servizio Sanitario Nazionale che tutti gli altri Paesi ci invidiano, però purtroppo siamo agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda la lotta all’antibiotico-resistenza. E’ importante ricordare che gli antibiotici vanno presi quando è necessario sempre sotto una stretta guida medica, non bisogna assolutamente usare il fai-da-te in questo campo così delicato perchè gli antibiotici usati in maniera non adeguata causano una resistenza e quindi alcune malattie che possono essere curate, come la polmonite, magari diventano più difficili da affrontare”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a “Unomattina” su Raiuno. Secondo l’Oms nel 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe provocare oltre 39 milioni di morti al mondo. “Dobbiamo scongiurare assolutamente questo pericolo: ci stiamo impegnando, sono stati messi 21 milioni di euro nella legge di bilancio per favorire la ricerca di nuovi antibiotici che siano in grado di sconfiggere batteri che sono diventati resistenti ai tradizionali antibiotici, però ci vuole l’impegno di tutti: è una battaglia da fare insieme”, ha sottolineato Schillaci.
“I dati che abbiamo il nostro possesso testimoniano come spesso proprio nelle età più fragili – le persone più anziane oppure i pazienti in età pediatrica – c’è un uso eccessivo di antibiotici: per questo, stiamo partendo con dei corsi di formazione specifici, rivolti in particolare ai medici di famiglia”, che “hanno il più stretto rapporto con i cittadini: tocca a loro essere la guida per un uso responsabile degli antibiotici in tutte le fasce di età. La cosa migliore è sempre rivolgersi al medico, bisogna evitare le auto-prescrizioni e l’auto-somministrazione”. Negli ospedali “bisogna avere particolare attenzione, soprattutto per i pazienti fragili, i più anziani o quelli che hanno delle patologie gravi: proprio a loro bisogna somministrare gli antibiotici quando è necessario”. Per il ministro “è un aspetto non solo che riguarda la salute, ma anche economico perchè ovviamente si dilatano i tempi di presenza delle persone all’interno degli ospedali: dobbiamo evitarlo, anche perchè i soldi che si possono risparmiare da una battaglia come quella che stiamo conducendo insieme possono essere utilizzati, per esempio, per dare accesso ai pazienti alle nuove terapie oncologiche”, ha concluso.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Ucraina, Zelenska “Con Trump non ci sono certezze ma restiamo fiduciosi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Trump è il presidente americano eletto, non ha ancora preso il suo posto alla Casa Bianca e ha due mesi per preparare con cura tutti i passi da fare quando assumerà il mandato. Io non posso parlare a nome del presidente ucraino nè dell’Ucraina, quello che posso dire è la mia opinione personale”.
“Noi dobbiamo lavorare con ogni amministrazione americana perchè è chiaro che gli Stati Uniti sono un Paese influente. Lo vediamo tutti i giorni. Non influenzano solo ciò che accade al fronte in Ucraina, ma anche altri Paesi. Infatti durante le elezioni tutto il mondo tratteneva il respiro in attesa di capire come sarebbero andate a finire”. Così Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervistata da “La Repubblica”. Con Trump arriverà a Kiev una pace giusta? “Possiamo solo sperarlo” ha risposto Zelenska aggiungendo che con con lui “nessuno può essere del tutto sicuro ma, ripeto, questa è un’opinione personale”. In merito all’imminente arrivo della stagione fredda ha sottolineato: “Anche la mia famiglia deve sopravvivere all’inverno, come tutti noi. Non vogliamo più blackout, freddo e vedere i nostri figli che fanno i compiti a lume di candela. Nessuno lo vuole. Abbiamo resistito agli altri inverni di guerra, lo faremo anche questa volta. Il nostro popolo ha una grande capacità di resilienza”. “I dati dimostrano che gli ucraini non stanno lasciando il Paese. Rimangono, sono ottimisti e sperano tuttora nella vittoria”. In merito ai bambini ucraini deportati in Russia, sono “al momento 388, però ce ne sono 19.500 ancora in Russia. Il programma presidenziale ucrainoBring Kids Back coinvolge moltiPaesi, è una procedura complicata. I 388 bambini non sono certo tornati perchè esiste un processo agile e funzionante, ogni volta gli ostacoli sono enormi. Quando parte una missione speciale vengono interessate migliaia di persone, così come le associazioni umanitarie e un “avvocato speciale” come il cardinale Zuppi, che ringrazio”. “I russi cambiano i nomi dei bambini, fornendo loro documenti nuovi. Quando poi vogliono da noi l’elenco dei soggetti da riconsegnare con l’indicazione di nome, data e luogo di nascita, non li trovano più. Hanno deportato molti orfani dalle zone occupate, spesso di loro non si recuperano informazioni certe”, ha aggiunto.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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