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Bach “Cio lavora per la pace, Milano-Cortina sarà un successo”

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ROMA (ITALPRESS) – In giro per il mondo da numero 1 dello sport mondiale, ma in questo periodo il presidente del Cio, Thomas Bach, ha dovuto mettere anche altri argomenti al centro dei suoi incontri. La Russia e la guerra i tempi più affrontati con i vari leader politici. “Ne discuto da mesi con decine di capi di Stato e di primi ministri: nessuno di loro sa dirmi quando e come finirà la guerra. A chi mi chiede come si comporterà il Cio con i russi in vista delle prossime Olimpiadi e se li farà gareggiare o meno rispondo: chi sono io per saperlo e potervelo dire?”, dice Bach in un’intervista al Corriere della Sera, specificando, però, che la politica del Cio nei confronti di Putin resta immutata. “Quattro ore dopo l’invasione dell’Ucraina abbiamo nettamente condannato la Russia e l’abbiamo sospesa dal Cio chiedendo alle federazioni internazionali di non accettare rappresentative di quel Paese e di non organizzare eventi sul suolo russo. Tutte hanno accettato la nostra indicazione. E’ stata una scelta giusta che però non risolve il nostro dilemma. La guerra non l’hanno certo iniziata gli atleti russi. Chi ha preso le distanze dal regime dovrebbe poter competere sotto bandiera neutrale. Il nostro obiettivo è far tornare a gareggiare gli atleti con passaporto russo che non supportano la guerra. Ma non è facile”.
Bach ne spiega il motivo: “C’è grandissima difformità sul piano politico rispetto alle nostre decisioni. Alcuni governi hanno deciso autonomamente di rifiutare il visto agli atleti russi sui loro territori, anche se questi sono autorizzati a gareggiare. Altri di vietare ai loro atleti di competere con i russi per ritorsione. In alcune nazioni, poi, non se la sentono di garantire loro la sicurezza. La nostra missione di pace vacilla e in un contesto così conflittuale adesso pagano gli atleti russi e bielorussi. Ma il problema potrebbe allargarsi. Sempre più spesso lo sport diventa motivo di ritorsione politica. Gli iraniani potrebbero non volere far gareggiare gli americani, i palestinesi rifiutare gli israeliani e così via. E’ un mondo pieno di conflitti, sotto tutti i punti di vista e anche nello sport. C’è sempre qualcuno che lotta contro qualcun altro, che non vuole che qualcuno partecipi o chiede che venga sanzionato. Così lo sport è spaccato e noi siamo lacerati”. La soluzione non è semplice, la voglia di trovarla non manca: “Il movimento olimpico ha come missione quella di contribuire alla pace, rimanendo politicamente neutrale: certo, in questo momento dobbiamo capire come poterlo fare. Organizzare i Giochi serve a tenere unite le persone specie nei momenti difficili”.
“Dobbiamo mostrare alla gente che i Giochi restano unificanti perchè qui, nel nostro mondo, le regole sono uguali per tutti: il rigore si tira da 11 metri, i 100 metri sono sempre 100 metri, le sostanze proibite sono proibite per tutti. Il Villaggio Olimpico deve essere un luogo di pace, indipendentemente dalla religione, dall’orientamento sessuale, dalle differenze di genere o dalla lingua parlata”, spiega Bach che ieri ha incontrato la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, affrontando anche l’argomento Milano-Cortina e qui il numero 1 del Cio ha solo certezze. “Possiamo contare sull’ottimo lavoro di Malagò sia come presidente del Coni che del Comitato organizzatore. Sarà una grande edizione. Capiamo bene quanto il contesto economico sia difficile con l’inflazione alle stelle: daremo tutto il nostro supporto”, dice Bach che ha forti legami con lo sport italiano e che negli atleti azzurri ha sempre trovato ispirazione. “Da Edoardo Mangiarotti – dice il numero 1 del Cio che è stato olimpionico di fioretto ai Giochi di Montreal 1976 – a Pietro Mennea, a Sara Simeoni alla famiglia Montano ad Alberto Tomba. Una cosa che mi ha molto colpito dello sport azzurro è stato il recente supporto degli atleti alla popolazione durante il Covid e in particolare dopo la tragedia di Bergamo”.
Con Giovanni Malagò c’è un legame molto forte, una stima incondizionata tanto che Bach lo ha voluto al Cio. “Non l’ho solo portato ma l’ho anche riempito di incarichi – spiega al Corriere della Sera -. Lavora nella commissione di monitoraggio di Los Angeles 2028 e in quella, importantissima, che deciderà il coordinamento dei Giochi del futuro. Di Giovanni mi piacciono la sua passione e la capacità di identificarsi negli atleti e di ragionare come loro, con la stessa energia”. Tornando ai Giochi, arrivano sport nuovi e rischiano di essere estromessi altri dalla storia lunghissima come il pentathlon moderno. “La federazione internazionale sta provando a cambiare format: a Parigi la disciplina resterà e in forma tradizionale, il suo futuro dipenderà anche da come verrà rimpiazzata la prova equestre”. E poi ci sono pesi e boxe considerate a forte rischio. “Se avessimo dovuto valutare quello che succede nella federazione internazionale la boxe sarebbe dovuta saltare già a Tokyo: arbitraggi scandalosi, elezioni dei dirigenti per acclamazione, l’esclusione arbitraria dell’Ucraina. La boxe ha una storia formidabile, è popolarissima e ha l’enorme pregio di togliere dalla strada tanti giovani a rischio. Bisogna cambiare rotta e al momento è esclusa dai Giochi del 2028. Il sollevamento pesi, invece, dovrà cancellare una cultura del doping diffusissima”.
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(ITALPRESS).

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Il Napoli si rialza, è suo il big match con l’Inter: al Maradona finisce 3-1

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NAPOLI (ITALPRESS) – Il Napoli risorge dal buio di Eindhoven e lo fa senza un centravanti di ruolo. Ci pensano i centrocampisti De Bruyne, McTominay ed Anguissa a restituire ad Antonio Conte il primo posto e un’iniezione di fiducia dopo la figuraccia in Olanda col Psv. A farne le spese, dopo sette vittorie di fila, è l’Inter di Chivu, sfortunata e nervosa, sconfitta 3-1 in un big match che metteva in palio la vetta dopo il passo falso del Milan di ieri. La serata perfetta dei partenopei è rovinata solo in parte dall’infortunio di De Bruyne, vittima di un problema muscolare accusato proprio durante l’esecuzione del rigore del vantaggio. A completare l’opera ci pensano i compagni di reparto, schierati a supporto di Neres falso nove.

La mossa tattica funziona e la svolta arriva alla mezz’ora: un contatto in area tra Mkhitaryan (costretto a lasciare il posto all’ex Zielinski per infortunio) e Di Lorenzo viene giudicato inizialmente regolare dall’arbitro Mariani, ma una segnalazione dell’assistente spinge il direttore di gara a concedere il rigore. Dagli undici metri De Bruyne segna, ma subisce un sospetto problema muscolare al flessore al momento del tiro (con Olivera in campo al suo posto).

La reazione dell’Inter c’è, ma non è accompagnata dalla fortuna: Bastoni di testa fa tremare la traversa al 41′, mentre al 46′ è Dumfries a colpire un legno. Nel mezzo, al 46′, anche una girata di Lautaro che sfiora il palo. Al 54′ il raddoppio del Napoli: un lancio di Spinazzola fa saltare i meccanismi difensivi nerazzurri, McTominay ne approfitta e di prima intenzione lascia partire un tiro imprendibile per Sommer. L’Inter ancora una volta sembra essere in partita: un tocco di mano di Buongiorno in area porta dal dischetto Calhanoglu che a tu per tu con Milinkovic riapre tutto. Al 67′ però la difesa interista continua a fare acqua: Neres sulla trequarti scarica per Anguissa che conduce la sfera e batte Sommer dai 16 metri. Nel match anche qualche battibecco tra ex: Bastoni e Politano, ma soprattutto Lautaro e Conte. Schermaglie d’alta classifica: il Napoli torna capolista, in attesa della Roma che domani col Sassuolo avrà l’occasione di agganciare i partenopei.

IL TABELLINO DELLA PARTITA

NAPOLI (4-1-4-1): Milinkovic-Savic 6; Di Lorenzo 6.5, Buongiorno 6 (45′ st Beukema sv), Juan Jesus 6.5, Spinazzola 7 (45′ st Gutierrez sv); Gilmour 6; Politano 6 (36′ st Elmas sv), Anguissa 7, De Bruyne 7 (37′ pt Olivera 6), McTominay 7.5; Neres 7 (36′ st Lang sv). In panchina: Ferrante, Spinelli, Mazzocchi, Marianucci, Vergara, Lucca, Ambrosino. Allenatore: Conte 7.5.

INTER (3-5-2): Sommer 5; Akanji 5, Acerbi 5, Bastoni 5; Dumfries 5.5 (28′ st Luis Enrique sv), Barella 5.5 (28′ st Frattesi 6), Calhanoglu 6.5 (27′ st Sucic 6), Mkhitaryan 5.5 (32′ pt Zielinski 6), Dimarco 5.5; Bonny 5.5 (17′ st Esposito 5.5), L. Martinez 6. In panchina: J. Martinez, Calligaris, De Vrij, C. Augusto, Bisseck, Diouf. Allenatore: Chivu 5.

ARBITRO: Mariani di Aprilia 5.5.
RETI: 33′ pt De Bruyne (rig); 9′ st McTominay, 14′ st Calhanoglu (rig), 22′ st Anguissa. NOTE: serata serena, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Di Lorenzo, Gilmour, Conte, Bastoni. Angoli: 4-1 per l’Inter. Recupero: 6′; 6′.

– Foto IPA Agency –
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Atp Vienna, Sinner conquista un posto in finale: battuto in due set De Minaur

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VIENNA (AUSTRIA) (ITALPRESS) – Jannik Sinner è il primo finalista dell’”Erste Bank Open”, torneo Atp 500 con montepremi totale pari a 2.736.875 euro, in corso sui campi in duro di Vienna. Il 24enne fuoriclasse altoatesino, numero 2 del ranking mondiale e primo favorito del tabellone, si è imposto in semifinale sull’australiano Alex De Minaur, numero 7 della classifica Atp e tre del seeding, con il punteggio di 6-3 6-4. Nella seconda semifinale si sfideranno l’altro azzurro Lorenzo Musetti, n.8 del mondo e 4 del torneo, ed il tedesco Alexander Zverev, n.3 Atp e 2 del tabellone.

“Sono entrato in campo per giocare e servire bene: il primo set è stato molto fisico, sono contento di aver vinto in due partite”, ha dichiarato Sinner nell’intervista post-match. “Lui sa cosa fare e come mettermi pressione – prosegue il numero 2 del mondo – Quando non servi molto bene bisogna giocare ogni palla e punto, ho fatto tanti piccoli cambiamenti ma sono soddisfatto per come ho gestito l’incontro e di essere in finale”. Una finale che Sinner giocherà contro Musetti o Zverev: “In questa settimana un po’ ho speso anche per le aspettative che ho e per quelle della gente, cerco di giocare al meglio che posso. Sono arrivato piuttosto in ritardo, ho cercato di gestire al meglio ogni giorno e domani sarà una partita molto difficile. Sono contento, speriamo in una bella finale”, conclude il fuoriclasse altoatesino.

– Foto IPA Agency –
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Il Parma ferma il Como, pareggio a reti bianche al Tardini

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PARMA (ITALPRESS) – Il Como non va oltre lo 0-0 nella trasferta di Parma, in un match valido per l’ottava giornata di Serie A. Prestazione generosa della formazione di Cuesta, vicina al colpo grosso con Cutrone, fermato dalla traversa nel primo tempo, e Del Prato, murato da Butez nel finale. Undici di Fabregas particolarmente impreciso in fase di impostazione e rifinitura. Il Como si porta a 13 punti, il Parma sale a 7 punti e conquista un buon punto in ottica salvezza.

Buon avvio dei padroni di casa, che mettono in apprensione la retroguardia ospite e sfiorano il vantaggio al 14′ con un colpo di testa di Cutrone fermato solo dalla traversa. Como molto impreciso in impostazione e Parma molto attivo sulle seconde palle. In chiusura di prima frazione Bernabé manca il bersaglio grosso in piena area di rigore su invito di Britschgi. Fabregas lascia negli spogliatoi Caqueret e Vojvoda passando dalla difesa a 3 al canonico 4-2-3-1 inserendo Kuhn e il rientrante Diao.

Il Como ritrova linfa in fase offensiva, ma il Parma concede le briciole e si rende pericoloso in ripartenza con le combinazioni tra Pellegrino e Cutrone. L’occasione più grande ce l’ha il Parma con Del Prato murato da Butez in una mischia su punizione dal cerchio di centrocampo battuta da Suzuki. Al Tardini si chiude senza la reti la sfida tra i due tecnici spagnoli.

IL TABELLINO DELLA PARTITA

PARMA (4-4-2): Suzuki 6; Del Prato 6.5, Circati 6, Valenti 6, Britschgi 6; Estevez 6.5, Keita 6.5, Bernabé 6.5 (31’st Hernani 6), Ordonez 6 (31’st Sorensen 6); Cutrone 6.5 (45’st Djuric sv), Pellegrino 5.5 (31’st Benedyczak 6). In panchina: Corvi, Rinaldi, Lovik, Begic, Cremaschi, Troilo, Trabucchi, Cardinali. Allenatore: Cuesta 6.5.

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COMO (3-5-1-1): Butez 6.5; Smolcic 5.5, Diego Carlos 6, Kempf 6; Vojvoda 5.5 (1’st Diao 6), Da Cunha 5.5 (27’st Baturina 6), Perrone 6, Caqueret 6 (1’st Kuhn 6), Moreno 5.5; Paz 5.5; Morata 5.5 (27’st Douvikas 6). In panchina: Vigorito, Cavlina, Valle, Goldaniga, Ramon, Posch, Addai, Le Borgne, Van der Brempt, Cerri. Allenatore: Fabregas 5.5.

ARBITRO: Chiffi di Padova 6.
NOTE: pomeriggio sereno, campo in discrete condizioni. Ammoniti: Diego Carlos. Angoli: 3-3. Recupero: 1′, 5′.

– Foto Image –
(ITALPRESS).

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