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Economia

“MBA Power”, 101 manager raccontano la leadership postpandemica in un libro

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MILANO (ITALPRESS) – Centouno racconti, lo stesso numero della celebre carica dei 101, firmati da altrettanti professionisti provenienti da differenti parti del mondo, con dieci filoni narrativi sviluppati in 232 pagine. Sono questi i numeri del libro MBA Power: innovare alla ricerca del proprio purpose, 101 racconti dalla Business School del Politecnico di Milano (Lupetti Editore), primo esempio italiano di crowdtelling in Italia su cosa muove i giovani professionisti e i senior manager a frequentare e a concludere un MBA o un executive MBA a Milano (fisicamente o in modalità di distance learning). Firmato dal giornalista professionista, comunicatore e uno dei 15 top voice di LinkedIn Filippo Poletti, il libro è stato ufficialmente lanciato in occasione della graduation dei 101 alumni della Business School del Politecnico che, oltre ad aver partecipato a questo esperimento di storytelling o MBAtelling, hanno concluso il percorso formativo di Master of Business Administration iniziato nel 2020 o, nel caso di alcuni programmi di studio, nel 2021.
Da questa esperienza è nato un racconto corale appassionante ed emozionante di donne e uomini di età compresa tra i 26 e i 60 anni focalizzato sulla ricerca di un nuovo approccio al lavoro con al centro la persona, la vera protagonista del libro, sia essa un docente, una studentessa, uno studente o i grandi manager che, nel corso del biennio, hanno svolto seminari o portato le loro testimonianze nelle aule di POLIMI GSoM.
“La stella polare che guida il manager del nuovo mondo, inaugurato dalla pandemia, è il rinnovato impegno a creare un futuro migliore per tutti, più sostenibile. In ciascuno dei 101 racconti emerge chiaramente come lo sviluppo tecnologico e l’innovazione debbano contribuire a rendere il nostro pianeta un luogo migliore in cui vivere. Mai come oggi i manager, executive e non, sentono il dovere di mettere a disposizione delle aziende in cui operano o alla guida della propria impresa il loro rinnovato know-how o ‘MBA power’ per generare sempre più valore nella propria vita, in quella delle persone a loro vicine e nel resto dell’umanità”, dichiara Poletti, l’autore del libro, tra i 101 professionisti che hanno conseguito la graduation il 30 settembre 2022.
“Nelle testimonianze, che ho avuto l’onore di raccogliere nel corso degli ultimi nove mesi – prosegue Poletti -, le dieci parole più ricorrenti sono ‘persona’, ‘futuro’, ‘responsabilità’, ‘opportunità’, ‘impatto’, ‘cambiamento’, ‘sostenibilità’, ‘benessere’, ‘crescita” e ‘felicità’. È questo il ‘word cloud’ o sfera semantica dell’‘MBA power’ che emerge dalle riflessioni di questo libro, accumunate dalla certezza che le ‘hard skill’ siano complementari alle ‘soft’, e che occorra continuare a migliorarsi per saper cogliere le opportunità dell’oceano blu dell’innovazione. In fondo, è ciò che raccontano i manager formatisi alla POLIMI GSoM, al mondo del lavoro di oggi servono nuovi leader, capaci di guidare i cambiamenti del lavoro con una visione sempre più rispettosa delle esigenze delle persone, inclusiva e solidale”.
Dalle 232 pagine del libro, attraverso la lettura di ogni storia, emerge la consapevolezza che gli MBA e gli executive MBA iniziati dagli studenti nel 2020 o nel 2021 saranno per sempre ricordati anche per la gravità del contesto esterno, caratterizzato dall’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia e, più recentemente, dalla crisi internazionale generata dalla guerra in Ucraina. In questo scenario sanitario, sociale, politico ed economico, gli studenti protagonisti del libro di Poletti raccontano con entusiasmo e soddisfazione come abbiano integrato know-why e know-where per portare nel mondo del lavoro le motivazioni più profonde che li hanno spinti a investire in maniera lungimirante in un percorso formativo seguito avanti assieme a colleghi di quattro continenti differenti.
Sono storie che possono appartenere a tutti perché, come si legge nel libro, lo sforzo richiesto da un MBA o un executive MBA è alla portata di tutti i profili, a prescindere dal loro background scolastico, dall’ingegnere al biologo, dal giurista fino al comunicatore influencer.
Ognuno dei 101 protagonisti di queste testimonianze si è affidato a una metafora per motivarsi ad arrivare alla fine: c’è chi l’ha visto come una corsa a ostacoli superata assieme ai compagni di corso, chi come una lunga maratona o un viaggio ai confini delle competenze oppure, ancora, come la scalata verso una simbolica vetta. Si tratta di percorsi personali che agli occhi del lettore appaiono come un’esperienza rigenerante che vede protagonisti sia donne che uomini, infrangendo il luogo comune secondo il quale la formazione manageriale coinvolge solo colleghi maschi. Ecco, quindi, che tra le storie c’è anche quella della neo-mamma o della tris-mamma, alcune delle donne che hanno frequentato questa vera e propria “scuola di umanità”, come la chiama Poletti, nelle aule fisiche o virtuali di POLIMI GSoM, portando in aula e nella propria famiglia un “lieto evento”, in una simbolica “valigia”. Da ultime, ma non certo per importanza, nel libro si trovano le storie di vita di chi ha lasciato la patria per venire a studiare in Italia: Colombia, Cile, Perù, Bolivia o Cina, per citare alcune nazioni rappresentate in “MBA Power”.
Ma i filoni che raccolgono le 101 storie sono anche altri: c’è, ad esempio, il cambio di passo lavorativo di chi, frequentando l’MBA o l’executive MBA, ha dato una svolta alla propria carriera, facendo un salto in avanti in termini di responsabilità oppure ha fatto esplodere la propria motivazione imprenditoriale per lanciare una startup, dopo aver assorbito l’entusiasmo che si respira nelle aule di POLIMI GSoM grazie al confronto costruttivo nato tra una lezione e l’altra.
Nella Prefazione, Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean di POLIMI Graduate School of Management, sottolineano che “in fondo il ruolo di una Business School è proprio questo: accendere la scintilla. La scintilla della curiosità, ma anche del cambiamento e dell’innovazione. Le università e le Business School sono luoghi dove si crea il futuro, perché è qui che nascono le idee e si formano i leader di domani. Ed è leggendo queste testimonianze e queste storie che ci sentiamo privilegiati di essere alla guida di una Business School che è stata e continua a essere per i nostri allievi MBA quel porto sicuro in cui sciogliere gli ormeggi per iniziare a navigare lontano. Crescere. Esplorare. Innovare”.
(ITALPRESS).

Economia

A Palermo “Legalità e cultura d’impresa”, al centro il ruolo delle donne

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PALERMO (ITALPRESS) – Esplorare come il mondo imprenditoriale e le istituzioni possano lavorare insieme per promuovere una cultura aziendale basata su principi di legalità, etica e responsabilità sociale. Questi gli obiettivi del convegno “Legalità e cultura d’impresa”, organizzato da Irfis, Aidda Ets e Fondazione Falcone che si è svolto nella biblioteca blu del Museo del presente a Palazzo Jung, a Palermo. Al centro del dibattito anche il ruolo delle donne imprenditrici e quali possono essere gli strumenti per aumentare la percentuale di esse che occupa ruoli di vertice all’interno di aziende pubbliche e private: “L’idea è quella di coniugare al massimo la dignità della donna, che deve essere valorizzata con l’idea del lavoro – ha spiegato Iolanda Riolo, presidente di Irfis -. L’Irfis è fatta per il 40% da donne e molte ricoprono ruoli apicali all’interno dell’Istituto”.
Un lavoro che inizia anche da un percorso educativo soprattutto di tipo finanziario “una donna che conosce il proprio conto corrente, che sa gestire la propria autonomia anche finanziaria, che sa trovare un posto nella società, è sicuramente una donna più consapevole”, ha aggiunto.
Nel corso dell’incontro sono emerse diverse testimonianze di imprenditrici che hanno raccontato la propria esperienza: da Marinella Avellino, titolare di una azienda produttrice di materie plastiche a Gela, a Grazia Locascio “moglie, medico e manager” di strutture sanitarie dedicate alla nefrologia a Palermo e in provincia di Messina. Ma anche la testimonianza di Maria Grazia Vagliasindi, già alla guida della corte di Appello di Caltanissetta dal 2017 fino al 2024, prima donna in Sicilia a raggiungere questo livello nella carriera giudiziaria. “Ricordiamo – ha detto – che le donne in magistratura sono entrate con il primo concorso del 1965 e che ancora oggi sono molte di più le donne che superano il concorso ma molte meno le colleghe che raggiungono figure apicali”.
L’incontro è stato il modo anche per coniugare il tema della legalità a quello dell’impresa. “Stiamo cercando un antidoto all’ignoranza, un antidoto all’illiceità. L’unica strada è studiare, vogliamo trasferire è il virus della legalità”, ha aggiunto la Presidente Irfis. I numeri dicono che nelle aziende, soprattutto in Italia, la percentuale di donne non è altissima e dovrebbe aumentare. Mentre l’occupazione femminile in Italia resta un nodo per tutte le statistiche. “Non solo le autorità possono aiutare, ma io penso che le donne stesse possono dare un grande contributo: cioè portare valori etici nelle loro imprese e quindi automaticamente e di conseguenza una legalità”, ha riferito Antonella Giachetti, presidente nazionale di Aidda che ha auspicato anche un cambio di paradigma più incentrato sull’economia sociale “non deve essere solo il profitto quello che deve guidare chi è al vertice di una azienda ma la sostenibilità in ogni campo”.
“Noi donne siamo naturalmente portate alla trasparenza, naturalmente portate a cercare di risolvere i conflitti non con lo scontro ma con l’inclusione. Svolgono un ruolo importantissimo con i loro valori che contaminare l’organizzazione della società. Basta che si facciano accedere e contamineranno il sistema”. E a proposito di contaminazioni dal dibattito è emersa l’idea di una “banca del tempo” per accompagnare e affiancare le giovani studentesse universitarie che vogliono aprire una impresa a imprenditrici Aidda.

– foto xd6/Italpress –
(ITALPRESS).

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Economia

Sace, focus sul Piano Mattei per le imprese italiane

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ROMA (ITALPRESS) – Un percorso formativo dedicato alle imprese italiane che desiderano acquisire competenze per operare nelle geografie incluse nel Piano Mattei, che mira a creare relazioni commerciali e valorizzare le eccellenze italiane. E’ “Africa Champion Program”, lanciato da Sace con il patrocinio del ministero degli Esteri e con il supporto della struttura di missione per l’attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei ministri insieme ad attori istituzionali come l’Agenzia Ice, Cop, Simest, Confindustria Assafrica & Mediterraneo e Càmara de Comèrcio Mocambique-Itàlia, che prenderà ufficialmente il via nel 2025.
“Si tratta di un programma di formazione e di incontri con quelli che possono essere i nuovi player con cui le aziende italiane possono confrontarsi in Africa. Assieme al mondo delle istituzioni italiane e agli attori del sistema, vogliamo accompagnare questo avvicinamento verso l’Africa e lo possiamo fare perchè partiamo da quella che è la nostra conoscenza di quel territorio. Dall’inizio del Piano Mattei abbiamo già realizzato 1,2 miliardi di iniziative e da qui stiamo partendo per far si che ci sia uno slancio ancora maggiore per le Pmi per entrare in Africa”, ha spiegato Alessandra Ricci, Ad di Sace, sottolineando come l’attuale situazione geopolitica non sta creando difficoltà in quanto “ha investito altre aree. Noi avevamo già identificato l’Africa come uno dei potenziali Paesi cosiddetti gate, infatti, stiamo aprendo una nuova sede a Rabat in Marocco in aggiunta alle altre due sedi a Il Cairo e Johannesburg”.
Per Alessandro Terzulli, Chief Economist di Sace, si tratta di “un Continente dalle alte potenzialità, è posizionato per cogliere alcuni macro trend che sempre più si affermeranno come quello demografico, quello dello sviluppo di una classe media, dell’urbanizzazione, quello tecnologico. E’ necessario un approccio di traino per le nostre imprese affinchè possano cogliere le potenzialità, ma è improntare anche l’aspetto bilaterale”.
Il progetto si articola in due fasi: un percorso formativo suddiviso in 3 moduli con approfondimenti verticali su Costa D’Avorio, Egitto, Marocco, Mozambico, Tunisia, Kenya e su tre settori chiave: energia, infrastrutture e agroalimentare; Business Matching, ovvero una seconda fase dedicata alla creazione di opportunità commerciali mediante sessioni di business matching, tra imprese italiane e controparti africane, anche nell’ambito del programma di push strategy di Sace.
Africa Champion Program è solo l’inizio di una serie di opportunità di confronto e condivisione di visioni e strumenti concreti a supporto delle imprese italiane che sono interessate ad approcciare il mercato africano o che sono già presenti e intendono potenziare la loro presenza nell’area geografica. L’Africa guarda al futuro con lo slancio di una regione che, dopo anni non facili, mira a essere la prossima protagonista della crescita globale. Pur con le consuete, profonde differenze tra gli oltre 50 Paesi che compongono il continente africano, si evidenziano segnali positivi provenienti da mercati di interesse per le nostre imprese. L’interscambio tra Italia e Africa ha già mostrato notevoli potenzialità nel corso del 2024 raggiungendo 60 miliardi di euro, come mostrano i dati Istat raccolti dall’Ufficio Sudi di Sace. Le previsioni sul 2025 sono positive: è previsto infatti un incremento del 7,7% nel Nord Africa e dell’8,5% nell’Africa Subsahariana, considerando rispettivamente 14 miliardi e 6,5 miliardi di, export italiano registrati nel 2023. In questo contesto, il nuovo approccio di Sace per l’Africa ha visto una crescente esposizione verso il continente: dal 2022 Sace ha deliberato 1,2 miliardi nel 2024, data di inizio del Piano Mattei. Alla tradizionale offerta export credit, in collaborazione con la Struttura di Missione del Piano Mattei Sace ha aggiunto l’operatività push per rafforzare il ruolo delle imprese italiane in Africa, individuando geografie ad alto potenziale come Costa d’Avorio, Senegal e la prima operazione di Push Strategy in Benin, concedendo una garanzia a copertura di un finanziamento di 120 milioni di euro destinato al Ministero delle Finanze del Benin. Inoltre Sace ha garantito il primo finanziamento da 100 milioni di euro alla banca multilaterale di sviluppo Trade Development Bank (TDB) per favorire la crescita sostenibile e l’integrazione regionale africana, aumentando le opportunità di export per le imprese italiane.
(ITALPRESS).
-Foto: xb1/Italpress-

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Banca CF+, De Francisco “Cresciamo su tutte le linee di prodotto”

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MILANO (ITALPRESS) – “Anno su anno cresciamo del 30%, con un grande riscontro da parte della clientela: tutte e tre linee di prodotto (i finanziamenti garantiti, il factoring e l’acquisto di crediti fiscali Iva e Ires) funzionano. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla Pmi che richiede credito”. Lo afferma Iacopo De Francisco, Ceo di Banca CF+, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Il Credito Fondiario, una banca che ha 126 anni di storia, dal 2022 “ha cambiato pelle e scelto questa nuova missione”, crescendo “operazione dopo operazione: in tre anni abbiamo finanziato più di 3 miliardi di euro sui 3 prodotti, l’attivo arriverà a 2 miliardi. La banca ha 200 persone, una sede a Milano e una a Roma, e molta presenza digitale. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla PMI che richiede credito”, spiega De Francisco.
“Una banca specializzata nel dare credito ha bisogno di capitale per farlo, oltre che di liquidità, perchè lo richiedono i requisiti regolamentari. Abbiamo come azionista il fondo Elliot, che ci sostiene in questo percorso di crescita. In particolare, l’aumento di capitale di circa 27 milioni con Elliot che ormai è al 90% dell’azionariato della banca ha l’obiettivo di sostenere il percorso di crescita del nostro prodotto di punta, quello più nuovo e più innovativo che è il Digital Lending”.
Si tratta di “una piattaforma tecnologica” che, grazie al digitale, “in tre giorni ci permette di dare una risposta sull’erogazione”. Quest’ultima in caso di esito positivo arriverà “in meno di un mese. Siamo partiti con le società di capitali, entro il primo trimestre 2025 andremo su ditte individuali e società di persone”.
In futuro, grazie all’intelligenza artificiale “avremo dei super analisti”. Il parametro fondamentale per la decisione “è la capacità di restituire il Debt Service Coverage Ratio (DSCR), poi guardiamo molto soprattutto al passato e allo stato di salute dell’azienda in questo momento, alla capacità di usare la cassa generata per pagare il debito”.
L’unico prodotto che Banca CF+ offre alla clientela privati “sono i depositi vincolati online”, una soluzione “molto flessibile perchè il vincolo è di 32 giorni. Non è un conto corrente su cui c’è la transazionalità, ma è una soluzione di investimento della propria liquidità” che “sta avendo un grandissimo successo in Italia e in altri paesi, come Olanda e Spagna”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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