Economia
La riforma della giustizia tributaria diventa legge
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3 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – La riforma della giustizia tributaria è legge a tutti gli effetti. È stata infatti pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’1 settembre la norma n. 130 del 31 agosto 2022. Il provvedimento entrerà in vigore il 16 settembre 2022, anche se non tutte le novità saranno subito operative. Il via libera definitivo al ddl era arrivato il 9 agosto scorso alla Camera. La riforma mira ad attuare gli obiettivi fissati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di miglioramento della qualità delle sentenze tributarie e di riduzione del contenzioso in Cassazione, con la revisione dell’ordinamento degli organi speciali di giustizia tributaria. Per Angelo Cuva, docente di Diritto Tributario all’Università di Palermo e vicepresidente dell’Uncat (Unione Nazionale Camere Avvocati Tributaristi), la riforma è “un passaggio di rilevanza storica sia perché interviene finalmente in modo strutturale sulla composizione degli organi giudicanti regolata da un impianto normativo risalente al 1992, sia perchè utilizza una opportunità che abbiamo sempre definita unica ed irripetibile (parlando, addirittura, di un “punto di non ritorno”), che è quella fornita dalla UE e cioè dal Recovery fund, nell’attuazione del PNRR”.
“Chiaramente – dobbiamo essere realistici – ogni riforma di sistema di tale portata non può essere immune da imperfezioni e criticità che però, nel nostro caso – aggiunge Cuva -, non impediscono di affermare che è stato centrato l’obiettivo più importante e direi caratterizzante in termini identitari e di visione della riforma e, cioè, quello relativo al mantenimento e rafforzamento di una giurisdizione speciale in materia tributaria, costituita da Giudici professionali ed a tempo pieno, non part-time, assunti mediante concorso con esami sulle materie attinenti le funzioni giurisdizionali esercitate. E non vi è dubbio che la legge – accanto ad altre rilevanti innovazioni tra le quali va ricordata l’introduzione del giudice monocratico – consente di realizzare questo obiettivo prioritario che la allinea alle altre giurisdizioni, seppur contenendo delle altre disposizioni (di cui alcune relative al rito) che evidenziano dei profili negativi, anche non secondari (tra questi, il mantenimento della gestione organizzativa nel MEF che, invece, tutti i disegni di legge parlamentari intendevano assegnare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri o al Ministero della Giustizia). Il fattore tempo legato all’attuazione del PNNR – conclude il vicepresidente di Uncat – ha giocato un ruolo determinante in senso positivo, perché ha generato una accelerazione senza la quale la riforma da tanti anni, e da più parti, invocata non avrebbe trovato realizzazione, ma ha anche ristretto il tempo del confronto parlamentare che avrebbe potuto eliminare molte delle criticità presenti”.
Francesco Lucifora, presidente dell’Associazione Nazionale Giudici Tributari (Angit), ricorda come l’approvazione della riforma chiuda “un percorso durato oltre dieci anni”. “Con la riforma è stato affermato il “primato” della Politica su certi “poteri” che hanno sempre remato contro qualsiasi riforma. È prevalso il “futuro” sulla “conservazione” – spiega Lucifora -. Ai cittadini-contribuenti è stato finalmente riconosciuto il diritto di essere giudicati da un giudice professionale che a tempo pieno ed esclusivo si occuperà delle loro questioni di fronte al Fisco”. “La riforma non soddisfa le nostre richieste. Tra le tante, il “riassorbimento” di tutti i giudici tributari, a prescindere dalla provenienza (professionale o togata), nel nuovo ruolo dei Magistrati tributari – prosegue -. Questo mancato riconoscimento, previsto da molti Disegni di Legge depositati in Parlamento, tuttavia non ci impedisce, come cittadini, andando oltre il nostro egoistico piccolo orticello, di fare un plauso al Governo e al Parlamento per il coraggio di infrangere certe forze conservatrici fautrici “del tutto rimanga tale e quale”. La proposta governativa ha deciso in modo difforme dalle proposte del Parlamento. Ha legittimato, ma solo in parte, il ruolo svolto dalla componente professionale con la previsione della riserva del 30% dei posti, messi a concorso nelle prime tre tornate concorsuali, in loro favore. Risultato non scontato per lo storico ostracismo riservato ai giudici tributari di provenienza professionale e del pubblico impiego”. Lucifora vorrebbe ringraziare “uno ad uno tutti quei Parlamentari che ci sono stati vicini sostenendo le nostre ragioni, ma mi astengo dal farlo per l’imminente campagna elettorale”. “La riforma ha luci ed ombre – spiega ancora il presidente di Angit -. La luce sta nell’avere istituito la quinta magistratura professionale. Un fatto storico. Non si torna indietro. Si potrà solo migliorare. Da oggi i nuovi protagonisti della giustizia tributaria saranno i nuovi Magistrati tributari con la collaborazione dei già giudici tributari in servizio a prescindere dalla loro provenienza professionale. Le ombre stanno (per citarne due) nel mancato pieno riconoscimento della professionalità acquisita sul campo da ottimi professionisti che hanno prestato la propria attività per reggere un Ufficio delicato e fondamentale come quello giudiziario in campo tributario e nell’avere abbassato da 75 a 70 anni il limite di età per esercitare la funzione giudiziaria”.
– foto Agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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Economia
Enav, Piano industriale da 570 mln. Monti “Darà grandi soddisfazioni”
Pubblicato
3 ore fa-
1 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un piano di investimenti da 570 milioni di euro basato su tre principali linee guida strategiche: evoluzione del mercato regolato con potenziamento di infrastrutture e implementazione di tecnologie avanzate per il controllo del traffico aereo; innovazione e sostenibilità; espansione del mercato terzo con ampliamento dell’offerta di prodotti e servizi digitali, nuovi mercati e sviluppo nuovo business. Sono questi i punti principali del piano industriale 2025-2029 di ENAV presentato oggi a Milano nell’ambito del Capital Markets Day con gli analisti e gli investitori.
Nelle parole dell’Amministratore Delegato di ENAV Pasqualino Monti, “si tratta di un piano importante che darà grandi soddisfazioni al nostro gruppo”. Come illustrato in conferenza stampa, gli investimenti programmati al 2029 prevedono la modernizzazione delle infrastrutture di controllo del traffico aereo, nuove piattaforme digitali per la gestione del traffico aereo, ICT e sistemi operativi con soluzioni orientate al cloud e all’intelligenza artificiale.
IL VIDEO CON LE PAROLE DI MONTI
Il piano industriale arriva al termine di un anno positivo per il gruppo. Come testimonianti dal bilancio consolidato del gruppo presentato nella stessa occasione, nel 2024 ENAV ha gestito nello spazio aereo italiano oltre 2,2 milioni di voli con un aumento delle unità di servizio del 10,5% rispetto al 2023. Sempre nel 2024 l’utile netto consolidato è stato pari a 125,7 milioni di euro, un dividendo di 0,27 euro per azione, un EBITDA consolidato a 310,9 milioni di euro e ricavi consolidati a 1,037 miliardi di euro.
Sul fronte del mercato terzo, il piano industriale prevede l’espansione geografica con l’apertura entro il 2026 di tre sedi in India, Brasile e Arabia Saudita; l’avviamento di una “Energy Service Company” per offrire servizi di efficientemento energetico, lo sviluppo di un ecosistema di servizi avanzati mediante droni e la creazione di una digital academy.
E proprio sul settore dei droni, l’AD ha dichiarato di prevedere ricavi da “10 milioni al 2029. Siamo però convinti che sia un numero sottostimato rispetto a quelli che saranno i risultati della nostra azienda. Noi crediamo molto nelle potenzialità di questo settore: abbiamo lavorato per essere i primi ad essere certificati io come regolatore sia come gestore di servizi nello spazio droni e siamo convinti che da questo settore arriveranno tante soddisfazioni”.
Per quanto riguarda invece le operazioni di M&A, Monti ha affermato che “le potenziali operazioni saranno interamente finanziate con nuovo debito, sempre nel rispetto del nostro obiettivo di preservare la solidità e la sostenibilità finanziaria. Attualmente siamo in una fase avanzata di negoziazione su alcune operazioni e credo che avrete nostre notizie a breve”.
Alla domanda sull’espansione internazionale con particolare riferimento alle tre nuove sedi, Monti ha affermato che “sul mercato estero puntiamo tanto perchè l’azienda ha un livello di maturazione sulla sua tecnologia, i suoi prodotti e il suo core business davvero straordinario”. Con lo scopo finale di “immettere nell’organizzazione aziendale la capacità mentale di chi lavora che non si vive solo di mercato regolato”.
– foto xh7/Italpress –
(ITALPRESS).
Economia
Istat, a febbraio +47mila occupati e la disoccupazione cala al 5,9%
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11 ore fa-
1 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – A febbraio, rispetto al mese precedente, la crescita degli occupati e degli inattivi si associa alla diminuzione dei disoccupati. Il numero di occupati, secondo i dati Istat, è salito a 24 milioni 332mila. La crescita rispetto al mese precedente coinvolge gli autonomi, che salgono a 5 milioni 170mila, e i dipendenti a termine (2 milioni 710mila), mentre sono sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti (16 milioni 451mila). L’aumento dell’occupazione (+0,2%, pari a +47mila unità) riguarda le donne, i dipendenti a termine, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 25-34enni per i quali, come avviene per gli uomini, il numero di occupati diminuisce.
Il tasso di occupazione sale al 63,0% (+0,1 punti). Il calo delle persone in cerca di lavoro (-4,9%, pari a -79mila unità) interessa gli uomini, le donne e tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,9% (-0,3 punti), quello giovanile al 16,9% (-1,4 punti). La crescita degli inattivi (+0,3%, pari a +33mila unità) coinvolge gli uomini e i 25-34enni a fronte di un calo tra le donne e nelle altre classi d’età ad eccezione dei 15-24enni, per i quali si registra una sostanziale stabilità.
Il tasso di inattività sale al 32,9% (+0,1 punti). Confrontando il trimestre dicembre 2024-febbraio 2025 con quello precedente (settembre-novembre 2024), si registra un aumento di 199mila occupati (+0,8%). La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa all’aumento delle persone in cerca di lavoro (+2,0%, pari a +32mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (-1,7%, pari a -208mila unità).
A febbraio il numero di occupati supera quello dello stesso mese del 2024 del 2,4% (+567mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne, i 15-24enni e chi ha almeno 50 anni d’età, mentre per i 25-49enni si osserva una diminuzione. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 1,1 punti percentuali. Rispetto a febbraio 2024, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-18,4%, pari a -342mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,5%, pari a -60mila).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Dati Istat, a marzo l’inflazione accelera al 2% su base annua
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1 giorno fa-
31 Marzo 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di marzo 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e del 2% su marzo 2024, dal +1,6% del mese precedente.
La dinamica dell’indice generale riflette principalmente la risalita del tasso di variazione tendenziale dei prezzi degli Energetici non regolamentati, tornato positivo (da -1,9% a +1,3%) e, in misura minore, l’accelerazione dei prezzi dei Tabacchi (da +4,1% a +4,6%) e degli Alimentari non lavorati (da +2,9% a +3,3%). Un sostegno all’inflazione si deve anche ai Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,5% a +0,8%), ai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%) e infine ai Beni durevoli (la cui flessione si attenua da -1,5% a -1,2%).
All’opposto, decelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +31,4% a+27,3%) e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,9% a +1,6%). Nel mese di marzo l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile (a +1,7%), mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera lievemente (da +1,7% a +1,8%).
La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si accentua sensibilmente (da +1,1% a +1,7%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +2,4%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +0,7 punti percentuali contro i +1,3 di febbraio 2025.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona risultano a marzo del 2,1% più elevati rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre la crescita tendenziale dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto resta ferma a +1,9%.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi degli Energetici non regolamentati e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2% entrambi), dei Tabacchi e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% entrambi) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (+0,3%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-2,4%) e degli Alimentati non lavorati (-0,4%).
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).


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